sabato 4 dicembre 2021

Chi è il nemico di classe?, di Federico Giusti e Stefano Zecchinelli



Sembra quasi che il nemico di classe per buona parte della sinistra antagonista non siano i padroni, lo sfruttamento capitalista, la devastazione ambientale e il capitalismo della sorveglianza, ma il movimento No Green Pass.

La prima giustificazione addotta è quella mainstream (Giornalisti comprati, come li definiva l’analista tedesco UdoUlfkotte) che accomuna i No Green Pass ad una galassia di clerico-fascisti e antiscientisti ‘’nemici del progresso’’. Basterebbe aver frequentato qualche corteo No Green Pass per confutare questa tesi: la partecipazione è eterogenea, mai monolitica (o mono-classista) con tanti lavoratori e lavoratrici, una composizione sociale difficile da decodificare sulla quale si sono precipitati i media di destra alla ricerca di qualche bandiera a legittimazione della critica al Governo Draghi da loro stessi sostenuto. 

Forse sarebbe utile leggere la storia in modo anti-dogmatico per comprendere in che modo il fascismo storico abbia costruito il suo consenso in consistenti settori del proletariato sfiduciati e abbandonati dalla sinistra, la storia, del resto, segue mai un copione predefinito; pensare di leggere i fatti odierni con gli stessi schemi del passato andrebbe a configurare una autentica tragedia.

Prendiamo ad esempio il fronte globalista sponsorizzato dall'ANPI il quale rimuove la centralità della duplice rivendicazione sovranità economica e indipendenza nazionale: una variante radicale del sovranismo intenso come pubblicizzazione dei servizi e socializzazione dei beni comuni snaturati dalla logica del profitto.

Una delle risposte più gettonate è quella che a Cuba i vaccini sono obbligatori dimenticando che noi viviamo in una nazione a capitalismo senile (cit. SamirAmin) dove al potere non ci sono gli eredi della lotta contro la dittatura di Batista, magli apologeti del neoliberismo; del resto il Socialismo cubano ha investito nella ricerca autoctona spezzando l’indipendenza tecnologica (soprattutto a riguardo delle nuove tecnologie) con le centrali di comando del capitalismo occidentale denominate da diversi analisti strategici (fra cui il Premio Pulitzer Glenn Greenwald) Big Tech. L’attuale centro-sinistra è una proiezione delle corporazioni globali che manipolazione le notizie, costruiscono il consenso e reinventano il dissenso attraverso autentiche operazioni ‘’falsa bandiera’’: es. il M5S, un movimento politico anticomunista, legato alle centrali di comando della City di Londra. Una ‘’sinistra’’ inutile. 

La fede nello Stato è da tempo entrata in crisi. Oggi i partiti registrano il minimo degli iscritti dal dopoguerra e l’iscrizione al sindacato diventa una scelta obbligata per la denuncia dei redditi o per frequentare dei corsi di orientamento e formazione, è cresciuta la sfiducia dei settori popolari verso Governi e forze di opposizione che non hanno mai affrontato le problematiche dirimenti per restituire dignità alle nostre esistenze. In 40 anni hanno falcidiato il potere di acquisto, innalzato l'età pensionabile e precarizzato lavoro ed esistenze; non abbiamo lo stesso accesso ai servizi universali come dimostra la crisi della sanità pubblica sottomessa da anni di tagli e privatizzazioni, con tante Regioni che preferiscono affidare cure e salute ai laboratori privati.  

Il fascismo e il nazismo svolsero un ruolo fondamentale per bloccare la Rivoluzione proletaria in Europa, ma per anni riscossero attraverso la mistica della violenza successo fra i settori arretrati della classe operaia la quale divenne ‘’carne da cannone’’ nel secondo conflitto mondiale, una vorace guerra di sterminio e conquista neocoloniale contro l’URSS, una guerra sporca applaudita dai settori più retrogradi della borghesia imperialista USA.

Torniamo alla crisi pandemica. Non saremo certo noi a negare la centralità della Scienza (Gramsci era solito contraddistinguere la ‘’scienza padronale’’ dalla Scienza con la ‘’s’’ maiuscola) e della Medicina; il vaccino rappresenta una risposta al virus, ciononostante continua a palesare contraddittorie reazioni avverse. I virologi trasformati in star televisive non sempre hanno svolto un ruolo propositivo, si sono concentrati sulla vaccinazione a tappeto dimenticando il diritto alla cura.

Qual è la ragione che ha spinto migliaia di cittadini a rifiutare i vaccini mRNA? Le ragioni sono molteplici, non mancano fondamentalismi anti-scientifici che negano perfino l'evidenza dei fatti dentro quella brodaglia di (pseudo)cultura reazionaria la quale rifiuta le modernizzazioni, ciononostante esistono anche altre motivazioni, prima tra tutte la sfiducia verso la gestione militarizzata dell’emergenza sanitaria. 

La diffidenza è la stessa che guarda con sospetto ogni ricetta economica e sociale per superare le crisi, veniamo da anni di neoliberismo che hanno affamato interi popoli e impoverito classe operaia e ceti medi. Le ricette anti-pandemiche sembrano studiate per soddisfare la richiesta di ripartenza dell'economia capitalistica piuttosto che affrontare risolutamente la pandemia, poi c'è anche l'indubbio ruolo del Big Pharma e dei potentati economici in campo sanitario.

La sinistra ‘’ex radicale’’ viene da anni di sconfitte perché estranea al sentire comune delle classi popolari, è la sinistra zombie (cit. Diana Johnstone) che non sa parlare nei quartieri popolari e quando lo fa risulta invisa per approccio, linguaggi paternalisti e incapacità di ascolto. 

Poi c'è una indubbia sottovalutazione del capitalismo della sorveglianza e dei suoi strumenti di controllo che all'occorrenza alimentano isolamento, segregazione e criminalizzazione degli oppositori ricorrendo anche alla violenza, allo stato di eccezione e al carcere. In questi due anni i super-ricchi sono diventati ancora più ricchi e diversi settori del proletariato globalizzato espulsi dai processi produttivi, un abnorme sottoproletariato alimenta le fila delle Caritas, dai nuovi dannati del lavoro ai nuovissimi dannati della terra provenienti da paesi lontani. 

Il totalitarismo neoliberista si manifesta con modalità complesse; invece di accrescere la spesa sanitaria questa viene diminuita occultando i dati, i non vaccinati diventano capri espiatori per giustificare le inefficienze della sanità pubblica da parte di chi continua a foraggiare quella privata. Questo totalitarismo è il medesimo che licenzia i lavoratori e de-localizza la produzione, riduce lo stato sociale e presenta i destinatari del reddito di cittadinanza come degli approfittatori sociali.

Se la sinistra diventa sostenitrice dello Stato di eccezione, non siamo in presenza dello snaturamento del ruolo della stessa? Agli occhi degli osservatori, questo stato di cose non regala le masse alla propaganda della destra la quale mentre sostiene Draghi critica incoerentemente il green pass promosso dalla lobby progressista?

Pandemia, sieri genici, Green pass, mancati tamponi gratuiti nei luoghi di lavoro per tracciare i contagi (nella logica del risparmio) sono i primi passi di una grande ristrutturazione dei rapporti tra le classi e di quelli geo-politici. L’Elite di Davos sta preparando il terreno alla guerra multidimensionale di quarta generazione contro la Federazione Russa e la Repubblica popolare cinese; la ‘’sinistra’’ riandrà in guerra coi neocons ‘’yankee’’ accettando il passaggio dal ‘’conflitto interno ‘’ all’ostilità globalizzata?

Se mancano i posti negli ospedali o in terapia intensiva non è colpa dei non vaccinati ammalatisi di Covid-19, ma di chi ha distrutto negli ultimi quarant’anni la sanità pubblica, riducendo il Welfare State italiano in una statolatria globalista, totalmente inefficiente in quanto appendice neocoloniale anglo-statunitense: dal Welfare State al War State, la sinistra invertebrata (cit. Perry Anderson) agli ordini della NATO e della lobby della destra israeliana.

In questi due anni le responsabilità nella gestione fallimentare della pandemia non sono mai state cercate; la magistratura focalizza l'attenzione sullo scandalo mascherine invece di capire la ragione per la quale in Italia non ci fosse alcun produttore di dpi. S’è operato in modo autoritario, dogmatico, censorio, l’informazione è stata manipolata regalando ogni forma di dissenso a una sorta di teatrino della irrazionalità antiscientifica, si sono esacerbati gli animi reinventando un capro espiatorio verso il quale indirizzare l’odio pubblico: 1984 2.0. Nel paese esiste una spaccatura sociale insanabile di cui il rifiuto del Green pass è solo una delle tante espressioni. L’establishment ha costruito artificialmente una grande unità nazionale a favore dei vaccini senza dare risposte su cosa stiano facendo dei beni comuni, della sanità, del diritto alla salute e dell’istruzione. Un’ultima domanda: perché non sono stati adottati i vaccini non occidentali, ben più efficaci, prodotti da Russia, Cina e Cuba? Oltre ad essere anti-proletaria, l’attuale sinistra è perfino razzista e eurocentrica. 

Per molti attivisti anticapitalisti il Green pass è un’arma di distrazione di massa, nonostante ciò la realtà è diversa: la distrazione di massa è data dalla sottovalutazione di cosa sia oggi il ‘’foglio verde’’ e su come venga gestito nella Colonia Italia lo stato d’eccezione fortemente richiesto dalla NATO, il ruolo ricoperto dai sindacati e dai partiti, i meccanismi di controllo e repressione sempre più forti e diffusi.

https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/2021/12/ma-chi-e-il-nemico-di-classe.html?spref=fb&fbclid=IwAR07or4FrKCb5APo8WNtHpHxzc9yuHFtDirH8Ta3KCSH8rx1Gz4TPBLzg9M

mercoledì 29 gennaio 2020

Ecco chi è davvero il “giornalista” Mattia Salvia, di Feliks

Uno spettro si aggira per la rete, lo spettro dei falsi amici. Molto spesso persone che non condividono le nostre idee, i nostri scopi, la nostra posizione di classe si trovano a condividere con noi il linguaggio, o per mero opportunismo o per la necessità di inserirsi nel nostro discorso per corromperlo. Questi tentativi di entrata avvengono con una certa ciclicità, ogni qual volta gli schieramenti si fanno più chiari, per intorbidire le acque, portare confusione e soprattutto spaccare il campo degli alleati.
Oggi vogliamo parlare di un personaggio semisconosciuto, la cui figura però manifesta emblematicamente tutta l'ambiguità di cui sono capaci i “falsi amici”. Questo personaggio è un giovane giornalista italiano che si fa chiamare Mattia “Salvia” (che però è il suo cognome materno, e non quello reale, che comunque ci premureremo di segnalarvi in breve tempo).
Malgrado questa persona, per sua stessa ammissione, non fosse un “compagno” ma sia stato vicino, per sua stessa ammissione, al partito di Oscar Giannino, in questo periodo ha iniziato a pontificare dal suo account twitter e sulle riviste online. Sul suo account di twitter, dopo questa inversione madornale, campeggiava una celebre citazione di Marx con la dicitura “intellettuale marxista”, ad oggi un semplice aggettivo: “antimperialista”.
Come scriveva Mao, è un bene che anche i nostri avversari utilizzino le nostre parole d'ordine, perché dimostrano che stiamo vincendo. Non di meno è stato lo stesso Mao a spiegarci l'importanza dell'eliminazione dalle nostre fila della purulenta piaga dell'infiltrazione, specialmente quando può rovinare con le sue pseudo-ideologie il nostro lavoro teorico di anni, che è costato ai veri comunisti e ai veri antimperialisti impegno e sacrificio.
Mattia Salvia, mentre su twitter si atteggia da sedicente antimperialista, nella realtà è una penna degli organi di stampa del grande capitale statunitense. Ha collaborato strettamente alle redazioni di Vice e Wired, due testate di altrettanti colossi economici americani, impegnate costantemente nella diffamazione dei paesi indipendenti e della causa dei lavoratori. Ad oggi collabora con Rolling Stones, la rivista che ha infamemente infierito sulla Cina socialista in questi giorni in cui è stata colpita dall'epidemia di coronavirus: https://twitter.com/RollingStoneita/status/1222216414909685761
Mattia “Salvia” non è mai stato alle nostre manifestazioni, non è mai stato alle nostre conferenze, non ha mai parteggiato per i paesi sotto l'attacco dell'imperialismo internazionale. Mentre su twitter e sui suoi articoli costruisce la sua contraddittoria e delirante pseudo-ideologia che da in pasto agli imbecilli, noi ci siamo premurati di raccogliere un po' di dichiarazioni dello stesso “Salvia”, così da evidenziare come la nostra memoria è lunga, e i compagni non dimenticano.

Qui una breve cronostoria delle dichiarazioni imbarazzanti del Salvia, utili per tutti coloro che ancora non lo conoscono:

1.      Nel 2014 scrive un articolo sulla piattaforma di pubblicazione online Medium dal titolo “Lettera aperta a chi svolge lavori creativi e si sente sfruttato”, in cui impreca contro l'atteggiamento a suo avviso remissivo dei lavoratori precari che contestano di non essere pagati o di essere sottopagati, scrivendo così: «ad un osservatore esterno potrebbe sembrare che tu ritenga un tuo diritto inalienabile essere pagato per svolgere lavori che altre persone sono disposte a fare gratis […]. Finché continuerai a considerare il tuo lavoro in questo modo nessuno ti darà un soldo, e faranno bene». L'articolo è stato da lui cancellato, ma il blog Pensieri di una Precaria riporta una dettagliata risposta con stralci del testo: https://pensieridiunastagista.wordpress.com/2014/01/16/lettera-aperta-a-mattia-salvia/

2.      In un articolo del 2015, in cui per la prima volta scriveva del Donbass, egli ridicolizzò il partigiano Mozgovoy, dicendo che “si definiva socialista e antifascista”. Link: https://www.vice.com/it/article/vd5adx/soldato-italiano-arrestato-ucraina-045

3.      Nel 2016 pubblica un articolo con il resoconto del viaggio di un suo amico in Corea del Nord, dove il paese socialista viene a più riprese attaccato, e si parla addirittura di «revisionismo storico» che il paese asiatico applicherebbe nei confronti della Guerra di Corea. Link: https://www.vice.com/it/article/exjj9z/viaggio-italiano-corea-del-nord

4.      Nello stesso anno scrive un articolo sulle proteste anti-Trump dove però ne approfitta per mettere in chiaro come qualsiasi tipo di ricerca di responsabilità di Soros dietro eventi come le rivoluzioni colorate sarebbe sa paragonarsi alle teorie del “complotto pluto-giudaico-massonico”. Link: https://www.vice.com/it/article/9beew5/bufala-proteste-anti-trump-finanziate-soros

5.      Aggiungiamo come egli ritenga l'imbarazzante figura del rapper “Bello Figo Gu” uno dei simboli che la sinistra dovrebbe adottare. Link: https://www.vice.com/it/article/kbbq3z/bello-figo-gu-chi-e-analisi 

6.      Un anno dopo, nel 2017, torna sulla figura di Soros, definendolo “un filantropo”, etichettando nuovamente le critiche nei suoi confronti come complottismo, addirittura citando lo stesso finanziere che si difendeva dalle accuse spiegando che erano frutto di un presunto antisemitismo. Link: https://www.vice.com/it/article/9aewge/soros-ossessione-dei-complottisti-italiani 

7.      In un altro articolo contro i rossobruni sempre del 2017, Salvia irride l'”antimperialismo” dell'appoggio alla Siria socialista o alle Repubbliche Popolari del Donbass, citando anche il celebre giornalista ucraino filo-americano Anton Shekhovtsov. Link: https://www.vice.com/it/article/mbjp93/populismo-sovranita-e-meme-su-putin-nella-testa-dei-rossobruni-italiani

8.      Nel 2017 scrive un infame articolo dove infanga la memoria del rivoluzionario e vero antimperialista Mugabe. Link: https://www.vice.com/it/article/d3d9wx/un-paio-di-cose-strane-che-forse-non-sapevi-sul-dittatore-dello-zimbabwe 

9.      Ovviamente nel 2018 non è mancato l'appoggio al Free Syrian Army da parte del Salvia, contro tutti i “presunti antimperialisti” (sic!) che stavano dalla parte di Assad contro il “presunto complotto internazionale” (sic! 2). La giustificazione del “Salvia” è che la brigata in questione sia stata formata da presunti “comunisti” rinnegati. Link: https://www.esquire.com/it/news/attualita/a23112611/ribelli-in-siria/

10.  In un articolo sulle proteste di Hong Kong del 2019, scritto con un tono apparentemente equidistante, il Salvia scrive come le proteste di Hong Kong sarebbero derivate da una difficile situazione economica dei suoi abitanti, e che l'idea secondo cui siano “l'ennesima rivoluzione colorata” è mera narrativa filocinese. Link: https://www.wired.it/attualita/politica/2019/08/31/hong-kong-proteste-reportage/ 

11.  Gli stessi manifestanti cinesi sono poi stati definiti dallo stesso “Salvia” come gli eroi di un nuovo Sessantotto. Link: https://www.rollingstone.it/politica/la-protesta-degli-studenti-di-hong-kong-e-il-nuovo-68/487132/ 

12.  Sempre nel 2019 scrive un articolo dal titolo funebre di “La sinistra riparta dalla catacombe” dove definisce il governo chavista venezuelano come “un late stage burocratizzato del chavismo sotto il fuoco costante di critiche sia da destra che dalla sua sinistra, che per un mix di incompetenza e corruzione”, definendo Assad ancora una volta una “cattiva compagnia” del Venezuela. Link: https://not.neroeditions.com/la-sinistra-riparta-dalle-catacombe/


E la lista potrebbe continuare. Contiamo di tenerla aggiornata.
Come Mattia Salvia riesca a conciliare il suo autoproclamato “antimperialismo” con le sue vergognose affermazioni non ci è dato saperlo. Che c'entri qualcosa questo suo post su twitter, datato 7 settembre 2018 in cui chiedeva a ING Direct come mai non riuscisse ad incassare assegni americani in dollari? Link: https://twitter.com/mttslv/status/1038037596465782784

lunedì 11 novembre 2019

Dissecting Identity Politics with Gilad Atzmon

Tonight's get we have world renowned jazz musician, author, and political activist Gilad Aztmon joining us to dissect and examine identity politics. We will focus mainly on the Jewish Identity which he has been a huge critic of. This will naturally segue into Zionism, Israel, and other relevant topics.

Chris Hedges on "Israel's War on American Universities" Full Event

Raw Footage: Chris Hedges Speaks in Support of the Now Banned Students for Justice in Palestine Chapter at Northeastern University

First they came for Assange: Yanis Varoufakis & Srećko Horvat, Bozar, Brussels, June 2016 | DiEM25

As part of a unique global event "First they came for Assange..." which on the 19th of June 2016 simultaneously took place in 14 cities worldwide, Brussels' Theatre Bozar marked the 4th anniversary of Julian Assange's political asylum at the Ecuadorian Embassy in London. Join us in this exciting discussion between Greece's former minister of finance Yanis Varoufakis and Croatian philosopher Srećko Horvat, founders of the Democracy in Europe Movement (DiEM25), on the importance on whistleblowers, transparency and democracy, moderated by Lautrent de Sutter. For more info visit: www.freeassangenow.org

Nel segno dell’odio buonista ----- MIGRANTI KALERGI O MIGRANTI ONU? ----- Migrazioni, chi ci guadagna, chi ci rimette, di Fulvio Grimaldi




A forza di una costante concentrazione della proprietà fondiaria  immobiliare, l’Irlanda invia il suo surplus sul mercato del lavoro inglese e così spinge verso il basso i salari e deprime la posizione materiale e morale della classe operaia inglese. Ogni settore industriale e commerciale in Inghilterra registra oggi una classe operaia divisa in due campi ostili, proletari inglesi e proletari irlandesi. Questo antagonismo è alimentato artificialmente dalla stampa, dal clero, dai vignettisti, insomma da tutti i mezzi a disposizione della classe dirigente. Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe lavoratrice inglese ed è il segreto grazie al quale i capitalisti mantengono il loro potere…. E impediscono l’indipendenza dell’Irlanda…” (Karl Marx, lettera a Sigfried Meyer, 1870)

Sostituite, nel testo di Marx, a Irlanda, Africa o Bangladesh e, a Inghilterra, Europa, o meglio, Italia e siete in piena attualità.

Accoglienza senza se e senza ma. Come detta il Deep State
Ci bombarda peggio che Dresda, da anni, la forsennata campagna a favore dell’accoglienza senza se e senza ma e quella di feroce virulenza (altro che “odio”) contro chi la considera una minaccia ai paesi di partenza come a quelli di arrivo. “il manifesto” ne è la fastidiosissima mosca cocchiera di tutte le italiote voci del guerrafondaio e globalista Governo Parallelo Usa, o Stato Profondo, quello che politicamente si esprime nel Partito Democratico. In un numero recente, per trequarti dedicato alla questione, rovescia vituperi contro coloro che vedono una nazione “corrotta dalla teoria del gender e alla soglia di una sostituzione etnica ordita da burattinai internazionali (George Soros naturalmente)”. Tra questi reprobi da Nono Cerchio dantesco (Traditori) ci troviamo dannati anche noi. Noi che riteniamo abietto il percorso forzato della partenza dal paese, migrazione, accoglienza e dispersione a raccogliere pomidori, dirigere spaccio di droga e prostituzione, sderenarsi per Amazon, chiedere mezzo euro sul marciapiede. Tutto per fare dumping su condizioni e diritti dei lavoratori tutti, creando al contempo il sempiterno diversivo capitalista della guerra tra poveri.

Terrapiattisti e altri complottisti


Vorrei evitare di essere subito bruciato come terrapiattista, che non sono, o visionario di scie chimiche, di cui non so, o negatore dello sbarco sulla Luna, su cui rifletto (vedi il destabilizzante documentario di Massimo Mazzucco), o addirittura come assertore di attentati autogestiti da coloro che ad altri li attribuiscono, che rivendico di essere, con vasta logica e conoscenza di causa. Quindi non mi rifarò alle teorie di Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1894-1972) e al piano per sostituire agli europei masse di africani ed asiatici, sotto il ferro dominio di un’élite aristocratico-ebraica, chiamato sostituzione di popoli. Basterebbe il richiamo al parallelo tra quel piano e quanto sta accadendo in questi decenni e alla forzosa omologazione di tutte le identità storiche e culturali (Pasolini), promossa con rabbioso accanimento dalle stesse forze legate al globalismo di cui sopra, per finire ai ceppi in cui già si dibattono tanti “complottisti”. Anche per merito del giustiziere di sistema Umberto Eco (Il Pendolo di Foucault). Gente, per dire, che si va chiedendo (cosa politicamente scorretta) con quali mezzi indecifrabili (o piuttosto indecifrati) una consorteria di pochissimi riesca a metterla sistematicamente in quel posto ai tantissimi.

Per schivarne condanna ed esecuzione ho però un argomento formidabile a cui far riferimento: l’ONU. Già, proprio quell’organismo supremo  della collaborazione tra i 193 Stati del mondo (essenzialmente tra cinque, gli altri fanno scena). Ebbene, pensate come si scapoccerebbero coloro che brandiscono il lanciafiamme contro i complottisti alla Kalergi, se scoprissero che perfino l’ente supremo, l’organo che dirime, pacifica, concilia, rende giustizia e verità, la pensa, anzi la fa, come il vituperato austriaco? L’organismo i cui Caschi Blu stanno a guardia dei terroristi Hezbollah in Libano, sovrintendono acchè nessuno si faccia male in Somalia o Kashmir, fa in modo che masse di facinorosi ad Haiti non sovvertano l’ordine costituitovi dai Clinton. Insomma quell’ONU, la cui esistenza ci assicura quel poco di equità, democrazia e libertà che i cattivi hanno concesso ai popoli.


Ce lo chiede l’ONU
Un rapporto ufficiale emanato dell’ONU, Divisione Popolazioni e Dipartimento degli Affari Economici e Sociali, il 16 marzo 2000, e di cui si raccomanda l’adozione-implementazione da parte degli Stati, si intitola “Migrazione di sostituzione, è la soluzione per popolazioni declinanti e invecchianti?” E risponde: “La migrazione di rimpiazzamento (Replacement Migration) è la migrazione internazionale che a un paese occorrerebbe per prevenire il declino e l’invecchiamento che risultino da bassa fertilità e alta mortalità”. Poi, azzardando fantasiose, ma forse strumentali previsioni, secondo cui entro il 2050 tutti i popoli europei decadranno biologicamente, cioè avvizzeranno e ammuffiranno, essi perderanno tra un quarto e un terzo della popolazione. L’Italia perderà, in termini relativi, il 28% della sua popolazione tra il 1995 e il 2050; l’età media salirà dagli attuali 41 a ben 53 anni e ci sarà il dimezzamento delle persone in età lavorativa in grado di sostenere quelle anziane. Catastrofe! Che fare? Ecco cosa dice l’ONU:

Il declino delle popolazioni è inevitabile in mancanza di migrazione di sostituzione. La fertilità potrebbe aumentare nei prossimi anni, ma, non essendo previste dal rapporto misure sociali – quando mai - per passare dall’austerity che impoverisce, dal 5G che sterilizza i maschi, all’eguaglianza nella distribuzione della ricchezza, delle case, del lavoro e degli asili nido e a un ambiente che non decima la gente, questo non si verificherà. Di conseguenza sarà necessaria, per evitare questo declino, una certa misura di immigrazione.

O migranti o morte

Tuttavia, il numero di migranti che occorrono per salvarci sarà considerevolmente più elevato di quanto finora previsto, in particolare per sostituire la popolazione in età lavorativa. Manco l’avesse letto a colazione, la scorsa mattina la Confindustria, in affanno per mancanza di lavoratori e abbondanza di offerta fornita dalla nostra esuberante crescita, ha dichiarato: “Servono più migranti!”. Vale soprattutto per l’Italia, a cui necessita, secondo il rapporto ONU, che nel 2050 fosse di immigrati il 39% della popolazione, con un ritmo, dal 1995, di 6.500 almeno all’anno per milione di autoctoni. Chi l’avrebbe detto… Mentre chi ha bisogno di molto meno, sono gli Stati Uniti, appena 1.300 per milione. Chi l’avrebbe detto…..


Ufficializzato, riscattato alla democrazia e solennizzato dall’ONU il fin qui famigerato “Piano Kalergi” non ci resta che aspettare con una certa soddisfazione che dal “manifesto” e da Orfini, Zanotelli, Bergoglio in su, tutti riconoscano che il detestato piano ha avuto l’altissimo riconoscimento dall’organismo universale in cui tutti ci riconosciamo. A noi non rimane che attirare lo sguardo sui mezzi e metodi con i quali l’Occidente della democrazia e del diritto internazionale si adopera coscienziosamente per facilitare il piano, ormai legittimato  in altissimo loco.

Indebitare per far emigrare
Prescindiamo da coloro che, provenendo da Siria, Afghanistan, Asia Occidentale, Somalia, Yemen, Libia, fuggono dalle bombe, spesso prodotte in Europa, o dalle sanzioni affamatrici, tutte inflitte dall’Occidente. Se chiedete ai migranti per quale motivo hanno affrontato l’abbandono della propria comunità, patria, famiglia, storia, identità e poi, in barca, l’appuntamento con la nave dell’Organizzazione Governativa, ma privata, per infine farsi maltrattare e sfruttare a sangue in Italia, uno su uno risponderà: “Ho pensato a mio padre e a mia madre, ai miei fratelli grandi e piccoli. Ecco perché il deserto, il mare, l’Europala schiavitù”.



Un’inchiesta dell’ONU ha accertato che, a dispetto dei 10 euro al giorno sui campi, il 97% degli africani accetterebbe il rischio di ripetere il viaggio. Anche a dispetto dell’inestinguibile dolore per le perdite che l’abbandono provoca. Abbandono che l’Europa, o piuttosto il suo sistema economico colonialista, impongono. Con le O(N)G che blandiscono i partenti e convogliano nella semischiavitù gli arrivati? Non solo. Non soprattutto. Il rapporto UNDP ci dice anche che il 58% dei migranti africani a casa aveva un impiego e guadagnava discretamente, o stava a scuola. Ciò che li ha convinti a partire, a parte i missionari di ogni risma, era l’insicurezza dei propri paesi e l’idea che altrove avrebbero guadagnato di più. Le loro famiglie si erano svenate per tirarli su e, perciò, il 78% degli immigrati manda soldi a casa. Così l’Africa sub-sahariana riceve oggi più valuta estera da queste rimesse, che non da investimenti stranieri. Nel 2018 le rimesse furono di 48 miliardi di dollari, il 10% in più dell’anno prima.

Debito, il motore dell’emigrazione
All’origine, la finanza occidentale. Quella che, attraverso gli industriali, invoca più migranti. Nel periodo della decolonizzazione, l’Africa, depredata delle sue ricchezze dal colonialismo occidentale, ha dovuto indebitarsi pesantemente per avviare un minimo di sviluppo. Ricchi fondi, ma grazie alla manipolazione del debito denominato in dollari dal LIBOR (tasso di credito interbancario di Londra) e ai tassi d’interesse usurai del Tesoro Usa, si avvia un periodo di austerità e sofferenza. Non ci si può illudere di pagare, o anche solo ridurre il debito, nella misura in cui le multinazionali continuano a rubare le risorse africane, senza neppure essere sottoposti a un minimo decente di tasse. Nel 2014 si verifica lo shock dei prezzi delle materie prime e la crisi del debito si aggrava. Secondo la Banca Mondiale, metà dei 54 Stati americani lottano con un rapporto debito-PIL di oltre il 60%. Il debito privato ammontava a 110 miliardi nel 2017. Aggiungi al debito e al collasso economico-sociale che comporta la crisi climatica, dall’Occidente provocata, e, di più, il furto di terra dell’agrobusiness, è capirai perché l’Occidente capitalista non abbia mai abbandonato il progetto di ripristinare la schiavitù e cancellare quanto ha dovuto concedere ai propri subordinati nel corso di due secoli.


Senza odio niente buonismo
Conseguenza di tutto questo, un generale degrado della situazione sociale, con la caduta dei livelli di istruzione e salute e il mancato accesso al credito per le medie e piccole imprese, vitali per la sopravvivenza della società. Da cui milioni di persone alla ricerca di migliori occasioni di guadagno, famiglie e interi paesi che sopravvivono a stento grazie alle rimesse degli emigrati. Sono l’elemento strutturale del sistema finanziario colonialcapitalista al suo interno e all’esterno. Ne prosperano trafficanti, traghettatori, caporali, Grande Distribuzione, industriali e tutti coloro che si definiscono “umanitari”. Il povero richiama la tua colpa. Lo devi per forza odiare. Il buonismo dell’accoglienza è la massima espressione dell’odio. Per Kalergi e la sua derivazione ONU non poteva andar meglio: una società di mescolati senza retroterra e quindi senza nome e senza futuro, al comando di un’élite, oggi oltre tutto dotata di incommensurabili poteri di sorveglianza, convinzione, punizione, con in mano il mondo e un futuro grosso così perché ci ha messo dentro anche quello rubato.


Quando a noi, l’ultima trovata per africanizzarci eccola qua: abolizione del contante e botte Chi esercita odio? Chi è razzista?