lunedì 7 aprile 2014

La sinistra europea è malata di razzismo russofobo, di Stefano Zecchinelli



1. La destabilizzazione da parte di forze filo-fasciste dell’Ucraina ha fatto emergere debolezze analitiche molto profonde nella sinistra occidentale.

Gli errori della sinistra europea ruotano attorno a tre assi portanti: (1) in Ucraina ci sarebbe stato un autentico movimento popolare contro un governo capitalistico e corrotto ( sicuramente nessuno nega il carattere cleptocratico del governo Janukovic ma il movimento che l’ha rovesciato si colloca di gran lunga alla sua destra ); (2) l’intervento russo è un intervento di matrice imperialistico ( questo errore viene fatto anche da forze che riconoscono il carattere fascista della mobilitazione Ucraina ); (3) l’Unione Europea, dentro questo conflitto, agirebbe come un polo imperialistico autonomo.

Lasciando stare il primo punto, dato che è sotto gli occhi di tutte le persone oneste il carattere fascista dell’illegittimo governo ucraino, mi soffermerò sul ruolo della Russia ( principalmente l’annessione della Crimea ) e sul rapporto fra Stati Uniti ed Europa.

Le organizzazioni politiche di ‘sinistra’ che hanno sostenuto il colpo di Stato fascista – da Sinistra Ecologia e Libertà al Partito dell’Alternativa Comunista – devono solo vergognarsi. Questi signori, avvallando la disinformazione dei mass media asserviti all’imperialismo statunitense e le falsità dette da giornalisti indegni di questo nome, oggi sono solo dei viscidi fiancheggiatori dell’imperialismo.

Ma vediamo gli argomenti sopra indicati.

2. La sinistra occidentale ha avuto un ruolo davvero losco e mafioso nell’invertire i ruoli, facendo passare i criminali statunitensi come degli ‘arbitri stabilizzatori’ ed i russi come invasori.

Altri gruppi che si fanno follemente passare per marxisti come la LIT ( Lega Internazionale dei lavoratori ), Sinistra Anticapitalista o il PMLI ( Partito marxista leninista italiano ) trasformando una aggressione imperialistica ( ovviamente statunitense e spalleggiata dai sionisti ) in un conflitto fra potenze neo-colonialiste hanno reso un grande servigio a Washington; che dire ? Obama ci mette la propaganda e questi signori inquadrano i movimenti sociali in una prospettiva anti-popolare. Dei veri mascalzoni.

Partiamo da un presupposto fondamentale: LA CRIMEA E’ RUSSA !

Giornalisti mafiosi e filo-occidentali non hanno ricordato che già nel 1991 il popolo della Crimea chiese l’annessione alla Russia ed il referendum venne bloccato dal governo ucraino. La stessa cosa avvenne nel 1992 ma gli imperialisti ignorarono il diritto di autodecisione dei popoli.

Nel 1994 ci fu un ulteriore referendum in cui l’ 83 % degli elettori chiese la possibilità di tenere la doppia cittadinanza: russa ed ucraina. L’anno seguente ci fu un nuovo tentativo del popolo della Crimea di essere riannesso alla Russia ma gli occidentali usarono il gendarme di turno.

La sinistra occidentale, invece, di denunciare l’ipocrisia statunitense punta il dito contro la Russia. Che dire ? Questi sono gli stessi signori che, nel 1979, si schierarono contro l’intervento sovietico in Afghanistan appoggiando i jihadisti sul libro paga della CIA e che ora vogliono la distruzione della Siria baathista. Si può avere una opinione discordante sulla natura sociale dei governi aggrediti ( come abbiamo visto per la Serbia ed ora per la Siria ) ma il rispetto della volontà popolare – nel caso della Crimea c’è stato un legittimo referendum democratico – deve essere un punto cardine della sinistra come l’opposizione ad ogni tentativo di destabilizzazione neo-colonialista. Di certo, per questi venduti, non è così ed il fatto che dicano ‘noi siamo contro tutti gli imperialismi, compreso quello russo’, nasconde, da un lato, una grottesca semplificazione ( la Russia NON è imperialistica ) e, dall’altro lato, cela la testa del serpente: gli Stati Uniti, i peggiori terroristi, i quali si sono macchiati di crimini che nessun altro impero ha mai commesso.

I veri marxisti della Lega comunista internazionale ( trotskista ), senza dare nessun appoggio alla politica borghese di Putin, hanno rivendicato la Crimea russa in nome del principio di autodecisione popolare ‘Our position on Russian forces in Crimea stems from the basic Leninist principle that the right of self-determination applies to the peoples of all nations, including those of great powers like Russia. The intervention of Russian troops into Crimea simply allowed the expression of self-determination for that region. There is no distinct “Crimean nation”; the majority of its population is actually Russian and has long sought—whether under the guise of independence or autonomy—greater ties to Russia, including reincorporation into the state. The referendum that the imperialists have decreed “illegal” merely codified the reality that Crimea is Russian. And even that simple codification would not have taken place if not for the presence of Russian troops. The vitriol of the Western imperialists against the Russian intervention is but a cynical cover for the oppressive politics of their Ukrainian quislings. It is belied by the inability of Crimea’s residents to even hold a referendum to express their will to separate from Ukraine until now’. (Workers Vanguard No. 1042 )

L’incapacità di leggere la pericolosità dell’offensiva Usa è dimostrazione di carenza analitica da parte delle formazione eurocentriche della sinistra che, ora, peccano anche di razzismo russofobo.

Trotsky spiegò che se l’imperialismo avesse sconfitto lo Stato operaio ( seppur burocratizzato ) sovietico, questo sarebbe diventato una semi-colonia. La previsione di Trotsky fu giusta e negli anni ’90, sotto il burocrate Eltsin, la Russia era una semi-colonia statunitense.

Come è possibile che un paese, letteralmente deindustrializzato, almeno fino a 10 anni fa, si trasformi in così poco tempo in una potenza imperialistica ?

Questi signori rimuovono fatti storici fondamentali: (1) la Russia subisce aggressioni colonialistiche dal 1812; (2) la Russia è una grande potenza ma si presta ad una facile penetrazione colonialistica, si pensi alla penetrazione polacca nel ‘600; (3) gli ascari del Partito dell’Alternativa Comunista come mai non parlano del collaborazionismo dei Tartari con i nazisti ?

La conquista della Russia resta la priorità dell’imperialismo statunitense e se dovesse riuscire le forze popolari e democratiche, in tutto il mondo, subirebbero duri colpi. Un antimperialista quindi che deve fare ? Certamente opporsi a questo progetto, riversando la maggior parte delle sue forze nella lotto contro Washington. Lo slogan di partenza resta: MORTE AGLI USA !

3. Sulla questione europea vorrei partire da una lunga citazione di Trotsky:

Che cosa vuole il capitale americano? A cosa tende? Esso cerca, si dice, la stabilità. Vuole ristabilire il mercato europeo nel suo interesse, vuole restituire all’Europa la sua capacità di acquisto. In che modo? Con quali limitazioni? In realtà, il capitale americano non può volersi creare un concorrente nell’Europa. Esso non può ammettere che l’Inghilterra e, a maggior ragione, la Germania e la Francia recuperino i loro mercati mondiali, perché esso stesso vi sta stretto, poiché esporta prodotti ed esporta se stesso. Esso mira al dominio del mondo, vuole instaurare la supremazia dell’America sul nostro pianeta. Che cosa deve fare verso l’Europa? Deve pacificarla, dice. Come? Sotto la sua egemonia. Che cosa significa? Che esso deve permettere all’Europa di risollevarsi, ma entro limiti ben determinati, accordarle settori determinati, ristretti del mercato mondiale. Il capitale americano ora comanda ai diplomatici. Si prepara a comandare anche alle banche e ai trusts europei, a tutta la borghesia europea. A questo tende. Assegnerà ai finanzieri e agli industriali europei determinati settori del mercato. Regolerà le loro attività. In una parola, vuole ridurre l’Europa capitalistica al proprio servizio; in altre parole, indicarle quante tonnellate, litri o chilogrammi di questa o quell’altra materia ha il diritto di comprare o di vendere. Già nelle tesi per il terzo congresso dell’Internazionale comunista, scrivemmo che l’Europa è balcanizzata. Questa balcanizzazione oggi continua. Gli Stati balcanici hanno sempre avuto dei protettori, nella persona della Russia zarista o dell’Austria-Ungheria, che imponevano il cambiamento della loro politica, dei loro governanti, o addirittura delle loro dinastie (Serbia). Attualmente, l’Europa si trova in una situazione analoga nei confronti degli Stati Uniti e, in parte, della Gran Bretagna. Man mano che si svilupperanno i loro antagonismi, i governi europei andranno a cercare aiuto e protezione a Washington e a Londra; il cambiamento dei partiti e dei governi sarà determinato, in ultima analisi, dalla volontà del capitale americano, che indicherà all’Europa quanto deve bere e mangiare ... Il razionamento, lo sappiamo per esperienza, non è mai troppo piacevole. Ora, la razione strettamente limitata che stabiliranno gli americani per i popoli europei verrà applicata anche alle classi dominanti non solo della Germania e della Francia, ma anche della Gran Bretagna. L’Inghilterra deve considerare questa eventualità. Ma attualmente, dicono, l’America sta con l’Inghilterra; si è formato un blocco anglosassone, esiste un capitale anglosassone, una politica anglosassone; il principale antagonismo del mondo è quello che divide l’America e il Giappone. Parlare in questo modo, significa dimostrare la propria incomprensione della situazione. L’antagonismo fondamentale del mondo è l’antagonismo angloamericano. È ciò che il futuro dimostrerà sempre più chiaramente. ( Leon Trotsky, Le prospettive di una evoluzione mondiale, 1924 )

Dice bene in nostro ‘il razionamento non è mai troppo piacevole’, infatti le sanzioni alla Russia ( come quelle all’Iran ) che piano, a svastiche ( invece delle stelle ) e strisce, nascondono ? Chi ragiona in modo consapevole sa che gli Usa vogliono legare l’Europa alla propria struttura economica e sociale, incoraggiando la fuga dei capitali europei verso la terra yankee ( magari con una ‘Cipro italiana’ ? ). Un progetto di distruzione degli Stati nazionali europei che a Trotsky era chiaro fin dal 1924, progetto che ha trovato come principale complice – spiega Trotsky – proprio la socialdemocrazia.

Leggere il testo di Leva Bronstein  è di grande utilità data la lucidità di analisi del più grande marxista classico del secolo scorso, quindi riporto un’altra citazione:

La socialdemocrazia prepara il terreno al capitale americano, si fa suo araldo, parla del suo ruolo salutare, gli apre la strada, l’accompagna con i suoi auguri, lo glorifica. Non è un lavoro di poca importanza. Prima, l’imperialismo si faceva spianare la strada dai missionari, che i selvaggi di solito fucilavano, e qualche volta addirittura mangiavano. Per vendicare i loro morti, allora, spedivano truppe, successivamente mercanti e amministratori. Per colonizzare l’Europa, per farne il proprio dominio, il capitale americano non ha bisogno di spedirvi dei missionari. Sul posto, c’è già un partito il cui compito è di predicare ai popoli il vangelo di Wilson, il vangelo di Coolidge, le Sacre Scritture delle Borse di New York e di Chicago. In questo consiste l’attuale missione del menscevismo europeo. Ma, servizio per servizio! I menscevichi ricavano dalla loro dedizione parecchi vantaggi. Per questo, proprio ultimamente, durante il periodo della guerra civile acuta, la socialdemocrazia tedesca ha dovuto assumere la difesa armata della sua borghesia, di quella stessa borghesia che camminava tenendosi per mano con i fascisti. Infatti, Noske è una figura simbolica della politica postbellica della socialdemocrazia tedesca. Oggi, quest’ultima ha un ruolo completamente diverso: può permettersi il lusso di stare all’opposizione. Critica la sua borghesia e, con questo, mette una certa distanza tra sé e i partiti del capitale. Come la critica? Tu sei egoista, interessata, stupida, nociva, le dice; ma al di là dell’Atlantico, c’è una borghesia ricca e potente, umanitaria, riformista, pacifista, che viene di nuovo da noi, che vuole darci 800 milioni di marchi per restaurare la nostra moneta e tu ti inalberi, osi ribellarti contro di lei quando hai sprofondato la nostra patria nella miseria. Ti smaschereremo senza pietà davanti alle masse popolari tedesche. E questo, lo dice in tono quasi rivoluzionario, difendendo la borghesia americana.

La penetrazione imperialistica statunitense avviene usando come mezzo l’ideologia borghese ed anti-comunista dei diritti umani e contrapponendo i diritti civili alla questione sociale. In Russia, non a caso, il nazismo delle Pussy Riot non porta i lugubri abiti della Gestapo ma palloncini colorati e la perversione del Gay Pride organizzato dalla lobby del noto finanziere sionista e speculatore internazionale Soros, contro cui, Putin, ha giustamente emesso un mandato di cattura.

Che cosa ha fatto la borghesia in Francia: ha liquidato il nazionalismo di De Gaulle ( generale imperialista ma anti-fascista ) sostituendolo con governi di ‘sinistra’ che, per viltà e genuflessione, hanno proclamato il sionismo come religione di Stato.

Insomma, De Gaulle era il più lucido esponente dell’imperialismo francese ( come Putin è il più lucido esponente del nazionalismo borghese russo ), ma gli Usa hanno assorbito l’ex potenza coloniale francese dentro una organizzazione militare, criminale ed imperialistica ( la NATO ), da loro diretta.

I rapporti di forza impediscono la formazione di un polo imperialistico europeo, i nemici principali da abbattere per le forze popolari e democratiche sono gli Stati Uniti e subito dopo lo Stato genocida di Israele. Non è una questione di fanta-politica ma di valutazione dei conflitti in atto, chi riduce la politica a questioni morali, ad utopie e sogni buonisti finisce per fare il gioco di Washington anche perché, come diceva Lenin, ‘sognare è la sorte dei deboli’.

Stefano Zecchinelli



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