giovedì 11 luglio 2013

Il razzismo eurocentrico, fase terminale della sinistra social-imperialista, di Stefano Zecchinelli

Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni. La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto ( Jorge Maria Bertoglio )
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Sinistra loda #‎Papa su migranti,ma scorda Marx:capitalismo usa derelitti come esercito industriale di riserva contro diritti dei lavoratori ( Marco Rizzo )


Marco Rizzo insieme al tecnocrate europeista Carlo Azeglio Ciampi, nel pieno della sua opportunistica carriera politica !

1. Queste due, apparentemente contrapposte, dichiarazioni hanno suscitato una serie di reazioni ( ed alcune riflessioni anche interessanti, soprattutto la prima del Papa ) su cui è bene ritornare, almeno per approfondire la critica. Inizio con Bergoglio.

Il discorso del Papa piace alla sinistra, o meglio alla sinistra social-imperialista ? Da chi ha abbracciato la teoria dell’Impero di Toni Negri per mettersi a rimorchio dell’imperialismo americano cosa c’era da aspettarsi ?

Secondo Negri non esiste più un centro di potere ben definito ed i rapporti di coercizione ( e qui Negri riprende chiaramente Foucault ed i strutturalisti ) si possono trovare ovunque. In questo modo l’autore di Impero e Moltitudini rimuove la contraddizione principale dettata dalla egemonia degli Usa e delle centrali sioniste, legittimando – consapevolmente o meno, non importa – il sistema di comando imperiale americano.

Il Manifesto presentò così il libro di Negri: ‘’L’Impero non ha un volto o una figura. Non coincide con l’imperialismo. Non ha bandiere, inni, canti. E’ invisibile, impalpabile, ma sempre ben presente … ‘’.

In questo Negri e Bergoglio partono dallo stesso presupposto: non esistono più i tradizionali nemici di classe ( ed il conflitto di classe – come ha ben spiegato Hosea Jaffe seguendo la lezione di Lenin e Trotsky – si realizza pienamente su scala internazionale ), quindi, caduto l’asse portante della teoria leninista ( l’Imperialismo, e nello specifico della situazione attuale dovremmo dire l’imperialismo americano ) ci si può avviare – seppur partendo da poli opposti – verso una grande pacificazione sociale.

Ancora una volta la sinistra va verso destra dopo essersi abbeverata con la ideologia borghese del pacifismo che presuppone l’esorcizzazione della violenza come motore principale del processo storico. In questo Il Manifesto è una perfetta agenzia della borghesia e, date le circostanze storiche, non può che essere una agenzia della borghesia più forte: quella yankee.

Continua Bergoglio e parla della 'globalizzazione dell'indifferenza'; una volta si chiamava 'cetomedizzazione' culturale. Non ci voleva il Papa di Videla, ed il suo sermone domenicale, per fare sentire in colpa qualche lampedusano confuso.

Il sistema di comando imperialista, che sposta capitali finanziari e muove i grandi eserciti, espropriando interi popoli della loro sovranità adesso ha un nome, si chiama Nessuno. Noi ci guardiamo intorno cercando un responsabile ma alla fine non troviamo risposte !

A chi è rivolto il monito di Bergoglio ? Ai cittadini lampedusani su cui, in modi differenti, viene scaricato il peso della crisi. ‘Voi siete corresponsabili di queste morti, sentitevi in colpa o Dio vi punirà’, questo è l’ammonimento papale. Che dire ? Da un signore che ha benedetto i mercenari italiani in missione in Libano per conto degli Usa, non c’era da aspettarsi nulla di diverso. L’imperialismo uccide, i suoi meccanismi di funzionamento sono anonimi ed impersonali ( ma la redistribuzione dei profitti ha da sempre al vertice le stesse famiglie, strano ! ), quelli che stanno in basso possono solo raccomandarsi l’anima a Dio pregando.

Il discorso di Bergoglio è stato applaudito dai buffoni della sinistra social-imperialista, ed a questo pietoso teatrino ha replicato Marco Rizzo, leader stalinista del partito C-SP. La replica di Rizzo è molto discutibile da un punto di vista contenutistico.

2. Marco Rizzo, leader stalinista di un micro-partito mantenuto in vita dalle corporazioni mediatiche, si lascia uscire di bocca che sull'immigrazione 'la sinistra dimentica la lezione di Marx sull' 'esercito dell'industria di riserva'.

Il leader stalinista dimentica che i 'flussi migratori' ( o meglio lo spostamento della forza-lavoro ) con l' 'esercito dell'industria di riserva' ( I libro del Capitale, Cap. 23, III sezione ) non c'entrano nulla, altrimenti dovrebbe spiegare la causa dei costanti bassi salari nelle colonie. Nulla di nuovo sotto il sole ! Palmiro Togliatti, alla assemblea ONU del 1947, disse’’Ci dovrebbe essere una differenza di salario tra lavoratori bianchi e lavoratori negri’’. Forse è da questa matrice ideologica che bisogna partire per capire l’uscita irresponsabile di Rizzo ? Se un partito stalinista deve integrarsi nelle dinamiche capitalistiche nazionali ha bisogno di difendere anche l'espansionismo della sua borghesia sciovinista, non a caso l’imperialismo straccione italiano trovò la sua punta di diamante nell'ENI e nella industria di Stato che si mossero ( e si muovono per quanto gli è consentito ), nel mercato internazionale, in modo molto simile ai grandi monopoli privati.

L'oppressione delle colonie consente una estorsione di plusvalore in eccesso che, nel nord del mondo, mantiene ( od almeno manteneva, prima che si optasse per il modello capitalistico neo-liberista ) alti i salari. Lo Stato sociale europeo, dimenticano i vecchi stalinisti, aveva bisogno dello sciacallaggio nei confronti dei popoli arabi, africani, asiatici e latino-americani, da lì la repulsione dei PC filo-sovietici nell'appoggiare le lotte di indipendenza nazionale.

Secondo Rizzo, invece, i lavoratori immigrati sono 'concorrenti' degli operai italiani !

Ma Marx la pensava veramente così  ? Sentiamo cosa dice, l’autore del Capitale, davanti al conflitto fra operai inglesi ed operai irlandesi:

‘’ E il più importante di tutto: Ogni centro industriale e commerciale in Inghilterra possiede ora una classe operaia divisa in due campi ostili, i proletari inglesi e i proletari irlandesi. L'operaio inglese medio odia l'operaio irlandese come un concorrente che abbassa il suo livello di vita. Rispetto al lavoratore irlandese egli si sente un membro della nazione dominante, e così si costituisce in uno strumento degli aristocratici e dei capitalisti del suo paese contro l'Irlanda, rafforzando in questo modo il loro dominio su lui stesso. Si nutre di pregiudizi religiosi, sociale e nazionali contro il lavoratore irlandese. La sua attitudine verso di lui è molto simile a quella dei poveri bianchi" verso i "negri" degli antichi Stati schiavisti degli Stati Uniti d'America. L'Irlandese gli rende la pariglia, e con gli interessi. Egli vede nell'operaio inglese nello stesso tempo il complice e lo strumento stupido del dominio inglese sull'Irlanda.

Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell'impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. E' il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere. E questa classe ne è perfettamente cosciente’’
(Lettera di K. Marx a S. Meyer e A. Vogt, 9/4/1870).

Ed ancora Lenin, su capitalismo ed immigrazione:

''La borghesia aizza gli operai di una nazione contro gli operai di un'altra, cercando di dividerli. Gli operai coscienti, comprendendo l'inevitabilità e il carattere progressivo della distruzione di tutte le barriere nazionali operata dal capitalismo, cercano di aiutare a illuminare e a organizzare i loro compagni dei paesi arretrati'' (Lenin, Il capitalismo e l'immigrazione operaia, 1913).

Quindi Rizzo ci vuole dire che Marx e Lenin avrebbero trattato la questione riguardante il rapporto fra operai immigrati ed operai autoctoni in accordo con le varie borghesie nazionali, un vero oltraggio alla teoria marxista !

Una affermazione che viene smentita dai fatti storici: negli Usa, John Reed, descriveva il carattere battagliero dei proletari di colore contrapposti agli sforzi della borghesia americana di rompere il legame con il proletariato autoctono attraverso concessioni salariali ai ‘proletari bianchi’.

Oppure che dire delle rivolte dei banlieuesards parigini nel ’68 francese dove i lavoratori immigrati proponevano di distruggere le merci come forma di protesta contro il capitalismo. Nella lettura neo-stalinista di Rizzo, tutto questo, sembra sparire.

Alla fine, per quanto contrapposte possano sembrare, il discorso di Bergoglio e la replica di Rizzo alla sinistra social-imperialista, si collocano sullo stesso terreno di accettazione dell’imperialismo, non è un caso che Rizzo stesso, ha convenuto con la sinistra social-imperialista, nel votare i bombardamenti NATO contro la Jugoslavia.

Ben disse Brecht ‘il nemico marcia sempre alla tua testa’ !

Stefano Zecchinelli


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