sabato 17 settembre 2016

Cosa rappresenta la Siria per il millenarismo jihadista globalizzato?, di Tahar Lamri

Il millenarismo jihadista non gode, nei media e negli studi sul jihadismo, dell'attenzione che merita. La maggior parte degli analisi degli esperti e dei non pochi autoproclamati esperti di islam, verte sulla posizione dei jihdisti rispetto all'islam, sulla base islamica o meno del radicalismo (famosa la formula a effetto di Olivier Roy che quella del jihadismo "non è una radicalizzazione dell’islam, ma un’islamizzazione del radicalismo.") (1).  


Pochi invece si sono interrogati perché migliaia di giovani, da tutti i continenti, sono attirati, con, senza dubbio, un misto di angoscia e di esaltazione, dal jihad. Un jihad di tipo nuovo, il jihad dello scontro finale. Convinti di vivere la fine dei tempi, hanno raggiunto le fila dell'Isis (Daesh / Stato Islamico) in Siria che chiamano ormai soltanto "Sham" الشام .

Sham è una parola araba che indica i territori di Siria, Giordania, Libano, Palestina, parte della Turchia e dell'Iraq. Sham in dialetto siriano indica soltanto la città di Damasco. Sham nel lessico islamico salafita, wahabita e dei jihadisti sunniti ha invece delle implicazioni che vanno al di là della geografia e della storia.

L'ultima battaglia, molto vicina secondo la letteratura jihadista, avverrà in uno spaventoso bagno di sangue e sarà coronata con la vittoria dei musulmani. Questa battaglia si svolgerebbe in Siria. La partecipazione a questa battaglia, quindi, vale mille altre battaglie: spalanca le porte del paradiso e Dio invia gli angeli a combattere con i fedeli. 

Certi predicatori sauditi infestano Youtube con filmati dove parlano di combattimenti in Siria in questi ultimi cinque anni giurando che gli angeli sono già scesi più volte in soccorso dei jihadisti. Sui social media i jihadisti e non solo non fanno altro che ripetere l'invito a questa ultima battaglia o almeno a raggiungere lo Stato Islamico per affrettare l'avvento dell'apocalisse. Pensare di essere impegnati nella battaglia finale permette ai jihadisti di sciogliersi totalmente dalle regole morali comuni. La convinzione apocalittica permette lo scatenarsi di infinite violenze. Le insopportabili violenze che vediamo nei filmati dell'Isis.

Va precisato subito che il millenarismo non è una particolarità islamica, ma investe tutte le religioni e in particolare le religioni monoteiste, ebraismo, cristianesimo e islam. Il teologo Thomas Römer, dell'università di Losanna (UNIL), in un articolo della rivista Allez Savoir! - pubblicata dalla stessa università - del settembre 2007 (2), racconta di come, nel 2003, ha ricevuto una telefonata dai consiglieri dell'allora presidente francese Jacques Chirac perché volevano sapere qualcosa di "Gog e Magog ..". nomi misteriosi, dissero i consiglieri del presidente al teologo, pronunciati da George W. Bush che voleva convincere, con argomenti biblici e profezie apocalittiche di Ezechiele su una coalizione di eserciti che vorrebbe, in una battaglia finale, annientare Israele,  il presidente francese a entrare in guerra al suo fianco contro l'Iraq. Jacques Chirac non sapeva nulla di questi Gog e Magog e ha pensato di chiedere più informazioni.... Già Ronald Reagan, dice il teologo, considerava l'Unione Sovietica Gog e Magog e aggiunge che questa lettura americana sfugge totalmente agli europei che hanno perso i rapporti con il testo biblico. "Per gli americani questi testi sono centrali. Se si dimentica l'aspetto religioso nel sostegno degli Stati Uniti a Israele, si possono fare errori di valutazione" conclude Thomas Römer. Millenarismo delle alte sfere del potere mondiale. Scontri di millenarismi si è tentati di dire.

Tuttavia questi nuovi millenarismi jihadisti globalizzati non sono nutriti solo di religione ma anche della logica politica sovversiva, teorizzata e messa in pratica da vari regimi totalitari e da varie teorie della violenza rivoluzionaria del XX secolo, che consiste nel piazzare cellule di azione violenta nei territori considerati nemici, strumentalizzando persone, una specie di idioti utili, pronte a servire da attivisti e da artificieri per seminare il terrore e preparare la guerra  in una logica perversa per accrescere il male che si pretende combattere. Sfruttare a tal fine i nuovi mezzi tecnologici di comunicazione con immagini e suoni spettacolari. Trasformare gli schermi dei computer e dei telefonini in cellule di indottrinamento e di lavaggio di cervello. Ricorrere a tutti i codici culturali occidentali, videogiochi compresi (3). E naturalmente anche con una fitta attività editoriale.




Il 6 settembre 2016 è uscito il primo numero della rivista Rumiyah. Una rivista, in otto lingue: inglese, tedesca, francese, russa, turca, indonesiana, uigura e pashtun, pubblicata on line da Hayat Media Center, l'ufficio editoriale dell'Isis (Daesh - Stato Islamico). La rivista va ad aggiungersi ad altre pubblicazioni di questo editore: Al Naba' (La Notizia) in arabo, Dabiq in inglese, Dar El Islam in francese, Konstantiniyye(Costantinopoli)  in turco e ИСТОК (La Fonte) in russo.

Mentre Al Naba'Dar El IslamKonstantiniyye e ИСТОК sono incentrate su questioni interne ai paesi nella cui lingua è pubblicata la rivista e invitano alla hijra e cioè il trasferimento nei territori controllati dall'Isis,Dabiq e Rumiya meritano un'attenzione particolare.

Rumiyah (4) è Roma - ma stranamente non esiste, o non ancora, una versione della rivista in lingua italiana -, la capitale d'Italia, come indicata nella tradizione del hadith (detti e atti del profeta Mohamed) e Dabiq, più propriamente Marj Dabiq, una pianura della Siria settentrionale a nord di Aleppo dove avverrebbe, secondo questa tradizione millenarista, lo scontro finale e apocalittico fra i musulmani e i rum (cristiani e alleati).




Per quanto riguarda Roma esiste un hadith (detto del profeta) che suggerisce che dopo la conquista di Costantinopoli sarà la volta di Roma - autenticato dal predicatore salafita Al Albani nel suo libro "Assilsila assahiha" السلسلة الصحيحة (la catena autentica).

Questa rivista, Rumiyah, è comunque agli esordi, non si capisce ancora se è soltanto una reazione all'uccisione del portavoce dell'Isis, Abu Mohamed Al Adnani (il suo ritratto campeggia sulla copertina del primo numero della rivista), avvenuta il 30 agosto scorso oppure l'annuncio di una nuova strategia non ancora chiara dalle pagine di questo numero uscito qualche giorno fa. Strategia non chiara perché l'Italia, nella letteratura jihadista, è considerata Dar An Nusra "Casa del soccorso", cioè luogo di transito e di traffico di armi, documenti e altro e quindi non soggetta ad, anche se gli attentati del 22 marzo all'aeroporto di Bruxelles - Il Belgio era considerato fino allora una "casa del soccorso", hanno infranto questa specie di regola. 


La battaglia principale invece, prima di Roma e di qualsiasi altro posto, si dovrebbe svolgere in Siria, precisamente a Nord di Aleppo, a Dabiq.

Alla base di questo pensiero millenarista ci sono predicatori wahabiti, negli ultimi anni con una fitta attività che continua tuttora, come Al Arifi e altri, molto seguiti tramite Youtube e alcuni canali televisivi satellitari come la saudita Wisal o l'egizianaAl-Nass - ora, dopo una breve chiusura, riaperta e convertita alla nuova religione sbandierata dal generale Al-Sissi dell'Islam wassati - del giusto mezzo" o moderato come piace ad alcuni chiamarlo -), costituita in origine da un uomo d'affari e deputato saudita Mansour bin Kadssa. Su quest'ultima  rete, il noto predicatore salafita egiziano, già all'inizio della protesta in Siria, aveva avviato una serie di trasmissioni intitolate Ahdath annihaya"Gli eventi della fine (sottintende del mondo)", dove parlava dell'ultima battaglia incitando i musulmani ad andare a combattere in Siria per accelerare questo evento finale.

E' interessante notare che il predicatore Imran Hossein, specializzato nell'escatologia islamica e le cui prediche godono di un notevole successo, risponde con un suo millenarismo, secondo lui "scientifico", al millenarismo jihadista mettendo l'accento sul fatto che questi jihadisti ma anche i rappresentanti dell'islam politico come i Fratelli Musulmani sono l'espressione di un complotto sionista contro l'islam. Imran Hossein è diventato molto popolare dopo che si è scoperto che aveva previsto, in una predica del 2003, le cosiddette primavere arabe del 2011 ne parla, ovviamente come rivolte guidate dall'imperialismo e nelle quali, aveva previsto,  Al Jazeera avrebbe avuto un ruolo fondamentale, come è poi successo realmente.

Queste credenze, dell'ultima grande battaglia in Siria, si fondano su una serie di hadith (detti del profeta Mohamed). Il più famoso è quello in cui Mohamed avrebbe detto:

   لا تقوم الساعة حتى تنزل الروم بالأعماق - أو بدابِقَ - فيخرج إليهم جيش من المدينة من خيار أهل الأرض يومئذ، فإذا تصافوا، قالت الروم : خلوا بينا وبين الذين سُبُوا مِنَّا نقاتلْهم، فيقول المسلمون : لا والله، كيف نُخَلِّي بينكم وبين إخواننا، فيقاتلونهم، فينهزم ثُلُث ولا يتوب الله عليهم أبدا، ويُقتَل ثلثُهم أفضل الشهداء عند الله، ويفتتح الثلث، لا يُفتَنون أبدا، فيفتَتحِون قسطنطينية فبينَما همْ يقتسمونَ الغنائمَ ، قدْ علَّقوا سيوفَهُمْ بالزيتونِ ، إذْ صاحَ فيهم الشيطانُ : إنَّ المسيحَ قدْ خلَفَكمْ في أهليكُمْ . فيخرجونَ . وذلكَ باطلٌ . فإذا جاءُوا الشامَ خرجَ . فبينَما همْ يعدونَ للقتالِ ، يسوونَ الصفوفَ ، إذْ أُقيمتِ الصلاةُ . فينزلُ عِيسى ابنُ مريمَ صلَّى اللهُ عليهِ وسلَّمَ . فأمَّهُمْ . فإذا رآهُ عدوُّ اللهِ ، ذابَ كما يذوبُ الملحُ في الماءِ . فلوْ تركَهُ لانذابَ حتى يهلكَ . ولكنْ يقتلُهُ اللهُ بيدِهِ . فيريهِمْ دمَهُ في حربتِهِ
 صحيح مسلم

Prima dell'apocalisse arriveranno i rum (i cristiani) a Dabiq. Andrà al loro incontro un esercito di Medina, composto dai migliori uomini della terra in quell'epoca. Quando saranno schierati di fronte, i "rum" dicono: lasciateci combattere contro quelli i quali hanno lasciato la nostra religione. I musulmani rispondono: no, per Allah, non vi lasceremo combattere contro i nostri fratelli, così' scoppia la guerra. Un terzo di loro tradiranno e non avranno mai il perdono di Dio. Muore un altro terzo di loro e saranno considerati da Dio i migliori martiri, un ultimo terzo vincerà la battaglia e conquisterà Costantinopoli e mentre saranno lì a dividersi il bottino con le loro armi attaccate ai rami degli ulivi, Satana griderà: il Messia è arrivato fra la vostra gente. Escono. Ma è una falsa notizia. Quando arrivano nel Sham (Siria) e prima di prepararsi alla guerra, si alzano per compiere la preghiera e lì scende dal cielo Gesù figlio di Maria e sarà il loro imam, quando il nemico di Dio (Satana) lo vede, si scioglie come il sale nell'acqua. Gesù, non lo lascia sciogliersi fino alla morte, ma lo trafigge con la sua lancia e fa vedere ai musulmani il suo sangue"

Autenticato da Muslim.

e un altro hadith:
"فسطاط المسلمين يوم الملحمة بالغوطة إلى جانب مدينة يُقال لها دمشق من خير مدائن الشام"

Autenticata da Abu Dawod

"Il fustat (tenda di comando) dei musulmani nel giorno della battaglia finale (Armageddon) sarà nella Ghuta vicino a una città chiamata Damasco"

e molti altri hadith, più o meno autenticati, di questo tipo.




Ovviamente per il salafismo jihadista morire in Siria assolve da tutti i peccati ed è un biglietto assicurato per il paradiso. Da qui l'afflusso massiccio di delinquenti vari delle periferie d'Europa e di altri continenti.

Quanto a questi hadith (detti del Profeta Mohamed), e ce ne sono molti altri simili, sebbene considerati autentici e citati da Muslim e altri anche da Bukhari, i più autorevoli compilatori di hadith. Hadith molto diffusi e citati nei canali televisivi, nelle moschee e in tutti i circoli musulmani in quanto promettono un riscatto rispetto alla profonda crisi morale e psicologica nella quale versano i musulmani oggi per vie delle varie sconfitte storiche. Questi hadith sono in contraddizione flagrante con la lettera e lo spirito del Corano. Il Corano afferma in più parti che il profeta Mohamed non ha nessuna conoscenza del ghayb (il futuro, il mistero) come nel versetto:

قُل لاَّ أَمْلِكُ لِنَفْسِي نَفْعًا وَلاَ ضَرًّا إِلاَّ مَا شَاء اللهُ وَلَوْ كُنتُ أَعْلَمُ الْغَيْبَ لاَسْتَكْثَرْتُ مِنَ الْخَيْرِ وَمَا مَسَّنِيَ السُّوءُ} [سورة الأعراف/188]،

Di': “Non dispongo, da parte mia, né di ciò che mi giova, né di ciò che mi nuoce, eccetto ciò che Allah vuole. Se conoscessi l'invisibile possederei beni in abbondanza e nessun male mi toccherebbe. Non sono altro che un nunzio e un ammonitore per le genti che credono”. (Corano 7, 188)

Quando si dice che l'Isis o i jihadisti non c'entrano con l'Islam, si dice una cosa vera e falsa allo stesso tempo. Vera perché l'Isis, diciamolo una volte per tutte e senza timore, è la fase suprema dell'islam politico, come si è sviluppato negli ultimi 80 anni, nei suoi aspetti politici, sociali, del fiqh o della predica come progetto di società ma anche nel sogno o nell'ideale per il quale nasce l'islam politico, ossia la restaurazione del califfato. Califfato mai esistito storicamente. Diciamo invece una cosa falsa perché, ovviamente, l'Islam con la sua storia, le sue contraddizioni e la sua complessità, non può essere riassunto in un hadith del profeta che promette il paradiso recandosi a combattere in Siria.

Che fare? La manipolazione di individui ai quali si fa credere che sono degli agenti della giustizia divina, convinti di essere investiti dalla snatità divina nel compiere i loro atti criminali, ha raggiunto livelli più che allarmanti. Ma come combattere un immaginario millenarista già molto diffuso?Non certamente solo con l'uso della forza o con le fracassanti quanto inutili espulsioni di imam. E nemmeno con l'insistente discorso morale e laicista. E ancora meno con la becera pratica di chiedere a pacifici musulmani che vivono tranquillamente la loro fede di prendere le distanze da atti volti a terrorizzare prima loro. L'urgenza invece è di tendere la mano per restaurare il capitale simbolico delle religioni monoteiste. Nel coltivare un'alleanza della religione e della libertà umana tramite l'interpretazione spirituale dei testi sacri ripristinando i loro piani escatologici. Le religioni monoteiste hanno sviluppato nel corse dei secoli una vera e propria arte dell'interpretazione della parola e della metafora poetica. riappropriarsi di questo corpus, di questo patrimonio spirituale, è l'unica via per svuotare il millenarismo integralista dalle sue deliranti pretese indegne delle ricchezze dei testi sacri.


Mi dite che fiumi di vino scorrono nel paradiso.Il paradiso è un'osteria per voi?Mi dite che vi sono vergini che aspettano ogni credenteMa il paradiso è un bordello per voi?
Omar Khayyam,  matematico, astronomo, poeta e filosofo persiano (1048-1131)

NB. Il musicista turco Fazil Say è stato perseguitato in Turchia nel 2012 per aver pubblicato questi versi sul suo conto Twitter. La Turchia è un esempio di islam politico al potere.


(1) Le Monde, Olivier Roy : « Le djihadisme est une révolte générationnelle et nihiliste », 24.11.2015
(2) Allez Savoir ! / N°39 septembre 2007, George W. Bush et le Code Ezéchiel (PDF)
(3) Wired, Perché l’Isis conosce i videogiochi meglio di noi, di Emilio Cozzi, 19 marzo 2015
(4) A proposito di Roma, esiste anche una misteriosa pagina Facebook Rumiya Al-Mawu'da (Roma promessa). Una pagina che invita i musulmani a raggiungere l'Italia qui dipinta come un paese accogliente e aperto. Una specie di jihad demografico a lungo termine. Una pagina a modo suo ingenua, ma non meno pericolosa, in contrasto con la strategia dell'Isis che vuole affrettare i tempi con il terrore.

http://tlamri.blogspot.it/2016/09/cosa-rappresenta-la-siria-per-il.html

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