I giornali ‘’antimperialisti’’ non hanno ancora dato la notizia della morte di Alan Hart, dimostrando, per l’ennesima volta, il loro ruolo di falsa opposizione al sistema. Le liste elettorali si riempiono ed i giornali ‘’di partito’’ non possono compromettersi parlando di uno storico e giornalista che, con grande coraggio, ha dato filo da torcere alla lobby sionista ed allo Stato d’Israele. Alan Hart fu un vero difensore della causa palestinese, conobbe di persona Arafat e scrisse una storia dell’OLP, un ricercatore rigoroso che ha percorso, col suo coraggio, la storia dei conflitti mediorientali raccontandoci la brutalità del sionismo. Ci ha lasciati un vero combattente, antimperialista, anticonformista, fiero nemico d’ogni forma d’oppressione. Con la morte di Alan Hart siamo, tutti quanti, un po’ più poveri.
Fonte: http://www.alanhart.net/
Il grande giornalista inglese con la trilogia, Sionismo, il vero nemico degli ebrei, non si limita a ricostruire la storia del nazionalismo ebraico, dalla nascita fino al governo di Obama, ma mette in risalto il ruolo delle lobby – sionista, evangelica e pro-Israele – nel portare gli Stati capitalistici europei dalla parte di un piccolo Stato etnico e militarista. Il suicidio programmato delle borghesie occidentali. Come osservavo recensendo il primo volume, Il falso messia, il sionismo, dopo la fine della seconda guerra mondiale, ha ‘’colonizzato’’ l’oligarchia statunitense. Alan Hart entra nel merito delle questione con la maestria dello storico:
‘’Minacce politiche ? Truman – nota Hart – sapeva bene che, con tale preavviso, il suo destino politico era oramai in mano ai nazionalisti ebraici, non poteva fare altro che sottostare ai loro ricatti. Le parole usate dal giornalista britannico meritano di essere riportate per l’ennesima volta: ‘’A mio parere, non è irragionevole ipotizzare che Ben Gurion avesse informato Truman che, se gli Stati Uniti non avessero riconosciuto lo Stato ebraico subito dopo la sua creazione, l’avrebbe fatto l’Unione Sovietica, e Israele, di conseguenza, l’avrebbe riconosciuta come sua amica e superpotenza alleata, non gli Stati Uniti. In breve, credo possibile che Ben Gurion giocasse, o avesse giocato per Truman, la carta del ricatto finale’’ ( pag. 362 )Domanda: Israele avrebbe mai accettato di convivere con l’Urss che, seppur revisionista, restava un paese socialista? I fatti storici ci inducono a pensare che l’imperialismo israeliano, magari in modo diverso, si sarebbe riunito alla crociata anticomunista occidentale. Un elemento però, voglio metterlo in risalto: il sionismo strumentalizza tutto ciò che, nell’immediatezza, può essere manovrato. In questi termini avremo sempre “un Islam israeliano, un fascismo israeliano ed un comunismo israeliano”. Per i sionisti tutto può diventare un’utile pedina, basta saper fare le offerte giuste.
L’ultimo capitolo del libro – Il ‘’suicidio’’ di Forrestal – descrive la strana morte di James Forrestal, Segretario della Difesa degli Usa ed irriducibile avversario del progetto imperialistico sionista.
Hart ripercorre il caso Forrestal in modo puntuale ma preferisco portare l’attenzione del lettore su un argomento preciso. Cito Hart:
“Forrestal sapeva che stava chiedendo agli Stati Uniti di prendere un ‘’rischio calcolato per la sicurezza’’, ma si giustificò con queste parole: ‘’Finchè siamo in grado di produrre più di chiunque altro al mondo, in grado di controllare il mare e colpire l’entroterra con la bomba atomica, possiamo assumere determinati rischi, altrimenti inaccettabili, nel tentativo di ristabilire il commercio mondiale, ripristinare il rapporto di forza, la potenza militare ed eliminare alcune delle condizioni che generano la guerra’’’’ ( pag. 380 )
Forrestal era un uomo di destra che credeva nel capitalismo e nella forza della borghesia nord-americana. La lobby sionista, che è riuscita a piegare la sua resistenza anche grazie al precipitare degli eventi su scala mondiale, alla prova dei fatti, si è rivelata più forte dei gruppi sociali che l’appoggiavano. Ecco un’altra domanda a cui dobbiamo rispondere ( e la sottolineo ! ): Chi comanda ? L’imperialismo statunitense o le lobby sioniste ?’’ 1
L’ultimo capitolo del libro – Il ‘’suicidio’’ di Forrestal – descrive la strana morte di James Forrestal, Segretario della Difesa degli Usa ed irriducibile avversario del progetto imperialistico sionista.
Hart ripercorre il caso Forrestal in modo puntuale ma preferisco portare l’attenzione del lettore su un argomento preciso. Cito Hart:
“Forrestal sapeva che stava chiedendo agli Stati Uniti di prendere un ‘’rischio calcolato per la sicurezza’’, ma si giustificò con queste parole: ‘’Finchè siamo in grado di produrre più di chiunque altro al mondo, in grado di controllare il mare e colpire l’entroterra con la bomba atomica, possiamo assumere determinati rischi, altrimenti inaccettabili, nel tentativo di ristabilire il commercio mondiale, ripristinare il rapporto di forza, la potenza militare ed eliminare alcune delle condizioni che generano la guerra’’’’ ( pag. 380 )
Forrestal era un uomo di destra che credeva nel capitalismo e nella forza della borghesia nord-americana. La lobby sionista, che è riuscita a piegare la sua resistenza anche grazie al precipitare degli eventi su scala mondiale, alla prova dei fatti, si è rivelata più forte dei gruppi sociali che l’appoggiavano. Ecco un’altra domanda a cui dobbiamo rispondere ( e la sottolineo ! ): Chi comanda ? L’imperialismo statunitense o le lobby sioniste ?’’ 1
Non serve commemorare questo gigante del giornalismo investigativo senza entrare nel merito delle sue ricerche. I suoi lavori hanno messo con le spalle al muro la lobby ebraica che ha fatto di tutto per impedire la presentazione di ‘’Sionismo, il vero nemico degli ebrei’’ (Vol. I) – tradotto, con merito, dallo storico Diego Siragusa – in Italia. Lo stesso Siragusa denunciò, durante il ‘’caso Hart’’, la genuflessione dell’ANPI – Associazione Nazionale Partigiani Italiani – alla lobby pro-Israele, quei signori balordi non dissimili, nei metodi, dall’estrema destra neofascista romana. Leggiamo: ‘’L’ANPI si è piegata in modo ignobile al volere dei sionisti romani, senza conoscere il libro, offendendo gli organizzatori, gli iscritti e il sottoscritto che ha tradotto e introdotto il libro. Nel comunicato provinciale dell’ANPI vi sono affermazioni indegne che si configurano come una speculare negazione della propria storia e della propria funzione. La presentazione del libro si farà in un luogo diverso e chiameremo l’ANPI a rendere conto del suo allineamento ai voleri dell’estrema destra israeliana e della sua sezione romana’’ 2. Un gesto ignobile, quello della ‘’sinistra per bene’’, che oggi merita d’essere ricordato giusto per rinnovare la nostra disistima nei suoi confronti. Alan Hart ha vinto, i sionisti sono davvero dei ‘’nuovi nazisti’’ come i suoi articoli dimostrano inequivocabilmente:
‘’Nel suo libro An Ethical Tradition Betrayed, The End of Judaism, (Una Tradizione Etica Tradita: La Fine del Giudaismo), pubblicato nel 2007, il Dr. Hajo G. Meyer, un superstite dell’Olocausto nazista e di Auschwitz, paragonava le politiche di Israele alle prime fasi della persecuzione nazista degli ebrei in Germania. Hajo Meyer sottolineava, allora, che non intendeva tracciare un parallelo tra le politiche attuali di Israele e la “soluzione finale” dei nazisti – il massacro di sei milioni di ebrei europei (oltre allo sterminio di molti non ebrei). Cercava solo di mettere in evidenza, così scriveva, quali fossero le condizioni che portarono a quella catastrofe in Europa, e la necessità di “prevenire le stesse probabili conseguenze” come risultato delle politiche oppressive che rendono i Palestinesi emarginati e profughi nella loro stessa terra. Ho il privilegio di intrattenere un rapporto di amicizia con Hajo Meyer e poco fa parlavamo insieme per commentare quanto succede in Gaza. Alla luce di ciò che l’esercito israeliano sta attualmente commettendo in Gaza, ho chiesto al mio amico se avesse ancora riserve nel tracciare quel parallelo – tra le politiche di Israele e quelle naziste. Mi ha risposto questo: “Diventa sempre più arduo evitare di riconoscere tale parallelo”. E ha concluso dicendo che era giunto il momento di dare ai sionisti israeliani radicali, e a coloro che eseguono i loro ordini, la definizione di “Nazisti”. 3
Hart non ha mai fatto concessioni al ‘’negazionismo olocaustico’’, tutt’altro: considerava i negazionisti (non del tutto assimilati ai revisionisti), per la loro idiozia, delle potenziali pedine d’Israele, da sempre abile nello strumentalizzare il becero antisemitismo della destra radicale. L’assimilazione del giudaismo al sionismo e l’esplosione d’un nuovo antisemitismo anti-ebraico, per il nostro, è il peggior regalo che si possa fare ai sionisti: ‘’Il sionismo non ci arriva, non riesce a capire. E’ troppo accecato dalla propria insopportabile auto-rettitudine per vedere che la sua creatura mostruosa è la causa primaria del risveglio del gigante anti-semita. Solo che non si tratta più di anti-Semitismo: si tratta di anti-Israelismo. Il pericolo è che potrebbe facilmente diventare anti-Semitismo nel senso occidentale del termine – e cioè, ripugnanza e odio per gli ebrei solo perché sono ebrei – se l’Occidente non viene assistito a comprendere la differenza tra Giudaismo e Sionismo. E’ tale differenza che spiega perché è del tutto possibile essere appassionatamente anti-Sionisti, senza essere in alcun modo anti-Ebrei. E spiega anche perché è sbagliato incolpare tutti gli ebrei ovunque nel mondo per i crimini commessi dagli israeliani, ma neanche da parte di tutti gli israeliani’’ 4. Il sionismo non ci arriva, la pagina del nostro è magistrale, una lezione metodica; Israele non è soltanto colonialismo, razzismo e violenza, ma anche bigottismo, ottusità, conformismo ipocrita ed irrazionalità politica. Il suo monito dovrebbe tenere a freno tanti sciocchi, ignobili fascistelli, che riempiono la rete con i loro deliri: ‘’E’ un dato di fatto che prima dell’olocausto nazista la maggioranza degli ebrei nel mondo era contraria al progetto coloniale del sionismo. I meglio informati e più ragionevoli tra loro, temevano che qualora le grandi potenze avessero permesso al sionismo di averla vinta, ciò avrebbe prima o poi provocato l’anti-semitismo classico’’. Domanda: l’Alt Right antisemita è una creatura del Mossad? Seguendo l’analisi di Hart non è da escludere.
Fonte: http://www.alanhart.net/
Questo gigante della informazione ha messo in discussione, con documenti alla mano, la tesi ufficiale sull’11/9, affrontando, con senso civico, il problema dell’islamofobia: ‘’Come era facile prevedere, dopo l’11 settembre un’ondata di crescente islamo-fobia attraversò l’intero mondo occidentale e in particolare gli Stati Uniti d’America. Nelle menti del pubblico americano disinformato e ignaro – e quindi della maggioranza degli americani – fu rinforzato il falso credo propagato dal sionismo che Israele rappresentasse per l’America l’unico vero alleato affidabile nell’intera regione Araba e Islamica’’ 5. Se un giornalista deve insegnare ai cittadini a diffidare del potere costituito, Hart ha esercitato questa professione magistralmente. Le certezze consolidate (ideologia, ovvero ‘’falsa coscienza’’) sono state, una dopo l’altra, fatte a pezzi. I potenti hanno avuto di che avere paura.
Ci ha lasciati uno storico rigoroso, un giornalista con la schiena dritta che ha dimostrato cosa ognuno di noi può fare se mette da parte gli alibi propri delle persone non coraggiose.
I ‘’conigli’’ ben posizionati nelle redazioni dei grandi giornali e nelle università, moralmente corresponsabili dei massacri colonialisti ed imperialisti. Contro di loro, Alan combatteva.
http://www.linterferenza.info/attpol/alan-hart-giornalista-umiliato-la-lobby-sionista/
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