Simbolo delle Brigate LGBT
Dopo aver cercato di ricreare il Califfato ‘’sunnita’’ in Siria, l’imperialismo USA ha ripiegato sulla costituzione di uno Stato curdo concepito come una sorta di ‘’secondo Israele’’. Questa volta la manovalanza è passata dall’estrema destra all’estrema ‘’sinistra’’: gli anarchici. Il problema va inquadrato partendo dalle sue origini storiche.
Gli anarchici contro le democrazie socialiste ed i popoli musulmani
Gli anarchici, rancorosi per essere stati esclusi dalla Rivoluzione d’ottobre, accettarono fin dal 1917 di collaborare con le forze colonialiste ed imperialiste. Fu in Ucraina che Leon Trotsky, allora capo dell’Armata Rossa, dovette schiacciare la Machnoscina guidata dall’anarconazionalista Nestor Machno. Per Trotsky si trattò d’una lezione importantissima: i comunisti non potevano fidarsi degli anarchici, labili e facilmente manipolabili. Anche per questa ragione, nel 1921, il leader bolscevico non ebbe nessun riguardo nei confronti dei libertari di Kronstadt. L’analisi che Trotsky ricavò di questo movimento opportunista ci aiuta a capire come mai questi ‘’rivoluzionari’’ decisero di diventare uno strumento del sionismo e dell’imperialismo statunitense. Leggiamo: ‘’Questo umore, che consisteva in un atteggiamento ostile verso la città, aveva nutrito il movimento di Machno, che fermava e saccheggiava i treni diretti alle fabbriche e all’Armata rossa, depredava gli automezzi, uccideva i comunisti, ecc.. Naturalmente Machno chiamava tutto ciò lotta anarchica contro lo «Stato», ma in realtà non si trattava che della lotta del piccolo proprietario infuriato contro la dittatura del proletariato. Movimenti del genere sorsero in tutta una serie di altre province, specialmente in quella di Tambov, sotto la bandiera dei «socialrivoluzionari», mentre i cosiddetti distaccamenti di contadini «Verdi» compivano azioni in varie parti del paese. Questi ultimi non volevano riconoscere né i Rossi né i Bianchi e si mostravano diffidenti verso i partiti delle città. I «Verdi» a volte si scontravano con i Bianchi e da questi ricevevano duri colpi, ma non ebbero ovviamente quartiere dai Rossi. Proprio come la piccola borghesia dal punto di vista economico è schiacciata da un lato dal grande capitale e dall’altro dal proletariato, così i distaccamenti partigiani contadini furono polverizzati, presi fra l’Armata rossa e i Bianchi’’ 1. Egoismo e ‘’spirito nazionalistico’’, alla faccia di chi rifiuta lo ‘’Stato’’ ( orizzonte più assurdo che utopico ). L’ultrasinistrismo è destinato ad essere una quinta colonna.
L’ostilità dei marxisti che rischiarono la vita contro le forze neocolonialiste ( mentre il movimento anarchico proliferava nelle metropoli imperialiste ) spinse i libertari a cercare una ‘’nuova via’’ al socialismo diversa dal marxismo-leninismo. Per questa ragione furono affascinati dai kibbutz sionisti. Una politica fallimentare ha una genesi storica che, come ogni cosa, deve essere indagata analiticamente utilizzando fonti e documentazioni inoppugnabili.
Gli anarchici che si trasferirono in Israele non furono affatto pochi; molti di loro passarono dall’anarchismo al laburismo. Altri – dopo aver assimilato il ‘’socialismo nazionale’’ israeliano – addirittura alla destra radicale. In quel periodo l’odio anticomunista degli anarchici divenne islamofobia ed ostilità verso il popolo palestinese visto come barbaro ed arretrato al contrario delle ricche metropoli occidentali. Tutto ciò ci dà un’ idea di quanto eurocentrico sia l’anarchismo: lontano dalle sofferenze dei popoli sottoposti a dominazione coloniale e vicino agli egoismi nazionali ed alle ambiguità ‘’comunitaristiche’’. Anche Toni Negri, teorico delle (concettualmente inesistenti) moltitudini ha avuto eseprienze in un kibbutz. Un disastro teorico, pieno di proiezioni ideologiche e completamente scollegato dalla realtà, che ha portato allo sbando il movimento ‘’no global’’ e tanti attivisti in buonafede.
L’anarchica Giora Manor, giornalista (critico teatrale e di danza) e membro del Kibbutz Mishmar HaEmek, ci dà questa descrizione del ‘’socialismo dei kibbutz’’: ‘’Dalla data del suo concepimento, risalente a circa un secolo fa, sino ai nostri giorni, il kibbutz è sempre stato una società libera che qualunque membro può abbandonare – come molti hanno fatto e fanno – se trova le sue decisioni inaccettabili. Nella realtà della vita del kibbutz è prevalso il principio anarchico di libera volontà.
A questo punto dovrei forse chiarire un altro malinteso. Anarchia e anarchismo non sono sinonimi. Naturalmente, il kibbutz ha delle regole e i suoi membri sono tenuti a rispettarle. Non c’è anarchia – l’assenza totale di leggi e regolamenti nel kibbutz. La vera definizione di anarchismo non è quella di una società senza leggi, bensì di una società basata sull’accettazione volontaria delle decisioni e delle leggi della società da parte di ciascun membro, attraverso il consenso, senza coercizione e sanzioni imposte per statuto’’ 2. Una apologia sterile dato che, fin dal 1909, i kibbutz furono uno strumento imperialistico ‘’morbido’’ per la pulizia etnica della Palestina. I legami del ‘’socialismo israeliano’’ con la cultura fascista vengono sottolineati dallo storico Zeev Sternhell con grande onestà intellettuale: ‘’L’ideologia del socialismo nazionale nasce in Europa tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Si propone come la vera soluzione, puntando a sostituire le ideologie marxista e liberale. Il suo postulato – il primato della nazione – trova le premesse nel socialismo premarxista di Proudhon. E’ un’ideologia che presenta la nazione come un’entità storica, culturale o biologica. Per preservare il suo avvenire e proteggersi dalle forze che scalzano la sua armonia, la nazione deve consolidare la sua unità interna, spingendo tutte le sue componenti alla missione comune. Per questa nuova ideologia, il liberalismo e il marxismo costituiscono il più grande pericolo che, nel mondo moderno, minacciano la nazione. Il liberalismo, perché concepisce la società come un’aggregazione di individui in eterna lotta per un posto al sole, una sorta di mercato selvaggio, la cui sola ragione d’esistenza è di soddisfare gli egoismi dei singoli, quelli dei più forti ovviamente, e il marxismo perché sostiene che la società è divisa in classi nemiche impegnate in una lotta senza pietà tanto più inevitabile in quanto iscritta nella logica interna del capitalismo’’ 3. Gli ‘’anarcosionisti’’, affascinati dal pensiero razzistoide di Proudhon, approvarono il progetto ‘’socialista nazionale’’ di Ben Gurion; il ‘’sionismo socialista’’ è il brodo comune in cui si ritrovarono tanto i ‘’comunisti comunitari’’ quanto i ‘’fascisti di sinistra’’ ( ora “rossobruni” ). Il capitalismo ‘’ebraico’’ – aldilà delle sciocchezze anarchiche – si fonda su di una alleanza fra il ‘’sindacato giallo’’, l’Histadrut ( creato ad immagine e somiglianza delle corporazioni fasciste ) e la destra, il Likud, erede di Hitler e Mussolini. Il fascismo è stato un brutale regime capitalista ed imperialista, le sue declinazioni fuori dall’Europa variano oggi dalla Corea del Sud degli ‘’agglomerati industriali’’ ad Israele, lo Stato ‘’per soli ebrei’’.
A questo punto dovrei forse chiarire un altro malinteso. Anarchia e anarchismo non sono sinonimi. Naturalmente, il kibbutz ha delle regole e i suoi membri sono tenuti a rispettarle. Non c’è anarchia – l’assenza totale di leggi e regolamenti nel kibbutz. La vera definizione di anarchismo non è quella di una società senza leggi, bensì di una società basata sull’accettazione volontaria delle decisioni e delle leggi della società da parte di ciascun membro, attraverso il consenso, senza coercizione e sanzioni imposte per statuto’’ 2. Una apologia sterile dato che, fin dal 1909, i kibbutz furono uno strumento imperialistico ‘’morbido’’ per la pulizia etnica della Palestina. I legami del ‘’socialismo israeliano’’ con la cultura fascista vengono sottolineati dallo storico Zeev Sternhell con grande onestà intellettuale: ‘’L’ideologia del socialismo nazionale nasce in Europa tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Si propone come la vera soluzione, puntando a sostituire le ideologie marxista e liberale. Il suo postulato – il primato della nazione – trova le premesse nel socialismo premarxista di Proudhon. E’ un’ideologia che presenta la nazione come un’entità storica, culturale o biologica. Per preservare il suo avvenire e proteggersi dalle forze che scalzano la sua armonia, la nazione deve consolidare la sua unità interna, spingendo tutte le sue componenti alla missione comune. Per questa nuova ideologia, il liberalismo e il marxismo costituiscono il più grande pericolo che, nel mondo moderno, minacciano la nazione. Il liberalismo, perché concepisce la società come un’aggregazione di individui in eterna lotta per un posto al sole, una sorta di mercato selvaggio, la cui sola ragione d’esistenza è di soddisfare gli egoismi dei singoli, quelli dei più forti ovviamente, e il marxismo perché sostiene che la società è divisa in classi nemiche impegnate in una lotta senza pietà tanto più inevitabile in quanto iscritta nella logica interna del capitalismo’’ 3. Gli ‘’anarcosionisti’’, affascinati dal pensiero razzistoide di Proudhon, approvarono il progetto ‘’socialista nazionale’’ di Ben Gurion; il ‘’sionismo socialista’’ è il brodo comune in cui si ritrovarono tanto i ‘’comunisti comunitari’’ quanto i ‘’fascisti di sinistra’’ ( ora “rossobruni” ). Il capitalismo ‘’ebraico’’ – aldilà delle sciocchezze anarchiche – si fonda su di una alleanza fra il ‘’sindacato giallo’’, l’Histadrut ( creato ad immagine e somiglianza delle corporazioni fasciste ) e la destra, il Likud, erede di Hitler e Mussolini. Il fascismo è stato un brutale regime capitalista ed imperialista, le sue declinazioni fuori dall’Europa variano oggi dalla Corea del Sud degli ‘’agglomerati industriali’’ ad Israele, lo Stato ‘’per soli ebrei’’.
I più scettici non credono alla collaborazione dei libertari con il sionismo? Le prove, comprese diverse fotografie di kibbutz anarchici protetti dagli squadroni della morte dell’IDF, non ammettono replica. Il sionismo è una ideologia totalitaria che ha mille risorse, di sicuro è molto più insidiosa degli squallidi fascismi. Sa ingannare e colpisce alle spalle.
Gli anarchici dicono che tutti gli Stati sono uguali, per questo – data la loro storica incoerenza – combattono i paesi socialisti ed accettano la protezione di un regime
etnico e massacratore di un popolo che, per quanto ne dicano, merita uno Stato indipendente e soprattutto armato.
Gli anarchici contro la Siria indipendente e sovrana
La Siria baathista è storicamente una nazione amica dei popoli curdo e palestinese. Lo stesso PKK nacque in quanto organizzazione marxista-leninista e nemica degli Usa; il generale Hafez al Assad accolse i suoi guerriglieri impartendogli, insieme ai combattenti palestinesi del FPLP Commando-Generale (di Ahmed Jibril), addestramento e preziose istruzioni militari.
La situazione cambiò dopo l’arresto di Ocalan ed il suo radicale mutamento di strategia: dal marxismo-leninismo al ‘’municipalismo libertario’’. Il nemico – per Ocalan – non erano più l’imperialismo o il fascismo imposto ai paesi e ai popoli colonializzati ma lo ‘’Stato’’ in quanto tale; l’analisi della struttura economica scomparve dagli scritti del vecchio leader. Una confusione teorica difficile da spiegare se non con una ipotesi: Ocalan ha stretto un accordo con gli Usa? La domanda, arrivati a questo punto, deve essere posta.
Oggi i curdi partecipano attivamente al tentativo sion-imperialistico di balcanizzare la Siria. In che modo l’imperialismo Usa ha agito? Ce lo spiega il giornalista Thierry Meyssan: ‘’Come ha irreggimentato decine di migliaia di giovani mussulmani occidentali per farne degli islamisti, così la CIA ha iniziato a reclutare anarchici europei per formare Brigate Internazionali, sul modello di quelle che nel 1936 si batterono a Barcellona contro i fascisti. Il Battaglione Antifascista Internazionalista (Europa centrale), la Brigata Bob Crow (Inghilterra e Irlanda), la Brigata Henri Krasucki (Francia), le Forze Internazionali e Rivoluzionarie di Guerriglia del Popolo (Americhe), l’Unione Rivoluzionaria per la Solidarietà Internazionale (Grecia), l’Unità del Partito marxista-leninista (Spagna), tutti i gruppuscoli turchi pro-USA (DK, DKP, MLSPB-DC, PDKÖ, SI, TDP, TKEP/L, TKPML), per citare i più in vista, sono truppe supplementari dello YPG/NATO’’ 4. I giovani anarchici, al pari dei ‘’jihadisti’’, sono stati reclutati nelle carceri, per lo più sbandati già schedati da diverso tempo dai servizi di intelligence. Le conseguenze di questa operazione di ‘’guerra psicologica’’ sono enormi.
- I media di regime hanno esaltato la presenza delle donne fra i combattenti curdi ma la verità e diversa: le donne sono ben poche, pochissime, nonostante l’immagine della bella guerrigliera curda sia entrato nell’immaginario collettivo degli attivisti eurocentrici e delle opinioni pubbliche europee. L’esercito arabo siriano, al contrario, è composto anche da battaglioni interamente femminili. Perché occultare questa verità? Il motivo è facilmente immaginabile.
- Nel ‘’Rojava’’ combatte – secondo la stampa europea – il primo esercito LGBTcontro il fascismo ‘’islamico’’. Si tratta di una grande mistificazione dato che la Siria baathista, in quanto a laicità e pluralismo, è già uno dei paesi più progrediti della regione. Chi sono questi ‘’gay’’ della NATO? Il The Queer Insurrection and Liberation Armyè un movimento anarchico curdo-siriano quindi, tanto per cambiare, ‘’anarcosionista’’. Saranno davvero curdo-siriani? Personalmente credo proprio di no.
- Il giornalista Thierry Meyssan ha messo in dubbio l’autenticità della battaglia di Kobane. Leggiamo: ‘’La battaglia di Aïn al-Arab, in cui si sostiene che giovani siriani, favorevoli al Califfato, si siano opposti a giovani curdi, è costata soprattutto la vita, da una parte e dall’altra, a giovani europei in cerca di un mondo migliore. I Paesi europei si preoccupano del possibile rientro dei giovani jihadisti, ma non s’inquietano per il ritorno dei giovani anarchici, sebbene altrettanto pericolosi. Probabilmente questi ultimi sono più facilmente manipolabili e potrebbero venire riciclati in nuove avventure imperialiste’’. Che cosa è realmente successo a Kobane? Si è trattato d’una nuova e più complessa ‘’operazione falsa flag’’? Dubitare è legittimo.
Le foto dell’esercito ‘’genderista’’ curdo-siriano sono un segno dei tempi rispetto alla capacità manipolatrice dell’imperialismo Usa, una vera macchina dello stravolgimento e manipolazione antropologica. Del resto le lobby sioniste occidentali operano la loro censura ( a discapito delle libertà democratiche ) supportate dai movimenti lgbt che, anteponendo i diritti civili alle questioni sociali, contribuiscono ad indebolire il movimento dei lavoratori ed il conflitto sociale. Si tratta di una nuova forma di totalitarismo psicologico con la parvenza della democrazia. Chi ne fa le spese? Chiaro, le Costituzioni antifasciste chce si basano sulla idea di comunità sociale e non sull’esaltazione degli egoismi personali ( pensiamo, ad esempio, alla pratica dell’utero in affitto ). La ‘’sinistra capitalistica’’ ( Jean Claude Michea ) questo non lo capirà mai: ha già tradito e tradirà ancora. Il teatro dell’orrore ‘’anarcogenderista’’ è una vera festa per l’imperialismo Usa; tutti gli attivisti dello svacco – italiani compresi – sono invitati. Porteranno alcol e hashish? Certamente non toglieranno la bandiera Usa, il simbolo del neocolonialismo per ecccellenza. D’altronde, ciascuno ha i suoi riferimenti…
Gli anarchici si stanno comportando come Daesh con la differenza che utilizzano la protesi ideologica della ‘’lotta allo Stato’’. Sì, ma a quale Stato? Come gli anarchici degli anni ’30 rivolsero la loro ostilità allo Stato sovietico, quelli del 2017 si scagliano contro la Siria baathista ed i movimenti rivoluzionari islamici. Insomma, gli Usa li appoggiano e, dal loro punto di vista, fanno bene. Sono delle vere e proprie quinte colonne.
http://www.linterferenza.info/esteri/gli-anarchici-strumento-usa-israele/
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