Come era prevedibile
la morte di Nelson Mandela ha suscitato una ondata di commozione a sinistra (
anche fra tanti marxisti ), al centro e perfino a destra.
Questa figura,
sorridente con tutti – come ha ben scritto Fulvio Grimaldi – da Bush a Fidel
Castro, è diventata una icona dell’anti-razzismo mondiale e dell’antimperialismo.
Sicuramente nulla da togliere al combattente anti-colonialista, però, la sua parabola
politica merita di essere presa brevemente in esame in pochi punti
problematici. Cercherò di fare questo seppur in estrema sintesi.
1. La pacificazione fra la borghesia bianca e la componente più
moderata dell’ANC iniziò già nei primissimi anni ’80. Riportare qualche
testimonianza autorevole non guasta in questi casi. Le ‘ideologie dominanti’ si costruiscono in modo
certosino con attività accademiche e mass mediatiche, quindi, riflettere su
elementi ( fatti, esperienze ed analisi ) che possono farle vacillare credo che
possa essere utile a tutti.
Scrive John Pilger: ‘Nel
1982, era stato portato da Robben Island al carcere di Pollsmoor, dove gli era
consentito di ricevere visite. L'obiettivo del regime dell'apartheid era quello
di dividere l'ANC tra i "moderati" con cui si poteva "fare
affari" (Mandela, Thabo Mbeki e Oliver Tambo) e quelli in prima linea nei
territori, appartenenti alla United Democratic Front (UDF). Il 5 luglio 1989, Mandela fu portato via
dalla prigione in segreto per incontrare PW Botha, il presidente eletto dalla
minoranza bianca del Paese, conosciuto come il Groot Krokodil (Grande
Coccodrillo). Mandela aveva notato con grande piacere che era Botha stesso a
servire il tè’.
Io ammetto che molte persone dicano ‘il Signor Stefano
Zecchinelli è un perfetto nessuno, come si permette ad opinare contro un
combattente come Mandela ?’. Sono d’accordo, sono un perfetto nessuno che poco
fa e le sue opinioni, oggettivamente parlando, poco contano e sono di scarso
significato scientifico. Non ho pretese ! Resta questo problema: io ho deciso
di operare in antitesi alla ‘informazione’ dominante ed essendomi schierato all’interno
di un conflitto sociale e classista, per coerenza, non posso silenziarmi. La
testimonianza di Pilger deve farci fare almeno due domande: (1) cosa spinge la borghesia a cooptare
ex guerriglieri o, se si vuole, ad assorbire le componenti più moderate di
nobili movimenti di liberazione nazionale anche di orientamento marxista. (2) cosa spinge combattenti nobili ad
accettare questi compromessi.
Il Signor Zecchinelli è un signor Nessuno ( inverto le
maiuscole ) ma le due domante restano. Mandela ha accettato di collaborare, il
suo lascito politico non può prescindere da ciò. Mi dispiace ma è la dura
realtà.
Cosa comporta ciò ? Semplice: in Sudafrica molti piangono
Mandela ( che ha dimostrato di saper resiste al carcere e qui devo dire ONORE
AL MERITO ) ma quanti piangerebbero il suo lascito politico reale ? Direi pochi
e vediamo il motivo. Anche qui sarò breve ma, almeno, preciso.
2. Nelson Mandela ha gestito la transizione da un regime
clientelare, dipendente dall’imperialismo e razzista ad uno Stato semi-dipendente
( quindi NON C’E’ STATA NESSUNA RIVOLUZIONE NAZIONALE ) e che, dal 2001 almeno,
ha adottato in pieno il neo-liberismo.
I minatori neri che scioperano sono degli eroi, il mondo
intero deve appoggiarli, la parola d’ordine di ogni antimperialista deve essere
‘siamo per un governo popolare dei neri’ ed è un fatto che i loro massacratori
sono membri dell’ANC. Si dirà ‘membri di destra’, perfetto, ma cosa ha fatto
Mandela per evitare questa deriva ? Io direi proprio nulla e spiego.
Come testimonia Hosea Jaffe: ‘il governo di Mandela non fece nulla per difendere Saro Wima. Le
compagnie petrolifere sono legali e potenti anche in Sudafrica’. Con quali
credenziali Mandela avrebbe dovuto difendere i minatori ? Con le stesse che l’hanno
portato ad abbandonare lo scrittore antimperialista Saro Wima. Duole dirlo ma
il lascito del Mandela politico è catastrofico.
Diamo qualche altro elemento per capire. Ricito ( mi scuso
per l’ennesima citazione ma trovo la sua testimonianza molto interessante ) John
Pilger: ‘Negli anni Ottanta, il regime di
Botha aveva dato a imprenditori neri generosi prestiti, permettendo loro di
costituire società fuori dei bantustan [aree in cui i neri avevano l'obbligo di
risiedere]. Una nuova borghesia nera era emersa rapidamente, insieme a un
clientelismo dilagante. Molti capi
dell'ANC andavano a vivere in case sontuose site in aree lussuose con campi di
golf. Man mano che le disparità tra i bianchi e i neri diminuivano, aumentavano
quelle tra neri e neri.’
Mandela non ha fatto altro che portare politicamente al
potere la borghesia nera in un sistema dominato dalle multinazionali
anglo-americane che, come mi faceva notare un acuto compagno, avevano vari
limiti durante il periodo dello sfruttamento colonialistico olandese ( i
calvinisti vogliono la torta tutta per loro ! ). Questo è tutto, del resto, nel
2001 lo speculatore internazionale Gerge Soros ha affermato che ‘Il Sudafrica è
nelle mani del capitale internazionale’.
Madiba entrò, oltretutto, in massoneria ( Ordine di Malta ),
passaggio necessario per avere il rispetto di sanguisughe e figli di puttana
schifosissimi ( mi scuso per il linguaggio ) del calibro di Bush ( uno che
schifo molto più di Hitler ! ). No, non credo che questo valido personaggio possa
diventare una icona per un marxista.
3. Si dice: ‘Mandela era un sostenitore della causa palestinese’.
Perfetto, ma Mandela ha MAI DISCONOSCIUTO IL DIRITTO D’ESISTERE D’ISRAELE IN
QUANTO STATO RAZZISTA ? Non mi risulta !
C’è un motivo per cui esponenti della borghesia parlano
della soluzione sudafricana per la Palestina: attraverso la soluzione dei ‘due
Stati per due popoli’ si riduce la Palestina ad una mera colonia essendo i
concentrati industriali presenti in territorio israeliano.
Mandela era un lucido esponente – come del resto intellettuali
tipo Chomsky – del sionismo di sinistra. I palestinesi hanno bisogno di armi
per RIPRENDERSI QUELLO CHE E’ LORO non di solidarietà e compromessi.
Un grande leader antimperialista, Ahmed Ben Bella, morto due
anni fa ( e lui avrebbe meritato onori da parte di tutti i marxisti ) insegnava
che ‘ciò
che viene preso con la forza non può essere ripreso con la forza’.
Queste parole non si addicono a Madiba ed ai suoi ammiratori, da Obama fino
agli epigoni del Pc cubano ( i signori che chiamano ‘narco-guerriglieri’ gli
eroi delle FARC ). Questo deve essere capito !
Per il resto onore al resistente anticolonialista ed
antirazzista che fu, almeno fino ai primi anni ’90, oltre non riesco ad andare,
l’onestà intellettuale me lo impedisce.
Stefano Zecchinelli
Sono abbastanza d'accordo. C'è anche una interessante parte di 'Shock economy" della Klein su Mandela che andrebbe riletta, proprio perché mette in luce le catene economiche liberiste alla base della nascita del Sudafrica post-apartheid che chiamano direttamente in causa Mandela e che son ben lontane dal togliersi. Anzi...
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