venerdì 13 novembre 2015

L'ebreo ferito a Milano e l'Intifada dei coltelli, di Diego Siragusa

12/11/2015

Era da prevedere. Quando gli ebrei sionisti raggiungono un livello di violenza e di bestialità  che genera collera e riprovazione in tutto il mondo, allora devono trovare il modo per riguadagnare la reputazione perduta e il consenso dell'opinione pubblica. I giornalisti che essi controllano sono solerti nell'inventare le nuove parole d'ordine che si prestano ad essere ripetute da schiere di pappagalli e amplificate da idioti stipendiati che occupano gli studi televisivi  e radiofonici del servizio pubblico. Oggi tocca alla nuova parola d'ordine: L'INTIFADA DEI COLTELLI iniziata dai palestinesi. Si comincia descrivendo Israele come abitata da pacifici ebrei che devono difendersi tutti i giorni da ragazzi e ragazze che li aspettano alle fermate degli autobus e si scagliano contro di loro coi coltelli da cucina o, in qualche caso, con le proprie automobili. Dai primi giorni di ottobre ad oggi sono circa 80 i palestinesi uccisi, molti giovanissimi, alcuni minorenni e altri bambini. Pochi giorni fa una bambina di otto anni è stata uccisa da un soldato israeliano con una pallottola al cuore e una nonna di 72 anni è stata crivellata di pallottole mentre andava a fare benzina con la sua automobile. Una bambina di otto anni e una nonna di 72 sono una minaccia per lo stato di Israele, potenza nucleare, e per il suo esercito che risulta il quarto più potente al mondo? Proprio ieri alcuni sicari dello Shin Bet, il servizio segreto interno, travestiti da palestinesi sono entrati sotto copertura alle 3,00 di notte, fingendo di dover portare una donna incinta. Il raid nell'unità di chirurgia dell'all'Ahli Hospital di Al Khalil. Il bersaglio, Azzam Ezzat al-Shalaldeh, 20 anni, ricoverato in gravi condizioni dal mese scorso per una ferita d'arma da fuoco, da interrogare o arrestare. Hanno ammanettato il fratello Bilal al letto, mentre il cugino Abdulla si trovava in bagno. Uscito dal bagno gli hanno sparato un proiettile dietro l'orecchio, un altro al petto e due alla mani. Cinque colpi ed Abdulla al-Shalaldeh, 28 anni, è morto sul colpo.

Ieri sera il TG1 ha dato la notizia con commenti vergognosi e molto al di sotto della gravità dell'episodio sul quale è già calato il silenzio.
Stamane i notiziari italiani dominanti, al servizio dei sionisti, hanno suonato le campane per una aggressione avvenuta a Milano contro l'ebreo Nathan Graff, genero di uno dei rabbini della comunità locale. E' stato ferito con un coltello al volto, un taglio di circa sette cm. suturato con alcuni punti. Le condizioni del ferito non sono gravi. In Israele tutti i notiziari hanno aperto le loro edizioni con questa notizia enfatizzata e drammatizzata come solo i sionisti sanno fare. In Italia, i vari responsabili delle comunità ebraico-sioniste hanno rilasciato dichiarazioni improntate al vittimismo e strappandosi le vesti per queste campagne di odio, antisemitismo e così via sproloquiando il loro orrendo armamentario verbale, razzista e criminale. IPOCRITI ELEVATI AL QUADRATO! Mentre scrivo non so se vi siano stati commenti politici, ma posso giurare che arriveranno presto per recitare il copione solito del doppio comportamento: macellare i palestinesi e rendere la loro vita impossibile non fa notizia, ma un graffio ad un ebreo scatena reazioni apocalittiche!!!
Esaminiamo il fatto. Non si sa chi è stato. Qualcuno dell'ISIS? Non credo; sappiamo che Israele, assieme agli USA, sostiene e arma l'ISIS per distruggere la Siria. Qualche palestinese emigrato o un simpatizzante arabo indignato per la ferocia sionista e per la sua impunità? E' possibile. Gad Lerner si è affrettato a chiedere alla comunità islamica una condanna del ferimento di Graff, condanna arrivata puntualmente. Ma Gad Lerner ha chiesto qualche volta alla comunità ebraica milanese la condanna del terrorismo e del razzismo israeliani? E se l'ha chiesta, scommettiamo che gli ebrei di Milano se ne sono infischiati? In conclusione. Il fatto in se, ovvero il ferimento di un cittadino da parte di un altro solo perché fa parte di una comunità a lui avversa, è esecrabile. Ma il discorso da fare è un altro: è vero che la condotta criminale di Israele e il sostegno attivo che essa riscuote dalle comunità sioniste di tutto il mondo sono all'origine di un odio e di un bisogno di vendetta che non può più essere represso? Su questo bisogna riflettere: sulla violenza senza fine e foriera di catastrofi imminenti se la questione palestinese non avrà una soluzione giusta e stabile. Campagne di odio! urlano i sionisti. I veri responsabili, in modo totale, sono proprio loro. E allora valga riportare le parole di una grande giornalista israeliana che da anni si batte per mostrare la verità degli effetti criminali della occupazione crudele e spietata della Palestina da parte di Israele, Amira Hass: "I giovani palestinesi non vanno a uccidere gli ebrei perché sono ebrei, ma perché noi siamo gli occupanti, i loro torturatori e carcerieri, i ladri della loro terra e della loro acqua, quelli che li esiliano, i demolitori delle loro case, quelli che bloccano i loro orizzonti. I giovani palestinesi, desiderosi di vendetta e disperati, vogliono perdere le loro vite causando grande dolore alle loro famiglie, perché il nemico che essi hanno davanti dimostra tutti i giorni che la sua malvagità non ha limiti". Questa è l'unica e indiscutibile verità.

http://diegosiragusa.blogspot.it/2015/11/lebreo-ferito-milano-e-lintifada-dei.html

Nessun commento:

Posta un commento