Immagine tratta dal blog di Andrea Carancini
Introduzione
In questo
articolo proverò a rovesciare uno dei principali dogmi sionisti, ossia
la contrapposizione di Israele alle forze di matrice neofascista ed
antisemita. Il mio studio conduce ad esiti opposti: Israele è un alleato
dell’antisemitismo e del neo-mussolinismo, posizione impegnativa che
argomenterò dividendo questo intervento in più parti che trattano, in
modo distinto, due questioni fra di loro complementari: (1)
nella prima parte del mio intervento farò una analisi molto generale del
sionismo, analisi che si integra con le cose che ho detto altrove con
maggiore puntualità (Stefano Zecchinelli, Il sionismo ideologia imperialistica del XXI secolo, L’Interferenza.org); (2)
nella seconda parte del testo parlerò dei rapporti di Israele con
diverse forze (sia statuali che di movimento) neofasciste e spesso
antisemite. L’articolo sarà breve ma nello stesso tempo si baserà su
documenti difficili da contestare e su prove certe e rigorose.
Che cos’è il sionismo ?
Il sionismo poggia, essenzialmente, su tre principi: (1) il legame delle elite dominanti ebraiche con alcune fazioni particolarmente forti del capitalismo transazionale; (2) l’influenza
politica della lobby ebraica. E’ risaputo che qualsiasi politico che
negli Usa voglia fare carriera deve legarsi a questa lobby. La lobby,
inoltre, come ha spiegato Manuel Freytas (consiglio a tutto la lettura
del saggio Il potere occulto: dove nasce l’impunità di Israele,
testo facilmente reperibile), controlla anche gran parte dei mezzi di
comunicazione negli Usa come in Francia (su questo punto rimando alla
lettura di Roger Garaudy); (3) l’immensa macchina burocratico repressiva e militare di Israele.
Tutto
questo, oggi, fa di Israele ia testa di ponte del terrorismo
imperialistico mondiale, come hanno già detto eminenti studiosi come, ad
esempio, James Petras e Nestor Kohan. Affermazione forte che presto
verrà dimostrata con chiari riferimenti.
Lo Stato di Israele poggia, principalmente, su due protesi ideologiche: (1) il revisionismo giudaico (la ‘religione reale’ di quello che viene definito ‘popolo ebraico’); (2) la
religione dell’olocausto (il culto immaginario che fa da alibi ai
sionisti per i loro crimini compiuti contro il popolo palestinese).
Mi preme
ricordare – in virtù del richiamo al giudaismo – che molti antisionisti,
coraggiosi ed onesti, sono ebrei religiosi come i Naturei Karta che
considerano Israele ‘una bestemmia contro Dio’. Lo stesso Martin Buber
affermò che i sionisti sono andati nella Terra di Palestina come dei
colonialisti diventando un baluardo dell’imperialismo occidentale. La
condanna del sionismo quindi non lascia spazio ad ideologie equivoche
che non troveranno mai voce nel campo antimperialista.
Molti
sprovveduti riconducono il sionismo, solo ed esclusivamente, a questione
religiosa: nulla di più falso. Per contrastare questa tesi è opportuna
una citazione tratta dallo studio di un grande marxista ebreo,
combattente antifascista morto in un lager nazista, Abram Leon: ‘Il
sionismo non ha mai posto seriamente i seguenti quesiti (il ritorno
nella loro antica patria): perché durante questi duemila anni, gli Ebrei
non hanno mai realmente tentato di tornare nel loro paese? Perché è
stato necessario aspettare fino alla fine del XIX secolo perché Herzl
riuscisse a convincerli di questa necessità? Perché i
predecessori di Herzl, come il famoso Sabbatai Zevi, furono trattati da
falsi messia? Perché i seguaci di Sabbatai Zevi furono perseguitati
fieramente dal giudaismo ortodosso?’ (Abram Leon, Il marxismo e la questione ebraica, Ed. La giovane talpa).
Mi scuso
per il frequente ricorso a citazioni ma, per analizzare con metodo
scientifico l’imperialismo israeliano e valutarne la sua dimensione, è
importante fare ricorso a delle conoscenze storiche acquisite.
La
studiosa Myriam Abraham, in un articolo molto documentato, ha chiarito
che l’accordo fra l’hitlerismo ed il sionismo riguardava ‘Soltanto
gli Ebrei provvisti di un “Certificato Capitalista” emesso dalle
autorità britanniche e che provava che essi possedevano l’equivalente di
5.000 $ erano autorizzati a emigrare in Palestina. Oltre
al fatto di colonizzare la Palestina, quest’Accordo di Trasferimento ha
permesso ad alcuni Ebrei definiti “emigranti potenziali” di proteggere i
loro beni in questi conti bancari speciali ai quali essi non avevano
accesso che acquistando e vendendo dei prodotti tedeschi. Questi conti
“di emigranti attivi e potenziali” rappresentavano milioni di Reichsmark
sia per i Nazisti sia per i Sionisti’.
Che cosa
c’entra la religione in tutto ciò? Ben poco. Abbiamo, in realtà, un
accordo fra due forze imperialistiche e terroristiche (i nazisti ed i
sionisti) per la colonizzazione di un certo territorio. Il lettore non
deve farsi impressionare per il fatto che chiamo così di frequente i
sionisti terroristi dato che la mia posizione è la stessa espressa da
personalità ebraiche del calibro di Eric Fromm. Il seguito dell’articolo
chiarirà gli argomenti.
Potevano emigrare gli ebrei muniti di un Certificato Capitalista – dice l’ Accordo – che avrebbero “rubato“ ai
palestinesi le loro terre. Un chiaro progetto di espansione
neocoloniale ben dimostrato e che nessuno storico filo-israeliano ha mai
potuto smentire.
Sintetizzo la mia tesi sul sionismo: il sionismo è una ideologia pan-imperialistica che nasce in seno al colonialismo britannico e, alla fine dell’ ‘800 col Congresso di Berlino, getta un ponte verso la borghesia burocratica e militaristica tedesca. Qui viene coniato il perverso concetto di terre nullius, ossia terre di nessuno, che ispirò forze di matrice liberal-imperialistiche e fasciste. Israele è una testa di ponte del colonialismo occidentale e del White Power (Potere Bianco),
ma il vero potere del sionismo borghese sta a Washington più che a Tel
Aviv, sta laddove ci sono i centri della finanza mondiale. In ciò
consiste la pericolosità di tali gruppi dominanti di estrema destra ed
antidemocratici.
I costruttori di Israele e lo stragismo neofascista
Un altro
mito duro a morire è quello dell’antifascismo sionista (da non
confondere con l’antifascismo ebraico che ci fu e fu anche eroico).
Perché
nessuno ricorda che terroristi sionisti come Jabotinski, Sharon e Begin
furono ammiratori di Hitler e Mussolini? L’attentato all’Hotel King
David, guidato nel 1946 dall’allora terrorista Begin (riconosciuto da
tutte le autorità britanniche come tale), provocò la morte di
diciassette ebrei, eppure Begin divenne capo di Stato in Israele. Non fu
questa una strage antisemita (dato che morirono degli ebrei) portata a
termine dai costruttori del futuro ‘Stato ebraico’? Di certo l’ideologia
ufficiale ha grossi problemi a rispondere a questa domanda.
Senza
ricorrere a citazioni che dimostrano l’affinità della destra sionista
col fascismo e col nazismo (Mauro Manno le ha raccolte in un opuscolo
intitolato La vera natura del sionismo) oppure
senza esagerare sul Lehi (i militaristi al servizio di Jabotinsky) che
venne inglobato direttamente nelle SS naziste nel 1941, faccio notare
che l’esempio riguardante l’attentato all’Hotel King David è molto
eloquente. A questo punto chi usa la comparatistica come metodo di
analisi storica dovrebbe capire che lo stragismo è stato il perenne
collante fra la prassi del sionismo bellicoso (revisionismo ebraico) e
quello del neofascismo filo atlantico. Pertanto Begin non è diverso da
Junio Valerio Borghese e Stefano Delle Chiaie; sono soggetti simili,
quasi fratelli.
Lo stesso
massacro di Deir Yassin, che impressionò Albert Einstein (ma certamente
non il laburista massone Ben Gurion), somiglia in modo raccapricciante
alle mattanze hitleriane nei territori occupati. Gesti di pura crudeltà
che la storiografia sionista, non potendoli negare, li ha prontamente
giustificati come si evince dalla lettura dei libri di Benny Morris uno
dei Nuovi Storici in Israele. ‘Popolo eletto’ e ‘Nazione eletta’,
ricollegandosi ai motivi che portarono i colonialisti nord-americani a
sterminare i pellirossa. Quale legittimità democratica avrebbe tutto
questo?
Israele, le sue ambiguità ed i legami con le dittature militari
Israele
dice di difendere gli ebrei nel mondo (di certo non in patria date,
visto le draconiane politiche neoliberiste interne) quando in realtà si è
spesso trovata alleata con regimi filo-nazisti ed anti-semiti.
Il marxista argentino Nestor Kohan ci ricorda che ‘La
colaboración del estado de Israel —venta de armas, votos de la
dictadura a favor de Israel en Naciones Unidas, etc.— con la dictadura
militar, genocida y antisemita del general Videla no fue una excepción.
Lo mismo hizo con otros regímenes fascistas o de extrema derecha como
los de Augusto Pinochet (que usaba el uniforme nazi) en Chile, Anastasio
Somoza en Nicaragua o el régimen neonazi del apartheid en Sudáfrica. Todos
estrechos aliados, como Israel, de la cabeza madre de la serpiente
extremista, el estado norteamericano: USA. ¿Una casualidad?’.
Che cosa
c’entra con l’antifascismo l’appoggio a Somoza, Pinochet, Uribe ed i
narcotrafficanti latino-americani ? E’ vero quello che dice Kohan: “tutti
gli alleati fascisti (come dovrei definire Videla che era un grande
lettore di Hitler?) dell’entità sionista sono fantocci del serpente
statunitense”.
Dei 30.000
desaparecidos argentini circa 2.000 erano ebrei ma Israele, a quanto
pare, usa in modo molto selettivo l’accusa di antisemitismo. Nessun
governante sionista ha definito Videla antisemita, anzi hanno sempre
rivendicato i legami (principalmente dettati dalla Fondazione Rockefeller che patrocinava la giunta militare argentina) con il regime militare argentino.
Lo ‘Stato
ebraico’ non solo appoggiò le dittature latino-americane ma diede man
forte ai colonnelli in Grecia ed alla dittatura turca. Fonti
inoppugnabili ci dicono che se in Italia il Golpe Borghese fosse andato a buon fine, il regime israeliano, avrebbe prontamente riconosciuto la dittatura in spregio della nostra Costituzione antifascista.
Vediamo, brevemente, con chi si è relazionato lo ‘Stato ebraico’ all’interno del nostro paese.
Israele, l’estrema destra italiana e gli onnipresenti neofascisti
Ricordo che già nel 1967 la destra italiana, principalmente il Movimento Sociale Italiano,
appoggiò lo Stato sionista definito un ‘bastione dell’occidente contro
l’avanzare della negritudine’. Una posizione razzista tipica del mondo
neofascista. Pino Rauti, fondatore del centro studi Ordine Nuovo (non si può non condividere la definizione della giornalista Stefania Limiti che ha parlato di Ordine Nuovo come Servizio Segreto Clandestino), esaltò tale posizione applaudendo i ‘centurioni di Israele’ difensori della civiltà occidentale.
Michelini e
Rauti, di certo, hanno riconosciuto nell’esercito israeliano la stessa
caratura morale delle orde naziste che hanno invaso l’Unione Sovietica.
La storia si ripete e dopo la tragedia viene sempre la farsa. Quale
farsa più grande del neofascismo italiano?
Non solo
Rauti, ma Franco Freda, Adriano Tilgher e l’infiltrato Mario Michele
Merlino erano frequentatori dei centri dello spionaggio israeliano (chi
coordinava l’Aginter Press in Italia?). Vincenzo Vinciguerra ha
documentato le loro ambiguità, ambiguità che non cessano nemmeno ora a
causa delle formazione culturale ambigua dei personaggi appena citati.
Giulio
Caradonna – uno squadrista che più volte attentò alla vita di Giuseppe
Di Vittorio – mise a disposizione della Comunità Ebraica (sionista) di
Roma la gioventù missina ed il rabbino di destra, Elio Toaff, lo
ringrazio tramite una lettera.
Fu sempre
Caradonna a fare il primo viaggio in Israele (circa vent’anni prima di
Gianfranco Fini) ed a dire che i neofascisti sono ‘nettamente
schierati con le ragioni dello Stato ebraico, che si appellano al filo
sionismo di Mussolini e ribadiscono la radicale differenza tra lo
sterminio hitleriano e quanto accadde in Italia…’. Israele trovò nel MSI un alleato fedele ed affidabile, Caradonna l’ha confermato in ogni occasione.
Ma
spostiamoci ancora più a destra e leggiamo le parole del ‘papa nero’, il
filosofo Julius Evola, principale riferimento dell’estrema destra
mondiale (in Italia venerato dall’ambiguo Maurizio Murelli):
‘L’ebreo è uno sradicato; non è pericoloso l’ebraismo tradizionale, bensì quello che non ha né patria né punti di riferimento’, ed ancora ‘Se
esistono degli ebrei pericolosi, non sono quelli di Israele, che
lavorano, si organizzano, testimoniano di straordinarie virtù militari;
sono quelli delle metropoli occidentali, che grazie alla democrazia
hanno le mani libere. Se oggi qualcuno vuole porre il problema ebraico
arriva troppo tardi, esso non esiste più. Come Le ho detto, il problema
della razza ‘interiore’ è molto più importante ai miei occhi; e gli
atteggiamenti per i quali si riteneva l’ebreo indesiderabile sono oggi
diffusi presso i bravi Ariani, che sarebbe ingiusto ed ingiustificato
operare una discriminazione’.
Insomma i
nemici erano altri. Era questa, del resto, la linea di Ordine Nuovo
(Rauti) ed Avanguardia Nazionale (Delle Chiaie); lotta contro i popoli
colonizzati, appoggio al ‘colonialismo latino’ (definizione di Rauti),
alleanza tattica con la NATO. Insomma, un neofascismo atlantico di
servizio.
Israele, la scusa dell’antisemitismo ed una democrazia senza fondamenta
Israele
nasce con il contributo degli ebrei filo-fascisti che fecero
perseguitare gli ebrei assimilazionisti vicini al movimento operaio. Le
ragioni di tale odio sono politiche e sociali dato che il sionismo
rappresenta gli interessi della grande borghesia ebraica.
In Spagna gli ebrei antifascisti combatterono coraggiosamente nelle Brigate Abram Lincoln,
distinguendosi per coraggio e spirito di lotta, mentre i sionisti
appoggiarono economicamente e politicamente Francisco Franco.
Ricordo anche che l’antisemita Leon Degrelle fondatore del rexismo belga, collaborò con la NATO
diventandone un apologeta a seguito della militarizzazione della Spagna
e con forze filo-israeliane contro il movimento socialista pan-arabo.
Combattenti del Fronte di liberazione nazionale algerino hanno
denunciato i rifornimenti che Israele diede all’OAS, una organizzazione
terroristica composta dai reduci più violenti della Repubblica di Vichy.
Passaggi storici gravi occultati al dibattito pubblico.
Israele
dice di difendere la cultura ebraica eppure lo jiddish non viene parlato
al suo interno. Usa il giudaismo come protesi ideologica ma, gran parte
degli israeliani, sono atei o comunque non praticanti. La verità,
invece, è che l’entità sionista ha trovato la collaborazione di gruppi
di rabbini perversi che hanno revisionato il giudaismo adattandolo alle
necessità espansionistiche della macchina bellica israeliana.
Lo ‘Stato
ebraico’ è, come lo furono la Rhodesia e la Germania nazista, uno Stato
etnico, privo di una Costituzione e che non ha mai consegnato i suoi
confini all’ONU (cose c’è di legittimo in questo?). In Israele
non esiste una sinistra, i laburisti (o quelli che si dicono tali), si
sono macchiati di crimini orrendi verso il popolo palestinese. Detto
questo i rabbini revisionisti hanno appoggiato, dalla metà degli anni
’70, l’ascesa di quei partiti di destra, il Likud, che Hannah Arendt aveva indicato come gli eredi dell’hitlerismo.
Ma esiste davvero un legame fra l’antisemitismo ed Israele ?
In Europa
giornalisti poco informati dimenticano che anche gli arabi sono semiti.
La coerenza dovrebbe spingerci a ritenere il comportamento dell’entità
sionista, quindi, di contro, antisemita.
Israele è un regime illiberale: (1) ha silenziato Ilan Pappe il quale ha documentato la pulizia etnica della Palestina; (2) ha
diffamato storici come Shlomo Sand il quale ha rivelato come gli ebrei
di Israele non siano semiti ma kazari. Vengono dalla, così detta,
tredicesima tribù; (3) ha emanato una legge, a
metà degli anni ’80, in cui mette al bando tutti i partiti che
contestano il carattere etnico (quindi razzista) dello Stato ebraico.
I
paradossi di Israele sono molteplici e mettono a nudo i gravi problemi
che fanno di Israele un paese fortemente antidemocratico e razzista; un
laboratorio neoliberista in cui vige lo sfruttamento ed il classismo più
acceso. Credo, in conclusione, che la gestione delle relazioni interne
–di classe e di etnie- siano il cuore della questione e si proiettino
sul modo aggressivo e illegittimo con il quale lo Stato di Israele
ostacola l’autodecisione dei popoli mediorientali e il sionismo
interferisce, occultamente, in molte vicende globali.
http://www.linterferenza.info/interferenza/israele-luce-per-i-neofascisti-nel-mondo/
OK, I nazifascisti sono fantocci dei giudei, e chi lo nega? Ma come fai a restare comunista, se i comunisti lo sono pure peggio?
RispondiEliminaIl Marxismo-leninismo è un grande esperimento di gatekeeping della plutocrazia internazionalista, basata su fantaeconomia data in pasto alle masse perché non trovino la vera via per affrancarsi dalla povertà indotta.