Solo pochi
anni fa, chi osava porre questa domanda veniva
subito tacciato di «antisemitismo». E non solo
da sionisti o ebrei, ma soprattutto da
personaggi di ‘sinistra’.
Fa
meraviglia che oggi la cosiddetta ‘sinistra’, e
non solo quella non-alternativa, sia scivolata
nel pantano ripugnante dei sostenitori del
sionismo, delle colonie, di Israele, e dei suoi
innumerevoli e sempre nuovi crimini? No nessuna
meraviglia. É la logica conseguenza di scelte
sciagurate di tanti anni fa. Quando si definisce
il sionismo ‘lotta di liberazione degli ebrei’,
di tutti gli ebrei, anche dei non-sionisti o dei
non israeliani, allora è logico dire che chi si
oppone a Israele, cioè al frutto della ‘lotta di
liberazione’ è solo un «antisemita», non vuole
che gli ebrei siano liberati, li vuole
semplicemente sopprimere. Ma se il sionismo è la
‘lotta di liberazione degli ebrei’, perché tanti
ebrei, comunisti, socialisti, semplicemente
democratici, si sono opposti al sionismo? erano
contro la loro liberazione? Perché oggi questo
genere di persone continua ad esistere nella
comunità ebraica mondiale?
Una lotta
di liberazione è tale perché libera un
territorio da una potenza coloniale, non dai
suoi abitanti. Il sionismo invece ha patteggiato
con l’impero britannico il possesso della
Palestina e infine l’ha ‘liberata’ dei suoi
abitanti palestinesi, per costruire uno Stato
che oggi costituisce la punta di diamante
dell’imperialismo occidentale, quello americano
in testa.
Prima
ancora che lo dicessero i sionisti o Israele, la
‘sinistra’ italiana, confondendo sionismo e
ebraismo, lanciava a destra e a manca facili
accuse di «antisemitismo». Oggi che la destra
storica è filo-israeliana perché è
filo-imperialista e filo-americana, la sinistra
si trova spiazzata. Gli antisemiti storici sono
diventati filo-semiti, Fini e la stessa
Mussolini sono buoni amici di Israele, anzi
accusano la ‘sinistra’ di tradire Israele e di
essere inconsapevolmente a fianco dei ‘terroristi’.
Gli unici «antisemiti» oggi sono gli anti-imperialisti,
gli «anti-americani», coloro che combattono il
sionismo e Israele.
Fassino si
dichiara apertamente e senza vergogna
‘sionista’, Bertinotti sostiene che “è difficile
criticare Israele”, la maggior parte dei
sostenitori di Israele però preferisce tacere,
il che, davanti ai crimini di guerra e quelli
contro l’umanità che Israele commette tutti i
giorni (oggi a Gaza e in Libano), equivale a un
chiaro sostegno. Chi tace acconsente. I più
‘coraggiosi’ si spingono tanto in avanti da
sussurrare a labbra strette che le risposte di
Israele “sono sproporzionate”. Sproporzionate?
Distruggere un paese, uccidere centinaia di
civili, creare un disastro umanitario dislocando
700 000 persone per ottenere il rilascio di due
soldati rapiti è solo una risposta
‘sproporzionata’?
Si dice
poi che quella di Israele è ‘una risposta’ al
rapimento dei soldati e quindi in qualche modo
la si giustifica. Una risposta? Chi ha
cominciato a rapire militanti palestinesi, o a
ucciderli, in retate e assalti ai territori
palestinesi. Sono circa 8 000 i palestinesi
rapiti, in carcere senza processo e accuse, come
a Guantànamo, ci sono anche donne e ragazzi,. Ci
sono ancora resistenti libanesi nelle prigioni
israeliane anche se la resistenza
all’occupazione del Libano meridionale ha
cacciato gli Israeliani nel 2000. Di questi i
nostri ‘sinistri’ o ‘sionistri’ non dicono
niente?
Ma «Israele
ha il diritto di difendersi» dice Bush su
suggerimento di Olmert. «Israele ha il diritto
di difendersi» grida la sionistra in coro,
compreso Bertinotti. Certo è naturale, chi è
attaccato ha diritto di difendersi. Non lo si
può certo negare. Ma le cose non stanno così.
Gli attaccati, dal 1948, sono i palestinesi,
l’intero mondo arabo. Si toglie loro la
Palestina la si dà ai sionisti, si impedisce la
nascita di uno Stato palestinese, si conquistano
e non si rendono territori arabi, si sommergono
i paesi vicini di profughi palestinesi, si
invadono e si distruggono con mille pretesti i
paesi vicini, e tutto questo non è attaccare?
Per chi accetta l’esistenza dello Stato sionista,
nato da un sopruso imperialista e non da una
‘lotta di liberazione’, è logico dire che esso è
attaccato, soprattutto perché è alleato
dell’Occidente. E poi è uno Stato «democratico»
e chi lo attacca è «terrorista». Per chi non
accetta lo stato sionista, proprio perché è nato
da un sopruso imperialista (anche se camuffato
con il travestimento della ‘Legalità
Internazionale’), è logico schierarsi con gli
oppressi, con i palestinesi, con i senza Stato,
i profughi, i «terroristi». Noi proponiamo che
in Palestina si giunga al più presto alla
costituzione di un solo Stato Democratico per
palestinesi ed ebrei (un uomo, un voto). Come è
successo in Sud Africa. Ma questo comporta lo
scioglimento dello Stato sionista per soli ebrei,
uno Stato di apartheid. Come era il Sud Africa
prima della liberazione.
Perché
questa posizione ragionevole e democratica, che
permetterebbe, tra l’altro, agli ebrei di
liberarsi veramente della loro mentalità da
ghetto (Israele è uno Stato-Ghetto per soli
ebrei), non si afferma nel mondo tra i
democratici, nella sinistra, anche se essa si
richiama a valori umanitari, di uguaglianza, di
tolleranza, ai princìpi di democrazia e di
libertà?
Qualcuno
dirà: perché la sinistra ha tradito i suoi
stessi principi e valori fondanti. Certo. Ma
questa risposta non ci soddisfa.
Torniamo
alla domanda iniziale: Esiste la lobby ebraica?
Leggendo
le parole di Jeff Blankfort, un ebreo anti-sionista
coerente e coraggioso,[1]
possiamo capire come gli Stati Uniti d’America,
avendo venduto le loro istituzioni parlamentari
alla lobby ebraica, si presentino in Medio
Oriente operando contro quei principi di libertà
e uguaglianza che tanto spesso proclamano essere
i valori fondanti della loro democrazia Certo
gli Stati Uniti sono imperialisti, ma cosa ci
guadagnano dall’essere complici e responsabili
della mancata nascita di uno Stato palestinese,
seppur piccolo e striminzito? Cosa perdono
invece, con la loro incondizionata politica pro-israeliana,
in termini di influenza presso i paesi arabi?
Non sono poi Israele e la lobby ebraica che
spingono gli Stati Uniti contro i popoli arabi?
Cosa ci guadagnano oggi gli Stati Uniti
acconsentendo alla distruzione del Libano? La
lezione dell’11 settembre non sono stati capaci
di capirla bene. Forse perché la lobby ebraica
americana ha impedito che si sviluppasse un
dibattito serio sui frutti di una politica
estera totalmente pro-israeliana. L’imperialismo
americano, pur restando imperialista, avrebbe
tutto da guadagnare da un atteggiamento più
equidistante. Anzi riuscirebbe forse a
perseguire meglio i suoi obiettivi almeno in
relazione ai regimi arabi filo-occidentali che
hanno sempre più difficoltà a gestire le masse
arabe solidali con i palestinesi e fortemente
anti-israeliane e sempre più anche anti-occidentali.
Jeff Blankfort è un ebreo coraggioso perchè
denuncia da tempo, inflessibilmente l’operato e
il potere della lobby ebraica. Oggi, dopo la
guerra in Iraq, le cose stanno cambiando anche
in America. I sionisti continuano ad accusare di
«antisemitismo» che denuncia la lobby ebraica,
ma la loro arma appare ormai spuntata. Due
studiosi americani Mearsheimer e Walt hanno
pubblicato uno studio dettagliato sulla lobby.
Il dibattito è stato aperto, non lo si può più
fermare. Assistiamo al crollo di un tabù, era
ora! C’è voluta la bravata sionista di far
invadere l’Iraq per conto di Israele
all’esercito americano. C’è voluto questa guerra
disastrosa per l’America e ci sono voluti circa
3 000 suoi GIs morti per Israele.
.
In Italia,
esiste la lobby ebraica? Non solo esiste ma è
forte e, fatto grave, non ha oppositori o
persone che ne denunciano la pericolosità. Il
partito Radicale di Pannella-Bonino-Capezzone
prende soldi e ordini da Tel Aviv. Il governo
(con le nostre tasse) gli paga, stupidamente, la
gestione faziosa e sionista di Radio Radicale.
Perché sono tanto interessati a piazzare loro
accoliti in ministeri come gli Esteri, la Difesa,
le Relazioni col Parlamento europeo? Perché non
la Sanità, la Pubblica Istruzione, per esempio?
A parte le considerazioni sulla loro forza
elettorale, è chiaro che a loro interessano quei
ministeri che hanno a che fare con gli Stati
Uniti e Israele. Perché si muovono da destra a
sinistra a seconda delle possibilità di vittoria
dell’uno o l’altro polo? Per entrare comunque al
governo, qualsiasi esso sia, per fare gli
interessi d’Israele.
E veniamo
al Giornale-Partito-Sionista-Italiano “La
Repubblica” dell’ebreo sionista De Benedetti.
Schierato con la sionistra esercita una grande
influenza sul gruppo dirigente DS e in mille
modi ne condiziona la politica e la cultura. É
riuscito a sostituire ‘L’Unità’ come giornale
del partito di maggior peso nell’Unione.
Esercita anche una nefasta influenza culturale
nella società. I DS, non più un partito di
militanti ma un movimento elettorale e
d’opinione, non era più in grado di mantenere in
vita il giornale del partito con le
sottoscrizioni e i festival, per cui hanno
accettato l’offerta di sionizzarsi con De
Benedetti. Il glorioso ‘L’Unità’ di un tempo è
stato dato in gestione ad un altro ebreo
sionista, Furio Colombo, ex-uomo Fiat e amico di
Kissinger, che lo mantiene in vita con i denari
(ancora) di De Benedetti. Responsabile di questa
resa incondizionata è soprattutto Fassino. La
lobby ebraica italiana, come il Partito Radicale,
lavora a destra e a sinistra, sui due tavoli del
potere. Così è riuscita a piazzare Feltri al
giornale ‘Libero’ di Berlusconi, e in più vari
suoi uomini in altri giornali e alla televisione.
Mieli alla direzione del ‘Corriere’, l’infuocata
Fiamma Nierenstein alla ‘Stampa’, Clemente
Mimoun, al TG1, il suo amico Enrico Mentana a
Canale 5. Ci limitiamo ai posti dirigenti, non
accenniamo nemmeno ai semplici giornalisti. La
comunità ebraica italiana conta circa 40 000
membri. C’è una città italiana con una
popolazione di queste dimensioni da cui
provengono tanti direttori di giornali e
telegiornali così importanti? Immaginate tanti
direttori di Media provenienti da Merano (Meran)
e tutti osannanti alla politica austriaca o
tedesca. C’è evidentemente una strategia di
attenzione ai Media italiani da parte della
lobby ebraica italiana (e internazionale). La
stessa strategia risultata vincente in America.
Oggi poi dobbiamo aggiungere Sky (in America:
Fox) del famigerato Rupert Murdoch, australiano
di nascita, ma da madre ebrea e quindi vero
ebreo. Questo amico di Sharon ha avuto un ruolo
mondiale importante nell’orientare l’opinione
pubblica a favore della guerra in Iraq e a
favore di Israele. É uno strumento importante
nella cosiddetta «guerra al terrore» di USA e
Israele, o meglio di USrael. Tutti se la
prendono con gli sciocchi vanitosi uomini
bandiera Ferrara e Fede, nessuno nota le vere
forze vive del sionismo in Italia.
http://www.israelshamir.net/Italian/Mauro1.htm
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