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lunedì 11 novembre 2019

First they came for Assange: Yanis Varoufakis & Srećko Horvat, Bozar, Brussels, June 2016 | DiEM25

As part of a unique global event "First they came for Assange..." which on the 19th of June 2016 simultaneously took place in 14 cities worldwide, Brussels' Theatre Bozar marked the 4th anniversary of Julian Assange's political asylum at the Ecuadorian Embassy in London. Join us in this exciting discussion between Greece's former minister of finance Yanis Varoufakis and Croatian philosopher Srećko Horvat, founders of the Democracy in Europe Movement (DiEM25), on the importance on whistleblowers, transparency and democracy, moderated by Lautrent de Sutter. For more info visit: www.freeassangenow.org

sabato 29 dicembre 2018

Solidarietà con Diego Siragusa, di Lamberto Consani

Che FB sia uno strumento per il CONTROLLO e la MANIPOLAZIONE è ormai assodato e non credo vi sia bisogno di ULTERIORI PROVE in merito ma che dopo aver subito per TRE VOLTE in tre mesi il blocco dell’account se ne subisca, come se non bastasse, un’altro ancora e che, alla scadenza di quest’ultimo (il 27 dicembre) se ne subisca, dopo poche ore (si,avete capito bene, ho detto ORE non GIORNI), un’ennesimo (per aver pubblicato, TRE ANNI FA, un post ritraente un Babbo Natale palestinese contro il quale gli israeliani avevano sparato) è CRIMINALMENTE PARADOSSALE.
E’ quanto è accaduto a Diego Siragusa che invito tutti a sostenere e a fare oggetto di PIENA SOLIDARIETA’.
Lamberto Consani
P.S.
Ritengo opportuno (anche se al momento occorrerebbe un tempo di elaborazione maggiore per formulare in merito proposte più articolate) cominciare a ipotizzare proposte concrete per attivare una reazione all’arroganza sionista.
Aggiungo brevemente e di passata che vi sono stati, in passato, dissensi nei confronti di Diego Siragusa dovuti in parte a fraintendimenti e in parte a divergenze da talune sue posizioni, concludo però che la solidarietà nei confronti d’un significativo militante ant-sionista possa, almeno in questo caso, esprimersi anche in presenza di pur legittimissime divergenze.


L'immagine può contenere: Diego Siragusa, primo piano

giovedì 27 dicembre 2018

Bahar Kimyongur censurato su facebook: Erdogan ordina e Zuckerberg esegue

Grazie a tutti. Dubito poter recuperare la mia pagina @facebook. Non trovo nessuna possibilità di ricorso, nessun link che conduca ad una pagina di reclamo. Questa chiusura del profilo è palesemente il tentativo di farmi tacere, un regalo di Natale di Zuckerberg ad Erdogan.
Merci pour vos conseils. Je doute pouvoir sauver ma page @facebook. Je ne vois aucune possibilité de recours,aucun lien menant à une page de réclamation. Cette clôture de compte est ni plus ni moins une tentative de me faire taire,un cadeau de Noël offert par Zuckerberg à Erdogan
L'immagine può contenere: 1 persona, primo piano

martedì 25 dicembre 2018

Stefano Zecchinelli, L'Interferenza.info: Rassegna stampa (3 dicembre 2018 - 25 dicembre 2018)

- La battaglia per un mondo multipolare

http://www.linterferenza.info/esteri/la-battaglia-un-mondo-multipolare/

- Il ''Plan Bannon'': una guerra fra latino-americani

http://www.linterferenza.info/esteri/plan-bannon-guerra-fra-latinoamericani/

- Russia e Cina mandano in tilt la geopolitica della destra USA

http://www.linterferenza.info/esteri/russia-cina-mandano-tilt-la-geopolitica-della-destra-usa/

- Vox: il neo-franchismo che piace ad Israele e Arabia Saudita

http://www.linterferenza.info/esteri/vox-neo-franchismo-piace-ad-israele-arabia-saudita/

- La Francia sta divorando i suoi figli

http://www.linterferenza.info/esteri/la-francia-sta-divorando-suoi-figli/

- Israele: alcune divergenze nel campo antimperialista

http://www.linterferenza.info/esteri/israele-alcune-divergenze-nel-campo-antimperialista/

- Iran, luci e ombre

http://www.linterferenza.info/esteri/iran-luci-ombre/

Risultati immagini per L'Interferenza

giovedì 6 dicembre 2018

GILAD ATZMON: GILAD HA BISOGNO DI ULTERIORE SOSTEGNO

26 novembre 2018



Cari amici,

nello scorso mese di marzo sono stato denunciato per diffamazione dal presidente di Campaign Against Antisemitism (CAA), Gideon Falter, per aver suggerito che “l’antisemitismo è un piano aziendale”. Come la CAA ha spiegato, l’attacco legale era mirato sia a ridurmi al silenzio che a rovinare la mia carriera. Il sito web di CAA afferma che il famoso avvocato Mark Lewis “ha ideato una strategia per intraprendere cause per diffamazione che costui e la CAA hanno iniziato a usare per costringere gli antisemiti o a scusarsi in tribunale o a pagare danni onerosi”. E come la CAA si vanta nel suo video promozionale, “Noi facciamo in modo che gli antisemiti si trovino ad affrontare conseguenze penali, professionali e per la propria reputazione”.

E naturalmente, l’azione legale non è riuscita a ridurmi al silenzio. Sono prolifico e concentrato almeno quanto lo ero prima della causa. Sto ancora suonando e dando conferenze in giro per il mondo, e sto ancora pubblicando i miei scritti a scadenza quotidiana. In realtà, Mark Lewis, l’uomo che ha “ideato la strategia” volta a ridurmi al silenzio, si sta ora difendendo nel tribunale disciplinare degli avvocati per aver inviato “messaggi offensivi e blasfemi”. Invece che essere riuscito ad annientare la mia carriera, Mark Lewis ha lasciato il suo studio legale (Seddons) e si sta trasferendo in Israele.

Difendere me stesso contro l’azione legale è stata un’esperienza logorante e straordinariamente onerosa; i costi processuali in Inghilterra sono assurdamente esorbitanti. Lo scorso marzo non ho avuto altra scelta se non quella di chiedere il vostro sostegno finanziario. Sono rimasto meravigliato e profondamente toccato dalla vostra rapida e generosa risposta. Questo mi ha permesso di rispondere alla richiesta e mi ha confermato che la stanchezza per le strategie utilizzate da organizzazioni come la CAA è solida e globale. Sono stato rassicurato che non ero solo.

La controversia ora è stata regolata ma sono spaventosamente a corto di soldi. Sebbene stia vendendo alcuni dei miei strumenti musicali e abbia preso altre misure per cercare di raccogliere i fondi necessari, rimango a corto di circa 40.000 sterline. Purtroppo, ho bisogno di ulteriore sostegno. Chiedervi soldi mi mette davvero a disagio ma questa è una battaglia importante per tutti noi.

Vi sono grato per tutto l’aiuto che potrete fornire, è incoraggiante sapere che state con me a sostegno della libertà di parola, e che mi aiuterete a gestire le conseguenze dell’esercizio del nostro diritto più importante.

Grazie mille,

Gilad



Nota bene. L’indirizzo attraverso il quale è possibile versare contributi in favore di Gilad Atzmon è il seguente:

https://secure.squarespace.com/checkout/donate?donatePageId=5bfbbb290ebbe88c33afba3a

Paypal – sono attualmente in lite con paypal e non vorrei usare questa piattaforma. Tuttavia, se voi insistete nell’usare paypal, vi prego di contattarmi: giladatzmon(at)mac.com

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.gilad.co.uk/writings/2018/11/26/gilad-needs-additional-support?fbclid=IwAR0P30FilwyMRi-jgyS9ShEfkwl-sNeDGwLUKZHdIJqvE0bqRcGfbKgpbE0

http://diegosiragusa.blogspot.com/2018/12/i-sionisti-inglesi-perseguitano-lex.html

mercoledì 5 dicembre 2018

LO STUDIOSO TIM ANDERSON SOSPESO DALL'INSEGNAMENTO PER AVER CRITICATO GLI ATTACCHI A GAZA. IL POTERE SIONISTA ORMAI E' UNA MINACCIA GLOBALE, di Tim Anderson

4 dicembre 2018

Ieri il rettore dell'Università di Sydney Stephen Garton mi ha sospeso dal mio incarico di docente senior e mi ha vietato l'accesso all'università. Ho lavorato come accademico in questa università per più di 20 anni e sto appellando la decisione ad un comitato di revisione.

Questa mossa è il culmine di una serie di tentativi falliti del management di limitare i miei commenti pubblici. Ho sempre respinto tale censura. L'ultima denuncia riguarda la mia analisi consultiva degli attacchi israeliani a Gaza. Vedi il grafico sottostante e decidi tu stesso se e come questa infografica potrebbe essere "offensiva". 


Queste lamentele, negli ultimi 18 mesi, sono state meschine e assurde. A mio parere, rappresentano un regime di censura politica insolitamente aggressivo, in cui non dovrebbe essere coinvolta nessuna università decente. 

La maggior parte delle denunce dei dirigenti hanno a che fare con le mie critiche alla propaganda di guerra contro la Siria, l'Iraq e la Palestina. Non accetto tale censura.

 
Stephen Garton ha ignorato la regola della "libertà intellettuale" dell'università, che afferma che il personale accademico ha il diritto di "esprimere opinioni impopolari o controverse, a condizione che il personale non commetta  molestie, vilipendio o intimidazioni". Lo segnalerò al comitato di revisione. 

Ho detto al prevosto Garton che non abuso o faccio critiche gratuite, ma critico duramente la propaganda disonesta, quando ciò è giustificato. Ho respint o i suoi tentativi di censura politica in quanto privi di fondamento.

Dr Tim Anderson

TIM HA PUBBLICATO CON LA MIA CASA EDITRICE (ZAMBON) IL LIBRO "LA SPORCA GUERRA CONTRO LA SIRIA" CHE HO AVUTO IL PIACERE DI PRESENTARE L'ANNO CORSO ALLA FIERA DEL LIBRO DI MILANO (GUARDA IL VIDEO IN YOUTUBE: https://www.youtube.com/watch?v=a6rsF7Na-1c)

https://diegosiragusa.blogspot.com/2018/12/lo-studioso-tim-anderson-sospeso.html?spref=fb&fbclid=IwAR31raz5H5XtiM0BlhW6oMy845gaucoBqT8TsTQwga1AvnkHpO_y-FNpIKs



mercoledì 7 novembre 2018

Robert Faurisson and the Study of the Past, by Gilad Atzmon

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The history of ideas provides us with the names of those few men and women who challenged the boundaries of tolerance.  Professor Robert Faurisson was one such man. Faurisson, who died last Sunday at age 89, was a French academic who didn’t believe in the validity of parts of the Holocaust narrative. He argued that gas chambers in Auschwitz were the “biggest lie of the 20th century,” and contended that deported Jews had died of disease and malnutrition. Faurisson also questioned the authenticity of the Diary of Anne Frank many years before  the Swiss foundation that holds the copyright to the famous diary “alerted publishers that her father (Otto Frank) is not only the ‘editor’ but also legally the ‘co-author’ of the celebrated book” (NY Times).
In the France of the late 1960s-1970s Faurisson had  reason to believe that his maverick attitude toward the past would receive a kosher pass. He was wrong. Faurisson may have failed to grasp the role of the Holocaust in contemporary Jewish politics and culture. And he did not grasp that Jewish power is literally the power to silence opposition to Jewish power. 
In 1990 France made holocaust revisionism into the crime of  history denial.  Faurisson was repeatedly prosecuted, beaten and fined for his writings. He was dismissed from his academic post at Lyon University in 1991. 
I am bothered by the question of why Jews and others  attached to their politics are desperate to restrict the story of their past. This question extends far beyond the holocaust. Israel has enacted a law that bans discussion of the Nakba – the racially motivated ethnic cleansing of the Palestinian people that occurred a mere three years after the liberation of Auschwitz. Similarly, exploring the role of Jews in the slave trade will cost your job or lead to your expulsion from the labour party. My attempt to analyse the true nature of the Yiddish Speaking International Brigade in the 1936 Spanish Civil War outraged some of my Jewish ‘progressive’ friends.  
Jean-François Lyotard addressed this question.  History may claim to relate what actually occurred, but what it does more often is operate to conceal our shame. The task of an authentic historian is, according to Lyotard, similar to that of the psychoanalyst. It is all about removing layers of shame, concealment and suppression to try to uncover the truth.   
It was the work of Faurisson that helped me to define the historical endeavour in philosophical terms.  I define history as the attempt to narrate the past as we move along. To deal with history for real, is to continually re-visit and revise the past in light of our cultural, social and ideological changes. For instance, the 1948 Nakba came to be thought of in terms of ethnic cleansing in the early 2000s when the notion of ‘ethnic cleansing’ entered our vocabulary (and our way of understanding a conflict) following the crisis in Kosovo. The real historian reevaluates the past and embraces adjustments that place our understanding of that past in line with our contemporaneous reality and terminology.  
Professor Faurisson and the controversy around his work illuminates the distinction between real history and religion. While history is a vibrant dynamic matter subject to constant ‘revision,’ the religious approach to the past is limited to the production of a rigid unchanging chronicle of events. Authentic history invokes ethical thinking to examine the past in light of the present and vice versa, religious history often operates by denying or rejecting increasing ethical insight – it judges actions and events according to set predefined parameters. The question at stake is not what happened in the past but the freedom to research and evaluate the past without being threatened by ‘history laws.’ In the same manner I support ‘progress’ in cancer research, although I do not  produce scholarly comments on related scientific findings, I support the past being continually re-examined although I offer no  judgment of any kind regarding the validity of those historical findings. For history to be a valid and an ethical universal pursuit, history laws must be abolished.
In 2014 I met Robert Faurisson and discussed with him different questions about the meaning of history and what the past meant to him. 


https://www.gilad.co.uk/writings/2018/10/23/robert-faurisson-and-the-study-of-the-past

domenica 14 ottobre 2018

‘’Antifa’’: megafono della lobby israeliana, di Stefano Zecchinelli


Nessun testo alternativo automatico disponibile.

L’aspetto più ipocrita del fascismo mussoliniano riguarda, oltre alla costituzione d’una dittatura capitalistica sotto la veste ideologia del ‘’socialismo piccolo borghese’’ ed anti-comunista, la svendita integrale della sovranità nazionale all’imperialismo tedesco. Il dittatore, Benito Mussolini, parlava (mentendo) di ‘’patria’’ nel mentre trasformò l’Italia in una semi-colonia tedesca. Il fascismo, contrapponendosi al socialismo anti-colonialista, dichiarò guerra ai valori della Rivoluzione francese mentre il suo alleato nazista fece di peggio: dichiarò guerra ai valori umani. L’eredità del fascismo è stata raccolta dall’estrema destra israeliana, invece negli USA i neoconservatori hanno deciso di salvare il nazismo ideologico e quello militare teorizzando lo scontro di civiltà. La lotta antifascista deve essere globalizzata diventando antimperialista; un Fronte antimperialista contro l’Alt Right USA dovrebbe costituirsi necessariamente.

Gli Antifa: braccio armato dell’imperialismo USA

Dopo il 1989 nacquero movimenti reazionari i quali, denigrando l’antifascismo antimperialista, ridefinirono la lotta contro il totalitarismo in termini anarchici. Il nemico non era più il colonialismo occidentale, ma lo Stato nazionale. Quindi si rafforzarono gli ‘’antifa’’, una variante anarchica dell’antifascismo finanziata dal sionismo laburista e dall’imperialismo liberale. Con slogan d’estrema sinistra, faccio l’esempio dei ‘’senza frontiere’’, veniva diffusa nei centri sociali e nelle università una concezione delle dinamiche sociali aderente alle mire geopolitiche dell’imperialismo USA. Questi anarchici, di formazione post-moderna, arruolarono attivisti indottrinati nelle fila dei ‘’comunisti anti stalinisti’’ soprattutto trotskisti e maoisti. Secondo la giornalista Diana Johnstone: ‘’In Europa gli Antifa prendono essenzialmente due forme. Gli attivisti Black Bloc invadono le manifestazioni di sinistra per creare disordini. Questi esaltati sono una minoranza politica che non fa altro che giustificare la presenza della polizia ed è spesso sospettata di avere al proprio interno infiltrazioni dei servizi segreti. Per esempio, il 23 settembre diverse dozzine di Black Bloc hanno tentato di irrompere al convegno del politico Jean-Luc Mélenchon, capo del maggiore partito di sinistra in Francia. Il messaggio che volevano lanciare era: “nessuno è abbastanza rivoluzionario per noi”. Si pongono come una auto-conclamata inquisizione morale’’ 1. Lasciando stare il giudizio sul controverso Melenchon, gli Antifa imputarono al socialdemocratico radicale il rifiuto della ideologia dogmatica sulla immigrazione di massa, prosegue la Johnstone: ‘’Bisogna fare un distinguo tra immigrati e immigrazione. Gli immigrati sono persone, che meritano considerazione. L’immigrazione è una scelta politica che deve essere valutata. Si dovrebbe poter discutere della cosa senza essere accusati di odiare gli stranieri; dopotutto i sindacati sono sempre tradizionalmente opposti all’immigrazione non per razzismo, ma perché può essere una strategia dei capitalisti per abbassare gli stipendi. Rendendo il tema dell’immigrazione il punto focale per decidere se qualcuno è fascista o meno, gli Antifa impediscono un dibattito proficuo. Senza dibattito, il tema si polarizza su due argomenti: pro o contro. E chi vincerà tra i due?’’. La sinistra post-marxista, collaborazionista di quella ‘’imperiale’’, ha sostituito l’anti-colonialismo con l’accoglienza indiscriminata rifiutandosi di tenere ben distinta l’immigrazione operaia analizzata da Lenin da quella di massa sponsorizzata dalle fazioni liberali della borghesia USA. Per gli antimperialisti, compreso chi sostiene un autentico antifascismo popolare, la priorità si colloca sul versante opposto. Leggiamo cosa sostiene Mohamed Konare, leader del Movimento Panafricanista alla domanda ‘’A chi si rivolge il movimento panafricanista?’’: ‘’Innanzitutto all'Africa nera, poi se i paesi nordafricani vorranno unirsi saranno i benvenuti. Sogno gli Stati Uniti d’Africa. Oggi, grazie al Cfa, paesi confinanti non possono commerciare con l’estero e nemmeno tra di loro. Il valore stesso della valuta è zero, fuori dall'area in cui circola. Ecco perché, insieme a tanti fratelli, cerco di unire tutti i movimenti panafricanisti che realmente vogliono liberarsi. Ma la nostra lotta riguarda l’umanità intera’’ 2. L’Africa appartiene ai popoli africani, libera dagli imperialismi USA, inglese e francese. Gli ‘’antifa’’ non possono mettersi contro i loro padroni quindi ogni anno festeggiano, con bandiere israeliane e statunitensi, i bombardamenti di Dresda rendendo omaggio all’imperialismo democratico. Si genuflettono al sionismo, disconoscendo la Resistenza dei popoli oppressi.

Roma: gli ‘’antifascisti’’ anarchici si genuflettono al sionismo

Nel corso d’una iniziativa politica, il collettivo "Qui e Ora", nel contesto del "Festival Antifa Roma Est" ha deciso di invitare come relatrice Donatella Di Cesare, docente e vicedirettrice del Dipartimento di Filosofia della Sapienza. L’Unione Democratica Arabo Palestinese (UDAP) ha (giustamente) commentato: ‘’ Autrice di "Israele. Terra, ritorno, anarchia", ospite periodica de "La Rassegna Mensile d'Israel", Donatella Di Cesare ha dimostrato, e non soltanto in ambito accademico, di essere una convinta sionista e sostenitrice dello stato coloniale di Israele, confutando i legittimi diritti del popolo palestinese, mostrando solidarietà ad Israele durante l'aggressione alla Striscia di Gaza del 2014 - che, ricordiamo, provocò 2310 morti e 11 mila feriti - e ostracizzando in più occasioni chi nel suo dipartimento universitario avesse osato muovere qualsivoglia tipo di critica all'entità coloniale e alle sue politiche criminali’’ 3. L’iniziativa (apprendo in questo momento) è stata rimandata, ma il collettivo perseguita nella sua genuflessione al sionismo rispondendo in modo refrattario: ‘’Circa le polemiche che si sono sollevate sul tema negli ultimi giorni, riteniamo ci siano dei tempi, degli spazi e delle modalità per muovere delle critiche costruttive alle scelte ed ai percorsi intrapresi dai compagni. Troviamo però del tutto inammissibili le sterili e fuorvianti polemiche alimentate sui social network, basate su letture superficiali e parziali di tematiche complesse, che finiscono per riprodurre esattamente quelle modalità di relazione che come compagni dovremmo proporci di combattere ogni giorno’’ 4. Il loro opportunismo svilisce l’importanza d’un autentico antifascismo antimperialista, prioritario dinnanzi la svolta reazionaria di paesi come la Spagna, l’Ucraina ed il Brasile. Inutile dirglielo, sono anarchici quindi nemici della Federazione russa; una estrema destra mascherata.
Si tratta di ‘’critiche fuorvianti’’? Non direi, il sionismo ha collaborato col nazismo nella colonizzazione della Palestina storica. Lo storico Diego Siragusa più volte a dovuto smontare simili strafalcioni storici: ‘’Semmai occorre conoscere i rapporti VERI tra i sionisti e i nazisti che agirono come un corpo separato dalla più vasta comunità ebraica. Adolf Hitler sostenne il trasferimento degli ebrei dalla Germania verso la Palestina e concordò con gli ebrei sionisti le modalità del trasferimento che passò alla storia come HAAVARA AGREEMENT (Accordo di Trasferimento), secondo il quale gli ebrei disposti ad emigrare depositavano il denaro ricavato dalla vendita dei loro beni in un conto speciale destinato all’acquisto di attrezzi per l’agricoltura prodotti in Germania ed esportati in Palestina dalla compagnia ebraica Haavara di Tel Aviv’’ 5. I ragazzi del ‘’collettivo’’ sono disposti ad entrare nel merito dell’argomento? Ne dubito, il loro opportunismo politico s’estende ad una iniziativa che, malgrado gli slogan, finisce per fare il gioco di fazioni oligarchiche rapaci col doppio volto.

La medaglia che il lettore può vedere qui sopra fu coniata come commemorazione dell'evento. La scritta recita: "Un  nazista parte verso la Palestina e ne parla nell'Attacco" che, come si vede nell'immagine qui sotto, era una pubblicazione (Fonte: Il blog di Diego Siragusa)


Conclude la Johnstone: ‘’Gli Antifa, “resistendo” contro cause perse -l a Confederazione e il suprematismo bianco – stanno distraendo la lotta contro l’establishment neoliberale. L’uso facile del termine “fascista” impedisce di identificare i veri nemici dell’umanità. Nel caos contemporaneo, la più grande minaccia è l’imperialismo globale: il capitalismo finanziario, il complesso industriale militare, le manie ideologiche degli Stati Uniti e la megalomania dei leader occidentali. Si potrebbe chiamare imperialismo, se non fosse che è molto più vasto e distruttismo dell’imperialismo storico dei secoli passati’’. L’antifascismo è qualcosa di troppo importante per lasciarlo agli ‘’antifa’’, utili idioti nelle mani della lobby israeliana. La verità farà male agli osservatori con la coscienza sporca.


Stefano Zecchinelli



sabato 17 marzo 2018

Gilad Atzmon Needs Your Immediate Support!

I am being sued for libel in the High Court in England by Campaign Against Antisemitsm’s chairman Gideon Falter. I have made the decision to fight this crucial battle for freedom of expression even though this fight poses a real risk of bankrupting me and my family.
I choose to fight their suit because I believe that the CAA and its chairman and its use of libel laws pose a danger to freedom of speech and the future of this country as an open society. Enough is enough!
Mr. Falter has sued me for comments I made on my own website. 
My comments were made in the context of expressing my opinion about the situation where, last July, The British Crown Prosecution Service (CPS) attested that there had been no increase in anti-Semitism in Britain, and Gideon Falter and the CAA refused to accept the CPS’s verdict. Falter and the CAA insisted that anti Semitism was on the rise. Sky news reported on the discrepancies between the findings of CPS and the CAA.
My article focused on the choice examined by Sky News between two accounts, one maintained by Falter and the CAA, an NGO that is dedicated to prosecuting antisemitism with “zero tolerance”, and the judicial approach of the CPS: a public body, subject to scrutiny and committed to impartiality. 
My comments about the CAA are the basis of their lawsuit. I believe that I have the right to express my opinions on my own website: freedom of political expression is at the heart of freedom of speech. Mr. Falter claims that my criticisms of him do not amount to an opinion at all, and is seeking an order that would stop me from saying anything similar about him again, as well as paying him huge sums in libel damages and legal costs.
The CAA has contacted Jazz venues, community centres, concert halls and even overseas companies demanding that my events be cancelled. They have now escalated this battle and if they win this will ruin me financially.
I can not fund my defence alone.  I am obliged to ask every peace loving human being who cares about freedom and ethics for funds to help me defend this case. Fighting  this battle may cost tens of thousands of pounds. I am going to need some four figure donations to find the ludicrous amount required. But every single penny mounts up and please do give something.
If you have ever enjoyed my writing – join the fight. If you don’t agree with me yet support freedom of speech – my fight is your fight. If you support the right to point at the truth without being labeled ant-Semitic – this lawsuit is the battle ground,   my fight is your fight.
I appreciate any help you can give.

http://www.gilad.co.uk/writings/2018/3/16/gilad-atzmon-needs-your-immediate-support

giovedì 1 giugno 2017

Gilad Atzmon Physically Attacked by Antifa

On May 30th I was attacked from behind by 3 Antifa activists on my way to a literature event in Edinburgh  with political commentator David Scott.  Police was informed and as you can see we posses photos of two of the overwhelmingly enthusiastic 'anarchists.'

http://www.gilad.co.uk/writings/2017/6/1/gilad-atzmon-physically-attacked-by-antifa

venerdì 11 marzo 2016

Fare giornalismo in Turchia, tra censura e repressione | Murat Cinar

Invitiamo tutti i giornalisti che lavorano in Italia a non lasciare soli nella loro battaglia i colleghi detenuti in Turchia. Chiediamo a tutti i giornalisti di aggiornare sistematicamente i propri lettori in merito alla libertà di stampa, espressione e pensiero in Turchia.
turchia-zaman

Nel 2012 Reporter Senza Frontiere definiva la Turchia come “carcere più grande del mondo per i giornalisti”. Sono passati 4 anni ed attualmente nelle carceri si trovano almeno 30 giornalisti.
Giornalisti che pubblicano o ripubblicano certi articoli, alcune fotografie, interviste o video, vengono accusati di “incitare la popolazione per provocare una rivolta armata contro il governo centrale”, “istigare e delinquere”, “collaborare con un’organizzazione terroristica” oppure di “appartenere ad un’organizzazione terroristica”. Tutto questo diventa possibile grazie ad una serie di realtà legislative presenti nel codice penale. Questa censura e repressione vengono sostenute anche con l’ausilio del potere amministrativo e di buona parte dei media mainstream. Non mancano umiliazioni pubbliche, offese volgari, accuse senza fondamenti, licenziamenti, violenze fisiche e processi informali seguiti da esecuzioni mediatiche.
Mentre attraverso diversi cambiamenti legislativi, il sistema giuridico e quello amministrativo riescono ormai in pochi minuti a oscurare interi portali di notizie online oppure singoli articoli, bloccare l’accesso ad un singolo account nei social media, nel mondo cinematografico, televisivo ed artistico crescono e si radicano a 360 gradi anche la cultura della censura e dell’autocensura.
Diversi giornalisti sono in carcere da anni ed aspettano la condanna, alcuni sono in attesa di sentire e capire quali siano le loro colpe ed alcuni invece vengono trattenuti per attendere l’inizio del loro processo. Le condanne richieste in alcuni casi prevedono anche l’ergastolo in condizioni aggravate.
Nonostante i diversi appelli lanciati da varie istituzioni in tutto il mondo e da altri singoli e gruppi di giornalisti, la Turchia continua ad essere un paese fortemente difficile e rischioso per la libertà di stampa.
Per questi motivi invitiamo tutti i giornalisti che lavorano in Italia a non lasciare soli nella loro battaglia i colleghi detenuti in Turchia. Chiediamo a tutti i giornalisti di aggiornare sistematicamente i propri lettori in merito alla libertà di stampa, espressione e pensiero in Turchia.
“Tutto quello che viviamo è grazie al fatto che abbiamo scatenato le ire del potere denunciando la corruzione e le falsità seguendo le tracce della verità. Con tanta convinzione, fede e caparbietà stiamo cercando di trascinare verso un punto visibile quella roccia grande chiamata “la verità”. Proprio nel momento in cui sta per sorgere il sole, le guardie notturne spingono la verità verso l’oscurità. E noi crediamo che un giorno coloro che dormono adesso difenderanno l’alba per un domani più solare”. (Can Dundar, capo redattore del quotidiano nazionale Cumhuriyet, giornalista rimasto in carcere per 3 mesi)
Questo il link per firmare l’appello
http://serenoregis.org/2016/03/10/fare-giornalismo-in-turchia-tra-censura-e-repressione-murat-cinar/

ANTONIO CARACCIOLO E GRILLO IN CORSO DI CHIARIMENTI!!!


lunedì 7 marzo 2016

Petizione per l’Archivio Lukács



Per favore, inviare adesioni a: lukacsarchiv.petition@gmail.com
Al sig. Presidente dell’Accademia Ungherese delle Scienze,
Prof. Dr. László Lovász.
6 marzo 2016
Pregiatissmo direttore,
i firmatari di questo appello esprimono la loro preoccupazione per la decisione presa dall’Istituto di Filosofia dell’Accademia Ungherese delle Scienze di chiudere l’Archivio Lukács a Budapest.
György Lukács è uno dei filosofi più importanti del XX secolo, intellettuale preminente negli ambiti della filosofia, del pensiero politico, della teoria e della critica letteraria, della sociologia e dell’etica, uno dei maggiori saggisti della Modernità. Figura internazionalmente riconosciuta, Lukács è uno dei punti più alti nella storia della ricca cultura ungherese, autore di una serie di opere che sono patrimonio vivo dell’umanità.
L’Archivio Lukács non soltanto ha reso possibile, durante decenni, che un ampio pubblico accademico ed extra-accademico accedesse alla documentazione centrale sulla vita e l’opera del filosofo, ma inoltre ha funzionato come luogo storico, in quanto ospitato nella casa in cui il filosofo visse gli ultimi anni della sua vita; spazio di ricordo di una delle figure più affascinanti della nostra era.
Per quanto detto vogliamo sollecitare, le autorità competenti, che rivedano questa decisione che è stata ricevuta con turbamento e tristezza dalla comunità scientifica e artistica internazionale.
Avendo fiducia nella comprensione e sensatezza nelle autorità competenti, Le salutiamo con rispetto.
https://gyorgylukacs.wordpress.com/2016/03/07/petizione-per-larchivio-lukacs/