«Ciò che
il borghese molto cristiano del ventesimo secolo
non perdona a Hitler,
non è il crimine in sé, è il crimine contro l’uomo bianco.
Di avere applicato all’Europa metodi colonialisti
fino ad ora subiti solo dagli arabi, dai lavoratori indiani e dai negri d’Africa». Aimé Cèsaire
non perdona a Hitler,
non è il crimine in sé, è il crimine contro l’uomo bianco.
Di avere applicato all’Europa metodi colonialisti
fino ad ora subiti solo dagli arabi, dai lavoratori indiani e dai negri d’Africa». Aimé Cèsaire
La Rete degli ebrei contro l’occupazione ha
pubblicato un breve comunicato in cui prende le distanze dai dettati – in pieno
stile neocoloniale – di Riccardo Pacifici il leader della Comunità ebraica romana, penso da tutti conosciuto per le sue vergognose
esternazioni di chiaro stampo razzista ed islamofobo. Come è risaputo – e non è
il caso che mi dilunghi – le Comunità ebraiche non svolgono più nessun ruolo di
mediazione culturale ma sono diventate un covo di spie, ovvero di sayanim usando un termine per gli
addetti ai lavori, gente pronta a fornire informazione e schedare dissidenti
per conto di una delle più brutali dittature capitalistiche moderne: la dittatura sionista.
La presa di
distanza della Rete degli ebrei contro
l’occupazione è coraggiosa quindi merita il mio elogio, però, detto questo,
l’onestà intellettuale mi impone di chiarire alcuni problemi emersi da quel
comunicato, problemi che non possono restare irrisolti.
Andiamo per
ordine: l’elogio della Brigata Ebraica
La Brigata Ebraica era inquadrata
nell’esercito – parolina magica che nessuno ha avuto il coraggio di pronunciare
– imperialista britannico, il corpo
venne ‘ufficialmente’ costituito nel ’44 ed in coda alla guerra contro il
nazifascismo fu inquadrato nel Gruppo di
combattimento Friuli. Finito il conflitto ( leggasi: scontro
inter-imperialistico ) molti reduci entrarono nell’esercito israeliano. Una
presentazione che è perfetta per un democratico
radicale ma chi ha i suoi riferimenti teorici nel marxismo rivoluzionario non può cedere a queste sirene ed ora
argomenterò bene per evitare equivoci.
Leon Trotsky in
modo estremamente lucido aveva compreso le intenzioni di Hitler fin dal 1934,
infatti, non a caso, scriveva: ‘Una guerra moderna tra le grandi potenze significa non un conflitto tra
la democrazia e fascismo, bensì una lotta tra due imperialismi per una nuova
spartizione del mondo. La
guerra, inoltre, deve inevitabilmente assumere un carattere internazionale, e
nell’uno e nell’altro campo si troveranno tanto gli stati fascisti
(semifascisti, bonapartisti, ecc.) quanto quelli “democratici”’. La pagina
di Trotsky è interessante, leggiamo ancora ‘La
borghesia di un gran numero di paesi civilizzati ha già dimostrato e continua a
dimostrare che, in caso di pericolo interno, essa sostituirà senza troppo
esitare la forma parlamentare del suo dominio con una forma autoritaria,
dittatoriale, bonapartista o fascista. Essa realizzerà un tale cambiamento
tanto più rapidamente e risolutamente in tempo di guerra, allorché dei pericoli
sia interni che esterni minacceranno i suoi interessi di classe fondamentali
con forza decuplicata. In queste condizioni, il sostegno offerto da un partito
operaio al “suo” imperialismo nazionale nell’interesse di un fragile guscio
democratico significherebbe la
rinuncia ad una politica indipendente e la demoralizzazione sciovinista dei
lavoratori, vale a dire la distruzione dell’unica forza che possa
salvare l’umanità dalla catastrofe’. Il conflitto che sconvolse l’Europa
dai primi anni ’30 fino al 1948 ( prendo come data indicativa quella della
nascita di Israele ) fu una guerra pan-imperialistica contro il primo Stato
rivoluzionario della storia: l’Unione
Sovietica. Il bottino di guerra qual era per le grandi potenze
capitalistiche ? Certamente il controllo delle colonie essendo l’Urss – seppur
governata dal ’27 in poi da una burocrazia revisionista – un bastione delle
lotte di indipendenza nazionale. Non per niente Hitler cercò fino all’ultimo
l’alleanza con Churchill contro i sovietici, e gli Usa – fino a quando non
entrano in contrasto con l’imperialismo giapponese – si tennero fuori dalla guerra,
almeno nelle importantissime fasi iniziali.
E la Gran
Bretagna ? La Gran Bretagna era la potenza imperialistica uscente rea di aver
messo a ferro e fuoco i paesi arabi, africani ed asiatici, insomma una
democrazia borghese con alle spalle molti più fiumi di sangue del nazismo.
Torniamo, allora, a ciò che viene chiamata guerra
di liberazione nazionale: chi crede, per davvero, che gli anglo
statunitensi ci abbiano liberato da qualcosa o da qualcuno ?
Qualcuno
crede che la Strage di Canicattì, il massacro di Biscari o i bombardamenti di Milano
– la Dresda italiana – furono atti
misericordiosi ? Ovviamente, gli anglo statunitensi hanno imposto la loro
egemonia in Italia creando – già nel biennio
1943-1945 – le centrali di spionaggio funzionali pochi anni dopo all’Operazione Gladio, si studi a riguardo
il ruolo della Pro Deo, i servizi di
spionaggio del Vaticano, ed il ruolo del massone Montini ( poi Papa Paolo VI )
in quanto informatore dell’OSS ( gli
antesignani della CIA ). Scusate ma
di cosa stiamo parlando se non di un progetto imperialistico a cui questa tanto
celebrata Brigata Ebraica prese parte
?
La Brigata Ebraica si integrò nell’IDF al pari di altre organizzazioni
militariste che collaborarono con Hitler – come il Lehi o l’Irgun – eppure nessuno
si è chiesto quale ruolo attivo possono aver avuto i membri più esperti di
questo gruppo militare nella Nakba. Una
cosa è certa, dal ’48 in poi, sono corresponsabili di un crimine neocoloniale: la pulizia etnica della Palestina.
Gli smemorati
– ed i disonesti che citano l’irrilevante Gran Muftì ( carica imposta nei primi
anni ’20 dai britannici al popolo della Palestina ! ) – farebbero bene a
studiare i testi di Mauro Manno che ha dimostrato, con documenti alla mano,
come i più grandi alleati dei sionisti siano stati proprio gli antisemiti: vale
a dire i nazisti. Ipocrisia delle ipocrisie: il nazista Begin capo di Stato in
Israele nel 1977. Il cerchio del nuovo
nazismo ebraico si è chiuso da almeno 40 anni, i democratici radicali sono
in ritardo.
L’antifascismo
è antimperialismo – altrimenti non avrebbe senso – quindi per quale motivo
commemorare da sinistra una organizzazione filo britannica e poi organica al
sionismo israeliano ?
Domanda
ulteriore: da un punto di vista antimperialista possiamo finalmente dire che la
linea del PCI togliattiano in quegli
anni era errata ( poi sarà ancora peggio, ma lasciamo stare ) ? Credo che il
dibattito debba essere seriamente riaperto, non dobbiamo avere paura a dire che
la lotta contro il nazifascismo nel Nord Italia doveva essere completata con l’opposizione
all’illegittima invasione anglo statunitense delle regioni meridionali. In nome dell’antifascismo vogliamo chiedere
agli Usa un risarcimento per i crimini di guerra commessi nel nostro territorio
?
La seconda
questione riguarda i continui richiami al destino storico del popolo ebraico.
Affronto questo
problema perché il comunicato è stato diffuso il giorno 12 aprile dai
giornalisti marxisti di Contropiano, giornale
che molte volte ha fatto un ottimo lavoro di controinformazione militante
quindi gode di una certa stima. Dunque è bene chiarire che i marxisti non hanno
mai considerato gli ebrei (1) né un
popolo, (2) né una nazione e (3) né, tanto meno, una nazionalità.
Per ciò che
riguarda l’invenzione del popolo ebraico già lo storico israeliano
Shlomo Sand ha spiegato come gli ebrei non fossero altro che contadini arabi,
in seguito, convertiti al giudaismo. Sarebbe bene, una buona volta, dire che è
sciocco parlare di pericolo antisemita riferendosi agli israeliti: gli ebrei
semiti sono rimasti in pochissimi ( e non rischiano proprio nulla in nessuna
parte del mondo, anzi … ) mentre tutti gli arabi, prima di tutto i palestinesi,
sono semiti.
Devo essere
sincero: la così detta unicità ebraica – propagandata anche da Moni Ovadia – è
per me un concetto razzista e sciovinista, infatti, per rincarare la dose, rammento
anche come Israel Shahak rinvenne nel Talmud
di Babilonia i germi del peggiore sionismo di destra. E’ incredibile come a
sinistra siano state rimosse queste parole di Marx: il giudaismo è la chimerica
nazionalità dell’ebreo. Non si deve al caso il fatto che Karl Marx
abbia sempre consigliato agli israeliti di diventare assimilazioni combattendo
nel movimento operaio e socialista dei rispettivi paesi.
Storicamente
gli ebrei hanno sempre costituito un particolare gruppo sociale che il marxista
Abram Leon chiamò popolo classe. Gli
ebrei hanno preservato alcune caratteristiche etniche, religiose e linguistiche
solo perché si sono conservati, per l’appunto, come tale. Di certo gli elementi
diversificanti sono più di quelli unificanti – ecco il motivo per cui non
possiamo parlare nemmeno di una nazionalità
ebraica – quindi Re Agrippa disse ‘Non
esiste popolo nel mondo abitato che non abbia una parte di voi nel suo seno’.
La stessa
cultura ebraica è, a mio avviso ambigua, perché sovrappone la religione all’arte,
la letteratura, la filosofia quindi risolvendo il dibattito in una prospettiva ‘teocentrica’.
Il parricidio ideologico di Spinoza sta lì a rafforzare la mia tesi.
Il genocidio
ebraico – che non fu solo ebraico ma anzi il primo obiettivo di Hitler erano
proprio i comunisti – riguardò lo spappolamento di una anacronistica mezza classe in un triangolo concentrato
fra Germania, Austria ed Ungheria. Leggo molte imprecisioni da parte di questi
ossessivi ed ipocriti amici del regime sionista: come mai nessuno ricorda i
150.000 ebrei fatti germanizzare dall’Immondo
Imbianchino ? Forse perché uscirebbe fuori che il problema dei nazisti con gli
israeliti non era razziale ma politico facendo saltare il ‘mito sionista’ (
davvero balordo e razzista ) dell’eterno
antisemitismo.
C’è una
ragione per cui gli antimperialisti definiscono Israele una entità e non uno Stato nazionale. Uno Stato
nazionale, infatti, è il prodotto di lotte e sconvolgimenti sociali atti a
forgiare le classi e la loro coscienza. La definizione di entità, al contrario, si addice ad una burocrazia amorfa piantata
su territorio come mere finalità di controllo. Chiamiamo le cose col loro nome,
una buona volta, per favore. Ribadisco: Israele
è una entità e nessun democratico può, nemmeno formalmente, riconoscerla.
La Rete degli ebrei contro l’occupazione ricorda
gli antifascisti tedeschi della Rosa
Bianca, un gruppo cristiano sociale. Io mi chiedo questo: perché non
ricordare gli eroici combattenti dell’Orchestra
Rossa ?
I sionisti
hanno sempre occultato l’eroica resistenza comunista al nazismo, presentando le
opposizioni alla dittatura hitleriana come ristretti gruppi di aristocratici
illuminati ( si pensi all’Operazione
Valchiria nel 1944 ). Come spiegare ciò ? Semplice, si trattò della
delegittimazione, pianificata a tavolino, del popolo tedesco vergognosamente
ridotto al ruolo nefasto di ‘carnefice’. Una operazione falsa e menzognera che fece da
protesi ideologica ai vili bombardamenti statunitensi della città di Dresda,
massacro che colpì direttamente il cuore della – questa sì: grandiosa – cultura
tedesca. Una cosa sola interessava ( ed interessa ) all’imperialismo
statunitense: umiliare le classi lavoratici tedesche motore – a detta di Lenin –
della rivoluzione socialista internazionale.
Israele è –
insieme agli Usa – la maggiore potenza imperialista mondiale e deve la sua
forza al peso delle svariate lobby sioniste interne alle strutture di comando
del capitalismo transazionale. Una vera e propria macchina da guerra che unisce
(1) potere economico e (2) religione. Tutte cose che spinsero la
marxista ucraina Nina Andreva a definire il sionismo l’ideologia della borghesia imperialistica statunitense. Se oggi ha
senso l’antifascismo non può che essere antisionismo radicale senza perdite di
tempo inutili verso soggetti irrilevanti ( quanti neofascisti sono diventati
zerbini della CIA e del Mossad ? ) o scrupoli di linguaggio in
rapporto alle analisi.
La Rete degli ebrei contro l’occupazione è democratico radicale e progressista, esprime una posizione
coraggiosa ed ammirabile, ma, purtroppo, il problema ha una genesi molto più
antica di quella fino a qui proposta. Abbiamo bisogno di ben altro
antimperialismo, i tempi, purtroppo, non ci consentono di essere gentili.
Nota:
L’articolo
della Rete degli ebrei contro l’occupazione potete leggerlo qui http://contropiano.org/interventi/item/30173-ebrei-contro-l-oocupazione-25-aprile-anche-con-i-palestinesi
Stefano Zecchinelli
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