L'islamismo è un concetto univoco? Nel libro Jihad made in USA, Mohamed Hassan distingue cinque diverse correnti riconducibili all'islamismo, con interessi a volte contrastanti. Il secondo estratto è dedicato alla corrente reazionaria.
Grégoire Lalieu intervista Mohamed Hassan | investigaction.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
13/04/2017
L'islamismo (2/6): I reazionari, la "meravigliosa" Arabia Saudita
Vedi parte prima.
Nel tuo libro sostieni che la Gran Bretagna ha applicato a tutto il Medio Oriente la ricetta usata in India. E' questo che l'ha spinta ad avvicinarsi all'Arabia Saudita?
La Gran Bretagna prima e gli Stati Uniti poi hanno dato il pieno sostegno all'Arabia Saudita e alla visione oscurantista dell'Islam difesa da questo paese: il wahhabismo. A questo movimento religioso è stata dedicata una particolare attenzione sin dalla sua fondazione da parte del teologo Mohammed ben Abdelwahhab nel 18° secolo, sostenuto da Mohammed Ibn Saud, un principe della penisola arabica. Attraverso queste due famiglie, una portatrice di un nuova corrente mussulmana e l'altra avida di potere, Londra vedeva la possibilità di indebolire l'Impero Ottomano con la creazione di divisioni.
Così nei primi anni del 19° secolo, Abdullah Ibn Saud e il nipote di Abdelwahhab tentarono una rivolta. Accusando gli sciiti di divinizzare Ali, il quarto califfo e figlio del profeta Maometto, la coppia distrusse i santuari di Karbala, della Mecca e di Medina. L'Impero ottomano inviò le truppe del Pascià d'Egitto, Mohammed Ali, che schiacciò la rivolta. Abdelwahhab e Saud vennero arrestati e condannati a morte. I loro corpi vennero esposti dopo la forca per giorni. Mohammed Ali rifiutò di farli seppellire, sostenendo che i corpi dei due agitatori potessero contaminare la terra santa dell'Islam. Sono stati quindi tagliati a pezzi e gettati in mare. Da qui si dipana la storia dei Saud.
Da allora, possiamo dire che questa famiglia ha fatto molta strada...
Effettivamente. I Saud tentarono a più riprese di creare il loro regno. Infine, con la Prima guerra mondiale, il crollo dell'Impero Ottomano e l'aiuto britannico, riuscirono a creare un paese con il loro nome in cui il wahhabismo venne stabilito come religione ufficiale.
Le potenze imperialiste escogitarono di dare all'Arabia Saudita, paese al loro soldo, il pieno sostegno per farne il Vaticano del mondo musulmano, dato che il Regno inglobava i luoghi santi dell'islam e difendeva una visione reazionaria della religione. Gli Stati Uniti sono succeduti agli inglesi nel ruolo di sostenitori dell'Arabia Saudita. E questo aiuto è stato notevolmente rafforzato con la scoperta del petrolio, da un lato, e l'ascesa del nazionalismo arabo, dall'altro.
In che modo gli islamisti reazionari erano utili agli imperialisti per combattere il nazionalismo arabo?
La scoperta di enormi giacimenti di petrolio ha fatto del Medio Oriente una regione altamente strategica per gli imperialisti. Con lo sviluppo del nazionalismo, i paesi arabi esprimevano il desiderio di prendere il destino nelle proprie mani e disporre sovranamente delle loro ricchezze. Questo sarebbe stato un disastro per gli occidentali che non solo sarebbero stati privati del petrolio a basso costo, ma avrebbero dovuto anche affrontare un rivale potente, se il panarabismo di Nasser avesse dato i suoi frutti. Il leader egiziano voleva, infatti, che i paesi della regione, arbitrariamente sezionati dalle potenze coloniali, si unissero nuovamente attorno alla loro identità araba.
Da parte loro, gli islamisti reazionari vedevano di mal occhio la nascita del nazionalismo arabo poiché questa corrente era vettore innanzitutto di modernità. Inoltre, anche se l'Islam era riconosciuto come parte essenziale della cultura araba, Nasser aveva fatto del laicismo una linea guida della gestione politica. Il nazionalismo arabo era quindi agli antipodi di ciò che il reazionario Golfo applicava a casa propria.
Il nemico del mio nemico è mio amico. L'alleanza tra reazionari e imperialisti ha quindi operato su questo principio?
In realtà, i legami erano molto più stretti. Gli imperialisti hanno sempre temuto di veder unirsi i popoli del Sud. Con la loro visione settaria, gli islamisti reazionari avevano e hanno ancora il profilo dell'alleato ideale. Inoltre, questi tiranni feudali del tutto anacronistici rispetto la nostra epoca non possono contare sul sostegno di massa delle popolazioni per rimanere al potere. Sono quindi totalmente dipendenti dal sostegno e dalla protezione degli imperialisti.
Così, le potenze occidentali, che pretendono di difendere la democrazia e i diritti dell'uomo in tutto il mondo, mantengono rapporti ultra-privilegiati con paesi come l'Arabia Saudita. Il grottesco opposto di quello che l'Occidente sostiene di difendere, dove non sono mai state organizzate vere elezioni, dove viene ancora praticata la schiavitù e dove le donne non possono guidare o uscire senza un tutore di sesso maschile.
Segue: I Fratelli Musulmani, la ribellione alla sottomissione
http://www.resistenze.org/sito/os/mp/osmphd19-019117.htm
Grégoire Lalieu intervista Mohamed Hassan | investigaction.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
13/04/2017
L'islamismo (2/6): I reazionari, la "meravigliosa" Arabia Saudita
Vedi parte prima.
Nel tuo libro sostieni che la Gran Bretagna ha applicato a tutto il Medio Oriente la ricetta usata in India. E' questo che l'ha spinta ad avvicinarsi all'Arabia Saudita?
La Gran Bretagna prima e gli Stati Uniti poi hanno dato il pieno sostegno all'Arabia Saudita e alla visione oscurantista dell'Islam difesa da questo paese: il wahhabismo. A questo movimento religioso è stata dedicata una particolare attenzione sin dalla sua fondazione da parte del teologo Mohammed ben Abdelwahhab nel 18° secolo, sostenuto da Mohammed Ibn Saud, un principe della penisola arabica. Attraverso queste due famiglie, una portatrice di un nuova corrente mussulmana e l'altra avida di potere, Londra vedeva la possibilità di indebolire l'Impero Ottomano con la creazione di divisioni.
Così nei primi anni del 19° secolo, Abdullah Ibn Saud e il nipote di Abdelwahhab tentarono una rivolta. Accusando gli sciiti di divinizzare Ali, il quarto califfo e figlio del profeta Maometto, la coppia distrusse i santuari di Karbala, della Mecca e di Medina. L'Impero ottomano inviò le truppe del Pascià d'Egitto, Mohammed Ali, che schiacciò la rivolta. Abdelwahhab e Saud vennero arrestati e condannati a morte. I loro corpi vennero esposti dopo la forca per giorni. Mohammed Ali rifiutò di farli seppellire, sostenendo che i corpi dei due agitatori potessero contaminare la terra santa dell'Islam. Sono stati quindi tagliati a pezzi e gettati in mare. Da qui si dipana la storia dei Saud.
Da allora, possiamo dire che questa famiglia ha fatto molta strada...
Effettivamente. I Saud tentarono a più riprese di creare il loro regno. Infine, con la Prima guerra mondiale, il crollo dell'Impero Ottomano e l'aiuto britannico, riuscirono a creare un paese con il loro nome in cui il wahhabismo venne stabilito come religione ufficiale.
Le potenze imperialiste escogitarono di dare all'Arabia Saudita, paese al loro soldo, il pieno sostegno per farne il Vaticano del mondo musulmano, dato che il Regno inglobava i luoghi santi dell'islam e difendeva una visione reazionaria della religione. Gli Stati Uniti sono succeduti agli inglesi nel ruolo di sostenitori dell'Arabia Saudita. E questo aiuto è stato notevolmente rafforzato con la scoperta del petrolio, da un lato, e l'ascesa del nazionalismo arabo, dall'altro.
In che modo gli islamisti reazionari erano utili agli imperialisti per combattere il nazionalismo arabo?
La scoperta di enormi giacimenti di petrolio ha fatto del Medio Oriente una regione altamente strategica per gli imperialisti. Con lo sviluppo del nazionalismo, i paesi arabi esprimevano il desiderio di prendere il destino nelle proprie mani e disporre sovranamente delle loro ricchezze. Questo sarebbe stato un disastro per gli occidentali che non solo sarebbero stati privati del petrolio a basso costo, ma avrebbero dovuto anche affrontare un rivale potente, se il panarabismo di Nasser avesse dato i suoi frutti. Il leader egiziano voleva, infatti, che i paesi della regione, arbitrariamente sezionati dalle potenze coloniali, si unissero nuovamente attorno alla loro identità araba.
Da parte loro, gli islamisti reazionari vedevano di mal occhio la nascita del nazionalismo arabo poiché questa corrente era vettore innanzitutto di modernità. Inoltre, anche se l'Islam era riconosciuto come parte essenziale della cultura araba, Nasser aveva fatto del laicismo una linea guida della gestione politica. Il nazionalismo arabo era quindi agli antipodi di ciò che il reazionario Golfo applicava a casa propria.
Il nemico del mio nemico è mio amico. L'alleanza tra reazionari e imperialisti ha quindi operato su questo principio?
In realtà, i legami erano molto più stretti. Gli imperialisti hanno sempre temuto di veder unirsi i popoli del Sud. Con la loro visione settaria, gli islamisti reazionari avevano e hanno ancora il profilo dell'alleato ideale. Inoltre, questi tiranni feudali del tutto anacronistici rispetto la nostra epoca non possono contare sul sostegno di massa delle popolazioni per rimanere al potere. Sono quindi totalmente dipendenti dal sostegno e dalla protezione degli imperialisti.
Così, le potenze occidentali, che pretendono di difendere la democrazia e i diritti dell'uomo in tutto il mondo, mantengono rapporti ultra-privilegiati con paesi come l'Arabia Saudita. Il grottesco opposto di quello che l'Occidente sostiene di difendere, dove non sono mai state organizzate vere elezioni, dove viene ancora praticata la schiavitù e dove le donne non possono guidare o uscire senza un tutore di sesso maschile.
Segue: I Fratelli Musulmani, la ribellione alla sottomissione
http://www.resistenze.org/sito/os/mp/osmphd19-019117.htm
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