venerdì 9 ottobre 2015

Sulla strumentalizzazione del FPLP e del campo profughi Al-Yarmouk

A seguito di una fallimentare manifestazione a sostegno della “rivoluzione” in Siria, molti dei lettori riterranno superflue l’ulteriore analisi e critica delle posizioni dei movimenti di solidarietà rispetto alla crisi siriana, ma non si tratta solo di questo.
In quest’ultimo periodo abbiamo potuto prendere atto di quanto questi differenti approcci siano realmente o apparentemente conflittuali tra loro:
* C’è chi, in buona o malafede – poco importa, sostiene fermamente l’opposizione siriana, armata e finanziata dalle maggiori potenze occidentali, incarnata da movimenti islamisti quali “Fronte Al-Nusra”, “Esercito Libero Siriano” e “Stato Islamico dell’Irak ed il Levante”.
Purtroppo, a chi sostiene questi movimenti, il cui principale obiettivo è la distruzione del ruolo antimperialista della Siria in Medio Oriente (come già accaduto in precedenza alla Libia ed all’Irak che fino alla fine hanno sostenuto la causa antisionista), si uniscono molti movimenti e gruppi dell’ambiente della “solidarietà internazionale”.
Abbiamo sempre criticato tale ambiente in quanto altamente reazionario, lo abbiamo definito per quel che realmente è: un ambiente che nell’Umanitarismo trova il suo unico stimolo alla solidarietà con la Palestina. La grossa lacuna politica dell’ambiente solidale rappresenta un pericoloso punto debole sul quale gli interessi imperialisti fanno sapientemente leva.
* Nell’indistinto alveo in cui “buonafede” e “malafede” si confondono, incontriamo i movimenti che indirettamente sostengono l’opposizione, quelli che alla retorica del “Senza se e senza ma” hanno affiancato quella del “Né con i ribelli, né con Assad”. Parliamo di gruppi e individui che si definiscono sostenitori della causa palestinese e dei suoi movimenti di sinistra.
L’unico ostacolo al loro sostegno diretto all’opposizione siriana sta nella volontà di mantenere i propri contatti con i movimenti di sinistra palestinese che, ripetiamo, sono schierati in modo chiaro contro gli interessi imperialisti in Siria, alzano la bandiera siriana a due stelle (e non a tre!) e sono rimasti fedeli a chi negli ultimi decenni li ha sostenuti politicamente, economicamente oltre ad averli ospitati e protetti.
Per quel che ci risulta questo ambiente mantiene stretti legami con chi sostiene l’opposizione siriana, il loro sostegno indiretto è quello della “terza via”, con la rivoluzione ma non con i ribelli.
Questa posizione non ha alcun senso in quanto l’opposizione siriana è divenuta quasi totalmente armata, quel che propone come alternativa alla Siria antimperialista di oggi è l’emirato islamico o, nella “migliore” delle ipotesi, una nazione fantoccio in balia degli interessi economici-politici occidentali, come già accaduto alla Libia non troppo tempo fa.
* C’è poi chi sostiene la nazione siriana e le sue forze armate in lotta con l’opposizione reazionaria.
Anche questa categoria non è del tutto omogenea, i moventi che spingono ciascun gruppo o ambiente sono diversi.
Ci sono gruppi di sinistra che si oppongono in quanto antimperialisti.
Vediamo gruppi di estrema destra che si oppongono in quanto nazionalisti; il fascismo non ragiona sulla base delle classi sociali, ma su quello delle nazioni e della sovranità.
A questi ci si aggiungono i geopoliticisti, una sorta di “congiunzione” tra sinistra antimperialista ed estrema destra.
Quest’ultima categoria sostiene la sovranità nazionale, non ragiona più in base alle classi sociali, è reazionaria ed il perfetto esempio della sua essenza reazionaria si riscontra nel suo appoggio al governo indiano che, spalleggiato dalla CIA, commette atrocità nei confronti dei compagni naxaliti. Definisce la Siria un Paese socialista quando la realtà è differente, si identifica con l’unico attributo da difendere, il suo ruolo antimperialista. Tra i concetti della propria propaganda distribuita ai marxisti delusi troviamo la “necessità di superare la dicotomia destra-sinistra” e l’annullamento di qualunque concetto legato alla lotta di classe.
Abbiamo espresso finora questioni e pensieri già scritti, letti e più o meno condivisi, ma la necessità di ribadirli ci porta soprattutto a dover chiarire alcuni punti interrogativi su un personaggio che, come pochi altri, non ci ci sentiamo di relegare neppure in queste categorie.
Parliamo di Germano Monti.
Il signor Monti purtroppo non si limita a sostenere il progetto imperialista in Siria ma, isolato da alcuni ambienti della “solidarietà internazionale” (quella che, per intenderci, fino a poche settimane prima dello scorso 15 marzo, ha condiviso con lo stesso viaggi e progetti in Palestina), avendo perso ogni punto di riferimento, tenta di ricavarsi uno spazio. L’ultima sua creatura è stata “Yarmouk – Cronaca di un Massacro”, pubblicato tramite “Il Mio Libro – Kataweb”. E’ evidente che nessuna casa editrice degna di questo nome avrebbe mai potuto pubblicare una cosa simile; un capitolo intero è stato testualmente ripreso da Wikipedia.
Ci siamo permessi di dare uno sguardo a questa sua “autoproduzione”.
In sintesi si può definire un vero e proprio “collage” di citazioni decontestualizzate montate assieme a stralci di altre interviste.
A lettura ultimata siamo arrivati ad una conclusione: l’obiettivo di questa pubblicazione di Monti è di attribuire al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina una posizione sulla Siria che in realtà non ha.
Pubblicizzato su internet si legge che “il libro contiene commenti di Mariam Abu Dakka e Rabah Mohanna, del FPLP di Gaza”.
Ci siamo permessi di contattare alcuni compagni del Fronte che ci hanno puntualmente confermato che la posizione del FPLP sulla Siria non è assolutamente cambiata e che, attenzione, Rabah Muhanna e Mariam Abu Dakka erano totalmente all’oscuro di tale pubblicazione.
In sostanza Germano Monti ha messo insieme qualche pagina copiata da Wikipedia con pezzi di citazioni fuori contesto estrapolate da un’intervista fatta da altri e le ha fatte passare per “commenti”.
Onestamente questo ci spinge a pensare che da parte sua ci sia stato un infelice e inaccettabile tentativo di spingere le realtà italiane vicine alla linea politica del FPLP a prendere una posizione antigovernativa all’interno del contesto siriano.
Germano Monti sostiene anche un’altra ridicola tesi, ossia che la vecchia dirigenza del Fronte fosse schierata con il governo siriano e che la nuova dirigenza, eletta dopo il Settimo Congresso, sia “filo-rivoluzione”; ricordiamo a Monti ed ai nostri lettori che il neoeletto vicesegretario del Fronte, Abu Ahmad Fouad, è fermamente schierato contro le forze di opposizione al soldo degli interessi imperialistici occidentali.
Il signor Monti ritiene di essere scaltro e ha peccato di una imbarazzante ingenuità se ha confidato sul fatto che il suo libro non potesse finire tra le mani di qualunque palestinese con un minimo di conoscenza storico-politica palestinese e dell’area e che potesse leggere ciò che è stato scritto su quella pubblicazione.
Ma non ci si può aspettare granché da una persona che afferma che “il marxismo-leninismo è una roba inventata dopo che Marx e Lenin erano morti e non potevano più protestare per tutte le sciocchezze dette e fatte a nome loro”.
Invitiamo nuovamente a leggere e approfondire le reali posizioni del FPLP riguardo alla crisi siriana; a vostra disposizione troverete il seguente materiale, integrale, tradotto in lingua italiana.
Con la Siria antimperialista.
Fino alla Vittoria!
Comitato del Martire Ghassan Kanafani – Italia

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