1. La Repubblica islamica dell’Iran è un baluardo
dell’antisionismo e dell’antimperialismo e sulla base di ciò nessun marxista
rivoluzionario può negargli sostegno, almeno in questa fase storico – politica.
Il coraggioso discorso del leader iraniano,
Mahmoud Ahmadinejad, all’ONU ha toccato una serie di problematiche di cruciale
importanza. Ahmadinejad ha posto l’accento sulla crisi dei capitalismi
occidentali, sulla funzionalità dell’ONU alle politiche imperialistiche e sullo
strapotere del sionismo e dell’imperialismo americano. Come antimperialisti non
possiamo che schierarci senza ‘’se e senza ma’’ dalla sua parte: che ben venga
l’espansionismo locale della Repubblica islamica ed il sostegno alle resistenze
palestinese e libanese, oltre all’appoggio dato al Ba’th siriano nel mirino (da
oltre quaranta anni) di Stati Uniti ed Israele. I rappresenti dell’illegittimo
Stato genocida ed etnocratico di Israele, inoltre, non hanno perso l’occasione
per dimostrare tutta la loro arroganza, abbandonando la sala. Tutti gesti che
qualificano la etnocrazia nazista israeliana appoggiata dalle potenze
imperialistiche occidentali.
Ahmadinejad deve essere supportato in
funzione delle sue politiche antimperialistiche, però, l’adesione al marxismo
rivoluzionario, non può non spingerci a fare delle critiche; del resto lo
stesso coraggioso presidente iraniano termina il suo discorso dicendo che ‘’ il sistema marxista non ha più posto nel
mondo e di fatto è stato cancellato dalla scienza amministrativa’’.
La sua critica al capitalismo è una critica
strettamente umanistica (certo, il capitalismo degrada l’essere umano) privo
della categoria analitica che ha caratterizzato la produzione teorica di Rosa
Luxemburg, Lenin, Trotsky, Gramsci, Santucho, Le Duan, Guevara: l’imperialismo.
Partendo dalla ‘’critica debole’’ del capo di
Stato iraniano cercherò di inquadrare il neo-imperialismo facendo riferimento
alla analisi che Ernesto Guevara fece di questo fenomeno.
2.
Il discorso di Ahmadinejad punta il dito contro
il capitalismo tossico neo-liberale e la globalizzazione unipolare di marca
Usa, infatti: ‘’ l'organizzazione
politica dei centri principali del potere mondiale, è basata sul dominio e
sulla forza che un paese ha e che è superiore a quella di altri paesi. Gli enti
internazionali pertanto sono centri per acquisire potere, ma non per creare
pace e servire tutti i popoli’’.
Si chiama IMPERIALISMO ma Ahmadinejad (a parte questo spezzone ‘’ L’ordine mondiale di oggi è un ordine che ha le
sue radici nel pensiero anti-umano dello schiavismo, nel colonialismo vecchio e
nuovo, ed è responsabile della povertà, della corruzione, dell’ignoranza,
dell’ingiustizia e della discriminazione diffusa in tutte le parti del mondo’’) non fa riferimento a questa categoria marxista
(in passato vi ha fatto cenno ma senza ricollegarsi agli scritti leninisti).
Ernesto
Guevara nella IX sessione dell'Assemblea Generale dell'ONU l'11 dicembre
1964 incalza i rappresentati delle potenze neo-coloniali dicendo ‘’ Animale
carnivoro che si nutre di popoli inermi; ecco a che cosa riduce l'uomo l'imperialismo,
questo è ciò che distingue il "bianco" imperiale’’. E chiama
le forze rivoluzionarie a ‘’ prepararsi a vendicare il crimine del Congo’’.
Che dire ? E’ un vero peccato che il coraggioso Ahmadinejad non abbia
imputato agli Usa ed ai capitalisti occidentali il massacro della Libia
popolare ed il linciaggio del suo leader, morto da martire, Gheddafi.
Per il Che la questione del conflitto di
classe resta centrale. La lotta di classe non si pone, semplicemente, su un
piano nazionale come scontro fra borghesia (o meglio dominanti) e proletariato, ma si estende sul piano internazionale e deve
essere colta nello scontro fra l’imperialismo collettivo ( Usa – Europa –
Giappone ) e gli Stati nazionali (coloniali, Stati nazionali indipendenti e
Stati rivoluzionari). Cose più che concrete dato che gli operai serbi e irakeni
si sono schierati con Milosevic e Saddam contro la NATO, ed hanno dato vita a
movimenti popolari antimperialisti da prendere come esempi di lotta. In questo,
Guevara, anticipa di gran lunga le riflessioni di teorici come Samir Amin,
Hosea Jaffe e James Petras.
La denuncia del Che è di strettissima
attualità e sulla questione delle armi nucleari il grande rivoluzionario argentino
dice: ‘’ Noi riteniamo che questa
conferenza sia necessaria per arrivare alla totale distruzione delle armi
termonucleari e, come prima misura, suggeriamo la proibizione totale degli
esperimenti. Al tempo stesso, bisogna stabilire chiaramente l'obbligo per tutti
i paesi di rispettare le attuali frontiere dei diversi stati; di non esercitare
alcuna azione aggressiva, neppure con le armi convenzionali.
Nell'unirci alla voce di tutti i paesi del mondo che chiedono il disarmo generale e completo, la distruzione di tutto l'arsenale atomico, la cessazione assoluta della fabbricazione di nuove bombe termonucleari e degli esperimenti atomici di qualsiasi tipo, riteniamo necessario sottolineare che deve essere rispettata anche l'integrità territoriale delle nazioni e deve esser fermato il braccio armato dell'imperialismo che non è meno pericoloso per il fatto che impugna armi convenzionali’’.
Lo Stato imperialistico israeliano dispone di circa duecento bombe atomiche e persevera nel suo folle progetto di militarizzazione dell’area. Inoltre un recente rapporto di Wikileaks ha scoperto che nella base italiana di Camp Darby, vicino Livorno, si fabbricano bombe atomiche israeliane. Quindi i capitalismi occidentali vengono privati dagli Usa e dal sionismo della sovranità nazionale che ha caratterizzato il vecchio capitalismo proprietario.
Nell'unirci alla voce di tutti i paesi del mondo che chiedono il disarmo generale e completo, la distruzione di tutto l'arsenale atomico, la cessazione assoluta della fabbricazione di nuove bombe termonucleari e degli esperimenti atomici di qualsiasi tipo, riteniamo necessario sottolineare che deve essere rispettata anche l'integrità territoriale delle nazioni e deve esser fermato il braccio armato dell'imperialismo che non è meno pericoloso per il fatto che impugna armi convenzionali’’.
Lo Stato imperialistico israeliano dispone di circa duecento bombe atomiche e persevera nel suo folle progetto di militarizzazione dell’area. Inoltre un recente rapporto di Wikileaks ha scoperto che nella base italiana di Camp Darby, vicino Livorno, si fabbricano bombe atomiche israeliane. Quindi i capitalismi occidentali vengono privati dagli Usa e dal sionismo della sovranità nazionale che ha caratterizzato il vecchio capitalismo proprietario.
Che cosa dovrebbe dedurre un marxista ? Il
problema della sovranità non può essere per nulla risolto dalle borghesie
nazionali, rachitiche e vendute all’imperialismo americano; solo un movimento
popolare ed anti-capitalista può dare una svolta socialista al conflitto in
atto.
Non è casuale che Le Duan, uno dei teorici
del socialismo vietnamita e dei protagonisti della lotta armata contro gli
imperialismi francese, giapponese ed americano, scrive: ‘’ Via, via che il capitalismo avanza verso la sua fase suprema di
putrescenza, i due grandi temi, l’indipendenza nazionale e la democrazia, non
riguardano più soltanto i popoli delle colonie e dei paesi dipendenti, ma
divengono compiti rivoluzionari dei partiti comunisti e operai dei
capitalistici sviluppati nella loro lotta per il socialismo e il comunismo.
In effetti i capitalisti monopolisti al
potere in questi paesi hanno venduto e stanno vendendo gradualmente la
sovranità nazionale all’imperialismo americano, alle varie organizzazioni
capitalistiche internazionali e ai blocchi militari di aggressione soprannazionale’’. (Le Duan, La rivoluzione vietnamita, Ed.
Riuniti).
Nel discorso – ma in tutti gli interventi
di Ahmadinejad – non c’è nessun riferimento al concetto di classe, centrale
nella analisi marxista dell’imperialismo. Non è casuale che, in
contrapposizione con i teorici filo-sovietici (Gyorgy Lukàcs, Carlos Luis
Prestas, Palmiro Togliatti) il Che attacca le borghesie nazionali che ‘’si incarica(no) di proteggere gli
interessi degli Stati Uniti, adottando tariffe doganali che permettano dei
superprofitti (che poi i nordamericani riesporteranno nel proprio paese).
Ovviamente, i prezzi di vendita delle merci, non esistendo concorrenza, vengono
stabiliti dai monopoli’’.
Il nazionalismo delle borghesie nazionali
viene ricondotto, dal Che, al concetto di sub – imperialismo, di cui i
principali esponenti in America Latina furono Peron e Vargas; progetti deboli i
loro che poi furono spazzati via.
Il sotto – sviluppo impedisce alle
borghesie nazionali dei paesi coloniali, sia di diventare borghesie
imperialistiche e sia di portare a termine una rivoluzione democratica
antimperialistica; Ernesto Guevara dà (come dice Roberto Massari) una immagine
clinica della loro debolezza: ‘’Che cos’è il sottosviluppo ? Un nano con
una testa enorme e un torace possente è sottosviluppato in quanto le deboli
gambe e le corta braccia non sono adeguate al resto della sua anatomia: si
tratta del prodotto di un fenomeno teratologico che ha distorto il suo sviluppo
‘’ (Ernesto Guevara, Scritti scelti, Ed. Massari).
Da qui la loro tendenza a vendersi e a
umiliare il sentimento patriottico del proletariato. Queste forti
considerazioni di Guevara lo allontanano dalla teoria della rivoluzione a tappe
di Stalin (criticata anche da Mao), ma siccome i neo-stalinisti sono duri è
meglio riportare, anche in questo caso, una citazione. Luis Carlos Prestas,
segretario del Partito comunista brasiliano, dichiarò nel luglio 1959, come
argomento contro la lotta armata rivoluzionaria, che ‘’La contraddizione che sempre più si accentuava, era quella che
opponeva la nazione brasiliana all’imperialismo nordamericano e ai suoi
ricatti. Questa contraddizione era
arrivata ad essere la principale e dominante ( … ) si accumulavano fattori che
conducevano alla formazione di un fronte unico contro l’imperialismo americano
e i suoi agenti interni, fronte che può riunire il proletariato, i contadini,
la piccola borghesia urbana, la borghesia, i latifondisti che hanno
contraddizioni con l’imperialismo americano e i capitalisti legati a gruppi
imperialisti rivali dei monopoli nordamericani ( … ) nelle nuove contraddizioni
del paese e del mondo è apparsa la possibilità reale ( … ) dello sviluppo
pacifico ’’.
Scompare nella dichiarazione di Prestas non
solo la lotta di classe ma anche il conflitto inter – imperialistico, punto
cardine della analisi guevariana.
3.
Il Che ritiene che l’imperialismo ‘’ è un sistema mondiale, fase suprema del capitalismo, e che
bisogna batterlo in un grande scontro mondiale. La finalità strategica di
questa lotta deve essere la distruzione dell'imperialismo. Tocca a noi, sfruttati e
"arretrati" del mondo, eliminare le basi di sostentamento
dell'imperialismo; tocca ai nostri Paesi oppressi, da cui rapinano capitali,
materie prime, tecnici e operai a basso costo - e dove esportano nuovi
capitali, strumenti di dominio, armi eccetera - riducendoci a una dipendenza
assoluta ‘’ (Ernesto Guevara, Scritti scelti, Ed. Massari).
I
fatti storici gli hanno dato pienamente ragione: l’imperialismo americano ha
globalizzato la Dottrina Monroe intervenendo, in qualsiasi luogo, fosse
compromesso il dominio borghese.
Organizzazioni
sovrannazionali come il Fondo Monetario Internazionale condizionano la politica
degli Stati, svuotando la democrazia di contenuto, tutto questo, ovviamente,
con la complicità delle Nazioni Unite.
4.
Proprio
sulla questione della coesistenza pacifica emergono le distinzioni fra l’antimperialismo
dei paesi non allineati (antimperialismo nazional – populista) ed i marxisti
rivoluzionari.
Sulla
costruzione del Nuovo Ordine Mondiale, Ahmadinejad si esprime così:
‘’ -
Un ordine del genere può realizzarsi senza la cooperazione di tutti alla
gestione del mondo?
-
È chiaro che queste speranze avranno una probabilità per avverarsi solo quando
tutte le nazioni inizieranno a pensare in dimensione internazionale e saranno
seriamente decise a partecipare all'amministrazione del mondo.
- Con
l'aumento del livello di consapevolezza, ci sarà sempre una maggiore richiesta
per una nuova gestione del mondo.
-
Questa è l'era dei popoli e la loro volontà sarà determinante per il domain del
mondo ‘’
Cooperazione fra Stati: gli Stati
rivoluzionari non troveranno mai punti di accordo, stabili e duraturi, con gli
Stati capitalistici ! Guevara nel Discorso di Algeri punta alla costruzione di
un grande movimento antimperialista il cui carattere rivoluzionario venga salvaguardato ‘’impedendovi l’accesso a
governi o movimenti che non si identifichino con le aspirazioni generali dei
popoli e creando meccanismi che permettano la separazione di chi si allontana
dalla giusta via, sia esse un governo o un movimento popolare ‘’, e questo
deve essere fatto ‘’formulando una giurisprudenza rivoluzionaria che ci protegga in
caso di conflitto e dia un nuovo contenuto ai rapporti tra noi e il resto del
mondo ‘’.
La distinzione fondamentale fra il
marxismo rivoluzionario ed il nazionalismo di sinistra è la consapevolezza
della impossibilità che non si può convivere con l’imperialismo; il
respingimento del debito pubblico, lo smantellamento delle basi NATO, la
DISTRUZIONE dello Stato genocida di Israele non può che partire da grandi sollevazioni
popolari, armate, anti-capitalistiche.
Ahmadinejad ha dei meriti indiscussi: l’Iran
è un ostacolo per l’imperialismo Usa – Israele e il suo ordinamento interno si
pone in netta antitesi al neo-liberismo economico, però le differenze fra una
prospettiva marxista rivoluzionaria ed l’islamismo antimperialista restano
profonde seppur, in certi momenti, conciliabili.
Stefano Zecchinelli
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