domenica 2 marzo 2014

Antimperialismo o pseudo-marxismo ?, di Stefano Zecchinelli



1. I 'marxisti moderni' ( Sinistra anticapitalista, Lit, Partito marxista-leninista italiano ), anche davanti l'aggressione imperialistica ( perchè di aggressione si tratta ) all'Ucraina, confliggono direttamente con quanto, ad esempio, rivoluzionari come Trotsky avevano detto e fatto.

Le loro tesi ruotano, a seconda delle organizzazioni ( in questo caso farò pochissimi riferimenti e rifletterò solo su un giusto approccio alla questione ucraina ), su due postulati errati: (1) in Ucraina ci sarebbe una rivoluzione popolare passata in mano ad una direzione reazionaria e fascistoide; (2) il conflitto in atto, su scala mondiale, ha una natura inter-imperialistica e gli attori principali sono Usa e Russia. Entrambi questi postulati sono errati e non corrispondo alla realtà come, del resto, il seguito degli eventi testimoniano.

Vediamo, seppur in estrema sintesi, le ragioni di fondo che, a malincuore, ci portano a dire che il ‘moderno marxismo’ ( pseudo-marxismo )spesso ( e malvolentieri ) fa il gioco dell’imperialismo. Sull’Ucraina, in modo telegrafico, segnalo tre punti su cui il lettore è bene che rifletta:

(1) L'Ucraina è uno Stato semi-dipendente che, dopo la disgregazione degli Stati operai deformati, precipitò nella situazione socio-economica propria di una semi-colonia. La difesa della sua indipendenza nazionale - in questo caso consolidata dalla necessità di prendere posizione contro il neofascismo - è sacrosanta. Non pronunciarsi su ciò è del tutto alieno ad ogni seria impostazione antimperialistica.

(2) Trotsky diede, proprio in Ucraina, una grande lezione al populismo di sinistra. Molti 'neo-trotskisti' non ricordano che, subito dopo la Rivoluzione d'Ottobre, in Ucraina si formò un 'movimento reazionario di massa' con tinte, più o meno, anarchiche: il movimento guidato dall'anarchico ( nazionalistario ) Nestor Machno.
Bene, masse o non masse, Trotsky, eroico capo dell'Armata Rossa, non ci pensò due volte a schiacciarlo. Cosa ci insegnarono, in quella occasione, Trotsky e Lenin ? Non conta il carattere di massa ( o popolare ) del movimento di protesta ma, per dirla con Lenin, la direzione strategica delle masse. Se Trotsky schiacciò gli anarchici ucraini come mai oggi la Lit ( in Italia il Partito dell'alternativa comunista ) chiude gli occhi davanti i criminali ed assassini di Svoboda ?

(3) La Russia non è un paese imperialistico. Come disse Lenin: guardiamo la concentrazione dei monopoli. Putin è un oligarca ( di destra, da avversare politicamente sul terreno della lotta popolare ) ma lo stadio della 'espansione neocoloniale' la Russia non l'ha raggiunto. Una cosa è la critica politica, un'altra il sentimentalismo e gli slogan. Un marxista, sulla base di ciò, ha il dovere di valutare anche il riposizionamento geopolitico della Russia distinguendo le questioni politiche ( e quindi le alleanze con il nemico di classe proprio del campismo ) da quelle militari ( ed il fronte unico militare non è collusione politica ).

Ai 'neo-trotskisti', quindi, proprio su questo ultimo punto, ricorderei questa presa di posizione di Bordiga sul fondatore dell'Armata Rossa:

'Trotzky può essere stato tra i fautori della tesi: nei grandi conflitti della storia, che tutto incendiando antecedono tuttavia quello proprio del nostro programma, noi possiamo dover scegliere, restando dialetticamente noi stessi, una delle due posizioni. Ma indubbiamente accompagnò a questa un'altra tesi: giammai potremmo scegliere la parte dove sta l'Inghilterra! Il marxismo non è codificato in versetti; dove il suo fondatore scrisse nel 1867 Inghilterra dobbiamo nel 1949 leggere Stati Uniti d'America' ( Amadeo Bordiga, United States of Europa, Da "Prometeo" n. 14 del 1950 )

Possiamo e dobbiamo rivendicare l'adesione al marxismo rivoluzionario ma, in questa circostanza, appoggiare militarmente la Russia. Traiamo le conclusione e spieghiamo, in chiusura, anche questa affermazione.

2. Per iniziare rilevo questi due gravi errori di metodo: (1) la struttura socio-economica dell’Ucraina non viene per niente analizzata da questi compagni ( alcuni anche preparati ed in buona fede ma frettolosi ed ingenui nelle analisi ), questo spinge chi commette tale svarione a sottovalutare l’importanza della lotta, ora attuale, per la democrazia e contro il fascismo in termini – questo è importante – di agibilità politica per le sinistre ed i comunisti ( ricordiamo che Trotsky, fin dal 1925, disse ‘il fascismo deve distruggere la democrazia’ ); (2) la provenienza sociale ( base sociale ) dei movimenti viene rimossa in nome di slogan su improbabili rivoluzioni. Era chiaro fin da subito che il movimento anti-governativo ucraino avesse una natura sociale piccolo borghese; come spesso accade è l’oligarchia che scaglia la rabbia dei ceti medi contro la classe operaia ed il popolo. 

Non è una testimonianza eloquente quello che è successo con i neonazisti a capo di bottegai impazziti che prendevano di mira le statue di Lenin e le sedi del Partito comunista ucraino ? Non vedere ciò significa avvallare la disinformazione dell’imperialismo.

La realtà è che l’imperialismo Usa in Ucraina ha centrato due obiettivi in un colpo solo: (1) ha aperto la via al dilagare di una ideologia sciovinistica, anti-popolare ed anti-operaia. Questa sarà l’anticamera dell’applicazione delle ricette neoliberiste del Fondo Monetario Internazionale. (2) ha rovesciato la borghesia burocratica filo-russa al potere ( tramite legittime elezione, anche questo va detto ). Altro che rivoluzione, qui è in atto una vera e propria tragedia in pieno stile pinochetista !

Le domande che faccio che smontare le tesi degli pseudo-marxisti sono queste: valutati i rapporti di forza, su scala mondiale, il popolo e la sinistra ucraina hanno maggiore agibilità politica sotto il fascismo della NATO o nella sfera di influenza russa che per ora esclude la soffocante presa imperialistica ( presa imperialistica che con gli Usa ha sempre assunto i colori dell'hitlerismo ) ? E se anche fosse uno scontro inter-imperialistico come rimuovere il fatto che un blocco imperialistico ( che non fa capo alla Russia ) minaccia di instaurare un regime fascista ( appunto, la mia prima domanda assume maggior peso ) ? Non fu forse Trotsky quello che disse 'pur di combattere il fascismo sarei disposto anche ad allearmi col diavolo'. ( questa domanda la sottolineo perché mi sembra di particolare importanza e credo che maggiormente faccia emergere le contraddizioni dei ‘neo-trotskisti’ ).

Questi antimperialisti sbadati dimenticano che essendo gli Usa ( insieme ad Israele ) il maggior paese imperialistico, gli yankee, interverrano in qualsiasi parte del mondo per distruggere autentiche rivoluzioni in corso. Se in Ucraina, infatti, intervengono per questioni geostrategiche, in Venezuela intervengono per fermare un autentico processo rivoluzionario democratico ed antimperialista. Scindere questi due fattori ( come ha fatto ingenuamente Antonio Moscato ) è segno di scarsa lungimiranza.

La parola d'ordine in questa fase deve essere questa: combattiamo per una Ucraina sovrana ed antifascista fuori dalla sfera di influenza dell'imperialismo occidentale. Rimuovere la contaddizione principale, quindi la minaccia derivante dalla alleanza atlantismo-neofascismo, significa cadere in una superficialità che di certo non appartiene a Trotsky ed alla sua opera di grande teorico marxista.

In questo caso, penso, che le critiche autenticamente marxiste da muovere siano queste, critiche che servono a tracciare una linea di demarcazione fra il vero antimperialismo ed approcci che non valutano per nulla, in modo concreto, il conflitto in corso.

Stefano Zecchinelli

1 commento:

  1. E cosa cazzo vuoi commentare a questo delirio di merda bolscevico, rosso fascista?

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