Il
giornalista di Famiglia Cristiana,
Fulvio Scaglione, ultimamente molto in voga ‘’a sinistra’’ per il suo (ri)orientamento
filorusso, ha pubblicato qualche giorno fa un interessante articolo intitolato:
Polemiche su quattro statue silenzio su
1.084 condanne a morte 1. Si tratta di un articolo che avanza tesi molto
discutibili: gronda di iranofobia e le semplificazioni sono molteplici.
Purtroppo, quello che emerge, è una totale mancanza di conoscenze sulla
Repubblica Islamica dell’Iran.
Prima di
tutto è bene chiarire che Hassan Rohani non ha affatto avanzato la richiesta di
coprire le nudità delle quattro statue presenti in Campidoglio ( qualche
musulmano sciita si è mai sognato di definire oscene, per la stessa ragione, le
meraviglie di Persepoli ? ), si è trattata – e questo, a quanto pare, pochi
l’hanno capito – di una operazione della establishment renziana: facciamo apparire il presidente iraniano
come un bigotto sessista – dicono i consiglieri dell’amico di Re Salman – così i giornali parleranno di un nuovo
scontro di civiltà. Tutta acqua che va nei mulini di Netanyahu e Casa Saud,
adirati per queste, auspicabili, aperture. Nessun atto di ‘subordinazione’,
anzi, il discorso dei nostri ‘’propagandisti’’ ( qui alludo all’informazione
italiana in generale ), va rovesciato: l’Iran è un paese giovane che ha
acquistato la completa indipendenza solo nel 1979. Chi ha imposto al popolo
iraniano la dittatura di Reza Pahlevi ? Come al solito l’occidente è maestro
nella rimozione del suo crimine maggiore: il colonialismo.
Scaglione
imputa ‘’l'assenza di qualunque accenno, riferimento, allusione, battito di ciglia
alla considerazione che l'Iran ha per i diritti civili e per i
diritti delle minoranze. Quello degli ayatollah (vedi dati di Nessuno tocchi
Caino) è
tutt'ora il Paese con il più alto tasso di condanne a morte per abitante (1.084
esecuzioni nel 2015, il più sanguinoso degli ultimi 25 anni), il Paese in cui
viene tollerato e in qualche caso incentivato dalle autorità un antisionismo
sempre ai limiti dell'antisemitismo, il Paese in cui le proteste pacifiche del
2009 vennero stroncate con la violenza’’.
Mi indigna molto che su questo tema non sia stata diffusa la
risposta del portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Marziyeh
Afkham il quale ha duramente respinto
queste accuse ‘’L'Onu, purtroppo e' ostaggio delle potenze
mondiali ed ha pubblicato un rapporto "pieno di accuse riguardo alla
situazione dei diritti umani in Iran, ma chiude gli occhi, ignora o addirittura
nasconde le lampanti violazioni che avvengono sul territorio americano e suoi
alleati’’. Ed aggiunge ‘’La
costituzione iraniana prevede la pena di morte solo per i crimini piu' gravi
come il terrorismo e il traffico di droga’ 2’. Una replica da non snobbare
dato che perfino Amnesty International
ammette come il 69 % di queste, certamente deprecabili, condanne avvengono –
espressamente – per reati legati allo spaccio di droga. Domanda: chi sono
questi spacciatori e soprattutto da dove vengono ?
L’Iran ospita circa 3 milioni di profughi afghani e, per
colpe tutte statunitensi – do un bersaglio preciso, l’ ‘’occidente’’ è spesse
volte qualcosa troppo generico – si trova a dover gestire il complesso problema
della ‘’droga afghana’’: bande di narcos dediti a frequenti scorribande, non
prive di violenza, nel territorio persiano. Alcune fonti, più vicine al governo
di Teheran, rilevano che il 76 % della condanne è legato alla droga, rendendo
ancora più imbarazzante la posizione dei giornalisti nostrani.
Non tutti i pubblicisti lo dicono ma la stragrande
maggioranza delle notizie riguardanti la ‘’lapidazione in Iran’’, successive al
2000, provengono da dubbi ‘’osservatori’’ occidentali cosa che li rende difficilmente
verificabili, i dettagli sono sempre pochissimi. In realtà, rileggendo le
testimonianze di molti cittadini iraniani, negli ultimi 20 anni circa 600
condanne a morte – date per certe dai media europei – sono state cancellate e
sostituite con una pena di altra natura.
Domanda: quella dei giornalisti
‘’allineati’’ non è, forse, l’ennesima condanna (geo)politica dell’Iran,
dettata da motivazioni più ideologiche che di cronaca ? Come mai nessuno ha mai
alzato un dito quando Khomeini schiacciava il Tudeh ( Partito comunista
iraniano ), protagonista nella lotta anti-Scià e notoriamente filosovietico ? Molto probabilmente per i numerosi
nemici di Teheran non tutte le morti sono uguali: mentre applaudono l’assassinio
dei militanti comunisti ( gli Usa quanti ne hanno fatti fuori ? ), trovano
ipocriti pretesti nella condanna, conforme alle leggi nazionali, di un
narcotrafficante.
Thierry Meyssan, da sempre controcorrente, ci offre una
visione molto diversa dei fatti: ‘’La pena di morte è spesso imposta, ma molto
raramente applicata. Il sistema giudiziario pone un periodo di circa cinque
anni dalla sentenza all’esecuzione, nella speranza che la famiglia della
vittima conceda il perdono al condannato che viene così graziato e subito
rilasciato. In pratica, l’esecuzione riguarda principalmente i maggiori
trafficanti di droga, terroristi e infanticidi. L’esecuzione è eseguita per
impiccagione in pubblico’’ 3. Per gli altri tipi di reati, il perdono dei
familiari delle vittime, è sufficiente a bloccare la condanna ( cosa che non
succede negli Stati Uniti. Vero Scaglione ? ). Insomma, cosa dire ? Si spera
che la Rivoluzione islamica approfondirà il suo processo di democratizzazione
fino ad abolire, al più presto, la pena capitale, le sue conquiste sociali –
come le sue contraddizioni – sono tante ed un dibattito schietto richiede ben
altra obiettività.
Fulvio Scaglione: un articolo povero ed impreciso
Fulvio Scaglione all’inizio del suo pezzo scrive: ‘’Smuove il Medio Oriente stesso, che per essere stabilizzato e pacificato
ha più che mai bisogno di politiche innovative. Per non parlare dell'incontro
con papa Francesco, il secondo di un presidente iraniano dopo quello tra
giovanni Paolo II e Khatami nel 1999’’. La realtà è diversa: papa
Montini ( Paolo VI non Paolo II ) non aveva nessuna intenzione di incontrare lo
Scià, ma si trattò di una evidente forzatura – come sottolinea lo storico
Davide Rossi – poi stravolta dai soliti scribacchini ignoranti: ‘’Paolo VI, contrario alla dittatura dello scià, accetta di
incontrarlo all’aeroporto di Teheran, cedendo alle pressioni occidentali, ma proprio in ragione della sua
distanza dal regime di Reza Palevi rifiuta di compiere una visita nel paese e
rifiuta di essere immortalato in fotografie ufficiali con il tiranno’’. Quando si trattano questi argomenti è bene essere precisi,
restare sul vago è profondamente errato.
Il nostro parla di un ‘’antisionismo
governativo che si avvicina molto all’antisemitismo’’. Mi fa piacere che,
almeno in questo caso si tengano separati il doveroso antisionismo – Israele
commette un po’ troppi crimini, Famiglia
Cristiana prenderà posizione prima o poi ?
– dall’orrendo antisemitismo, ma l’Iran, caro Scaglione, posso
assicurarti che è del tutto libera dal bubbone antisemita ( cosa che non
possiamo dire degli Usa ). Nel novembre 2015 ricordavo che ‘’In Iran
vivono 25 mila ebrei liberi di osservare la propria religione e le proprie
tradizioni culturali e popolari. In tutto il territorio nazionale sono presenti
ben 76 sinagoghe e 19 associazioni ebraiche, di cui segnalo per importanza:
l’Associazione ebraica di Teheran, la Casa dei Giovani Ebrei, l’Associazione
delle Donne Ebree d’Iran. La cultura ebraica è parte integrante del patrimonio
nazionale dell’Iran, non a caso la casa editrice dell’Associazione degli ebrei
dell’Iran è sempre molto attiva. Le scuole ebraiche sono 14 e gli studenti che
vi aderiscono sono circa 12 mila. Le festività ebraiche vengono riconosciute
dalla legge islamica e celebrate in modo regolare’’, e non
solo ‘’Sul piano politico gli ebrei sono
rappresentati nel parlamento iraniano: attualmente la comunità ebraica è
rappresentata da un membro su un totale di 290 parlamentari, grazie al fatto
che la legge prevede che le minoranze religiose debbono essere rappresentate.
Se non fosse per questa garanzia legislativa, gli ebrei non avrebbero i numeri
per eleggere alcun candidato’’ 4. Domanda: l’iranofobia è o no una forma di
razzismo da condannare al pari dell’antisemitismo ? E del razzismo
anti-palestinese Famiglia Cristiana
che dice ? Un certo tipo di disinformazione – e Scaglione è un ottimo
giornalista quindi non mi riferisco direttamente a lui – rende labile il
confine fra il ‘’politico’’ e la ‘’discriminazione razzista’’.
In conclusione, Fulvio Scaglione sull’Iran, quanto meno
avrebbe dovuto informarsi meglio ( questo è per essere generoso ): mi spiace
dirlo ma il suo articolo è degno del ‘’miglior’’ Roberto Saviano, tutte cose di
cui il dibattito culturale, in Italia, non ha proprio bisogno.
Stefano Zecchinelli
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