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Alcuni fra i più noti esponenti del neonazismo italiano (in ordine): Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi, Franco Freda e Maurizio Murelli.

Il Brasile è diventato, con la vittoria del nazi-sionista Bolsonaro, una sorta di Ucraina sudamericana. Nei piani di Washington, Brasilia ha preso in custodia la Gladio latino-americana da utilizzare contro gli Stati indipendenti e sovrani, con una rete articolata di neonazisti e anche paramilitari israeliani provenienti dallo Stato sionista e dall’Europa.
La rete eversiva era in fase di formazione da diversi anni, infatti la polizia brasiliana dello Stato del Rio Grande nel 2016 arrestò alcuni reclutatori del Battaglione Azovucraino: “Circa 10 mesi fa abbiamo ricevuto l’informazione che alcuni cittadini ucraini e dell’Europa orientale erano venuti qui per reclutare i militanti di gruppi neonazisti nel battaglione “Azov” con lo scopo di inviarli in Ucraina. Molte persone sono state arrestate ed hanno confessato,” — ha dichiarato Paulo César Jardim all’edizione brasiliana di Sputnik 1. Si tratta di una banda di criminali ricercati per delitti comuni prima della loro politicizzazione: “Allora si era rivolta al mio indirizzo l’organizzazione “Giustizia e Diritti Umani”, che aveva denunciato l’esistenza di organizzazioni neonaziste nel Rio Grande do Sul. In un primo momento non ci credevo e pensavo: è possibile il neonazismo qui? Il Brasile è il Paese del calcio, del Carnevale …,” — ha detto il poliziotto. Dopo i controlli le forze dell’ordine hanno scoperto movimenti di skinhead, nazisti e neonazisti. Avevamo scoperto che erano in lotta con i punk e dopo le indagini ci siamo resi conto che questi gruppi seguivano l’ideologia neonazista. Da allora abbiamo effettuato molte retate e 50 persone sono state condannate, sono state prese molte misure, sono partiti diversi processi nei tribunali,” — ha concluso Paulo César Jardim (Fonte Sputnik Italia). Nella stessa maniera dei wahabiti, gli USA dispongono del neonazismo alla pari di un preservativo: li utilizzano in qualsiasi angolo del mondo, trasferendoli dall’Ucraina al Brasile come se fossero merce, per poi scaricarli quando diventano troppo compromettenti.

La Gladio sudamericana di Bannon e Bolsonaro

Non soltanto neofascisti, il governo filo-israeliano di Brasilia ha permesso l’ingresso di 300 mercenari sionisti da utilizzare contro il Venezuela; le forze reazionarie dell’Alt Right applaudono. Fra i reclutatori ed ideologi della Gladiosudamericana troviamo una vecchia conoscenza dei servizi segreti (deviati) italiani, da un po’ di anni giornalista (dal 2003 dirige il quotidiano online www.noreporter.org.) ed ‘’intellettuale’’ del fronte antidemocratico: Gabriele Adinolfi, ex leader di Terza Posizione, ma – soprattutto – manutengolo di Stefano delle Chiaie. Il duo Adinolfi – delle Chiaie, nel 2014-’15, gettò un ponte fra gli stragisti russofobi di Settore Destro e l’estrema destra italiana dando copertura politica ad un piccolo delinquente partito volontario per Kiev: François Xavier Fontaine. La rivista Pagina Uno ci dà qualche ulteriore elemento di riflessione (sottolineatura mia): ‘’Fontana è legato ad Adinolfi, a sua volta vicino a Stefano Delle Chiaie, ex leader di Avanguardia nazionale, in prima fila nelle trame degli anni ‘70 e nella strategia della tensione. Secondo il sito informativo di geopolitica Aurora, diretto da Alessandro Lattanzio, Fontana sarebbe protetto dal servizio segreto estero italiano (Aise)’’ 2. La storia potrebbe ripetersi.
Il ‘’giornalista’’ Gabriele Adinolfi considera il presidente democraticamente eletto Maduro ‘’un delinquente; un neotrozkista affamatore del popolo, un bancarottiere economico e monetario che è riuscito a far fallire perfino l’esperimento – in linea di massima intelligente – della criptovaluta Petro, la prima moneta digitale di Stato’’ 3. Una sequela di sciocchezze in linea con la propaganda della CIA rilanciate dal think tank neofascista EurHope, un ambiguo Centro Studi avente sede a Bruxelles preso in custodia da Steve Bannon e l’Alt Right. Il Brasile, nei disegni di Bannon e EurHope, dovrebbe accogliere migliaia di paramilitari (neonazisti, sionisti e narcotrafficanti) da impiegare nella guerra di quarta generazione contro gli Stati antimperialisti. Un recente articolo di Adinolfi risulta alquanto eloquente (sottolineatura mia):
“Bolsonaro è altro da me. Ma ovunque mi giri so bene che chiunque è altro da me, anche i leaders populisti. Ma io non voglio tifare, voglio incidere o, almeno, voglio veder incidere, voglio registrare cambiamenti positivi purché vengano poi messi a frutto da chi di dovere e non soltanto goduti da spettatori inerti.
Perché considero storica la sua vittoria?’ Innanzitutto egli ha buon sangue, in quanto è al tempo stesso italiano e tedesco e questa è prerogativa rara e preziosa. Questo significa anche che osserva con un occhio di riguardo la comunità italiana in Brasile e che le possibilità di cooperazioni culturali ed economiche, oltre che morali, tra le nostre nazioni crescono esponenzialmente.
Non è tutto: la visione di Bolsonaro, o almeno di parte del suo entourage, è acuta e guarda anche al Pacifico. La comunità italiana e quella tedesca da oggi possono forse consentire, tra Brasile e Cile, di spingere l’asse europeo fino all’Oceano che ha acquisito centralità mondiale. Una svolta che ci sottrarrebbe alla marginalizzazione in cui ci stiamo avvitando.
 Infine c’è la cosiddetta simpatia di estrema destra che probabilmente è inesatta. La sinistra accusa però il nuovo Presidente soprattutto di una cosa: di coltivare simpatie corporative.
Fatto sta che in Brasile esiste una forte componente corporativa, essenzialmente cattolica, che prende avvio nel 1932 ad opera di Plinio Salgado, sicuramente influenzato per ragioni culturali e linguistiche, da quello di Salazar.
Ebbene la componente è viva e il corporativismo è oggi più che mai la sola risposta economico-sociale rivoluzionaria per il futuro. Con questa presidenza sarà forse possibile rilanciare il dibattito’’ 4.
Un personaggio losco come Adinolfi parla per conto di gruppi di interesse (economico) italiani – ‘’La comunità italiana e quella tedesca da oggi possono forse consentire, tra Brasile e Cile, di spingere l’asse europeo fino all’Oceano che ha acquisito centralità mondiale’’ – ma i suoi mandanti sono le teste d’uovo dell’Alt Right. Il governo di Brasilia (uno dei peggiori del mondo) accoglierà a braccia aperte gli stragisti come Fontana, magari facendoli addestrare dai paramilitari israeliani, senza perdere di vista la geopolitica della catastrofe: trasformare il Brasile nel migliore sguattero di Tel Aviv e Washington. Il neofascismo europeo, facendo da megafono alla cerchia di Bannon ed agli antisemiti nord-americani, si sta trasformando nell’appendice dell’evangelismo anglosassone, una mutazione genetica prevista dal maggiore analista anticapitalista statunitense: Chris Hedges, che da diversi anni vede nell’evangelismo una sorta di atipico neofascismo.
L’Imam Khomeini disse che Israele è la bambola del colonialismo inglese. Utilizzando il medesimo approccio dell’ autorità religiosa sciita possiamo dedurre che il neonazismo è il pupazzo dell’imperialismo americano-sionista. Manovrati.

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Fonte foto: vocidallastrada.org (da Google)

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