lunedì 17 dicembre 2018

Iran: un contrappeso all’imperialismo globale, di Diego Siragusa e Stefano Zecchinelli

Professor Siragusa, lei recentemente ha preso parte ad una importante iniziativa dell’Università di Teheran, in Iran, intitolata Declino dell’egemonia USA e le voci della resistenza. Ci può sintetizzare, per quanto possibile, le parti più importanti del suo intervento? Quali sono state le maggiori convergenze politiche con gli altri relatori e quali i disaccordi?
DS – Ho illustrato ai miei interlocutori lo scenario mondiale dopo la fine dell’Unione Sovietica e la sovversione dell’est Europa conclusasi con la dissoluzione dell’ex Yugoslavia. Gli USA pensavano di avere ormai l’egemonia planetaria e che il problema principale era assoggettare gli ultimi stati ribelli: Iran, Libia, Cuba, Venezuela, Siria, Corea del nord cc.. Con l’avvento di Putin alla guida della Russia, e dopo la gestione liquidatoria dell’URSS fatta da Eltsin, i rapporti di forza mutarono. Putin comprese he l’estensione a est della NATO, nonostante la scomparsa dell’antagonista, il Patto di Varsavia, rivelava in modo esplicito i progetti egemonici degli USA. La risposta a questa minaccia fu il “Patto di Shangai”, chiamato in seguito Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai fondato il 14 giugno 2001 dai capi di Stato di sei Paesi: Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Dopo alcuni anni di attesa, l’Iran è pronto a entrare in questa organizzazione che dovrebbe includere anche la Siria, già alleata della Russia. Qui inizia, a mio parere, la crisi dell’egemonia USA e la prova suprema è il fallimento della sovversione della Siria, dopo il successo del rovesciamento dell’Iraq e della Libia con l’uccisione di Gheddafi. Il progetto di ridisegnare la mappa del Medioriente era stato concordato con Israele, come implicitamente confermano le email di Illary Clinton. Putin, con l’aiuto dell’Iran e delle milizie di Hetzbollah, ha fatto fallire quel progetto per il quale sono stati mobilitati , i terroristi takfiri addestrati e finanziati dagli USA, da Israele, dalla Turchia, dall’Inghilterra, dall’Arabia Saudita dal e dagli Emirati Arabi. Una coalizione criminale resasi colpevole di una guerra per procura che ha ulteriormente sconvolto il Medioriente e causato un oceano di sangue e migrazioni di massa verso l’Europa. Tutto questo ha diffuso un processo di denuncia che ha interessato la società civile ovunque nel mondo. Ritengo importante rammentare il ruolo svolto da Julian Assange e da Wiki Leaks che hanno pubblicato i documenti segreti dell’Amministrazione americana e i documenti che provano i complotti criminali mediante i quali pretendono di governare il mondo.
L’Iran, in questo contesto, è diventato il muro contro l’imperialismo USA e contro il sionismo suo stretto alleato. Su quest’analisi c’è stata totale concordanza tra me e i miei interlocutori.
(2) Il giornalista Thierry Meyssan ritiene che fra Iran e Russia ci siano divergenze, tanto teoriche quanto politiche, nei confronti di Israele: la Russia critica il razzismo israeliano, ma riconosce Israele in quanto Stato legittimo riconoscendogli il diritto di difendersi qualora venisse attaccata; l’Iran – giustamente – non considera Israele uno Stato nazionale. Per il governo sciita, lo Stato sionista è una entità la quale opprime gli storici abitanti della Palestina storica. Lei pensa che fra Russia ed Iran ci siano orizzonti strategici diversi nei confronti del sionismo e della lotta antimperialista nella regione?

DS – La condotta della Russia, e di Putin in particolare, verso Israele è molto incoerente e mette a dura prova l’intelligenza degli analisti. Nel Consiglio di Sicurezza e nell’Assemblea Generale dell’ONU, Russia e Cina votano sempre compatti contro Israele e a favore della Palestina e, in molti casi, anche a favore dell’Iran. Anche nella guerra contro la Siria la Russia è ferma nella difesa intransigente del governo e del popolo siriani aggrediti da una coalizione criminale di cui ho già parlato. L’Iran sostiene il governo del presidente Assad assieme alle milizie di Hetzbollah dirette dalla personalità di uno sceicco sciita come Hassan Nasrallah. Perché la condotta della Russia è incoerente e ambigua verso Israele?
1 – Diversamente dall’Unione Sovietica, che si fece cacciare dagli americani fuori dal Medioriente dove aveva un rapporto di alleanza con l’Egitto di Nasser, la Russia di Putin vuole esercitare un ruolo ad ampio raggio con tutti gli attori presenti nell’area. Dopo il crollo dell’URSS, circa un milione di ebrei russi emigrò in Israele e oggi sono circa il 20% dei cittadini israeliani. Dopo l’ebraico e l’inglese, la lingua russa è quella più diffusa e Putin sa che questi ex russi hanno qualche legame con la terra di origine.
2 – La Russia ha stretti rapporti commerciali con Israele e usufruisce di prodotti di elevata tecnologia provenienti da fabbriche israeliane. Inoltre, molti israeliani si recano in Russia per turismo e frequentano le spiagge del Mar Nero.
3 – Tuttavia essa non può inimicarsi l’Iran che rappresenta un grande mercato formato da oltre 80 milioni di consumatori e un alleato dentro il Patto di Shangai che l’ha aiutata a fronteggiare l’aggressione alla Siria con successo. I dirigenti russi sanno che l’Iran mira a rinsaldare i rapporti con la parte sciita dell’Iraq, della Siria e del Libano dove agguerrita è la presenta di Hetzbollah. Quindi si trova in una situazione di surplace, dovendo controllare le mosse e le intenzioni dei suoi interlocutori e prevenirle senza farsi emarginare. Sconcertante è la condotta russa quando finge di non vedere i bombardieri con la stella di Davide che colpiscono postazioni iraniane in Siria e dello stesso esercito siriano. Postazioni di alleati senza i quali il suo ruolo in Siria sarebbe stato cancellato!!! Questo è davvero un rompicapo per ogni analista! La situazione è cambiata col recente abbattimento di un aereo russo con 15 militari a bordo, colpito dalla contraerea siriana mentre questa rispondeva ad un bombardamento criminale e arbitrario di Israele. Praticamente i caccia israeliani si sono nascosti dietro l’aereo russo per evitare di essere colpiti. Questa è l’accusa circostanziata del Ministero della Difesa. Come hanno risposto Putin e il suo ministro della Difesa Shoigu? Il ministro non ha esitato a condannare Israele come la “vera causa” dell’incidente, mentre Putin alternava parole di condanna con parole di giustificazione di una “casuale catena di incidenti”. Shoigu, interprete dei sentimenti degli apparati  militari, voleva la rappresaglia; Putin, invece, gettava acqua sul fuoco. Conclusione? Hanno dotato i siriani di un avanzato e moderno sistema di armi di difesa aerea: gli S-400 che ora sono l’ossessione di Israele che spera di poter continuare a fare i suoi sporchi comodi con i moderni bombardieri F-35.
(3) Come giudica la posizione dell’attuale governo italiano verso la Repubblica Islamica dell’Iran? Il M5S s’è più volte dimostrato solidale con la causa palestinese, contrariamente alla sionista Lega Nord. L’attuale esecutivo potrebbe, col tempo, presentare delle fratture geopolitiche?

DS – Il governo italiano non è diverso dai precedenti in politica estera. I responsabili sono degli analfabeti e allievi di don Abbondio. Finora, al di fuori di qualche timida riprovazione per le sanzioni contro la Russia, non hanno fatto un solo gesto, non hanno detto una sola parola che indichi la volontà di un’analisi autonoma e l’adozione di decisioni di rottura col passato. I 5Stelle e l’Iran? Non sanno nulla! L’unico che alcuni anni fa fece qualche dichiarazione fu Beppe Grillo: «Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo». Tutto qui.
La solidarietà dei pentastellati verso i palestinesi? Si è ristretta al solo deputato Manlio Di Stefano  ma, ora che questi è diventato vice-ministro, se ne sta infischiando. La Lega Nord, come partito di destra sbava dietro agli Stati Uniti e Israele. Il ministro Salvini fra pochi giorni andrà in Israele a inginocchiarsi e a baciare la mano a Netanyhau. Tra Lega e pentastellati non vi saranno fratture in politica estera.

(4) Qual è il livello d’emancipazione delle donne raggiunto dopo il 1979? Sempre citando il suo Rapporto da Teheran:

‘’Sul chador occorre fare chiarezza. E’ stato utilizzato sulla stampa occidentale, anche con alcune ragionevoli motivazioni, per attaccare l’Iran e gli aspetti più retrivi della religione islamica verso le donne. Questa usanza di nascondere le donne, in Medioriente, è molto antica e ne parlò persino Plutarco nella sua opera Vite Parallele. Oggi solo le donne anziane, sia quelle delle zone urbane sia quelle delle zone agricole, e quelle che praticano la religione in modo tradizionale, indossano il chador. La grande maggioranza, invece, preferisce il ruwsari, il foulard variamente colorato e disegnato’’

Alla luce delle menzogne della ‘’stampa di regime’’, lei ritiene che il femminismo europeo venga declinato in termini anti-musulmani diventando un neo-razzismo rovesciato?

DS – Diversamente dai primi tempi della rivoluzione khomeinista, oggi si vede una maggiore autonomia e libertà delle donne iraniane. Sono presenti dappertutto e, specialmente negli uffici pubblici. Ho raccontato ai miei amici iraniani che nella mia terra d’origine, la Sicilia, le donne portavano il velo. Mia madre indossava “la veletta” e mia nonna paterna nel 1960, quando io e la mia famiglia emigrammo al nord, indossava ancora il lutto per la morte di mio nonno e il velo, non dissimile dal chador. Un costume diffuso in tutto il sud. Dieci anni dopo la situazione era mutata.  Vogliamo lasciare agli iraniani il diritto di far evolvere i loro costumi e le loro consuetudini senza pregiudizi e ingerenze esterne? Quando mi hanno portato a visitare gli studi televisivi di PressTV e HispanTV, ho osservato che c’era un gran numero di donne giornaliste. La signora che mi ha accolto era la capo redattrice. In occidente abbiamo il vizio, duro a morire, di guardare tutto “coi nostri occhi”, di voler uniformare tutto e di giudicare e condannare ciò che è diverso. Una malattia indotta dalla globalizzazione e dall’americanismo più perverso.

(5) In occidente si sta configurando una sorta di imperialismo mediatico coi media di regime sempre pronti a diffamare gli Stati indipendenti e non allineati. I media alternativi come ParsTodayHispanTV e Russia Today con che modalità di lavoro (quindi anche di studio e d’analisi) possono conquistare l’egemonia informativa?

DS – Ho notato con piacere che il governo iraniano dedica risorse e attenzione all’informazione. Collaboro frequentemente con interviste alla redazione italiana di ParsToday e si tratta di una voce preziosa, fuori dal coro, in una Italia dove l’informazione è sotto stretto controllo americano-sionista. La visita agli studi di PressTV e HispanTV è stata per me una boccata d’ossigeno. PressTV, come la CNN, trasmette 24 ore su 24, notizie da tutto il mondo. HispanTV copre tutta l’America Latina. Un eccellente risultato per rompere l’accerchiamento dell’informazione predominante di marca yankee. Russia Today e Sputnik contribuiscono a dare colpi micidiali all’apparato di menzogne pianificate dell’occidente e del centro dell’Impero, gli Stati Uniti d’America.
http://pergiustizia.com/iran-un-contrappeso-allimperialismo-globale/

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