L’imperialismo
nord-americano, terminata la Seconda
Guerra Mondiale, utilizzò la malavita organizzata – a partire dalla mafia
siciliana – come ‘’gendarme’’ con lo scopo di militarizzare ciò che, da lì a
poco, sarebbe diventata una portaerei statunitense sul bacino del Mediterrano.
La trattativa
Stato/mafia nacque durante la dittatura fascista – l’architetto di questa
alleanza fu il boss mafioso, ed amico personale di Benito Mussolini, Vito
Genovese – e venne ripristinata nel dopoguerra. Il padrone non indossava più la
camicia nera ma parlava – tutt’oggi continua a parlare in modo menzognero – di
‘’libertà a stelle e strisce’’, ciò nonostante fascismo ed imperialismo Usa
convergono nella comune volontà d’annichilire, a spregio del costituzionalismo democratico, i
movimenti popolari egemonizzati dal Partito
comunista. La triplice alleanza (a)
imperialismo statunitense, (b)
neofascismo, (c) mafia siciliana si
consolidò su queste basi: ideologiche e politiche.
Il Dossier Casarrubea documenta con estremo
rigore come ‘’Gli assalti alle sedi
comuniste e alle Camere del lavoro iniziano il 18 giugno ’47 in Calabria, per
poi dilagare nella provincia di Palermo con gli esiti stragistici del 22
giugno. Il rapporto Sis del 25 giugno ’47, infatti, afferma che “la banda
Giuliano ha ramificazioni in ogni centro della Calabria, della Sicilia e della
Campania’’’’ 1. Lo storico Giuseppe Casarrubea, dopo anni d’impegnative
ricerche, arriva a questa eloquente conclusione: ‘’In sintesi, i rapporti britannici (inaccessibili fino a un anno fa)
ci dicono che i mandanti delle stragi siciliane del maggio - giugno ’47 sono da
ricercare nel governo degli Stati Uniti d’America, presieduto dall’aprile ‘45
da Harry Truman’’. Domanda: possiamo considerare gli statunitensi – al pari
dei nazifascisti – dei criminali di guerra ? Fargli degli ulteriori sconti è
del tutto controproducente ai fini della, libera ed indipendente, ricerca
storica.
Ma qual è
stato il vero motivo che ha spinto i neofascisti a trasformarsi nel braccio armato
– almeno per quanto riguarda l’Italia – degli Usa ? Il memorandum redatto dal Fronte Nazionale dell’ex comandante
della X Mas, Junio Valerio Borghese,
documento intitolato ‘’Italia 1969’’ e diviso in due parti - “La situazione
interna” (sei paragrafi) e “L’enigma internazionale” (quattro paragrafi) – ci offre una spiegazione davvero
inoppugnabile: ‘’In sintesi, il nemico da battere è il
comunismo, rappresentato in Italia dal Pci. Il sistema dei partiti del centro-sinistra,
guidato dalla Dc, non è più in grado di far fronte al partito di Longo.
L’ingresso del Pci nel governo è solo questione di tempo. La Dc non ce la fa ad
“erigere una barriera contro i comunisti”. La stessa Costituzione del 1948 è
nata sotto l’egida di Umberto Terracini, un comunista, mentre i concetti di
“progresso e democrazia” sono associati ormai “al pensiero e ai metodi della
sinistra”’’ 2. Junio
Valerio Borghese, criminale di guerra, in nome di una ideologia retrograda ed
‘’aristocratica’’ – un mix di
mussolinismo, servilismo atlantico ( compresa la genuflessione ad Israele ) e
cattolicesimo reazionario – s’affrettò ad offrire i suoi loschi servigi a
Washington. I picciotti della mafia gli andarono dietro come tanti topolini.
Il
boss Antonino Calderone, poi diventato collaboratore di giustizia, nel 1986, a
Nizza, spiegò bene il modo attraverso cui Borghese regolò i suoi rapporti con
la mafia:
‘’Mentre
Liggio si nascondeva a Catania, ricevette la visita di due capi dello spessore
di Salvatore Greco e Tommaso Buscetta dovevano discutere della partecipazione
della mafia a un colpo di Stato, il cosiddetto Golpe Borghese si trattava di
aderire ad un golpe militare che sarebbe partito da Roma e il ruolo della mafia
era di partecipare alle operazioni in Sicilia. Al momento stabilito, i mafiosi
dovevano accompagnare nelle diverse prefetture della Sicilia, un personaggio
che si sarebbe sostituito al prefetto. Il tramite con i golpisti era un mafioso
palermitano un certo Carlo Morana un tipo un po’ pazzo molto amico di Giuseppe
Di Cristina. Si concluse di aderire al colpo di Stato. Mio fratello Giuseppe
andò a Roma per incontrare il principe Valerio Borghese. Questi disse a mio
fratello che voleva degli uomini per occupare le prefetture siciliane e imporre
nuovi prefetti e se qualcuno avesse fatto resistenza lo avrebbero dovuto
immediatamente arrestare Pippo ascolta pazientemente ma quando il principe
arriva a parlare degli arresti ebbe un sussulto. Giuseppe replica scandalizzato
che noi mafiosi non ci mettiamo a fare arresti che cose di polizia non le
facciamo noi non arrestiamo nessuno Se dobbiamo ammazzare qualcuno va bene, ma
servizi di polizia non se ne fanno. Valerio Borghese convenne che gli uomini
d’onore non avrebbero fatto arresti avrebbero appoggiato le azioni di forza
necessarie, affiancando i giovani fascisti catanesi, palermitani e di altre
città , che già sapevano cosa dovevano fare’’ 3
Il boia della X Mas
aveva offerto ai clan di Cosa Nostra, dai
Riina fino alle famiglie Badalamenti e Greco, la revisione del Processo Rimi
oltre ad una inaspettata ‘’carta bianca’’ sulle molteplici attività criminali
degli ‘’uomini d’onore’’. I picciotti agli ordini di Stefano Bontate e Totò
Riina avrebbero continuato a gestire i traffici d’eroina nella ‘’Palermo nera’’,
mentre le squadracce del ‘’comandante’’ ripulivano i quartieri dagli attivisti
democratici e socialisti. Il golpe Borghese fu bloccato – non tutte le fazioni
della borghesia italiana erano favorevoli ad instaurare una dittatura militare ‘’alla
greca’’ – ma gli affari per Cosa Nostra andarono
avanti, anche in piena ‘’democrazia borghese’’: ‘’I
sequestri della polvere bianca nel mondo, aumentano di oltre 6 volte e mezzo
tra il 1974 e il 1982, periodo in cui Cosa Nostra assunse il controllo del
traffico. Nel corso degli anni ’70 esplose il fenomeno della “Pizza Connection“,
anche se la sua definitiva consacrazione avvenne negli Stati Uniti intorno alla
metà del decennio seguente. Decine e decine di pizzerie aprirono i battenti
nella East Cost americana, tutte controllate da siciliani, e costituivano i
centri della distribuzione e raffinazione dell’eroina. Una rete capillare che
secondo dati ufficiali del 1982, consentì ai mafiosi di origine sicula di
gestire il controllo della raffinazione, spedizione e distribuzione di circa
l’80% dell’eroina consumata nel nord est degli USA. Il guadagno di una simile
macchina di morte, si aggirava nell’ordine di centinaia di milioni di dollari,
consentendo a Cosa Nostra di diventare da metà degli anni ’70, potente come mai
in passato’’ 4.
La stessa ‘ndrangheta calabrese mise a disposizione di Borghese,
nel ’70, ben 4.000 uomini; la malavita organizzata, grazie all’alleanza coi
neofascisti ed alla copertura degli Usa, divenne una, vera e propria, potenza
militare. I killers vennero
organizzati in decine e le decine comandante dai capidecina i quali sono le colonne che, come gli studiosi del
fenomeno malavitoso sanno, reggono la cupola
oppure mandamento. Riina iniziò
come soldato – sotto Luciano Liggio
ed il vecchio boss Michele Navarra – e, dal 1982 in poi, sedette ai vertici
della più conosciuta organizzazione criminale europea comandando ‘’tutti’’: dai
‘’capi famiglia’’ ai politici corrotti. Domanda: possiamo considerare la mafia un ‘’esercito segreto – ma quanto segreto
? – della NATO’’ interno all’Operazione Gladio, assolutamente complementare al neofascismo
? Lo stragismo mafioso è identico a quello neonazi: la cattolicissima Cosa
Nostra si sposa coi militari in camicia nera, un matrimonio perfetto
all’insegna dell’odio per la classe lavoratrice; collabora coi teppisti d’estrema
destra ed organizza addirittura un golpe militare sotto la duplice insegna del DUCE e della CIA.
L’imperialismo statunitense, ancora prima che la Seconda Guerra Imperialistica Mondiale
giunse al termine, iniziò un processo di (ri)colonizzazione del ‘’nostro’’
paese, calpestando i morti della Resistenza antifascista. La mafia col culto
dei santini, le donnine ed il pugno di ferro anti-popolare, s’è rivelata una
perfetta arma per il controllo sociale. Domanda: ai lavoratori quanto saranno costate le raccomandazioni al ‘’padre
eterno’’ ( che di eterno ha ben poco ) di Bernardo Provenzano ? Un prezzo
un po’ troppo salato per continuare a pregare.
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Stefano Zecchinelli
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