giovedì 19 settembre 2013

Antimperialismo o geopoliticismo ?, di Stefano Zecchinelli



1. La contrapposizione valoriale fra la destra e la sinistra resta, per quanto ne dicano i ‘sovranisti’ ed i cultori della geopolitica, al centro della lotta politica e sociale.

Destra e sinistra esprimono due visioni del mondo contrapposte: la destra è gerarchica e predilige le politiche da ‘grande potenza’; la sinistra si fonda su una visione del mondo egalitaria, lottando per il diritto dei popoli ad autodeterminarsi e delle classi lavoratrici ad emanciparsi. Il pensiero di destra – anche culturalmente – nasce come reazione ai grandi movimenti rivoluzionari che hanno rovesciato le classi dirigenti e sfruttatrici.

La formazione di una classe capitalistica trasnazionale, che sta facendo a pezzi anche alcuni settori delle vecchie borghesie nazionali, sembra aver portato sullo stesso terreno gli anticapitalisti ed i cultori del ‘sovranismo’ europeo. La cultura di destra nella accezione europeista e tradizionalista ( in contrapposizione alla nuova destra atlantica ) sta, lentamente, penetrando a sinistra. Molti compagni dicono ‘dobbiamo coalizzarci contro l’imperialismo americano quindi è bene fare un fronte ampio’, oppure ‘bisogna rivalutare il patriottismo di personaggi come De Gaulle ed Enrico Mattei’.

Mettendo in chiaro che la strategia dell’ENI – anche in rapporto alla delocalizzazione dei capitali nei paesi dell’est Europa – era chiaramente imperialistica ( l’imperialismo italiano si ritagliava nuovi margini di manovra stringendo alleanze con i regimi nazionalisti arabi ), voglio riportare uno stralcio da un documento di archivio declassificato riguardante la figura di Enrico Mattei in modo che tutti possano capire che razza di personaggio era questo capitano d’industria.

Nei primi anni cinquanta, a Roma, ci fu in Congresso dei partigiani cattolici presieduto dall’ingegnere Mattei il quale dà un suo personale contributo alla strategia anticomunista in Italia:

(1)    Sorvegliare nelle fabbriche e negli uffici ogni nucleo promotore della disobbedienza, che è un larvato sabotaggio, degli attentati alla libertà di associazione e di lavoro, delle minacce contro l’efficienza e la produttività delle imprese.
(2)    Sorvegliare e segnalare tutte le fonti di finanziamento dell’avversario e prendere misure adeguate in merito.
(3)    Opporsi all’avvelenamento sistematico delle coscienze e impedire che i più deboli soggiacciano alla propaganda avversaria, specialmente se accompagnata da forme di coercizione.
(4)    Ostacolare la scalata comunista ai posti e alle posizioni di comando e di responsabilità. (Piero Manni, Luci sulle stragi, Ed. Lupetti )

In questa circostanza Mattei si propose, al potere capitalistico italiano, come bastione dell’anti-bolscevismo proponendo addirittura di fare delle milizie civili contro la sinistra.

I sovranisti di destra non capiscono che le classi dominanti non sono blocchi monolitici ma hanno conflitti interni che potremmo definire intra-capitalistici. Il conflitto fra l’ENI e la borghesia privata ( Agnelli, Pirelli e Berlusconi ) è interna alla storia del capitalismo italiano e quindi anche del suo regime di sfruttamento neocoloniale.

Si può dire ‘recuperiamo la sovranità nazionae ed avviamo un processo di modernizzazione capitalistico autonomo’ ( venendo poi schiacciati dagli altri imperialismi dato che l’imperialismo italiano è straccione ) oppure, come dico io da SINISTRA, ‘la sovranità nazionale, anticamera della sovranità popolare, può essere recuperata solo con una grande SOLLEVAZIONE POPOLARE, dopo di che è necessario avviare delle politiche ( di CLASSE ) volte a liberare i lavoratori dalla espansione neocoloniale di stampo angloamericano ma anche dallo sfruttamento borghese in Italia’. C’è una bella differenza vero ?

Tutti i grandi comunisti, da Lenin a Mao, da Connolly ad Ernesto Guevara, hanno sempre distinto il 
patriottismo dei popoli coloniali, legittimo ed auspicabile, dal patriottismo borghese delle grandi potenze capitalistiche. In Italia qualsiasi richiamo alla patria ( patria imperialistica ? ) è fuorviante per il semplice motivo che la borghesia, oramai fradicia e corrotta, non può risolvere da un punto di vista capitalistico il problema dell’indipendenza nazionale.

Questo significa che non bisogna occuparsi di questioni interne ? Assolutamente no, anzi è il contrario noi dobbiamo risolvere i problemi nazionali con decisione, mantenendo, però, una prospettiva internazionalistica. L’uscita dalla NATO, la smilitarizzazione del paese, la democratizzazione dell’esercito, l’adozione di una moneta nazionale/popolare ( contro l’Euro che è un METODO DI GOVERNO ) sono obiettivi di grande importanza. L’Italia è un paese commissariato politicamente per il volere dell’imperialismo americano quindi lottare – ad esempio – contro il capitalismo casinò e lo strozzinaggio della BCE ( che è in mano ad azionisti inglesi che riscuotono i profitti da signoraggio ) significa spezzare dei lacci che partono direttamente da Washington. 

Insomma, il sovranismo di destra, per capirci, finisce per diventare l’ultimo rifugio per i dominanti italiani che, nell’epoca del mondo unipolare, cercano di ritagliarsi deboli margini di manovra. Per questo si danno un programma socialisteggiante – si legga la rivista Stato e Potenza – e predicano nuove alleanze geopolitiche eludendo il problema della lotta di classe nel mondo.

2. Se da un punto di vista interno la fine della dicotomia ‘destra/sinistra’ si manifesta con il sovranismo, a livello internazionale il suo approdo è il geopoliticismo.

In estrema sintesi penso che i caratteri del geopoliticismo siano questi: (1) sovrapposizione del concetto di STATO NAZIONALE al concetto di CLASSE; (2) il nemico da combattere è solo il capitalismo americano mentre abbiamo l’esaltazione del modello capitalistico russo; (3) la NAZIONE non viene più definita sulla base dei RAPPORTI SOCIALI DI PRODUZIONE ma sono elementi sovrastrutturali – come la religione, l’ideologia di stato o l’ordinamento giuridico – a renderla ‘nemica o amica’; (4) la LOTTA DI CLASSE viene sostituita con la TEORIA BORGHESE DEL COMPLOTTO; (5) disprezzo per le masse ed esaltazione dell’uomo forte, l’uomo della provvidenza con il pugno di ferro che prende in mano la situazione.

I geopoliticisti esaltano ideologie anticoloniali ( ma anche anti-marxiste ) come il baathismo ed il kemalismo. Gli antimperialisti sono amici della Siria anti-sionista ed anti-americana e, seguendo le posizioni della principale organizzazione della sinistra palestinese il Fronte popolare di liberazione della Palestina, appoggiano l’esercito baathista contro i criminali islamisti filo-occidentali e contro qualsiasi aggressione imperialistica.

Un coerente antimperialista dice di più: la Siria baathista ha il diritto di difendersi e di contrattaccare l’occidente colpendo anche l’Italia ( in quanto paese NATO ) e mettendo a repentaglio anche l’integrità nazionale delle nazione italiana.

Detto questo è necessario anche vedere i limiti della Siria nel campo dell’anticapitalismo: dopo la caduta dell’Urss questo paese, da un punto di vista interno, ha adottato misure economiche neoliberali spostandosi decisamente a destra. Inoltre non possiamo dimenticarci del massacro, proprio contro la Resistenza palestinese, di Tel Al Zaatar o dei comunisti filo-cinesi ( maoisti ) morti nelle carceri di Hafez Al Assad. La Resistenza ha le sue contraddizioni ma chi riduce i processi sociali ad intrighi e complotti di certo non può capirlo.

Per i geopoliticisti paesi come Russia e Siria sono socialisti. Noi sappiamo che un paese va verso il socialismo quando, prima di tutto,  ha la proprietà statale dei mezzi di produzione e la pianificazione economica. Queste condizioni sono presenti in Siria ed in Russia ? Stendiamo un velo pietoso !

La Russia ostacola l’imperialismo americano e questo è un fattore positivo perché, essendoci un contrappeso geopolitico, gli Stati non allineati ed i movimenti di liberazione nazionale hanno maggiori margini di manovra, però non dobbiamo farci illusioni sul ruolo di Putin; la classe dirigente russa è intrisa di ideologia sciovinista, aspira a diventare, in un prossimo futuro, imperialistica, e nel suo DNA ha il compromesso con gli occidentali.

Il geopoliticismo considera la difesa delle culture autoctone l’anticamera del socialismo eppure che dire della religione ortodossa ( tanto amata da Ziuganov, strano comunista vetero brezneviano, che collaborò con il neofascista Dugin ! ) avversaria storica del sovietismo ?

Secondo queste organizzazioni politiche non esiste un nemico di classe nazionale ( capitalista, imperialista, ecc … ); il nemico è l’elemento interno corrotto che si vende a forze esterne e quindi trama contro il potere statale 1. Questa argomentazione acquista forza perché le borghesie compradore sono, prima di tutto, vendi-patria ( e gli avversari di Putin, in Russia, sono oligarchi mafiosi che devono essere giustamente repressi ! ) però gli antimperilisti sanno che è la debolezza di questi gruppi sociali a legarli all’imperialismo non la loro infamia ( che c’è ed è anche tanta ) o la loro formazione culturale anglofila. Il soggettivismo è alla base di questa cultura di destra che sta inquinando il campo antimperialista.

L’attrazione per l’uomo forte si è vista, in modo particolare, durante il colpo di stato ( di chiaro stampo sionista ) in Egitto.

Poco dopo il golpe il redattore di Stato e Potenza, Alessandro Lattanzio, scrisse:

‘’ Difatti, continuare con la solfa idiota che un generale, casualmente egiziano, avendo fatto sei mesi di scuola di guerra a Washington, lo trasformi automaticamente in pupazzo degli USA, dimostra solo malafede ignorante o ignoranza in malafede, visto che un ‘marxista’ (come si piccano essere in genere tali ‘assaltatori di palazzi invernali’) dovrebbe ben sapere che esistono le ‘CONTRADDIZIONI’ interne o internazionali; quindi, invece di dedicarsi a deliqui solipsistici sulle tombe di chi è morto da decenni, costoro farebbero bene a leggere (non si pretende che la studino, comprendendone i limiti intellettuali), la disprezzata Geopolitica, guadagnerebbe maggior lucidità prima di sparare sentenze gratuite su cose che interpreta come se leggesse un dazebao del, per fortuna, sepolto periodo della Rivoluzione Culturale di non si sa cosa’’. 2

Lattanzio non sa nemmeno di che cosa parla, non a caso, già qualche tempo fa avevo segnalato gli articoli di Manlio Dinucci in cui si chiariva che El Sisi è ‘Uomo di fiducia del Pentagono, perfezionatosi allo US Army War College di Carlisle (accademia militare della Pennsylvania), già capo dei servizi segreti militari, principale interlocutore di Israele, nominato meno di un anno fa dal presidente Morsi capo di stato maggiore e ministro della difesa’. El Sisi collabora da moltissimi anni con il Mossad, è stato acclamato da Israele come eroe e, per prima cosa, ha fatto distruggere i collegamenti dell’Egitto con Gaza.

Lattanzio parla in modo curioso di ‘contraddizioni interne o internazionali’; non sa Lattanzio che l’esercito egiziano è integrato nel complesso militar-industriale occidentale quindi risponde direttamente all’imperialismo delle sue azioni ? Non sa il geopoliticista Lattanzio ( e tutta la cricca ‘nasseriana’ di Stato e Potenza ) che l’esercito, in Egitto, è una ‘azienda armata’ corresponsabile delle misure economiche neoliberiste mandate avanti anche da Morsi ? Sì, lo sanno, ma la loro assenza di metodo nelle analisi degli avvenimenti internazionali li ha spinti a credere che, siccome il golpe era contro la Fratellanza Musulmana ( effettivamente strumento provocatorio dell’imperialismo ), El Sisi avrebbe ripreso il vecchio nazionalismo arabo. Tutte sciocchezze !

Conta la provenienza di classe degli attori politici ed i loro legami interni ed esteri, non le proiezioni ideologiche dei gruppetti in questione. Come poteva una persona che ha da sempre collaborato con Israele sganciare l’Egitto dalla catena di comando occidentale ? La cosa non si spiega ma i geopoliticisti sovrappongono i loro schiamazzi fuori tempo alle analisi concrete.

Il concetto di Stato nazionale non è sovrapponibile al concetto di classe – a parte alcune circostanze dove la lotta di popolo è imprescindibilmente classista per il carattere ‘vendipatria’ delle borghesie – e la teoria della ‘coesistenza pacifica’ è una mera utopia. Come ben diceva Mao Tse Tung: ‘’Non può esservi coesistenza pacifica internazionale e lotta di classe nei singoli paesi non ancora socialisti; questa tesi, in pratica, porta alla coesistenza pacifica anche fra le classi nei singoli paesi’’.

Sulla base di quanto ho detto che noi dobbiamo considerare il geopoliticismo come una cultura estranea al campo antimperialista. Molti geopoliticisti sono sinceramente anti-americani ed anti-sionisti ma è la loro concezione del mondo ad essere incompatibile con le lotte che solo la Sinistra rivoluzionaria ( per ciò che storicamente ha rappresentato a dispetto delle sue degenerazioni politiche ) può mandare avanti.

I geopoliticisti, compresi gli pseudo-socialisti di Stato e Potenza, oggi appoggiano anticomunisti dichiarati come Orban in Ungheria ed El Sisi in Egitto. Non dicono nemmeno una parola sugli accordi fatti da Cristina Kirchner con la Monsanto in Argentina o sui massacri, in Brasile, contro le minoranze indigene. Si dicono amici della Siria in rapporto alla loro apologia del Ba’th ( però non parlano degli accordi fra Assad e Bush nel ’91 contro l’Irak ) e spesso dimostrano atteggiamenti di sufficienza verso la sinistra marxista palestinese. Esaltano l’India come potenza emergente ( anti-americana ? ) ma si guardano bene dal parlare di come viene repressa la guerriglia maoista dei naxaliti.

Pochi giorni fa ho scritto della eroica Resistenza del popolo siriano e del suo esercito contro l’imperialismo ed i suoi mercenari, ma, non per questo, ho dimenticato la differenza che corre fra il marxismo-leninismo ed il nazionalismo dei regimi politici ( in riferimento alla genesi storica del Ba’th ). E’ la sinistra marxista palestinese guidata dal Fronte popolare di liberazione della Palestina a dare un notevole impulso ai Comitati popolari anti-islamisti in Siria, come è la Resistenza armata della sinistra curda e del Fronte popolare di liberazione del Golfo di Alessandretta ad essere una spina nel fianco per la Turchia. La Resistenza antimperialista parte da sinistra ma i geopoliticisti questo non possono capirlo perché sono troppo impegnati a studiare le manovre delle classi dirigenti cercando di aggrapparsi a questa o a quell’altra borghesia. In quale funzione ? Difficile rispondere; ci sono gruppi che si sono sganciati dal ‘neofascismo di sinistra’ e spingono per una ripresa della tradizione imperialistica italiana ( sovranismo di destra più alleanza geostrategica con la Russia ), altri che davvero potrebbero essere buoni compagni.

Resta questo problema: il campo antimperialista è debole e la sinistra – in questo caso faccio riferimento alla sinistra politica quindi ai delinquenti che vanno dal PD alla Federazione della sinistra – ‘social-imperialista’ è la prima referente dell’imperialismo americano e del sionismo ( mostro da estirpare ! ). Questo sta favorendo la collusione fra culture contrapposte e le categorie tipiche di una certa destra stanno penetrando a sinistra; molti compagni, ad esempio, quando si riferiscono ad Israele fanno continuo riferimento alle strutture lobbistiche ( che ci sono ed hanno il potere di fare gli strozzini verso interi Stati ) ma non prendono in esame il ruolo specifico dell’imperialismo israeliano ( che, per me, è a capo della catena di comando imperialista ). Va benissimo denunciare le lobby ma perché rimuovere la categoria di imperialismo che è centrale ? Le lobby sioniste si ricollegano, sì o no, al folle progetto geopolitico dello Stato razzista ( e fascista ) di Israele ? Indubbiamente chi perde di vista il metodo marxista non può che avere torto. E’ poco ? Io non direi che è poco anzi è un campanello d’allarme ed un problema ( non so ancora quanto grave ! ) da affrontare con decisione.

Non basta trovarsi dalla stessa parte per una o più lotte per condividere la stessa prospettiva di trasformazione sociale, ma questo, penso, che molti geopoliticisti già lo sanno.

Note:

1) Il collettivo Red Militant ha fatto una analisi molto interessante dell’eurasiatismo http://www.militant-blog.org/?p=7617

2) L’articolo di Alessandro Lattanzio si trova nel sito di Stato e Potenza http://www.statopotenza.eu
/8533/che-succede-in-egitto

Stefano Zecchinelli






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