‘’Per capire chi vi comanda basta
scoprire chi non vi è permesso criticare’’ Voltaire
Il sistema di sfruttamento imperialistico è solito bollare come teoria del complotto qualsiasi analisi che esula dalla versione
ufficiale dei fatti. Per questo motivo le ricerche approfondite di Thierry
Meyssan e Michel Chossudovsky vengono demonizzate da giornalisti ignoranti
indegni di tale titolo, oppure i discorsi di Chavez ( ora Maduro ) contro l’imperialismo
statunitense e di Ahmadinejad contro il sionismo sono erroneamente derisi dai
leader delle potenze capitalistiche occidentali.
La verità è
ben altra, quindi inizio col ricordare che l’informazione è un ramo della
produzione neoliberista e borghese. Chi detiene i mezzi della produzione ha il
monopolio anche degli strumenti informativi, questo gli consente di ridurre la
notizia a merce. In questo modo – come ha osservato l’analista Manuel Freytas –
si crea un vero e proprio mercato dell’informazione.
Prendiamo gli
studi alternativi sull’ 11 settembre: studiosi preparati e coraggiosi come gli
italiani Giulietto Chiesa e Roberto Quaglia oppure il francese Thierry Meyssan
vengono derisi vergognosamente per il semplice motivo che attraverso ricerche
rigorose mettono in risalto le contraddizioni – sia politiche e sia tecniche –
della versione ufficiale dei fatti. Per una completa informazione mi premuro di
analizzare la genesi storica della categoria ‘complotto’ in ambito
giornalistico.
Forse non
tutti sanno come la CIA statunitense coniò nel 1967 il dispregiativo teorici
della cospirazione da appiccicare ai giornalisti impegnati a denunciare le mire
imperiali nord-americane contro lo Stato rivoluzionario cubano. I documenti
sono ora declassificati e quindi possiamo avere una conoscenza precisa dei
fatti. Nel 1976 è stato reso noto un dispaccio in risposta ad una richiesta del
New York Times sulla base del Freedom of Information Act. ( Fonte: Antidiplomatico )
La CIA – che negli anni ’50 creò un Ufficio di guerra psicologica – in questo
caso costituì una unità dei Servizi
clandestini dando gli argomenti – spiega bene il sito Antidiplomatico – per attaccare quelle che vennero chiamate le teorie cospirative.
Qual è la
tecnica dei propagandisti del depistaggio ?
Sostenere che le testimonianze oculari sono
inaffidabili
Sostenere che la notizia è vecchia e che nel frattempo
sono emerse "nuove evidenze significative"
Ignorare l'argomento a meno che le discussioni non
siano già attive
Sostenere che è irresponsabile speculare
Accusare i teorici di essere innamorati delle loro
teorie
Accusare i teorici di essere politicamente motivati
Accusare i teorici di avere interessi finanziari nel
promuovere le teorie del complotto
Questa
reazione della elite del potere Usa è dovuta ad un imbarazzo crescente: già nel
1933 – studi emersi in quel periodo – dimostrano che la destra filofascista
statunitense aveva in mente un colpo di Stato per consegnare il paese in mano
alle squadracce della Legione d’argento
e del Ku Klux Klan.
Thierry
Meyssan ha dimostrato come la congiura ed il golpismo siano endemici nella
storia della democrazia borghese nord-americana. Nel 1961 – ad esempio –
Kennedy condannò il golpismo della destra neoliberista e dei servizi segreti
sanzionando i suoi metodi fallimentari. La risposta della CIA non si è fatta attendere: i servizi segreti crearono subito un Gruppo speciale allargato competente nella lotta contro i rivoluzionari cubani.
Questo gruppo
speciale – ci spiega Meyssan – concepisce una serie di azione eversive chiamate
operazione ‘Mangoose’ ( Mangusta ), affidate al generale Edward
Lansdale un fanatico razzista.
In quello
stesso periodo l’esercito nord-americano è scosso dal golpismo della destra
estrema. Il maggiore generale Edwin Walzer, legato al Ku Klux Klan, venne allora sospeso da Kennedy. La commissione degli
Affari Esteri del Senato ordina una inchiesta condotta dal senatore Albert
Gore, i sospetti riguardano la figura del generale Lyman L. Lemnitzer in
rapporto al complotto Walzer.
I documenti
sono inoppugnabili ed il carattere democratico degli Usa è del tutto
compromesso e minato fin dalle fondamenta: il maggiore generale Edwin Walker fu
coinvolto in una operazione dell’OAS
contro il generale De Gaulle, quindi all’interno del ‘Comitato 8F’, sospettato di aver pianificato l’assassinio di
Kennedy.
Ma che cosa
dicono gli studiosi indipendenti di questa accusa del tutto falsa – l’accusa di
complottismo – che viene attaccata a chi si pone in difesa del diritto di
autodecisione dei popoli. Leggiamo.
Secondo
Michel Chossudovsky siamo in una fase di ripudio completo della democrazie e
delle sue fondamenta, l’imperialismo Usa ci sta facendo regredire, di volta in
volta, ai tempi dell’Inquisizione spagnola.
‘Il processo di ricerca del consenso
per fare la guerra è simile a quello dell'Inquisizione spagnola. Richiede il
condizionamento sociale, il consenso politico non può essere messo in
discussione. Nella sua versione contemporanea, l'inquisizione esige la
sottomissione all'idea che la guerra sia un mezzo di diffusione dei valori
occidentali, della democrazia’.
Negare
la libertà di ricerca – storica e giornalistica – significa minare le basi
stesse della democrazia – da Voltaire a Hegel – impedendo il libero confronto
fra idee e pensieri contrastanti, un confronto che, di base, dovrebbe avvenire
in condizioni egalitarie, ora negate.
Roberto
Quaglia è ancora più duro:
‘Perché l’11 settembre, che viene
invocato a pretesto della guerra in Afghanistan, non è stato un “complotto”. E’
stata un’operazione militare di notevole complessità inquadrata in una
strategia più vasta e lungimirante che l’emergere di milioni di “complottisti”
non ha minimamente scalfito. E giudicarlo in termini di “Bene” e di “Male”
(come tipicamente si fa con i complotti) è utile a farci eventualmente sentire
buoni e pii e degni di improbabili ricompense celesti, ma ha un scarso (per non
dire nullo) impatto sulla realtà degli eventi. Gli americani non fanno la
guerra in Afghanistan perché sono cattivi.
Lo fanno perché possono
e ritengono che ad essi convenga. Può darsi che si sbaglino (Hitler e Mussolini
a loro tempo sbagliarono i calcoli, ed indubbiamente la guerra non portò loro i
risultati sperati), può darsi di no, solo il futuro ce lo dirà’
Bisognerebbe
sottolineare che l’unico vero ‘complotto’ è quello dei ‘dominanti’: Hitler
credeva nell'esistenza di un complotto giudeo bolscevico contro la Germania (
condividendo, fra l’altro, le stesse paranoie razziste di Winston Churchill ),
nello stesso modo in cui, Bush, ritiene il mondo occidentale minacciato da un ‘complotto’
islamofascista o islamocomunista. La paranoia delle classi dominanti borghesi,
allora, si rovescia sui chi dimostra la fallacia delle tesi ufficiali. Siamo
davanti ad una nuova ed inedita rimozione-proiezione, qualcosa da film degli
orrori.
Anche
Fulvio Grimaldi pare essere d’accordo con Chossudovsky e Quaglia:
‘La Cia ha visto aumentare i propri
poteri interni ed esterni fino alla supervisione sul meno affidabile FBI e il
suo budget del 42%, le forze armate hanno goduto di un incremento finanziario
del 37% fino alla cifra siderale di 400 miliardi di dollari. Le “guerre
stellari” di Reagan sono uscite dal coma e hanno oggi (vedi Chossudovsky,
www.intermarx.com/ossinter/clima.htlm)
messo a punto l’arma suprema, HAARP, lo strumento di onde ad altissima
frequenza che agisce sulla ionosfera e modifica il clima provocando siccità e
alluvioni in intere regioni da destabilizzare’
La
domanda è sempre la stessa: Cui Prodest ?
La CIA dopo l’ 11 settembre del 2001
ha aumentato i suoi poteri imponendo al razzista neoliberista Bush l’abolizione
dell’Habeas Corpus. Tale strapotere
dei servizi segreti negli Usa e del complesso militare industriale rende quel
paese molto simile alle dittature totalitarie. I crimini della CIA sollevano questioni politiche al
pari dei crimini della Gestapo.
Thierry
Meyssan usa un eloquente episodio per spiegare la continuità del potere negli
Stati Uniti, dietro la Casa Bianca:
‘Il presidente Eisenhower ha
dichiarato nel suo celebre discorso di addio (17 gennaio 1961): "Nel
consiglio di governo dobbiamo stare attenti all’acquisizione di una influenza
illegittima, voluta o meno, da parte del complesso militar-industriale. Il
rischio di uno sviluppo disastroso di un potere usurpato esiste e continuerà.
Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa unione minacci le nostre
libertà o il processo della democrazia."
Un
monito inutile perché gli Stati borghesi moderni sono caratterizzati dalla
sovrapposizione degli apparati di sicurezza nei confronti delle istituzioni
civili. Le Costituzioni democratiche ed antifasciste vengono soppiantate dalla
logica del profitto, la militarizzazione della società civile è la sentinella
di ciò che il militante antimperialista George L. Jackson ha chiamato ‘fascismo
americano’.
Quindi
devo dedurre che il giornalismo al pari neoindustrialismo (1) mira a ricercare sempre più profitti, (2) dipende dalle strutture economiche del capitalismo. La lotta
del mondo del lavoro, degli operai e dei ceti popolari deve sapersi confrontare
contro la borghesia – spiegato questo – anche sul terreno della informazione
contrastando la narrativa liberale ed imperialista.
Manuel
Freytas ci spiega che i giornalisti di regime non usano fonti disinteressate ed
il loro obiettivo è quello di fomentare una guerra
di IV generazione, una guerra
psicologica continua.
Negli
Stati Uniti la propaganda bellica è un campo di battaglia per testare la reazione
delle masse verso la propaganda fascista e colonialista, in questo modo si
distoglie il ‘popolo lavoratore’ dalla critica al neoliberismo avvicinandolo
alle elite dirigenti. Dopo l’auto-attentato organizzato dalla CIA l’ 11 settembre 2001 prese piede il
piano della destra statunitense per svuotare la democrazia formale negli Usa.
La patria dell’impero conobbe una vera e propria controrivoluzione manageriale,
le imprese transazionali vennero investite di un ruolo salvifico, mescolando
retorica calvinista ed apologia del capitalismo.
Naomi
Klein così descrive questa ubriacatura nazionalista e borghese ‘Ciò che accadde nella fase di
disorientamento che seguì gli attacchi fu, col senno di poi, l’equivalente in
patria della shockterapia economica. La squadra di Bush, friedmaniana nell’animo,
si mosse in fretta per sfruttare lo shock in cui era piombata la nazione, per
affermare la sua visione radicale di un governo vuoto in cui tutto, la guerra
come la reazione ai disastri, era un’avventura for-profit’. ( Naomi Klein, Shock economy, BUR Rizzoli )
La
domanda è ancora la stessa: Cui Prodest ?
Quaglia
allora lascia questa provocazione:
‘‘Nell’immediatezza degli attentati dell’11
settembre 2001, la quasi totalità dei cittadini del mondo credette alla
narrazione diffusa dalle autorità americane. Negli anni che sono seguiti,
sempre più persone hanno cambiato radicalmente idea a riguardo, sulla base
della convinzione di avere nel frattempo capito qualcosa di importante. Domanda: Chi è che ha tradizionalmente ragione più spesso, quelli che
non cambiano mai idea oppure chi nel tempo modifica le proprie convinzioni?’’
Gli ‘esperti’ dell’anticomplottismo
– da Pipes a Levy fino ai loro piccolissimi emuli italiani come Guzzanti e
Colombo – sono la lunga mano della CIA sulla politica culturale dei singoli
Stati, quindi si configurano come maestri del condizionamento psicologico. La
loro azione si muove sue tre piani: (1) mediatico; (2) politico; (3) burocratico e repressivo. Vediamo brevemente quest’ultimo.
In Francia – in continuità con la
vile Legge
Gayssot – è stata lanciata una vera e
propria campagna contro gli studiosi non allineati. Thierry Meyssan ha dato il
suo coraggioso contributo nel combattere queste tendenze totalitarie dello
Stato francese.
Secondo la Fondazione Jean Jaures il cospirazionismo è:
È «un racconto "alternativo" che dice di voler scompigliare in
modo significativo la conoscenza che abbiamo di un avvenimento e quindi porsi
in concorrenza con la "versione" comunemente accettata, stigmatizzata
come quella "ufficiale"» (p.2). ( cit. Rete Voltaire )
E
quindi ? La storia è di per sé revisionistica – cosa ben diversa della
falsificazione storica propria dei fascisti e dei sionisti – perché solo in
questo modo, dibattendo e confrontandosi, si può portare la conoscenza ad un
livello superiore.
Meyssan
si difende con grande onestà intellettuale da queste accuse: ‘Da repubblicano radicale, sono cosciente
che lo Stato è il nemico dell’interesse generale, della Res Publica; per questo motivo intendo non abrogarlo ma domarlo.
L’ideale repubblicano è compatibile con diversi regimi politici - ivi compresa
la monarchia, come già stabilito dagli autori della Dichiarazione del 1789’
La
Francia è la patria del giacobinismo rivoluzionario; Robespierre dopo aver
abbattuto le caste reazionarie e parassitarie mobilitò il popolo lavoratore,
ispirandosi al pensiero del mistico precursore del socialismo Jean Jacques
Rosseau. Oggi la Francia, mettendosi a rimorchio della CIA nord-americana e del Likud
israeliano guidato dal genocida Netanyahu, uccide per la seconda volta l’Incorruttibile,
rinnegando il suo operato ed il suo contributo alla lotta degli oppressi.
Fra
le cose che questa organizzazione reazionaria imputa agli antimperialisti c’è
anche la – nostra – critica al sionismo. Perfetto, adesso chiarirò cos’è il
sionismo, argomento a cui ho dedicato molti studi e molte ricerche in rete.
Che
cos’è il sionismo ?
Il
sionismo è una ideologia razzista e pan-imperialista che, nel corso degli anni,
ha stipulato varie alleanze con le potenze colonialistiche ed imperialistiche.
(1) Moses Hess scrive nel 1860 – per poi pubblicarlo nel
1862 – un saggio chiamato Roma e
Gerusalemme in cui valuta la possibilità di una alleanza con la borghesia
francese contro l’Impero Ottomano. In una lettera del primo dicembre 1865 indirizzata
a Dunner, gran rabbino di Amsterdam, si dilunga sulle affermazioni di vari
finanzieri disposti ad appoggiare la colonizzazione dell’Algeria, distruggendo
la nazione araba. Hess era entusiasta perché tali personaggi dicevano di essere
disposti a ‘considerare molto favorevolmente’ questo progetto.
Questo
progetto – sottolinea lo storico marxista Nathan Weinstock – farà di tutto per
coinvolgere l’Alleanza israelita
universale fino alla creazione di un Fondo
nazionale ebraico. Il progetto appare fin da subito borghese e strettamente
legato alle pagini tristi del colonialismo occidentale.
(2) Theodor Herlz col Congresso
di Basilea del 1897 – che segue la linea del Congresso di Berlino del 1884-’85 in sui si conia il concetto di ‘tenne nullius’ – trasforma il
sionismo da movimento religioso a movimento politico, nazionalista e borghese.
Fin da subito
il sionismo non nasconde i suoi piani colonialistici ed antidemocratici:
(a) L’incoraggiamento della colonizzazione della Palestina
con l’instaurazione di una popolazione autoctona ebraica; (b) l’organizzazione e la federazione di tutto il giudaismo, la
costituzione di una coscienza nazionale ebraica; (c) il raggiungimento dei consensi da parte dei vari governi
occidentali anche attraverso la corruzione ed il ricatto.
La borghesia
ebraica non si fa attendere e crea la Banca
coloniale ebraica, nel 1901
nasce il Fondo nazionale ebraico
dedico all’acquisto ed all’esproprio illegittimo delle terre.
(3) Dal 1917 – data dei Protocolli
di Balfour – al 1933 – data degli Accordi
dell’Haavara – il sionismo transita dall’alleanza con gli imperialisti
inglesi all’alleanza coi nazisti.
Un Decreto del reich 54/33 del 10 agosto 1933
autorizzava l’emigrazione ebraica in Palestina degli ebrei tedeschi provvisti
di un ‘certificato capitalista’.
‘Quest'Accordo di Trasferimento autorizzava i Sionisti a creare due camere di compensazione la prima sotto la supervisione della Federazione Sionista Tedesca di Berlino, l'altra sotto la supervisione dell'Anglo Palestine Trust in Palestina. L'ufficio di Tel Aviv è stato chiamato Haavara (parola ebraica per trasferimento) Transfert Office Ltd. Haavara Ltd è stato organizzato secondo il codice commerciale palestinese e gestito da dirigenti del mondo degli affari. Le sue provviste appartenevano nel loro insieme all'Anglo Palestine Bank, più tardi rinominata Bank Leumi’ (Myriam Abraham, Fascismo ebraico-sionista: affari Sionisti-Nazisti, da: "Planète non-violence", settembre 2009 )
Quindi la collaborazione dei sionisti col nazismo è stata socioeconomica oltre che – come abbiamo visto analizzando la figura di Jabotinsky – militare.
‘L'Accordo di Trasferimento ha permesso a 60.000 Ebrei e 100 milioni di $, l'equivalente nel 2009 di 1.7 miliardi di $, di essere "trasferiti" in Palestina. Grazie a questi trasferimenti e ai prelievi obbligatori imposti dal Movimento Sionista su queste "transazioni" le infrastrutture dello stato sionista hanno potuto essere costruite, tutto questo a detrimento delle locali popolazioni palestinesi’ ( Ibidem )
Mauro Manno ha raccolto con grande rigore e precisione le fonti che dimostrano su tutti i piani la collaborazione fra nazismo e sionismo. Cito in modo documentato e puntale, chi vuole contrastarmi sul piano della dialettica deve fare i conti con la storia.
“Ogni paese può assorbire solo un numero limitato di ebrei, se non vuole avere disturbi nello stomaco. La Germania ha già troppi ebrei.” [Chaim Weizman, presidente dell'Organizzazione sionista mondiale, futuro presidente di Israele, (1912) citato in Lenni Brenner, “Zionism in the Age of the Dictators”, cap. 3].
“Anche noi siamo d'accordo con
l'anti-semitismo culturale, in quanto che noi crediamo che i tedeschi di fede
mosaica siano un fenomeno indesiderabile e demoralizzante.” [Chaim Weizman,
presidente dell'Organizzazione sionista mondiale e futuro presidente di
Israele, “The letters and papers of Chaim Weizman”, Letters, Vol. 8, p. 81,
1914].
“L'ebreo è una caricatura di
un essere umano normale e naturale, sia fisicamente che spiritualmente. Come
individuo nella società si rivolta e butta via le briglie degli obblighi
sociali, egli non conosce né ordine, né disciplina.” [Our Shomer
“Weltanschauung”, articolo scritto nel 1917 e pubblicato nel dicembre 1936 in
Hashomer Hatzair, p, 26, organo dell'Organizzazione Giovanile Sionista].
“Noi ebrei, noi i distruttori,
rimarremo dei distruttori per sempre. Nulla che voi facciate darà soddisfazione
ai nostri bisogni e alle nostre esigenze.Noi distruggeremo sempre perché noi
abbiamo bisogno di un mondo tutto nostro, un mondo divino, che non è nella
vostra natura di poter costruire ... quelli tra di noi che non riescono a
capire questa verità saranno sempre gli alleati delle vostre fazioni ribelli,
fin quando non giungerà la disillusione, il destino maledetto che ci sparse in
mezzo a voi ci ha assegnato questo sgradito ruolo.” [Maurice Samuel, “You Gentiles”, p. 155,1924].
“Se noi [sionisti, ndt] non
ammettiamo che gli altri abbiano il diritto di essere anti-semiti, allora noi
neghiamo a noi stessi il diritto di essere nazionalisti. Se il nostro popolo
merita e desidera vivere la propria vita nazionale, è naturale che si senta un
corpo alieno costretto a stare nelle nazioni tra le quali vive, un corpo alieno
che insiste ad avere una propria distinta identità e che perciò è costretto a
ridurre la sfera della propria esistenza. E' giusto, quindi, che essi [gli
anti-semiti,ndt] lottino contro di noi per la loro integrità nazionale. Invece
di costruire organizzazioni per difendere gli ebrei dagli anti-semiti, i quali
vogliono ridurre i nostri diritti, noi dobbiamo costruire organizzazioni per
difendere gli ebrei dai nostri amici che desiderano difendere i nostri
diritti.” [Jacob Klatzkin, (1925),
citato in Jacob Agus, “The Meaning of Jewish History”, in “Encyclopedia Judaica”,
vol II, p. 425].
“Ho elaborato una filosofia del
Giudaismo affine alla Tendenz spirituale del Fascismo molto prima che
quest'ultimo fosse diventato la regola nella società politica italiana.”
[Alfonso Pacifici ideologo del sionismo italiano, intervistato da Guido
Bedarida, 1932].
“Per i sionisti, il nemico è
il liberalismo; esso è anche il nemico per il nazismo; ergo, il sionismo
dovrebbe avere molta simpatia e comprensione per il nazismo, di cui
l'anti-semitismo è probabilmente un aspetto
passeggero.” [Harry
Sacher, Jewish Review, settembre 1932, p. 104, Londra].
“L'hitlerismo ... ci ha reso
per lo meno un servizio dal momento in cui non ha tracciato una linea di
demarcazione tra l'ebreo religioso e l'ebreo apostata. Se Hitler avesse fatto
eccezione per gli ebrei battezzati [al cristianesimo], avremmo assistito allo
spettacolo poco edificante di migliaia di ebrei che correvano a battezzarsi.
L'hitlerismo ha forse salvato l'ebraismo tedesco, che stava assimilandosi fino
all'annichilimento.” [Chaim
Bialik, “Palestine and the Press, New Palestine, 11 dicembre 1933].
“Vi dico che voi siete più potenti
del Signor Hitler (...) noi tutti lo seppelliremo. Ma dovete creare uno Stato
ebraico. Sono sionista, io. L'ho detto già al Dr. Weizmann. Dovete avere un
vero Stato ebraico e non il ridicolo Home National che gli inglesi vi hanno
offerto. Vi aiuterò a creare uno Stato ebraico. La cosa più importante è che
gli ebrei abbiano fiducia nel loro avvenire e non si lascino spaventare da
quell'imbecille di Berlino”. [Benito Mussolini a Nahum Goldman dell'Agenzia
Ebraica internazionale (sionista), il 12 novembre 1934].
“E' un fatto innegabile
che gli ebrei presi collettivamente sono infermi e neurotici. Quei
professionisti ebrei che, colpiti sul vivo, negano sdegnosamente questa verità
sono i più grandi nemici della loro razza, perchè guidano gli altri ebrei alla
ricerca di false soluzioni, o, al massimo, di palliativi.” [Ben Frommer, sionista revisionista, (1935), “The Significance of a Jewish
State”, in Jewish Call, maggio 1935, p. 10].
“I membri
delle organizzazioni sioniste non devono essere, date le loro attività dirette
verso l'emigrazione in Palestina, trattati con lo stesso rigore che invece è
necessario nei confronti dei membri delle organizzazioni ebraico-tedesche (cioè
gli assimilazionisti).” [Circolare della Gestapo bavarese indirizzata al corpo
di polizia bavarese, 23 gennaio, 1935, pubblicata in Kurt Grossman, “Zionists
and Non-Zionists under Nazi Rule in the 1930's”, Herzl Yearbook, vol VI, p.
340].
“Il momento non può più essere
lontano ormai in cui la Palestina sarà in grado di nuovo di accogliere i suoi
figli che aveva perduto da oltre mille anni. I nostri buoni auguri e la nostra
benevolenza ufficiale li accompagnino.” [Reinhardt Heyndrich, capo dei Servizi
Segreti delle SS, “The Visible Enemy”, articolo pubblicato in Das Schwarze
Korps, organo ufficiale delle SS, maggio 1935].
“Hitler tra qualche anno sarà
dimenticato, ma avrà un bellissimo monumento in Palestina. Sapete, la venuta
dei nazisti è stato un avvenimento piuttosto benvenuto. Vi erano tanti dei
nostri ebrei tedeschi che pendevano tra due sponde; tanti di loro navigavano
nella corrente ingannatrice tra la sponda di Scilla dell'assimilazione e quella
di Cariddi di una conoscenza compiaciuta delle cose ebraiche. Migliaia di loro
che sembravano completamente perduti per l'ebraismo furono riportati all'ovile
da Hitler, e per questo io sono personalmente molto riconoscente verso di lui.”
[Emil Ludwig, intervistato da
Meyer Steinglass, “Emil Ludwig before the Judge”, American Jewish Times,
aprile, 1936, p. 35].
“Uno stato costruito sul principio
della purezza della nazione e della razza (cioè la Germania Nazista) può solo
avere rispetto per quegli ebrei che vedono se stessi allo stesso modo.” [Joachim Prinz, (1936), citato in Benyamin Matuvo, “The Zionist Wish and
the Nazi Deed”, Issues, (1966/67), p. 12].
“Le speranze dei sei milioni di
ebrei europei si fondano sull'emigrazione. Mi è stato chiesto: 'Puoi portare
sei milioni di ebrei in Palestina?' Ho risposto, 'No' ... Dal profondo della
tragedia voglio salvare ... dei giovani [per la Palestina]. I vecchi
passeranno. Sopporteranno il loro destino o non lo faranno. Sono polvere,
polvere economica e morale in un mondo crudele ... Solo il ramo giovane
sopravviverà. Dovranno accettarlo.” [Chaim Weizmann, futuro primo
presidente di Israele, nel discorso al Congresso Sionista del 1937 nel
quale riporta le sue risposte davanti alla Commissione Peel, Londra, luglio
1937. Citato in 'Yahya', p. 55].
“Per i sionisti era molto disagevole
operare. Era moralmente imbarazzante sembrare essere considerati i figli
prediletti del governo Nazista, in particolare proprio nel momento in cui esso scioglieva
i gruppi giovanili (ebraici) antisionisti, e sembrava preferire per altre vie i
sionisti. I nazisti chiedevano un 'comportamento più coerentemente sionista'.” [Joachim Prinz, “Zionism under the Nazi Government”, in Young Zionist,
Londra, novembre 1937, p. 18].
“Lo stato sionista deve essere
fondato con ogni mezzo e appena possibile ... Quando lo stato ebraico sarà
stato fondato secondo le attuali proposte contenute nel documento della
Commissione Peel, e in linea con le promesse parziali dell'Inghilterra, allora
i confini potranno essere spostati ulteriormente in avanti secondo i nostri
desideri.” [Feivel Polkes a Adolf
Eichman, citato in Klaus Polkehn, “The Secret Contacts: Zionism and Nazi
Germany 1933-41”, Journal of Palestine Studies (primavera 1976), p. 74. Citato anche
in Lenni Brenner, Op. Cit. cap.
8].
“Se sapessi che è possibile
salvare tutti i bambini (ebrei) di Germania portandoli in Inghilterra e solo
metà di essi portandoli in Eretz Israel, allora opterei per la seconda
alternativa.” [Ben-Gurion nel suo discorso ad una assemblea di Sionisti
Laburisti in Gran Bretagna nel 1938].
“Per essere un buon sionista uno
deve essere in qualche modo un antisemita.” [Chaim
Greenberg, “The Myth of Jewish Parasitism”, Jewish Frontiers, marzo, 1942, p.
20].
“Se mi viene chieso, 'Potresti dare
una parte dei soldi dell'Unione delle Agenzie Ebraiche per salvare gli ebrei
(in Germania), io dico NO! E ripeto NO!” [Izaak Greenbaum – capo del
Comitato di Soccorso dell'Agenzia Ebraica (Jewish Agency Rescue Committee) –
rivolto al Consiglio Esecutivo Sionista, il 18 febbraio 1943].
“Una mucca in Palestina vale più di
tutti gli ebrei in Polonia.” [Izaak Greenbaum – capo del Comitato di Soccorso
dell'Agenzia Ebraica (Jewish Agency Rescue Committee) – rivolto al Consiglio
Esecutivo Sionista, il 18 febbraio 1943].
“Finanche nel 1943, mentre gli ebrei
d'Europa venivano sterminati a milioni, il Congresso americano propose di
istituire una commissione per 'studiare' il problema. Il rabbino Stephen Wise,
che era il principale portavoce sionista in America, si recò a Washington per
testimoniare contro il progetto di legge perché esso avrebbe sviato
l'attenzione (degli ebrei) dalla colonizzazione della Palestina. Si tratta
dello stesso rabbino Wise che, nel 1938, in quanto dirigente del Congresso
ebraico d'America, scrisse una lettera nella quale si opponeva a qualsiasi
cambiamento della legislazione americana sull'immigrazione, cambiamento che
avrebbe permesso agli ebrei di trovare accoglienza. In quella lettera scriveva:
'Può essere d'interesse per voi sapere che alcune settimane fa i dirigenti
delle più importanti organizzazioni ebraiche si sono riuniti in una conferenza
... Vi si è deciso che, in questo momento, nessuna organizzazione ebraica
avrebbe sponsorizzato una legge destinata a cambiare in qualsiasi modo la
legislazione sull'immigrazione'.” [Citato in
Lenni Brenner, “Zionism in the Age of the Dictators”, p. 149].
( Mauro Manno, La natura del sionismo, opuscolo
pubblicato nel sito di Israel Shamir )
La sinistra italiana/europea è
succube della propaganda filoisraeliana ed appoggia uno Stato razzista che
nasce grazie alla appropriazione indebita di terre non proprie.
Israele trova molti oppositori
anche all’interno del mondo ebraico – da Ilan Pappe ai Naturei Karta – eppure giornalisti di infimo livello ( come il sionista
del Manifesto Andrea Colombo ) si
ostinano a riconoscere il suo diritto ad esistere. Possiamo concedere il
diritto d’esistere di uno Stato razzista ? Un uomo di sinistra non può
abbassare la testa davanti questo ricatto – cosa che mai farò io – e deve disconoscere
una dittatura la quale – come i documenti su citati chiariscono – si colloca in
perfetta continuità col nazismo tedesco. Israele deve essere combattuta in
tutto e per tutto, l’obiettivo a cui ogni antimperialista guarda è la totale
decolonilizzazione della Terra di Palestina e la liberazione dell’eroico popolo
arabo.
Domanda finale: Cui Prodest, la lotta contro il
giornalismo indipendente e la libera ricerca storica ?
Stefano Zecchinelli
‘
Post anti-complottista di Alessandra Colla (che elogia pure i romanzi di Umberto Eco) e riceve i complimenti d Miguel Martinez:
RispondiEliminahttp://www.alessandracolla.net/2012/05/31/complotti-e-corazzate/
Tutto secondo copione.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=DfoP_V9bY-E
RispondiEliminaAerei non c'erano. Una congiura mediatica dei likudnik.