venerdì 28 ottobre 2011

Non prendetevela solo con il "capitalismo"... prendetevela anche con la "gente" ”, di Hosea Jaffe


1. La “gente”... consumista

L’imperialismo capitalista non avrebbe potuto funzionare nemmeno un giorno senza l’interessato appoggio politico, economico e culturale della maggioranza del miliardo di persone del “Primo Mondo” (W1), comprese le classi operaie, e delle centinaia di milioni dei principalmente - ma non esclusivamente - collaboratori con l’imperialismo di media ed alta classe del “Terzo Mondo” (W3). Indipendentemente dalle loro intenzioni esiste una collaborazione globale tra vari miliardi di persone con gli imperialisti in tutti i paesi capitalisti. La gente che possiede o usa automobili private sono i più grandi collaboratori, perché l’industria combinata delle auto e del petrolio è di gran lunga la più grande industria capitalista - più di tre volte più grande dell’industria bellica. Chiunque compri carburante per la propria automobile sta investendo proprio in quell’industria petrolifera attraverso la quale Shell, BP, Agip, Esso, Gulf-Oil ed altre multinazionali attuano lo sfruttamento e l’oppressione da parte degli USA, della UE e del Giappone dei popoli dell’Arabia, dell’Iraq, dell’Indonesia, del Venezuela, della Nigeria e di altre semi-colonie dell’imperialismo basate sul petrolio. La gente che possiede e guida il miliardo di automobili e camion del mondo spende all’anno per i propri veicoli una media di 5000 euro a testa, per un totale di 5 trilioni di dollari all’anno, uguale al 20% del valore aggiunto globale aggregato (salari più profitti). Tutti coloro che usano l’automobile, inclusi i pacifisti, sono responsabili per le guerre in Iraq ed in paesi simili, per non menzionare le due guerre mondiali. Senza le loro automobili non vi sarebbe causa per tali guerre. Allo stesso modo gli automobilisti causano inquinamento, cambio del clima ed adesso anche lo scioglimento delle nevi dell’Himalaya. Non ha senso che essi se la prendano con il “capitalismo” o l’imperialismo. Vi è una necessità sociale e politica - una necessità urgente - di compensare per questa effettiva, per quanto non intenzionale, collaborazione con l’industria imperialista dell’auto, del petrolio e della guerra. Ciò richiede non terrorismo anti-guerra ed anti-USA-UE, ma attività industriale e politica contro i capitalisti dell’auto e del petrolio e la loro classe operaia ed i loro agenti semi-coloniali: per ri-pensare la produzione di auto private, per confinare la produzione ad usi essenziali di tipo medico, ufficiale, ecc., e per cambiare la produzione immediatamente dalle automobili ai treni, le metropolitane ed i servizi pubblici tipo tram. Una tale rivoluzione industriale avrà bisogno di legarsi a rivoluzioni anti-imperialiste contro le multinazionali del petrolio, i loro Stati ed i loro collaboratori sociali sia nel W1 sia nel W3. Lo stesso si può dire per la lotta contro il consumismo popolare e lo “shopping” che finanzia la “globalizzazione” (super-sfruttando il W3 e derubandolo persino del loro legname) ed inquina i mari, i fiumi e le terre con materiali fatti di plastica, che è essa stessa un prodotto principale di quella industria del petrolio sulla quale si basa l’automobile. La cosiddetta gente è poco più, dal punto di vista di come funziona il capitalismo, che automobili e sacchetti di plastica umanizzati. Ogni volta che comprano qualcosa, la scomparsa dal mercato della merce comprata crea un vuoto che risucchia un’altra merce e fa continuare a funzionare il mercato mondiale capitalistico. Allo stesso tempo, naturalmente, i compratori diventano mercificati. Insieme con questo vi è la ora globalizzata alienazione della e dalla gente. Ciò succede giorno dopo giorno, anche minuto dopo minuto, 150 anni dopo che Marx ci ha insegnato la reificazione e l’alienazione. Entrambe sono disordini psicologici scoperti non da Freud, non da Weber, ma prima di entrambi da Marx.

2. La colpevolezza dell’emigrazione (e degli emigrati) europea e della colonizzazione (e dei colonizzatori). Gli emigrati europei ammontano all’intera popolazione che rimane nell’Unione Europea, circa 500 milioni. Vi sono altrettanti ex-europei solo nelle Americhe che in Europa. Essi hanno colonizzato l’America, così come l’Australasia, il Sud Africa, e le isole dell’Oceano. Vivono in continenti che hanno preso, con violenza da olocausto, agli “Amerindi” e da popolazioni Caraibiche, Africane e Asiatiche. Il sud d’Italia è particolarmente colpevole di questo crimine contro l’umanità, verso il quale gli umanisti euroamericani chiudono i loro grandi occhi. Tra di loro si trovano quelli che sono definiti in maniera ridicola i “latinoamericani”, che ancora forzano la loro “cultura” sugli indigeni che i loro antenati europei colombiani colonial-fascisti hanno privato dei loro paesi e del loro continente. Tali coloni oggi governano tutta l’America, a parte Cuba. Essi vivono nel bene e nel male come nelle città e villaggi dai quali le loro famiglie se ne andarono in America per condurre “una vita migliore” espropriando, uccidendo e sfruttando gli indigeni che avevano reso privi di terra. Che lo sappiano o no, questi emigranti hanno usato ogni scusa e ragione (povertà, collasso dell’agricoltura e persino “avventura”) per fare guerre e genocidi alle popolazioni americane ed africane. Essi si celebravano come “nazioni proletarie” alla Mussolini. E, udite udite, non la smettono mai di prendersela con il capitalismo e parlano persino contro l’imperialismo, proprio ciò che essi hanno messo in pratica con la colonizzazione che, a sua volta, li ha resi quello che sono diventati e sono ancora.

3. Anticolonialismo sempre!

Rivoluzioni sociali antimperialiste faranno pagare ai coloni in America le loro colpe razziste. Le loro multinazionali e le terre, come quelle degli USA, UE, Canada ed Australasia, saranno nazionalizzate senza indennizzo. Dovranno cedere le loro lussuose abitazioni agli indigeni ed ai loro discendenti (compresi quelli definiti come “mestizo”) che formano una maggioranza erroneamente chiamata “America Latina”. Il potere politico passerà nelle mani di questi non-europei non-coloni anche in paesi come il Perù, dove la colonizzazione è pesante. Tutta la terra, come l’Amazzonia in Brasile, diventerà proprietà degli indigeni, non importa quanto piccolo sia il loro numero (dopo secoli di guerre genocidi e sfruttamento). Anche in USA e Canada, interi Stati come il Maine saranno ufficialmente governati dagli “indiani” ai quali i coloni avevano preso le terre. In molti casi di questa eguaglianza si tratterà di imporre il principio del governo della minoranza. Per i veri marxisti la DECOLONIZZAZIONE FIGURA IN MANIERA FORTE SULLO STENDARDO DELL’ANTIMPERIALSIMO. Il maggior pericolo per lo sviluppo di Chavez e del suo coraggioso tentativo di liberare il Venezuela, per quanto poco nominato persino da molti marxisti latinoamericani ed europei, viene non solo dalla Casa Bianca e dal Pentagono, ma anche, in maniera insidiosa, dai coloni ex-spagnoli, ex-italiani e ex-altre nazionalità europee in Venezuela. La maggioranza di coloni “bianchi” si opporrà a tali rivoluzioni e non lascerà che abbiano luogo pacificamente senza intervento rivoluzionario esterno in paesi prevalentemente europei come il Brasile, l’Argentina, e persino il Cile (dove, dobbiamo dire, il regime di Allende ha trattato i Mapuche tanto malamente quanto Pinochet). Il fatto è che i coloni sono semplicemente NON fatti di materiale rivoluzionario, a meno che o fino a che eventi improvvisi non li radicalizzino - che è avvenuto nel finora unico e glorioso caso di Cuba. La rivoluzione antimperialista non è basata sui lavoratori ancora fondamentalmente coloni, ma sull’opposizione all’imperialismo straniero ed al colonialismo dei coloni stessi. L’antimperialismo rimane basato sul grande lavoro di Lenin sull’imperialismo di circa un secolo fa. Lenin a sua volta continuò il lavoro scientifico sul capitalismo di Marx, circa 150 anni fa. Il loro lavoro era rivoluzionario, e mantiene pieno valore nel secolo XXI. Quelli che lo accusano di non essere moderno sono loro stessi arretrati. Marx e Lenin sono per l’economia, la politica e la filosofia quello che Galileo e Newton rimangono oggi, tre secoli e mezzo dopo le loro morti, nell’epoca della fisica di Einstein. Galileo e Newton sono validi per velocità molto più basse di quella della luce, e questa validità si applica al 99% della moderna realtà fisica. Finora non è arrivato alcun Einstein in economia, politica e filosofia. Possiamo perciò dire che Marx e Lenin sono MODERNI anche più di Newton e Galileo in fisica. Noi respingiamo con sdegno l’accusa euroamericana pseudo-marxista contro la scienza antimperialista marxista-leninista. Mi sembra che sia venuto il momento di considerare e preparare una completa campagna pubblica di incontri e dichiarazioni sulla persecuzione razzista in Italia degli extra-comunitari (cioè i non-europei dall’Africa e dall’Asia). Gli africani e gli asiatici razzialmente perseguitati stanno chiaramente sull’orlo di una rivolta (Torino, ecc.). La loro lotta non è solo contro questa o quella parte della legge italiana Craxi/Fini (Socialista/Fascista), ma FONDAMENTALMENTE contro le leggi razziste sull’immigrazione dell’UNIONE EUROPEA. È ovvio che lo Stato italiano dirà che una tale campagna appoggia il “terrorismo” ed userà la guerra di Bush al terrorismo. Gli Stati terroristi USA e UE appoggeranno lo Stato terrorista italiano in una tale vilificazione di una lotta anti-razzista con, ed in appoggio a, gli immigranti asiatici ed africani in Italia. Per quello che valgo alla mia età per una tale campagna anti-razzista io sono pronto ad avere una parte piena in questa lotta, facendo del mio meglio con la 
mia povera conoscenza della lingua italiana.

note
* Prof. Univ. di Cape Town Sudafrica.

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