sabato 25 gennaio 2014

Il nazismo statunitense minaccia l'indipendenza dell'Ucraina, di Stefano Zecchinelli



1. La pericolosità della politica statunitense e dei suoi vassalli europei è fin troppo evidente. Gli Usa, come da copione, allungano le mani contro un governo non integrato militarmente nel loro sistema di comando e, servi della Dottrina Kissinger, proseguono la politica di accerchiamento verso Russia e Cina.

Ora è il turno dell’Ucraina dove gli yankee, appoggiando bande armate neonaziste, cercano di rovesciare il governo capitalista e corrotto di Janukovic. 

La politica nord americana è sempre più aggressiva e non fa sconti a nessuno. In questo caso rileviamo che: (1) il governo di Janukovic è un governo neoliberista di oligarchi ma nonostante ciò, gli Usa, sono pronti ad assorbire tutto quello che non rientra nella loro sfera di comando militare. (2) l’imperialismo americano, con l’ipocrisia di sempre, alza una bandiera di libertà sporca di sangue. Chi sono i suoi referenti politici in Ucraina ? Semplicemente fascisti !

Il bravo giornalista di orientamento radicale ( di sinistra ), Thierry Meyssan, ci aveva spiegato che già ai tempi della vile ‘rivoluzione arancione’ la situazione in quel paese era questa ( sottolineatura mia ): Lo prova la recente "rivoluzione" arancione : la rete di spie e agenti rimpinzati di dollari e raggruppati in seno al Congresso dei nazionalisti ucraini e del Partito pan-ucraino della libertà (Svoboda, ex SNPU)si sono uniti a Nostra Ucraina, la sedicente coalizione democratica di Victor Yuschenko, e hanno fornito l'inquadramento politico necessario. Nessun dubbio è possibile sull'identità nazista della formazione : la prima porta stampato esplicitamente su tutti i suoi documenti la scritta "Fraktion Stefan Bandera" mentre la seconda utilizza il tridente e la svastica come simboli. Senza parlare degli amici della Signora Timoschenko, sono tutti dell'UNA-UNSO, un'organizzazione paramilitare creata per il putsch di Mosca nel 1991, che rivendica piu' di 1000 combattenti; uomini che sono andati a combattere per la CIA in Croazia, e poi in Cecenia e in Georgia’.

Insomma, quelli che stanno attentando alla sovranità nazionale dell’Ucraina, sono gli assassini di sempre: neonazisti passati nel campo neoliberista con l’ausilio di una certa sinistra anti-comunista rappresentata dalle Femen.

Meyssan, con la solita precisione, ci dice anche: ‘Di questa costellazione, solo il gruppo di Svoboda è stato controllato, dopo che il suo leader Olch Tyahnybok, ha fatto un elogio a quelli che, durante la seconda guerra mondiale, "hanno pulito il paese da russi ed ebrei" e ha esortato a seguire il loro esempio "rendendo l'Ucraina agli ucraini" e "liberando il paese dagli ebrei moscoviti che lo sfruttano". Si trattava di evitare che delle croci uncinate fossero visibili durante la "rivoluzione" televisiva arancione, quando la maggioranza dei manifestanti, pagati dalla CIA, erano stati reclutati dalle, e nelle, organizzazioni naziste’. ( Thierry Meyssan, Il presidente della Lettonia riabilita il nazismo, Sottolebandieredelmarxismo ).



La situazione è questa e la difesa della sovranità nazionale’ dell’Ucraina ( oltre alla sua permanenza nella sfera di influenza russa ) sono un dovere incondizionato per tutti gli antimperialisti. Detto ciò, però, è necessario fare delle precisazioni importanti.

2. La denuncia dei crimini statunitensi e sionisti non deve portarci ad idealizzare, né il governo mafioso di Janukovic e nemmeno a dare patenti di antimperialismo alla Russia di Putin.

Procediamo con ordine, i punti importanti mi sembrano due, poi, forse, tornerò sull’argomento.

(1) Il governo Janukovic è neoliberista ed anti-operaio.

Il neonazismo, in Ucraina, ha attecchito profondamente sulla piccola e media borghesia, protagonista dei disordini, mentre la classe operaia o resta neutrale o, per paura della violenza dei manifestanti, si schiera con il governo eletto ( cosa giusta e comprensibile ).

Un compagno del Partito comunista ucraino, Gueorgui Kriuchkov, ritiene che: ‘Negli ultimi tre anni l'indice di fiducia verso il presidente Janukóvich è sceso dal 30,8 al 10,9%, riducendosi di due terzi. Mai si era prodotta una tale caduta della fiducia verso un presidente durante il suo mandato’ (  Gueorgui Kriuchkov, Per capire la situazione in Ucraina, Campo antimperialista ). Ed ancora: ‘Non c'erano mai state prima un totale scetticismo e sfiducia come ora nella società ucraina. Ma i motivi di ciò sono più che sufficienti. Il peggioramento della situazione nell'economia e nella sfera finanziaria, la crescita della disoccupazione, la povertà generalizzata, una stratificazione sociale sempre più profonda, l'impossibilità per migliaia di persone di soddisfare le loro necessità vitali più stringenti, la sostanziale liquidazione della sanità e dell'istruzione gratuite, l'impossibilità in molti casi di ottenere negli organismi di governo la difesa dei diritti legali, livelli di corruzione senza precedenti che provocano inesorabilmente un assoluto scontento della maggior parte della cittadinanza. Tutto questo si è trasformato in premessa oggettiva alla massiccia partecipazione dei cittadini ai recenti atti di protesta. Ma ad approfittare di ciò, è stata l'opposizione nazionalista di destra, filo-occidentale e aggressiva’.

Ripetiamo: difendiamo la sovranità nazionale dell’Ucraina contro l’imperialismo statunitense ed il neofascismo e rivendichiamo la permanenza dell’Ucraina nella sfera di influenza russa ma la critica al neoliberismo di Janukovic e di Putin è propedeutica a questo sostegno dato su basi antimperialistiche. I governi con una forte base sociale, come la storia dimostra, non si riducono a tanto.

Due domande importanti da porre: (1) cosa ha permesso la spoliticizzazione della classe operaia che oggi non scende in piazza per rivendicare il suo antifascismo militante contro i sicari della NATO ? (2) cosa ha permesso la scollatura della sinistra comunista con le forze patriottiche ?

Un antimperialista degno di questo nome deve rispondere a questi quesiti.

Il compagno del Pc ucraino, in modo indiretto, ci ha detto che è stato il neoliberismo ad allontanare gli operai dalla politica. Lui parla di manifestazioni massicce ma, verificando altre fonti, notiamo che sono manifestazioni prevalentemente della piccola e media borghesia.

La seconda domanda è molto complessa ma io vorrei ricordare cosa diceva Trotsky nel 1939: ‘Il fatto che gli elementi democratici ucraini fuori dell'Unione Sovietica si siano allontanati da essa è di un'importanza politica enorme. Quando il problema ucraino si è aggravato all'inizio dell'anno, non si sentivano per nulla le voci comuniste, ma risuonavano forte quelle dei clericali e dei socialisti nazionali ucraini. Ciò sta ad indicare che l'avanguardia proletaria ha permesso al movimento nazionalista ucraino di scapparle di mano e che questo movimento ha fatto notevoli passi avanti sulla via del separatismo. Infine, lo stato d'animo degli emigrati ucraini del continente nordamericano è anch'esso molto indicativo. In Canada, ad esempio, dove gli ucraini costituiscono il cuore del Partito Comunista, è cominciato nel 1933, come ha raccontato un partecipante di questo movimento, un esodo molto netto di operai e contadini ucraini che si allontanano dal comunismo e cadono o nella passività o in nazionalismi di diversi tipi. In conclusione, questi sintomi e questi fatti testimoniano senza dubbio la forza in espansione delle tendenze separatiste tra le masse ucraine’. ( Leon Trotsky, L’indipendenza dell’Ucraina ed i confusi settari, 1939 )

L’analisi di Trotsky mette in risalto il carattere irrisolto della questione nazionale in Ucraina. L’esproprio della borghesia e la nascita di uno Stato operaio non eliminano, dalla sera alla mattina, le tendenze di uno Stato ad occupare determinati territori; per capirci non si eliminano le vecchie tendenze espansionistiche.

Lenin tutto questo lo sapeva bene e proprio sulla risoluzione della questione georgiana fece la distinzione fra lo sciovinismo delle grandi potenze ( grandi anche geograficamente come era il caso della Russia ) e i piccoli paesi.

I contrasti Urss/Ucraina hanno favorito lo spostamento a destra di larghe masse; la piccola borghesia, labile alla propaganda occidentale, si è presto schierata su posizioni anticomuniste.

Questo spiega, anche, il carattere reazionario delle proteste che uniscono neonazisti e neoliberisti; un’orda reazionaria da fermare in ogni modo.

(2)    Nessuna illusione sul ruolo di Putin e della Russia

Circa un anno fa, in un lungo articolo, chiarivo la questione dicendo ( e mi scuso per l’auto-citazione ):

La Russia è una potenza capitalistica emergente e le sue oligarchie non possono cedere al progetto imperialistico americano di distruzione della sua economia nazionale.

Ovviamente la borghesia russa difende i suoi interessi attraverso un capitalismo corporativo che qualsiasi marxista rivoluzionario non può far altro che combattere in tutti i modi. Putin è un anticomunista viscerale, e punta a dare vigore alle oligarchie che si sono viste spezzare le gambe dall’agente della CIA Boris Eltsin.

I problemi che sorgono sono molteplici; la classe dirigente russa è un baluardo dell’anticomunismo eppure si rivela un contrappeso efficace nei confronti dell’imperialismo americano’.

Il mio articolo continuava:

‘I nodi da sciogliere sono questi:

(1) Il passaggio al mondo multipolare favorisce i movimenti di liberazione nazionale operanti in tutto il terzo mondo e dà respiro agli Stati indipendenti non allineati.

Abbandonare la morsa dell’imperialismo americano, in questo momento, è una priorità per la classe operaia dei paesi coloniali o di paesi, seppur borghesi, che fino alla fine degli anni ’80 ruotavano nell’orbita sovietica.

(2)Partendo da questo prospettiva, i marxisti, da un lato devono combattere la borghesia nazionalistica che trova in Putin il suo rappresentante, ma davanti le pressioni americane devono dare appoggio militare (e non politico) alla Russia’.

Qualche compagno ingenuo dirà: ‘Putin ha impedito all’imperialismo americano di attaccare la Siria’. Qui sbagliano i geopoliticisti ed i campisti; la Siria baathista ha guadagnato il suo diritto alla vittoria sul campo di battaglia sconfiggendo, con il supporto del popolo siriano, i mercenari della NATO e dei sionisti.

La Siria ha vinto, semmai, grazie al supporto della Resistenza palestinese non di certo di Putin. I campisti, invece, che scambiano il Risiko per la lotta di classe questo non possono capirlo.

In conclusione, davanti le provocazioni della NATO, è giusto anche appoggiare un intervento militare della Russia in Ucraina ( l’ho ripetuto già tre volte quindi il geopoliticista scemo che mi accusa di sostenere le Pussy Riot si autocensuri ! ), del resto, le classi lavoratrici, non avrebbero che perderci da questa catastrofe geopolitica, ma guai, a dare partenti di ‘rivoluzionario’ a personaggi non meritevoli. I nemici principali sono gli Usa ed Israele, poi le altre forze sub-imperialistiche ( Inghilterra, Germania, Francia, Italia, Arabia Saudita ), ma la lotta contro il serpente deve essere fatto dalle classi lavoratrici guidate dalla sinistra rivoluzionaria ( l’unica in grado di prospettare un futuro diverso dal capitalismo ). Ripiegare su Putin o sull’oligarca ucraino sarebbe solo un tradimento !

Stefano Zecchinelli







4 commenti:

  1. Hai ragione, non capisco perché (e parlo da comunista, cosi' evitiamo equivoci fin da subito) alcuni compagni per sostenere l'Ucraina da un'aggressione esterna, hanno bisogno di definire il governo di Yanukovich addirittura in certi casi "social-comunista". E' la stessa cosa che accade per la Siria: un conto è sostenere Assad contro l'imperialismo, un altro è definire Assad un "compagno" o peggio ancora dire che la Siria è un paese socialista.

    Colpa della visione geopoliticista di certi compagni.

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  2. Sisi come no , che vergogna.

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  3. anonimo delle 07:27 ma con chi ce l'hai?

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  4. Come diceva Dante, "... non ciascun segno
    è buono, ancor che buona sia la cera". Qui la cera non e' buona di nessuno. Non e' facile convincere chi non ci vive di quanto l'ostensibile cultura americana sia impregnata di voglia di sopraffare gli altri. E' parte della storia del paese, anche se esiste una minoranza pensante che si oppone ma non ha ne' unghie ne' mezzi. La Russia ha gia' dimostrato troppa debolezza. Pur nella diavoleria neo-liberista in cui nuota la Russia, Putin e' il diavolo meno antipatico. Immaginiamo un mondo completamente losangelesizzato e sotto control liberal-sionista! ... E purtroppo ci stanno arrivando www.yourdailyshakespeare.com

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