Nella foto Rodolfo Walsh, giornalista antimperialista argentino, assassinato dalla dittatura militare, punto di riferimento per tutti quelli che hanno fatto della giustizia e della verità i propri ideali di vita. Dedico a lui questo scritto.
Invece le mie speranze sono state magistralmente bloccate.
Al momento dell'uscita della pagina di "Le Monde" sulla logica del colonialismo sionista, io aggiunsi due righe chiedendo ai lettori di fare una sottoscrizione per consentirne il pagamento. L'inserzione era costata cinque milioni di centesimi. Ne ricevetti sette, attraverso centinaia di piccoli assegni. Quasi un terzo dei donatori erano ebrei e, tra questi, due erano rabbini.
Ma da quel momento cominciò l'asfissia mediatica: nessun accesso alla televisione, i miei articoli rifiutati.
Avevo pubblicato quaranta libri con tutte le più grandi case editrici, da Gallimard a Seuil, da Plon a Grasset e a Laffont. Erano stati tradotti in ventisette lingue.
Ormai sono chiuse tutte le porte: uno dei miei più grandi editori si sente dire dal suo consiglio d'amministrazione: "Se lei pubblica un libro di Garaudy, non avrà più la concessione dei diritti di traduzione delle opere americane". Accettarmi avrebbe significato far saltare la sua casa editrice. Un altro "grande", riguardo a un'altra opera, disse alla sua direttrice letteraria, che, appassionata dal libro, aveva lavorato tre mesi per aiutarmi a metterlo a punto: "Non voglio più niente di Garaudy nella mia casa editrice".
Così si mura vivo un uomo.
Le nostre reti di resistenza al nonsenso sono condannate alla clandestinità. E io stesso alla morte letteraria. Per delitto di speranza.
Questo è solo uno degli esempi di cui posso personalmente testimoniare sul ribaltamento dei significati operato dal sionismo.
Potremmo moltiplicare gli esempi, ma ciascuno di noi ne è testimone tutti i giorni: è il senso stesso del crimine hitleriano contro l'umanità intera a essere pervertito dalla propaganda sionista, che riduce questo crimine contro l'umanità a un grande pogrom in cui gli ebrei sarebbero stati le uniche vittime. ( Roger Garaudy )
Questa volta
devo rispondere alle molteplici critiche che sulla questione ‘olocausto’ e ‘revisionismo
storico’ mi vengono fatte, per chiarire la mia posizione e – alla luce del mio
impegno antimperialista ed antisionista – difendere la mia persona da
atteggiamenti ingiuriosi che, purtroppo, lo Stato capitalistico italiano
rafforza con leggi liberticide. Quindi parto da semplici constatazioni di
metodo e, senza paura, non mi tirerò indietro nel dibattere ulteriori
problematiche. Io penso che questo sia uno scritto importante per me e che
trova risconto con tutto quello che in precedenza ho detto su neofascismo,
sionismo e la mia analisi antimperialista. Non ho mai nascosto che su questi
temi sono poco flessibile e rigido, ed in tempi in cui il servilismo sionista
domina non mi sento di avere predisposizioni al perdono. Molti di certo non
condivideranno questo mio elaborato ma, come ho sempre fatto, sono pronto a
misurarmi anche con questa evenienza che non mi spaventa per nulla.
Spero anche,
dall’altra parte, che questa mia risposta possa essere d’aiuto a tutto coloro
che, da sinistra, da posizioni antimperialiste ( e quindi anche antifasciste, e
l’antifascismo per me è un valore sacro ! ) vogliano affrontare questo tema,
senza paura e con la certezza di avere un compito da adempiere: ristabilire e
difendere – pagando anche prezzi molto alti – la verità storica che, al pari della
giustizia sociale, fa anch’essa martiri ed eroi. Quindi passo ad argomentare e
premetto che tutto quello che scriverò rappresenta la mia opinione sul tema,
non la ritratterò quindi – in apposite sedi – ne pagherò ( e sono pronto a
farlo ) le conseguenze se questo dovrà essere il risvolto politico, giuridico
ed umano.
Olocausto, Shoa o
semplicemente genocidio ebraico ?
Dico subito che
io non attribuisco un valore di unicità alla tragedia ebraica, ripeto: un
valore di unicità chi sta per alzarsi in piedi apra il vocabolario di italiano
e scopra che cos’è l’unicità. Il genocidio ebraico è un crimine del colonialismo
occidentale al pari ( solo per citare degli esempi ) (1) dello sterminio dei pellirossa, (2) del genocidio armeno, (3)
e della sorte dei popoli africani ed asiatici ( quelli che Bordiga chiamava i ‘popoli
colorati’ ). Mi spiego meglio: il termine olocausto – dal greco – significa ‘cosa
tutta bruciata’ e nella storia ebraica si allude ai sacrifici in cui la vittima
era arsa completamente. Cosa realmente significa questa operazione
pseudoculturale – pescare nel torbido della teologia – che non ha precedenti ?
E’ chiaro che i sionisti hanno, in tutto e per tutto,
cercato di dare un taglio mistico-religioso al discorso fomentando l’equivoco
fra il ‘farsi vittima’ ed il ‘restare vittima’. Dice bene lo storico marxista Giancarlo
Paciello ‘A proposito del genocidio
nazista, olocausto, può
orientare verso il “farsi vittima”, e come se riguardasse i soli ebrei, mentre
tra il 1942 e il 1945 a “restare vittime” dei nazisti furono, oltre agli ebrei,
gli zingari, i comunisti di ogni nazionalità, gli handicappati, ecc. ecc..’ ( Giancarlo Paciello, Il sionismo, l’olocausto e lo Stato di
Israele, Editrice Petite Plaisance ), i sionisti del resto hanno
reinventato l’ebraicità fondandola – essa stessa su un mito – quello dell’eterno
antisemitismo. Una operazione che, da almeno il Processo di Norimberga in poi,
costituisce l’ideologia imperialistica occidentale. Si pone la domanda: A chi
serve ? Io affermo che tutto questo serve ad Israele, al suo ruolo di potenza
imperialistica che usa l’olocausto come maschera ideologica.
Ovviamente
qualcuno non capirà – o equivocherà – una posizione così fuori dal sentire
comune, ma io sto semplicemente riprendendo, in tutto o quasi tutto, il marxista Abram Leon, seguace di Trotsky e
morto nei campi di concentramento nazisti. Dice Leon che il nazionalismo
ebraico ‘traspone il moderno
antisemitismo in tutta la storia e si risparmia la pena di studiare le varie
forme di antisemitismo e la loro evoluzione aderendo al dogma dell’eterno
antisemitismo’. ( Abram Leon, Il marxismo e la questione ebraica, Ed. La
giovane talpa ). Domanda: a chi serve questa censura nel dibattito ? La
risposta è sempre la stessa: dietro la censura chi volevate trovare ? I
sionisti e chi altri sennò ! Come possiamo accettare che un mito così ambiguo
condizioni il nostro modo di vedere le cose. Abram Leon non sarà mica morto
invano ?
Personalmente
il metodo marxista di Leon – ed il marxismo non ha dogmi morali, ma, come ben
sappiamo, risponde ad una morale rivoluzionaria – è molto più efficace: che
senso ha – mi chiedo – accettare il dogma dell’irruzione del male nella storia
?
Hitler non ha
fatto altro che portare nel cuore d’Europa metodi colonialistici ed è questo
che ‘l’uomo bianco’ non vuole perdonargli. Benissimo, parliamo di genocidio
ebraico ( ricordo che i revisionisti non negano proprio nulla ), ma
rapportiamo, prima di tutto, questo crimine ad altre mostruosità di chiara
natura borghese e capitalistica. Esempio: perché non mettere l’eccidio delle
Fosse Ardeatine sullo stesso piano del massacro di Deir Yassin ? Dico una cosa
che scandalizzerà le anime belle di sinistra: Ben Gurion – per come ha agito –
di certo non è stato migliore di Hitler. Non posso arretrare su ciò e
sicuramente non lo farò nemmeno davanti le leggi dello Stato ‘democratico’
italiano ( ‘capitalismo straccione’ per dirla col grande Lenin ), leggi sempre
più liberticide che vogliono uccidere la ricerca storica, motore del vero
sapere.
Domanda: il
sangue degli ebrei è più rosso di quello di 1,7 milione di tedeschi morti nei
campi di sterminio statunitensi ad ovest della Germania ? Domanda: A chi serve
la demonizzazione del popolo tedesco o – peggio ancora – del proletariato
tedesco ?
Credo che in
questo mi sono ben spiegato: il rifiuto del razzismo – endemico nella fase di decadenza
capitalistica – implica una analisi così. Come disse Brecht ‘non potevamo
essere gentili’.
Le camere a gas: ‘piano
di sterminio’ o ‘ordinaria logica borghese’ ?
Dico subito
che sulla questione delle camere a gas non ho approfondito un gran che ed, a
conti fatti, non credo che sia il mio campo. Dall’altra parte, però, l’onestà
intellettuale mi impone una battaglia per garantire la libertà di promuovere
studi e ricerche storiche innovative
.
Devo fare una
premessa elementare: il termine ‘revisionismo’ ha una accezione positiva non
negativa. Noi revisioniamo una conoscenza in un determinato settore per
portarla ad un livello più alto, quindi, possiamo dire, che il revisionismo
implica un discorso di metodo e non di ideologia. C’è un problema di termini:
molti confondono il revisionismo storico con la falsificazione storica. Fare
questa confusione, mi permetterete di dire, è non solo grave ma, il più delle
volte, disonesto.
Arrivo alla
questione che più mi preme: discutere sull’utilizzo o meno delle camere a gas
per sterminare gli ebrei, davvero, in modo strisciante, significa riabilitare
il nazismo ? Ecco questo è il punto centrale del dibattito a cui risponderò
sinteticamente ma, con altrettanta, precisione.
Non faccio
compromessi, una tesi simile è del tutto fuori luogo. Il nazismo è stato un
brutale regime capitalistico – appoggiato da Usa ed Inghilterra contro l’Urss, lo
Stato operaio nato dalla grande Rivoluzione d’ottobre – con finalità
imperialistiche, oppure un grande ‘progrom anti-ebraico’ ? Davvero siamo
incapaci di cogliere la pericolosità di tali pregiudizi ? Voglio rafforzare la
mia posizione: il nazismo è il prodotto della mente perversa dell’Imbianchino
Adolf Hitler, o trova la sua origine nella collusione fra le multinazionali
statunitensi e la borghesia tedesca che avevano l’interesse comune a creare una
macchina da guerra anticomunista ( e vogliamo parlare una volta per tutte dei
finanziamenti della Banca di Londra alla Società Thule ? ) ? Io temo, al
contrario dei miei critici, che una posizione come la loro possa fare il gioco
dell’attuale gendarme mondiale: l’imperialismo nord-americano. Sarà una
provocazione forte la mia, ma, ho questa convinzione. Non posso auto-censurarmi
!
La strada per
l’inferno è lastricata di buone intenzioni: se noi accettiamo questo postulato
( nazisti cattivi per le camere a gas e poi il resto passa ), finiamo per
rimuovere il vero obiettivo del fascismo che, guarda caso, non era quello di
sterminare gli ebrei ( furono arianizzati dai 120.000 ai 160.000 ebrei di
destra, e gli misero anche l’elmetto con sopra la svastica a quei miserabili. E
gridiamolo con forza questo ! ) ma di distruggere l’Unione Sovietica, vale a
dire lo Stato rivoluzionario che nel 1920 a Baku invitò i popoli coloniali a
rompere le catene della schiavitù. Siamo anticolonialisti oppure vogliamo
rifugiarci in un antifascismo di facciata che non coglie ciò che Trotsky diceva
molto bene: la battaglia contro il fascismo è una battaglia contro l’imperialismo.
Devo
ammettere che i revisionisti sono stati oggetto di calunnie che, umanamente (
prima ancora che come ricercatore ), mi indignano.
Ho guardato
con orrore e paura le foto di Robert Faurrison convalescente in ospedale con la
mascella spaccata in quattro parti. Ci sono tanti modi di essere fascisti o se
si vuole di estrema destra: impedire la ricerca con una legge liberticida come
la Legge Gayssot, oppure picchiare uno storico, come è capitato a Robert
Faurrison – il quale dopo l’accaduto non ha mollato le sue ricerche e quindi è
degno della mia lode – per me è un modo subliminare per finire nel campo
avverso.
Io sono certo
che basta poco a smentire determinate calunnie contro pensatori – si pensi a
Garaudy – che hanno scritto pagine importanti. Voglio citare proprio Roger Garaudy
( storico che ammiro ) il quale ci spiega cosa davvero è stato il nazismo e lo
fa da storico vero, non da pugilatore a pagamento:
‘’Gli importava ( ad Hitler ovviamente – corsivo mio ), dunque, dopo aver liquidato
il movimento comunista e preparato l'espansione della Germania verso l'Est,
allo stesso modo dei cavalieri teutonici, distruggere l'Unione Sovietica, che
fu sempre la sua principale ossessione, manifestata con la ferocia verso i
prigionieri slavi (polacchi e russi). Egli creò durante la guerra contro l'URSS
anche delle Einsatzgruppen,
vale a dire delle unità incaricate in particolar modo di contrastare le
operazioni dei partigiani sovietici e di abbattere i loro commissari politici,
anche se prigionieri. Tra questi furono massacrati molti ebrei, eroici come i
loro compagni slavi’’
E questo
sarebbe un ‘antisemita negazionista’ ? Elogia anche gli ebrei di sinistra che
combatterono il fascismo, cosa che non fanno i pupazzi della lobby sionista che
spalleggiano i crimini dell’imperialismo israeliano. Vado avanti col citare un
ulteriore passo – particolarmente significativo – che fa da risposta preventiva
a chi ancora blatera che i ‘revisionisti
di sinistra’ vogliono ‘sminuire il nazismo’:
‘’ La dominazione hitleriana realizzò
dunque ben altro che un vasto pogrom
di cui gli ebrei sarebbero stati, se non le sole, almeno le principali vittime,
come una certa propaganda tende ad accreditare. Si trattò di una catastrofe
umana che, sfortunatamente, non è senza precedenti, perché Hitler applicò a dei
bianchi quello che i colonialisti europei durante cinque secoli applicarono
agli "uomini di colore", dagli indiani d'Ame-rica, 60 milioni dei
quali su 80 furono uccisi (e anche in questo caso dal lavoro forzato e dalle
epidemie più che dalle armi), fino agli africani, dai 10 ai 20 milioni dei
quali furono deportati nelle Americhe, mentre, siccome i negrieri ottenevano
uno schiavo per ogni dieci uccisi nella lotta per la cattura, la
"tratta" costò all'Africa dai 100 ai 200 milioni di morti’’
Allora,
continuo con le domande: il nazismo qui viene sminuito o viene – in realtà –
portato dentro una giusta prospettiva di analisi ? Garaudy parla di ‘catastrofe
umana’ e non arretra nel voler difende l’Urss. A chi giova la demonizzazione
del grande Garaudy ? I calunniatori del moderno Stato borghese sono delle
canaglie.
Non ho una
preparazione effettiva per discutere delle camere a gas – lo ripeto – ma voglio
vedere gli storici dibattere e sono pronto a dire che le tesi olocaustiche
hanno dei buchi neri che solo gli storici seri possono colmare, con il
contraddittorio pubblico ed aperto a tutti, magari consentendo anche ad esterni
interessati di intervenire, fare domande, esporre dubbi, citare documenti ed
altro. Chi è il fascista ora ? In Italia il più grande nazi-fascista – voglio qui
dire – si chiama Riccardo Pacifici che, giorni fa, ha impedito – su mandato
dell’ambasciata israeliana – allo storico Ilan Pappe di parlare in Sapienza.
Bisogna prendere delle posizioni nette, una volta e per sempre su queste cose. Vogliamo
sapere di più sulla tragedia hitleriana ? Perfetto, allora non censuriamo il
dibattito.
E’ ovvio che
la creazione di un mito – ed il mito è la balla della unicità del genocidio
ebraico, una vera balla perché tutti i popoli hanno pari dignità – serviva agli
Usa che avevano devastato Dresda colpendo il cuore culturale ed artistico della
Germania ( ricordo che venne devastato il centro storico di Dresda ), ai
massacratori di Hiroshima e Nagasaki, ai colonialisti francesi che gasavano gli
algerini e molti altri.
Una nota finale: il
revisionismo olocausto marxista
Per quello
che mi riguarda ho citato un documento della Sinistra Comunista francese
pubblicato nella rivista La Guerra
Sociale alla fine degli anni ’70 e tradotto dallo storico marxista Cesare
Saletta. Chi infanga questi compagni, per me, non è meritevole di rispetto e so
che qualche scribacchino è in procinto di farlo.
Qualcuno
dirà: ma sono i soliti estremisti lasciateli stare. Rispondo a questi signori
rammentandogli il comportamento del Partito
comunista francese durante la Rivoluzione algerina: il PCF si schierò coi
colonialisti razzisti occidentali mentre molti marxisti rivoluzionari fecero
della rivoluzione guidata dal Fronte di liberazione
nazionale algerino la propria bandiera. Il dirigente Michel Raptis ( Pablo
) fu consulente di Ben Bella e divenne anche suo amico personale. Dobbiamo
prendere lezioni da chi stava coi razzisti parigini o dai guerriglieri arabi
degni di lode, rispetto ed ammirazione ?
Riporto una
citazione dal documento pubblicato su La
Guerra Sociale che si intitola ‘Dallo
sfruttamento nei lager allo sfruttamento dei lager’:
L'insistenza sui crimini nazisti ha
come prima funzione quella di giustificare la Seconda Guerra mondiale e, più in
generale, la difesa della democrazia contro il fascismo: la Seconda Guerra
mondiale non sarebbe stata tanto un conflitto fra nazioni o imperialismi,
quanto piuttosto una lotta fra l'umanità da una parte e la barbarie dall'altra.
I dirigenti nazisti erano ci si dice dei mostri e dei criminali che si erano
impadroniti del potere. Quelli di loro che sono stati catturati dopo la
disfatta sono stati giudicati a Norimberga dai loro vincitori. Per questa
visione è essenziale mostrare nei nazisti una volontà di massacro. Certo,
uccisioni ce ne sono in tutte le guerre, ma loro, i nazisti, volevano uccidere. Questo è il
peggio, ed è questo, prima di ogni altra cosa, che viene loro rimproverato.
Moralismo aiutando, li si biasima non tanto di aver fatto la guerra, dato che
uno Stato rispettabile vi si può lasciar andare, ma di essere stati sadici. I
bombardamenti intensivi e assassini di Amburgo, Tokyo, Dresda, le due bombe
atomiche, tutti quei morti vengono giustificati come un male necessario per
evitare altri massacri il cui orrore sarebbe consistito nel fatto che, questi,
sarebbero stati sistematici. Fra i crimini di guerra nazisti e le pratiche dei
loro vincitori non vi sarebbe paragone possibile. Lasciar intendere il
contrario sarebbe già farsi complici, consapevoli o inconsapevoli, di quei
crimini e permettere ch'essi si producano di nuovo. La giustificazione del
1939-45 non è affare da poco. Bisogna dare un senso a questa strage senza eguali
che ha fatto decine di milioni di vittime: si potrebbe forse ammettere che era
per riassorbire la crisi del '29 e per consentire al capitalismo di ripartire
di buona lena? Questa giustificazione sorregge l'antifascismo di oggi e di
domani e dunque la sinistra che se ne alimenta, scusando così la propria
partecipazione al sistema.
Io vedo, qui,
un ripristino del marxismo non una sua revisione ( come blaterano alcuni
sciocchi di mia conoscenza ): posizione errata ? Bisogna dibattere ma non
censurare o calunniare. Di una cosa sono certo: i vincitori – che hanno
consacrato la loro ideologia imperialistica a Norimberga – non erano meno
criminali dei vinti.
Tre sono gli
elementi che caratterizzano il potere imperialistico: (1) trasferimenti di popolazione; (2) il lavoro forzato; (3)
la neutralizzazione sociale. Quindi riproporre la categoria di ‘modo di
produzione’ anche per studiare i campi di concentramento la trovo una prassi
molto più coerente. Ovviamente si tratta di un modo di produzione schiavistico
in un contesto bellico ed il risvolto è stato drammatico. Questa è una difesa
del nazismo ? La via del servilismo al sionismo – così io replico – è infinita.
Il nazismo è stato un cimitero capitalistico ma la ragione dei suoi crimini sta
nelle dinamiche della accumulazione capitalistica, non negli esorcismi dei rabbini
che blaterano sciocchezze talmudiche e sproloquiano sulla distinzione fra ebrei
e goy ( questo sì, vero neonazismo ).
Un’ultima
questione: come mai gli storici dell’olocausto non puntano mai il dito contro l’appoggio
che la borghesia statunitense diede ad Hitler ? Henri Ford era amico personale
dell’ ‘Immondo Imbianchino’ ne vogliamo parlare ? Ancora: vogliamo parlare dell’accordo
fra nazisti e borghesia ebraica per la colonizzazione della Palestina.
Concludo
questo mio articolo con qualche citazione compromettente.
Usa – Nazismo: amore a
prima vista
Nel corso degli anni Venti, molte
corporations Americane particolarmente importanti avevano goduto di
considerevoli investimenti in Germania. Prima della Prima Guerra
Mondiale, la IBM aveva insediato in Germania una sua filiale, la Dehomag;
negli anni Venti, la General Motors aveva preso il controllo del più grosso
produttore industriale di auto della Germania, la Adam Opel AG; e Ford aveva
gettato le basi di un impianto succursale, più tardi noto come la Ford-Werke, a
Colonia. Altre compagnie USA contraevano società strategiche con compagnie
Tedesche. La Standard Oil del New Jersey — oggi Exxon — sviluppava collegamenti
strettissimi con il trust Germanico IG Farben.
Dall’inizio degli anni Trenta, una élite di
circa venti fra le più grandi corporations Americane, fra cui Du Pont, Union
Carbide, Westinghouse, General Electric, Gillette, Goodrich, Singer, Eastman
Kodak, Coca-Cola, IBM, e ITT aveva rapporti con la Germania.
Per ultimo, molti studi legali Americani, compagnie di assicurazioni e finanziarie, e banche venivano profondamente coinvolte in un’offensiva finanziaria Statunitense in Germania; fra questi, il famoso studio legale di Wall Street, Sullivan & Cromwell, e le banche J. P. Morgan e Dillon, Read and Company, così come la Union Bank di New York, di proprietà di Brown Brothers & Harriman
Per ultimo, molti studi legali Americani, compagnie di assicurazioni e finanziarie, e banche venivano profondamente coinvolte in un’offensiva finanziaria Statunitense in Germania; fra questi, il famoso studio legale di Wall Street, Sullivan & Cromwell, e le banche J. P. Morgan e Dillon, Read and Company, così come la Union Bank di New York, di proprietà di Brown Brothers & Harriman
( Jacques R. Pauwels, Le corporation
americane ed Hitler, Global Research )
Sionisti ( criminali
) e nazisti ( criminali ): chi è il ‘male assoluto’ ?
“Ogni paese può assorbire solo un
numero limitato di ebrei, se non vuole avere disturbi nello stomaco. La
Germania ha già troppi ebrei.” [Chaim Weizman, presidente dell'Organizzazione
sionista mondiale, futuro presidente di Israele, (1912) citato in Lenni
Brenner, “Zionism in the Age of the Dictators”, cap. 3].
“Anche noi siamo d'accordo con
l'anti-semitismo culturale, in quanto che noi crediamo che i tedeschi di fede
mosaica siano un fenomeno indesiderabile e demoralizzante.” [Chaim Weizman,
presidente dell'Organizzazione sionista mondiale e futuro presidente di
Israele, “The letters and papers of Chaim Weizman”, Letters, Vol. 8, p. 81, 1914].
“L'ebreo è una caricatura di
un essere umano normale e naturale, sia fisicamente che spiritualmente. Come
individuo nella società si rivolta e butta via le briglie degli obblighi
sociali, egli non conosce né ordine, né disciplina.” [Our Shomer “Weltanschauung”,
articolo scritto nel 1917 e pubblicato nel dicembre 1936 in Hashomer Hatzair,
p, 26, organo dell'Organizzazione Giovanile Sionista].
“Noi ebrei, noi i distruttori,
rimarremo dei distruttori per sempre. Nulla che voi facciate darà soddisfazione
ai nostri bisogni e alle nostre esigenze.Noi distruggeremo sempre perché noi
abbiamo bisogno di un mondo tutto nostro, un mondo divino, che non è nella
vostra natura di poter costruire ... quelli tra di noi che non riescono a
capire questa verità saranno sempre gli alleati delle vostre fazioni ribelli,
fin quando non giungerà la disillusione, il destino maledetto che ci sparse in
mezzo a voi ci ha assegnato questo sgradito ruolo.” [Maurice Samuel, “You Gentiles”, p. 155,1924].
“Se noi [sionisti, ndt] non
ammettiamo che gli altri abbiano il diritto di essere anti-semiti, allora noi
neghiamo a noi stessi il diritto di essere nazionalisti. Se il nostro popolo
merita e desidera vivere la propria vita nazionale, è naturale che si senta un
corpo alieno costretto a stare nelle nazioni tra le quali vive, un corpo alieno
che insiste ad avere una propria distinta identità e che perciò è costretto a
ridurre la sfera della propria esistenza. E' giusto, quindi, che essi [gli
anti-semiti,ndt] lottino contro di noi per la loro integrità nazionale. Invece
di costruire organizzazioni per difendere gli ebrei dagli anti-semiti, i quali
vogliono ridurre i nostri diritti, noi dobbiamo costruire organizzazioni per
difendere gli ebrei dai nostri amici che desiderano difendere i nostri
diritti.” [Jacob Klatzkin, (1925),
citato in Jacob Agus, “The Meaning of Jewish History”, in “Encyclopedia
Judaica”, vol II, p. 425].
Domanda finale: perchè gli
amici degli ebrei della trentatreesima ora non dicono nulla a riguardo ?
Aspetto una risposta.
Stefano Zecchinelli
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