lunedì 19 agosto 2013

La sinistra social-imperialista si allea con i sionisti ed appoggia i militari egiziani, di Stefano Zecchinelli




1. L’imperialismo americano non ha alleati stabili ma solo interessi stabili. Dinnanzi ad un ampio movimento di protesta gli Usa ( a dispetto delle ipocrite dichiarazioni di facciata ) e l’entità sionista hanno acconsentito alla deposizione del presidente neo-liberista egiziano Morsi, membro della Fratellanza Musulmana.

Il movimento spontaneo – che ha travolto prima Mubarak e poi Morsi – egiziano ha all’interno organizzazioni politiche e sindacali che hanno fin da subito inquadrato il conflitto come una lotta sociale contro il neo-liberismo imperante. 

Fatma Ramadan, membro dei Sindacati Indipendenti, ricorda che ( sottolineature mie ) ‘Già prima del 25 gennaio [2011] i  lavoratori egiziani rivendicavano i loro diritti con scioperi e manifestazioni, sono le medesime richieste rimaste senza risposta anche dopo  il rovesciamento di Mubarak. Sia i Fratelli Musulmani che l'esercito hanno  negoziato con la sinistra, la destra e il centro, senza mai prendere in  considerazione le esigenze dei lavoratori e i loro diritti. L’unico loro obiettivo è spegnere le scintille che i lavoratori hanno acceso con la loro lotta e far sì che, in questi tempi oscuri, restino scintille che ardono  isolate l'una dall'altra’. Continuando a leggere il comunicato apprendiamo che ‘Poi sono arrivati Mursi e i Fratelli  Musulmani, che hanno proseguito sulle orme di Mubarak con licenziamenti,  arresti, blocco violento degli scioperi. istituzioni non vengano ripulite’. È stato Mursi a scatenare i cani  della polizia contro i lavoratori della Titan Cement di Alessandria,  coprendosi le spalle con il Ministro degli Interni e i suoi scagnozzi. E quei poliziotti e ufficiali  dell'esercito che oggi vengono osannati sono assassini! Sono gli assassini di  onesti, giovani egiziani. Sono l’arma delle autorità contro tutti noi, e rimarranno sempre tali, a meno che quelle istituzioni non vengano ripulite’.

L’analisi dei compagni egiziani è molto importante perché smonta teorie bislacche che circolano in occidente e che ritengono tale rivolta ‘diretta interamente dai Fratelli Musulmani’ oppure definiscono lo scontro in atto come SOLTANTO una guerra religiosa. La realtà è ben più complessa e l’ignobile saldatura fra la sinistra social-imperialista occidentale ed alcune centrali del potere sionista non può nasconderla, ma andiamo per ordine.

2. La prima cosa da fare è vedere chi è El Sisi, definito da certi sciagurati studiosi di geopolitica il ‘nuovo Nasser arabo’.  Manlio Dinucci, studioso serio e rigoroso, ci comunica che ‘il generale Abdel Fattah al-Sisi. Uomo di fiducia del Pentagono, perfezionatosi allo US Army War College di Carlisle (accademia militare della Pennsylvania), già capo dei servizi segreti militari, principale interlocutore di Israele, nominato meno di un anno fa dal presidente Morsi capo di stato maggiore e ministro della difesa’. Che dire ? Proprio una bella figura di patriota arabo. In realtà i sionisti conoscono molto bene El Sisi, infatti subito dopo il colpo di Stato, il generale egiziano ha distrutto i collegamenti fra l’Egitto e Gaza guadagnandosi l’appellativo di EROE D’ISRAELE. Un bel biglietto da visita !

L’alternanza del potere borghese e filo-imperialista in Egitto è più che chiara: prima Morsi ha liquidato la parte laica dell’opposizione fallendo però ( ciò che realmente interessa alla borghesia nazionale egiziana ) nell’intraprendere una ‘via islamica al capitalismo’; ora i militari – in combutta con l’imperialismo israeliano – distruggeranno le organizzazioni classiste. Il passaggio è questo: da una dittatura religiosa ad una militare.

3. Ora esaminerò brevemente alcuni argomentazioni ( in realtà molto puerili ) dei sostenitori del golpe.

(1) El Sisi, il ‘nuovo Nasser’

Nasser fu un nazionalista radicale ( non, di certo, un socialista ! ) ed antisionista che ha beneficiato del mondo bipolare e della presenza delle democrazie socialiste nell’est Europa ed in Asia. Quel contesto ha partorito il nazionalismo arabo, laico ed antisionista discorso ora chiuso, perché, evidentemente, sono mutate le dinamiche dell’imperialismo.

(2) Esercito laico ed antisionista ?

L’esercito egiziano è del tutto incapsulato nel complesso militare ed industriale occidentale. In Egitto l’esercito è un partito della borghesia ( controlla il 40 % della economia nazionale ), la peggiore borghesia neo-liberale e corrotta.

Per chi ciancia di un presunto anti-sionismo dei militari ricorderei gli Accordi di Camp David del 1978, oppure il ruolo nefasto di Mubarak ( che sarà presto liberato ! ) che fu un ponte verso Israele. El Sisi cambierà rotta ? Ne dubito !

(3) La Fratellanza Musulmana è una creatura della CIA ?

La Fratellanza Musulmana è una organizzazione reazionaria ed anti-socialista che è in combutta con gli imperialisti contro lo Stato laico ed indipendente siriano ( che il sottoscritto difende da oltre due anni ! ). Questo deve essere chiaro ad ogni analista serio e rispettabile, ma resta solo un aspetto della spinosa questione. Analizziamo i problemi nella loro interezza.

Domenico Losurdo in un suo recente articolo afferma giustamente ‘Imperialismo e sionismo cominciavano a diffidare: Morsi aveva consolidato notevolmente i rapporti tra Egitto e Cina; personalità di rilievo dei Fratelli Musulmani si erano espressi negativamente sugli accordi di Camp David (e cioè sulla capitolazione dell’Egitto nei confronti di Israele, col conseguente isolamento della resistenza palestinese); agli occhi dell’Occidente erano motivo di diffidenza i permanenti rapporti tra Fratelli Musulmani e Hamas, che continua a opporsi alla farsa di un processo di pace inscenato a copertura del permanente espansionismo sionista. Ecco perché a un certo punto Washington e Tel Aviv hanno deciso di puntare sui militari, i quali ultimi però mostrano crescente insofferenza e forse cominciano a essere tentati dal nasserismo. Se c’è qualcosa che in Egitto tiene oggi unita una società così profondamente lacerata è l’odio contro l’imperialismo USA, che ha provocato la catastrofe già vista’.

Il neo-liberale Morsi, alleato degli Usa, manteneva sottobanco relazioni con Iran e Cina. Ovviamente chi considera i dominanti come blocchi monolitici questo non può spiegarselo ma chi ragiona con un serio metodo di analisi marxista sa che i MOVIMENTI D’OPPOSIZIONE devono essere distinti dai PARTITI GOVERNATIVI anche quando hanno la stessa matrice ideologica. Che cosa significa questo ? Significa, molto semplicemente, che la Fratellanza Musulmana andata al governo in Egitto si è trovata davanti il gravoso compito di soddisfare gli interessi dei settori della borghesia egiziana interessati ad una modernizzazione capitalistica islamica ( un po’ come ha fatto Erdogan in Turchia ). L’Egitto, paese semi-coloniale, non poteva che oscillare fra i conflitti inter-imperialistici, dando il 70% delle garanzie agli occidentali ma ritagliandosi settori di autonomia politica. Se Morsi era un fantoccio di Obama, di certo Israele avrebbe desiderato un ‘eroe’ e l’ ‘eroe sionista’ ora è arrivato.

Bisognerebbe fare ai geopoliticisti queste domande: rotte le relazioni con Iran ( e l’Iran è alleato stretto della Siria baathista ) e Cina, quale sarà la via nazionale, laica ed antimperialista che intraprenderà El Sisi privo di alleati tattici nel campo anti-americano ? I governi progressisti dell’America Latina hanno tutti condannato il colpo di Stato ( che in realtà è una REGOLAMENTAZIONE DI CONTI FRA FORZE BORGHESI ! ), lo sanno questo i geopoliticisti, e come giudicano queste rotture ( Evo Morales ha parlato di genocidio in corso ! ) ? Domande a cui difficilmente daranno una risposta !

4. Molti analisti non distinguono fra la Fratellanza Musulmana e le fasce sociali islamizzate. Grave errore !
Un conflitto religioso può – e spesso diventa – sociale, mentre il contrario non è possibile. Voltare le spalle al movimento di massa contro un governo ideologicamente filo-sionista e neo-liberista è un grande crimine. 

 In conclusione una ultima domanda per i geopoliticisti: che misure socio-economiche interne prenderà El Sisi ? La finirà con il neo-liberismo o cercherà di saldare il contrasto fra la borghesia burocratica filo-militarista e quella mercantile vicina ai Fratelli Musulmani ( vedete che non ho perso di vista il contrasto fra gruppi dirigenti borghesi ! ) ? Nulla da dire, i geopoliticisti anche a questa domanda non possono rispondere, non hanno metodo di analisi e il loro unico appiglio e la teoria borghese dei complotti.

Una cosa è certa: chi lotta per l’autodecisione dei popoli può anche fare nel corso della lotta questo o quell’errore, ma chi difende l’imperialismo ed i suoi fantocci ( che si fregiano del titolo di Generalissimi ! ) sbaglia sempre nel peggiore dei modi possibile.

Stefano Zecchinelli

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