1. La situazione attuale è drammaticamente simile
a quella che si è delineata alla fine degli anni '70. Nel 1976 muore Mao Tse
Tung, leader della Rivoluzione antimperialista cinese ed i suoi successori -
dopo aver eliminato la Banda dei Quattro
– aprirono all’imperialismo Usa, storpiando il marxismo di Mao con l’introduzione
della 'coesistenza pacifica' e della 'collaborazione di classe', revisione
sistematizzata da Deng Xiaoping già nel suo scandaloso discorso, del 1974, sui ‘tre
mondi e le quattro modernizzazioni’ e nei suoi scritti a-marxisti sul ‘socialismo
con caratteristiche cinesi’.
Il blocco delle Repubbliche popolari sovietiche, a causa
degli accordi Usa-Cina, in quel momento si trovò isolato a livello
internazionale, inoltre sopravvenne un elemento destabilizzante interno:
la controrivoluzione capitalistica dei ceti medi.
Nel 1978, l'eletto papa Karol Woytila, si fece
interprete di questo processo reazionario e fascista facendo da 'capo di ponte'
fra l'imperialismo americano, la mafia vaticana e le forze anticomuniste interne
allo Stato operaio deformato polacco.
I fattori da prendere in esame sono due: (1) l’accerchiamento imperialistico è
stato l’elemento destabilizzante esterno, sostenuto dalle relazioni
internazionali intessute dall’imperialismo Usa in quegli anni; (2) l’organizzazione politica delle
frange sociali reazionarie interne agli Stati operai ha completato l’opera.
Woytila non ha fatto altro che tenere uniti questi due fattori di
destabilizzazione, con una sapiente prassi di mediazione sociale.
Oggi muore Hugo Chavez, socialdemocratico
antimperialista, protagonista del processo di decolonizzazione
latino-americano.
L'eredità di Chavez è pesante ed il regime
sociale venezuelano (che con Chavez ha avuto un orientamento di sinistra) è fortemente
contraddittorio: il Compagno presidente ha avviato un grandioso processo di
riforme sociali, ha posizionato il Venezuela fra gli Stati antimperialisti, ha
fronteggiato in modo coraggioso gli Stati Uniti e l'entità sionista ( basta
vedere il ruolo del Mossad nell’appoggio agli squadroni della morte in paesi
come il Messico, la Colombia o il Nicaragua ), principali potenze
imperialistiche.
Il governo venezuelano ha tagliato le unghia
alle multinazionali americane, ha schiacciato l'oligarchia antinazionale, però
non è riuscito ad impedire che sacche di borghesie nazionali si fondessero con
gli apparati burocratici dello Stato rimasto borghese ( quindi non c’è stata la
distruzione della macchina statale che nei paesi coloniali appartiene direttamente all’imperialismo ).
Con tutta probabilità gli elementi
contraddittori del chavismo daranno vita a movimenti contrapposti: avremo un
chavismo di sinistra che potrà fare un fronte unico politico e militare con i
movimenti guerriglieri che combattono nel continente latino-americano
solidarizzando con le FARC, il Movimento dei senza terra in Brasile o l'EZLN in
Messico, ed un chavismo di destra che si riconcilierà con l'imperialismo yankee.
La morte di Hugo Chavez è un duro colpo per le
masse popolari venezuelane ma il processo storico della Rivoluzione bolivariana
è tutt'altro che finito. La storia la fanno le masse ed i grandi leader non
fanno altro che dare una forma alle ambizioni popolari; il Compagno presidente
ci ha lasciati però il blocco storico del chavismo resta fortemente
radicalizzato su posizioni nazionaliste e socialiste.
2. Oggi, 13 marzo 2013, viene eletto come nuovo
papa Jorge Mario Bergoglio, sostenitore in Argentina della Tripla A, e sostenitore
della giunta militare serva del Fondo Monetario Internazionale; un personaggio
dall'oscuro passato.
Le analogie fra l’elezione di Woytila e quella
di Bergoglio sono notevoli: (1) entrambi
vicini alla estrema destra fascista polacca (Woytila) ed argentina (Bergoglio);
(2) se negli Stati operai dell'est
l'elemento destabilizzante interno fu una controrivoluzione dei ceti medi, in
America Latina restano forti le borghesie nazionali e non del tutto vinte le
borghesie compradore antinazionali.
Anche in questo caso annoterei due cose che mi
sembrano importanti: (1) Usa e Russia
stanno cercando degli accordi sulla questione Medio Orientale (Siria, Iran,
Libano, ecc ...), questo significa che lo scontro in quella geo-zona per il
momento è rimandato (come sostiene lo stesso Thierry Meyssan); (2) l'imperialismo americano, con tutta
probabilità, per un periodo relativamente breve (a) aumenterà le pressioni sugli Stati capitalistici europei, (b) rispolvererà la Dottrina Monroe
cercando di riconquistare l'America Latina.
In questo caso l'accordo Obama-Putin sulla
gestione comune della polveriera medio-orientale farebbe il verso all'accordo
Reagan-Deng sull'isolamento della Unione Sovietica. La Russia smetterebbe di
sostenere i governi progressisti latino-americani e gli Usa, da un lato,
rinuncerebbero alla destabilizzazione della Siria ( magari ridimensionando Israele)
e, dall’altro lato, aumenterebbero la loro morsa a sud del continente. Resta
aperta la questione iraniana ma, come ho già detto, quello che potrebbe
avvenire in Medio Oriente è solo una tregua: l’Iran, come la Cina, resta uno
dei nemici principali ( e per questo va appoggiato militarmente ! ) degli Stati
Uniti.
Ecco che entra in gioco il criminale Bergoglio:
Woytila in Polonia è stato il referente degli atlantici, ed ha tenuto compatto
il blocco reazionario di Solydarnosc con l’adesione all’americanismo; Bergoglio,
in nome del ripristino della Dottrina Monroe, riconcilierebbe le forti
borghesie nazionali ( con la loro base sociale ) con le borghesie compradore
ridotte ai minimi termini. Per la seconda volta gli Usa si affidano ad un
mediatore politico ( fascista ) con la tonaca da prete !
Insomma, nonostante abbiamo un elemento di
destabilizzazione interno molto diverso, la tattica politica adottata dall’imperialismo
è uguale a quella adottata oltre trenta anni fa: in Sud America difficilmente
gli yankee creerebbero un movimento reazionario di massa come Solydarnosc
quindi si trovano costretti a fare leva su dei comunicatori ‘politici’ capaci
di riconciliare il fronte borghese ( borghesie compradore e borghesie nazionali
). Sembrerà paradossale ma l’unità della borghesia apre le porte alla
penetrazione imperialistica essendo tutte le borghesie ( una volta eliminati
gli attriti interni ) una agenzia dell’imperialismo più forte, quello a stelle
e strisce.
Mao nel 1976 e Chavez nel 2013: due grandi
combattenti ci lasciano e l’imperialismo prepara la sua offensiva eppure, in
questa circostanza, gli yankee alleati con i pretoni in camicia nera potrebbero
trovarsi davanti reazioni popolari difficili da gestire. Il papa fascista può
starne certo: l’America Latina non finirà come la Polonia !
Stefano Zecchinelli
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