1. La destabilizzazione da parte di
forze filo-fasciste dell’Ucraina ha fatto emergere debolezze analitiche molto
profonde nella sinistra occidentale.
Gli errori
della sinistra europea ruotano attorno a tre assi portanti: (1) in Ucraina ci sarebbe stato un
autentico movimento popolare contro un governo capitalistico e corrotto (
sicuramente nessuno nega il carattere cleptocratico del governo Janukovic ma il
movimento che l’ha rovesciato si colloca di gran lunga alla sua destra ); (2) l’intervento russo è un intervento
di matrice imperialistico ( questo errore viene fatto anche da forze che
riconoscono il carattere fascista della mobilitazione Ucraina ); (3) l’Unione Europea, dentro questo
conflitto, agirebbe come un polo imperialistico autonomo.
Lasciando stare
il primo punto, dato che è sotto gli occhi di tutte le persone oneste il
carattere fascista dell’illegittimo governo ucraino, mi soffermerò sul ruolo
della Russia ( principalmente l’annessione della Crimea ) e sul rapporto fra
Stati Uniti ed Europa.
Le
organizzazioni politiche di ‘sinistra’ che hanno sostenuto il colpo di Stato
fascista – da Sinistra Ecologia e Libertà
al Partito dell’Alternativa Comunista
– devono solo vergognarsi. Questi signori, avvallando la disinformazione dei
mass media asserviti all’imperialismo statunitense e le falsità dette da
giornalisti indegni di questo nome, oggi sono solo dei viscidi fiancheggiatori
dell’imperialismo.
Ma vediamo
gli argomenti sopra indicati.
2. La sinistra occidentale ha avuto un
ruolo davvero losco e mafioso nell’invertire i ruoli, facendo passare i
criminali statunitensi come degli ‘arbitri stabilizzatori’ ed i russi come
invasori.
Altri gruppi
che si fanno follemente passare per marxisti come la LIT ( Lega Internazionale dei
lavoratori ), Sinistra Anticapitalista
o il PMLI ( Partito marxista leninista italiano ) trasformando una aggressione
imperialistica ( ovviamente statunitense e spalleggiata dai sionisti ) in un
conflitto fra potenze neo-colonialiste hanno reso un grande servigio a
Washington; che dire ? Obama ci mette la propaganda e questi signori inquadrano
i movimenti sociali in una prospettiva anti-popolare. Dei veri mascalzoni.
Partiamo da
un presupposto fondamentale: LA CRIMEA E’ RUSSA !
Giornalisti
mafiosi e filo-occidentali non hanno ricordato che già nel 1991 il popolo della
Crimea chiese l’annessione alla Russia ed il referendum venne bloccato dal
governo ucraino. La stessa cosa avvenne nel 1992 ma gli imperialisti ignorarono
il diritto di autodecisione dei popoli.
Nel 1994 ci
fu un ulteriore referendum in cui l’ 83 % degli elettori chiese la possibilità
di tenere la doppia cittadinanza: russa ed ucraina. L’anno seguente ci fu un
nuovo tentativo del popolo della Crimea di essere riannesso alla Russia ma gli
occidentali usarono il gendarme di turno.
La sinistra
occidentale, invece, di denunciare l’ipocrisia statunitense punta il dito
contro la Russia. Che dire ? Questi sono gli stessi signori che, nel 1979, si
schierarono contro l’intervento sovietico in Afghanistan appoggiando i
jihadisti sul libro paga della CIA e che ora vogliono la distruzione della Siria
baathista. Si può avere una opinione discordante sulla natura sociale dei
governi aggrediti ( come abbiamo visto per la Serbia ed ora per la Siria ) ma
il rispetto della volontà popolare – nel caso della Crimea c’è stato un
legittimo referendum democratico – deve essere un punto cardine della sinistra
come l’opposizione ad ogni tentativo di destabilizzazione neo-colonialista. Di
certo, per questi venduti, non è così ed il fatto che dicano ‘noi siamo contro
tutti gli imperialismi, compreso quello russo’, nasconde, da un lato, una
grottesca semplificazione ( la Russia NON è imperialistica ) e, dall’altro
lato, cela la testa del serpente: gli Stati Uniti, i peggiori terroristi, i
quali si sono macchiati di crimini che nessun altro impero ha mai commesso.
I veri
marxisti della Lega comunista
internazionale ( trotskista ), senza dare nessun appoggio alla politica
borghese di Putin, hanno rivendicato la Crimea russa in nome del principio di
autodecisione popolare ‘Our position on
Russian forces in Crimea stems from the basic Leninist principle that the right
of self-determination applies to the peoples of all nations, including those of great powers like Russia. The intervention of Russian troops into Crimea simply
allowed the expression of self-determination for that region. There is no
distinct “Crimean nation”; the majority of its population is actually Russian
and has long sought—whether under the guise of independence or autonomy—greater
ties to Russia, including reincorporation into the state. The referendum that
the imperialists have decreed “illegal” merely codified the reality that Crimea
is Russian. And even that simple codification would not have taken place if not
for the presence of Russian troops. The vitriol of the Western imperialists
against the Russian intervention is but a cynical cover for the oppressive
politics of their Ukrainian quislings. It is belied by the inability of
Crimea’s residents to even hold a referendum to express their will to separate
from Ukraine until now’. (Workers Vanguard
No. 1042 )
L’incapacità
di leggere la pericolosità dell’offensiva Usa è dimostrazione di carenza
analitica da parte delle formazione eurocentriche della sinistra che, ora, peccano
anche di razzismo russofobo.
Trotsky
spiegò che se l’imperialismo avesse sconfitto lo Stato operaio ( seppur
burocratizzato ) sovietico, questo sarebbe diventato una semi-colonia. La
previsione di Trotsky fu giusta e negli anni ’90, sotto il burocrate Eltsin, la
Russia era una semi-colonia statunitense.
Come è
possibile che un paese, letteralmente deindustrializzato, almeno fino a 10 anni
fa, si trasformi in così poco tempo in una potenza imperialistica ?
Questi
signori rimuovono fatti storici fondamentali: (1) la Russia subisce aggressioni colonialistiche dal 1812; (2) la Russia è una grande potenza ma si
presta ad una facile penetrazione colonialistica, si pensi alla penetrazione
polacca nel ‘600; (3) gli ascari del Partito dell’Alternativa Comunista come
mai non parlano del collaborazionismo dei Tartari con i nazisti ?
La conquista
della Russia resta la priorità dell’imperialismo statunitense e se dovesse
riuscire le forze popolari e democratiche, in tutto il mondo, subirebbero duri
colpi. Un antimperialista quindi che deve fare ? Certamente opporsi a questo
progetto, riversando la maggior parte delle sue forze nella lotto contro
Washington. Lo slogan di partenza resta: MORTE AGLI USA !
3. Sulla questione europea vorrei
partire da una lunga citazione di Trotsky:
Che cosa vuole il capitale americano?
A cosa tende? Esso cerca, si dice, la stabilità. Vuole ristabilire il mercato
europeo nel suo interesse, vuole restituire all’Europa la sua capacità di
acquisto. In che modo? Con quali limitazioni? In realtà, il capitale americano
non può volersi creare un concorrente nell’Europa. Esso non può ammettere che
l’Inghilterra e, a maggior ragione, la Germania e la Francia recuperino i loro
mercati mondiali, perché esso stesso vi sta stretto, poiché esporta prodotti ed
esporta se stesso. Esso mira al dominio del mondo, vuole instaurare la
supremazia dell’America sul nostro pianeta. Che cosa deve fare verso l’Europa?
Deve pacificarla, dice. Come? Sotto la sua egemonia. Che cosa significa? Che
esso deve permettere all’Europa di risollevarsi, ma entro limiti ben
determinati, accordarle settori determinati, ristretti del mercato mondiale. Il
capitale americano ora comanda ai diplomatici. Si prepara a comandare anche
alle banche e ai trusts europei, a tutta la borghesia europea. A questo tende.
Assegnerà ai finanzieri e agli industriali europei determinati settori del
mercato. Regolerà le loro attività. In una parola, vuole ridurre l’Europa
capitalistica al proprio servizio; in altre parole, indicarle quante
tonnellate, litri o chilogrammi di questa o quell’altra materia ha il diritto
di comprare o di vendere. Già nelle tesi per il terzo congresso
dell’Internazionale comunista, scrivemmo che l’Europa è balcanizzata. Questa
balcanizzazione oggi continua. Gli Stati balcanici hanno sempre avuto dei
protettori, nella persona della Russia zarista o dell’Austria-Ungheria, che
imponevano il cambiamento della loro politica, dei loro governanti, o
addirittura delle loro dinastie (Serbia). Attualmente, l’Europa si trova in una
situazione analoga nei confronti degli Stati Uniti e, in parte, della Gran
Bretagna. Man mano che si svilupperanno i loro antagonismi, i governi europei
andranno a cercare aiuto e protezione a Washington e a Londra; il cambiamento
dei partiti e dei governi sarà determinato, in ultima analisi, dalla volontà
del capitale americano, che indicherà all’Europa quanto deve bere e mangiare
... Il razionamento, lo sappiamo per
esperienza, non è mai troppo piacevole. Ora, la razione strettamente limitata
che stabiliranno gli americani per i popoli europei verrà applicata anche alle
classi dominanti non solo della Germania e della Francia, ma anche della Gran
Bretagna. L’Inghilterra deve considerare questa eventualità. Ma attualmente,
dicono, l’America sta con l’Inghilterra; si è formato un blocco anglosassone,
esiste un capitale anglosassone, una politica anglosassone; il principale
antagonismo del mondo è quello che divide l’America e il Giappone. Parlare in
questo modo, significa dimostrare la propria incomprensione della situazione.
L’antagonismo fondamentale del mondo è l’antagonismo angloamericano. È ciò che
il futuro dimostrerà sempre più chiaramente. ( Leon Trotsky, Le prospettive di una evoluzione mondiale,
1924 )
Dice bene in
nostro ‘il razionamento non è mai troppo piacevole’, infatti le sanzioni alla
Russia ( come quelle all’Iran ) che piano, a svastiche ( invece delle stelle ) e
strisce, nascondono ? Chi ragiona in modo consapevole sa che gli Usa vogliono
legare l’Europa alla propria struttura economica e sociale, incoraggiando la
fuga dei capitali europei verso la terra yankee ( magari con una ‘Cipro
italiana’ ? ). Un progetto di distruzione degli Stati nazionali europei che a
Trotsky era chiaro fin dal 1924, progetto che ha trovato come principale
complice – spiega Trotsky – proprio la socialdemocrazia.
Leggere il
testo di Leva Bronstein è di grande
utilità data la lucidità di analisi del più grande marxista classico del secolo
scorso, quindi riporto un’altra citazione:
La socialdemocrazia prepara il terreno
al capitale americano, si fa suo araldo, parla del suo ruolo salutare, gli apre
la strada, l’accompagna con i suoi auguri, lo glorifica. Non è un lavoro di
poca importanza. Prima, l’imperialismo si faceva spianare la strada dai
missionari, che i selvaggi di solito fucilavano, e qualche volta addirittura
mangiavano. Per vendicare i loro morti, allora, spedivano truppe,
successivamente mercanti e amministratori. Per colonizzare l’Europa, per farne
il proprio dominio, il capitale americano non ha bisogno di spedirvi dei
missionari. Sul posto, c’è già un partito il cui compito è di predicare ai
popoli il vangelo di Wilson, il vangelo di Coolidge, le Sacre Scritture delle
Borse di New York e di Chicago. In questo consiste l’attuale missione del
menscevismo europeo. Ma, servizio per servizio! I menscevichi ricavano dalla
loro dedizione parecchi vantaggi. Per questo, proprio ultimamente, durante il
periodo della guerra civile acuta, la socialdemocrazia tedesca ha dovuto
assumere la difesa armata della sua borghesia, di quella stessa borghesia che
camminava tenendosi per mano con i fascisti. Infatti, Noske è una figura
simbolica della politica postbellica della socialdemocrazia tedesca. Oggi, quest’ultima ha un ruolo
completamente diverso: può permettersi il lusso di stare all’opposizione.
Critica la sua borghesia e, con questo, mette una certa distanza tra sé e i
partiti del capitale. Come la critica? Tu sei egoista, interessata, stupida,
nociva, le dice; ma al di là dell’Atlantico, c’è una borghesia ricca e potente,
umanitaria, riformista, pacifista, che viene di nuovo da noi, che vuole darci
800 milioni di marchi per restaurare la nostra moneta e tu ti inalberi, osi
ribellarti contro di lei quando hai sprofondato la nostra patria nella miseria.
Ti smaschereremo senza pietà davanti alle masse popolari tedesche. E questo, lo
dice in tono quasi rivoluzionario, difendendo la borghesia americana.
La
penetrazione imperialistica statunitense avviene usando come mezzo l’ideologia
borghese ed anti-comunista dei diritti umani e contrapponendo i diritti civili
alla questione sociale. In Russia, non a caso, il nazismo delle Pussy Riot non
porta i lugubri abiti della Gestapo ma palloncini colorati e la perversione del
Gay Pride organizzato dalla lobby del noto finanziere sionista e speculatore
internazionale Soros, contro cui, Putin, ha giustamente emesso un mandato di
cattura.
Che cosa ha
fatto la borghesia in Francia: ha liquidato il nazionalismo di De Gaulle (
generale imperialista ma anti-fascista ) sostituendolo con governi di
‘sinistra’ che, per viltà e genuflessione, hanno proclamato il sionismo come religione
di Stato.
Insomma, De
Gaulle era il più lucido esponente dell’imperialismo francese ( come Putin è il
più lucido esponente del nazionalismo borghese russo ), ma gli Usa hanno
assorbito l’ex potenza coloniale francese dentro una organizzazione militare,
criminale ed imperialistica ( la NATO ), da loro diretta.
I rapporti di
forza impediscono la formazione di un polo imperialistico europeo, i nemici
principali da abbattere per le forze popolari e democratiche sono gli Stati
Uniti e subito dopo lo Stato genocida di Israele. Non è una questione di
fanta-politica ma di valutazione dei conflitti in atto, chi riduce la politica
a questioni morali, ad utopie e sogni buonisti finisce per fare il gioco di
Washington anche perché, come diceva Lenin, ‘sognare è la sorte dei deboli’.
Stefano Zecchinelli
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