mercoledì 13 marzo 2013

Due spettri si aggirano per l'America Latina: gli spettri di Mao e Chavez, di Stefano Zecchinelli



1. La situazione attuale è drammaticamente simile a quella che si è delineata alla fine degli anni '70. Nel 1976 muore Mao Tse Tung, leader della Rivoluzione antimperialista cinese ed i suoi successori - dopo aver eliminato la Banda dei Quattro – aprirono all’imperialismo Usa, storpiando il marxismo di Mao con l’introduzione della 'coesistenza pacifica' e della 'collaborazione di classe', revisione sistematizzata da Deng Xiaoping già nel suo scandaloso discorso, del 1974, sui ‘tre mondi e le quattro modernizzazioni’ e nei suoi scritti a-marxisti sul ‘socialismo con caratteristiche cinesi’.
Il blocco delle Repubbliche popolari sovietiche, a causa degli accordi Usa-Cina, in quel momento si trovò isolato a livello internazionale, inoltre sopravvenne un elemento destabilizzante interno: la controrivoluzione capitalistica dei ceti medi.
Nel 1978, l'eletto papa Karol Woytila, si fece interprete di questo processo reazionario e fascista facendo da 'capo di ponte' fra l'imperialismo americano, la mafia vaticana e le forze anticomuniste interne allo Stato operaio deformato polacco.
I fattori da prendere in esame sono due: (1) l’accerchiamento imperialistico è stato l’elemento destabilizzante esterno, sostenuto dalle relazioni internazionali intessute dall’imperialismo Usa in quegli anni; (2) l’organizzazione politica delle frange sociali reazionarie interne agli Stati operai ha completato l’opera. Woytila non ha fatto altro che tenere uniti questi due fattori di destabilizzazione, con una sapiente prassi di mediazione sociale.
Oggi muore Hugo Chavez, socialdemocratico antimperialista, protagonista del processo di decolonizzazione latino-americano.
L'eredità di Chavez è pesante ed il regime sociale venezuelano (che con Chavez ha avuto un orientamento di sinistra) è fortemente contraddittorio: il Compagno presidente ha avviato un grandioso processo di riforme sociali, ha posizionato il Venezuela fra gli Stati antimperialisti, ha fronteggiato in modo coraggioso gli Stati Uniti e l'entità sionista ( basta vedere il ruolo del Mossad nell’appoggio agli squadroni della morte in paesi come il Messico, la Colombia o il Nicaragua ), principali potenze imperialistiche.
Il governo venezuelano ha tagliato le unghia alle multinazionali americane, ha schiacciato l'oligarchia antinazionale, però non è riuscito ad impedire che sacche di borghesie nazionali si fondessero con gli apparati burocratici dello Stato rimasto borghese ( quindi non c’è stata la distruzione della macchina statale che nei paesi coloniali  appartiene direttamente all’imperialismo ).
Con tutta probabilità gli elementi contraddittori del chavismo daranno vita a movimenti contrapposti: avremo un chavismo di sinistra che potrà fare un fronte unico politico e militare con i movimenti guerriglieri che combattono nel continente latino-americano solidarizzando con le FARC, il Movimento dei senza terra in Brasile o l'EZLN in Messico, ed un chavismo di destra che si riconcilierà con l'imperialismo yankee.
La morte di Hugo Chavez è un duro colpo per le masse popolari venezuelane ma il processo storico della Rivoluzione bolivariana è tutt'altro che finito. La storia la fanno le masse ed i grandi leader non fanno altro che dare una forma alle ambizioni popolari; il Compagno presidente ci ha lasciati però il blocco storico del chavismo resta fortemente radicalizzato su posizioni nazionaliste e socialiste.

2. Oggi, 13 marzo 2013, viene eletto come nuovo papa Jorge Mario Bergoglio, sostenitore in Argentina della Tripla A, e sostenitore della giunta militare serva del Fondo Monetario Internazionale; un personaggio dall'oscuro passato.
Le analogie fra l’elezione di Woytila e quella di Bergoglio sono notevoli: (1) entrambi vicini alla estrema destra fascista polacca (Woytila) ed argentina (Bergoglio); (2) se negli Stati operai dell'est l'elemento destabilizzante interno fu una controrivoluzione dei ceti medi, in America Latina restano forti le borghesie nazionali e non del tutto vinte le borghesie compradore antinazionali.
Anche in questo caso annoterei due cose che mi sembrano importanti: (1) Usa e Russia stanno cercando degli accordi sulla questione Medio Orientale (Siria, Iran, Libano, ecc ...), questo significa che lo scontro in quella geo-zona per il momento è rimandato (come sostiene lo stesso Thierry Meyssan); (2) l'imperialismo americano, con tutta probabilità, per un periodo relativamente breve (a) aumenterà le pressioni sugli Stati capitalistici europei, (b) rispolvererà la Dottrina Monroe cercando di riconquistare l'America Latina.
In questo caso l'accordo Obama-Putin sulla gestione comune della polveriera medio-orientale farebbe il verso all'accordo Reagan-Deng sull'isolamento della Unione Sovietica. La Russia smetterebbe di sostenere i governi progressisti latino-americani e gli Usa, da un lato, rinuncerebbero alla destabilizzazione della Siria ( magari ridimensionando Israele) e, dall’altro lato, aumenterebbero la loro morsa a sud del continente. Resta aperta la questione iraniana ma, come ho già detto, quello che potrebbe avvenire in Medio Oriente è solo una tregua: l’Iran, come la Cina, resta uno dei nemici principali ( e per questo va appoggiato militarmente ! ) degli Stati Uniti.
Ecco che entra in gioco il criminale Bergoglio: Woytila in Polonia è stato il referente degli atlantici, ed ha tenuto compatto il blocco reazionario di Solydarnosc con l’adesione all’americanismo; Bergoglio, in nome del ripristino della Dottrina Monroe, riconcilierebbe le forti borghesie nazionali ( con la loro base sociale ) con le borghesie compradore ridotte ai minimi termini. Per la seconda volta gli Usa si affidano ad un mediatore politico ( fascista ) con la tonaca da prete !
Insomma, nonostante abbiamo un elemento di destabilizzazione interno molto diverso, la tattica politica adottata dall’imperialismo è uguale a quella adottata oltre trenta anni fa: in Sud America difficilmente gli yankee creerebbero un movimento reazionario di massa come Solydarnosc quindi si trovano costretti a fare leva su dei comunicatori ‘politici’ capaci di riconciliare il fronte borghese ( borghesie compradore e borghesie nazionali ). Sembrerà paradossale ma l’unità della borghesia apre le porte alla penetrazione imperialistica essendo tutte le borghesie ( una volta eliminati gli attriti interni ) una agenzia dell’imperialismo più forte, quello a stelle e strisce.
Mao nel 1976 e Chavez nel 2013: due grandi combattenti ci lasciano e l’imperialismo prepara la sua offensiva eppure, in questa circostanza, gli yankee alleati con i pretoni in camicia nera potrebbero trovarsi davanti reazioni popolari difficili da gestire. Il papa fascista può starne certo: l’America Latina non finirà come la Polonia !

Stefano Zecchinelli

Nessun commento:

Posta un commento