mercoledì 12 marzo 2014

Israele: da Stato 'per soli ebrei' a Stato 'per soli ebrei fascisti', di Stefano Zecchinelli



1. La repressione degli obiettori di coscienza è solo uno dei tanti crimini di cui, di volta in volta, si macchia lo Stato di Israele.

Proprio di recente hanno fatto discutere 50 giovani obiettori di coscienza che si sono rifiutati di prestare servizio nell’esercito dell’entità sionista. Cito Dafna Rothstein Landman che è la loro coraggiosa portavoce:

‘Credo che per me sia stato molto importante partecipare alle manifestazioni (nei Territori occupati) a sostegno delle comunità palestinesi minacciate dalla costruzione del Muro. In quell’occasione ha potuto vedere di persona cosa ha significato per i palestinesi e la loro vita la realizzazione di questo gigantesco progetto dell’occupazione. E ho anche visto la risposta brutale e violenta dell’Esercito alle proteste dei palestinesi. Quando vai nei villaggi e conosci le persone, parli con loro, vedi cosa soffrono, allora capisci che non sono credibili le notizie che la sera ascolti dalla televisione e comprendi di aver avuto la possibilità di capire la realtà dell’occupazione, senza  più filtri e omissioni. A quel punto chi vede, chi sa è chiamato a scegliere, deve decidere. E noi abbiamo deciso, abbiamo fatto la nostra scelta. Ed esortiamo i nostri coetanei, tutti gli israeliani, a riflettere, a ripensare a un modello di vita e di comportamento. Lo facciamo per mettere fine all’occupazione e all’oppressione dei palestinesi e per costruire una società israeliana completamente diversa da quella attuale’

Prima di tutto mi sembra doveroso dare la massima solidarietà a questi giovani che scontrandosi con il criminale governo del Likud rischiano di passare per le carceri più ‘mostruose della storia di sempre’ ( l’espressione non è molto elegante ma in questo caso credo che vada bene ), ma, io, da antimperialista ( e quindi ANTISIONISTA ) radicale, non posso non esprimere alcune considerazioni molto critiche sull’affermazione equivoca ‘società israeliana completamente diversa da quella attuale’.

Quale società israeliana ? Chiariamoci, una volta per tutte.

2. In estrema sintesi vorrei chiarire, almeno, tre corollari importanti da cui potrebbero nascere, ed in Europa fra le organizzazioni della pseudo sinistra spesso succede, incresciosi equivoci.

Procedo in modo schematico:

(1)Gli obiettori di coscienza israeliani, purtroppo, per quantità e numero, non riflettono ancora una frattura nella società sionista che, come tutti dovrebbero sapere, approvò in modo quasi unanime l'Operazione Piombo Fuso ( mi pare il 95 % degli israeliani ).  

(2) Questi ragazzi ( che, ripeto, sono da rispettare ) non mettono in discussione l'esistenza di Israele ( quindi la Nakba ) ma, in modi diversi, i confini del 1967 ( le loro posizioni sono conformi, nelle varianti più di sinistra, a quelle di un ‘sionista liberale’ come Chomsky ). Quindi restano interni alla soluzione dei due Stati ( di certo non due Stati etnici, come prevede il criminale piano Kerry ) ma la 'missione storica' del sionismo non viene rimossa.

(3) Il tutto, da una prospettiva democratica ed antimperialistica, non è rosea ( tutto il contrario di quello che pensa la 'sinistra per bene' ), infatti dimostra una complessiva incapacità dei giovani 'israeliani' - mi riferisco a quelli più impegnati a sinistra - di capire la genesi storica del sionismo e di rigettarla totalmente.

Che cosa ne deduciamo ? Se il 95 % degli israeliani sta con il fascista governo del Likud ed una minoranza critica non è capace di fare una analisi strutturale di cosa sia l'entità sionista, ma ripiega sul pacifismo ( quanto dovrebbe orientarsi su un radicale anti-militarismo che mini le basi dell’entità sionista ), è bene fermarsi è riflettere. Il punto d’arrivo della riflessione – come emergerà dall’articolo – è di cattivo auspicio; siamo davanti ad una ulteriore anomalia.

Detto questo altri chiarimenti sono doverosi:

(1) La repressione verso gli obiettori, di certo, va denunciata con indignazione e con forza esprimendo solidarietà e sostegno attivo incondizionati, in modo continuo. Molti obiettori di coscienza sono nelle carceri sioniste e questo dimostra, come lo Stato terrorista ( e dovrebbero dirlo anche loro STATO TERRORISTA, come mai non lo dicono ? ) di Israele sia sempre più simile alla Germania di Hitler. Il dissenso non è tollerato e viene represso mantenendo l'involucro della democrazia formale. In questo il 'regime che occupa Gerusalemme' è sempre più diabolico.

(2) Il governo del Likud ha fatto passare, di recente, provvedimenti normativi che silenziano le opposizioni di sinistra. Il discorso è lo stesso: le opposizioni di sinistra restano interne al sionismo, quindi, non sono compagne di strada della Resistenza palestinese fino a quando non capiranno che CON IL SIONISMO NON SI DIALOGA MA BISOGNA DISTRUGGERLO  ( riadattando la celebre frase del grande rivoluzionario spagnolo Durruti ). Di contro questa centralizzazione dei poteri della destra israeliana va risaltata per una ragione semplicissima: Israele da Stato 'per soli ebrei' diventa Stato 'per soli ebrei fascisti'.

Una cosa da poco ? Io non direi !

Gli haredim rappresentano una frattura ancora più profonda nella società israeliana, eppure, questi esponenti religiosi cosa aspettano a dare il pieno appoggio alla Resistenza palestinese ? Non credo che ci voglia molto a fare l'equazione sionismo UGUALE neofascismo ! Possiamo fare ampi riferimenti storici, su ciò, ed il sottoscritto li ha fatti.

James Petras ci ha già spiegato che: Di fronte alla prospettiva che in futuro si potrà perdere la "carne da macello" che serve le sue imprese coloniali, con i loro attacchi forsennati agli haredim, l’elite israelo-sionista ha spinto la maggior parte degli ebrei israeliani a demonizzarli come 'retrogradi', analfabeti, scrocconi dando la colpa al loro programma religioso per la forte natalità, per la povertà al 60% e per la alta disoccupazione. La macchina da guerra di Israele ha bisogno di nuove reclute per mantenere la sua missione imperiale di un Grande Israele’.  Non sarebbe meglio mettersi al fianco delle forze di Resistenza, anche militari, invece di vivere da paria dentro uno Stato oppressore e fascista ? In questo si notano i limiti di tutto gli approccio basati sulla ‘non violenza’ ed il pacifismo.

Da una prospettiva antimperialista continueremo a denunciare tutte le repressioni interne all'entità sionista ( obiettori di coscienza, militanti di sinistra, religiosi ) dimostrando, sulla base di questi avvenimenti, la drammatica hitlerizzazione della società israeliana.

Questo basta ? Certo che no ! Israel Shahak affermava, con grande forza, che una cosa, una sola, può sconfiggere oggi la nazistificazione, ed è la resistenza libano-palestinese nel paese dei cedri. Quando i nazisti israeliani affermano che gli arabi comprendono solo il linguaggio della forza, è in realtà di loro stessi che stanno parlando. Se alcuni partigiani di Begin oggi si pongono qualche domanda, ciò avviene unicamente perché la resistenza libano-palestinese si va rafforzando’. Una forza politica sta continuando su questa strada: il Fronte popolare di liberazione della Palestina. Gli antimperialisti di tutto il mondo non possono che guardare a loro e partire dalle loro analisi, continuando a rendere note, in modo puntuale, la repressione verso tutti i dissidenti di altro orientamento ( quindi non solo verso gli antimperialisti radicali ) dentro ( e fuori ) Israele, e sono tanti. Capiamoci: credo che sia troppo importante denunciare la fascistizzazione integrale di un contesto sociale. Israele è il primo Stato integralmente fascista della storia, una cosa da urlare ai quattro venti !

Solidarietà a tutti gli obiettori di coscienza incarcerati dal Ku Klux Klan di Tel Aviv, ma per battere il nazi-fascismo ( o sion-nazismo ) ci vuole ben altro.

Stefano Zecchinelli



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