sabato 18 luglio 2015

Mohamed Hassan ci parla di Ahmadinejad.

Pubblico questa intervista - intervista di qualche anno fa - a Mohamed Hassan sul contesto iraniano tradotta dal compagno Amedeo Sartorio che ringrazio per il suo ottimo lavoro di traduttore. S. Z.

Questa breve intervista allo studioso marxista Mohamed Hassan è apparsa sul blog Investig'Action del giornalista belga Michel Collon, l'8 ottobre del 2009.
Intervista: Grégoire Lalieue e Michel Collon "Gli avvenimenti mondiali non si presentano sempre come vorremmo"

La settimana scorsa, situando gli avvenimenti iraniani nel loro contesto storico e mettendo in evidenza gli interessi nascosti dai nostri grandi media, Mohamed Hassan vi ha fornito le chiavi per comprendere meglio la posta in gioco: la sovranità nazionale di questo paese nei confronti dell'imperialismo occidentale (1).
Sono stati molti i commenti positivi a questa intervista, che ha avuto riscontro in tutto il mondo.
Ciononostante, la Repubblica islamica e il suo presidente rimangono dei soggetti di discussione molto controversi e alcuni lettori hanno interrogato Mohamed Hassan: "Criticare Ahmadinejad significa schierarsi dal lato dell'imperialismo?"; "Per me, la sola posizione valida è quella di sostenere nella loro lotta i movimenti progressisti"; "Giustificate l'oppressione?"; "Citate Chomsky, ma lui stesso ha sostenuto il movimento di opposizione dopo le elezioni".
Ringraziamo i nostri lettori per il loro contributo ad un'informazione di qualità.
Ecco le risposte di Mohamed Hassan in questa intervista "a posteri".

Criticare Ahmadinejad significa schierarsi dal lato dell'imperialismo?
È un'interpretazione di ciò che ho detto. Le critiche sono benvenute ed autorizzate. Laddove non ci sono contraddizioni, non c'è vita. Ma bisogna saper distinuguere tra le contraddizioni in seno al popolo che vanno risolte in maniera democratica, e quelle antagoniste che coinvolgono la rivoluzione. In quanto antimperialista, sostengo la difesa della sovranità nazionale dell'Iran nei confronti dell'imperialismo. Evidentemente, l'Iran è uno Stato borghese rivestito con un abito islamico o teocratico. Ma non è il mio dovere risolvere i problemi degli iraniani con l'attuale regime. Questo spetta al popolo iraniano.

Essendo lei un marxista, perché non ha sostenuto il movimento di protesta post-elettorale?
Sosterrò sempre il settore più progressista della società iraniana che difenderà la sovranità e l'indipendenza del popolo iraniano nei confronti dell'imperialismo. Il fatto è che il movimento guidato da Musavi non fa parte di questa tendenza. I cosiddetti riformisti intrattengono da lungo tempo buone relazioni con gli imperialisti.
Dopo l'11 settembre, per esempio, è stato l'Iran, all'epoca guidato da Khatami, che ha mobilitato tutte le forze diplomatiche per raggruppare i più importanti gruppi in Afghanistan con l'obbiettivo di formare un governo. Mentre gli USA incontravano grandi difficoltà nel riuscirci, l'Iran di Khatami gli ha dato una mano formando il governo di Karzai. Ma questo ha aperto un importante dibattito in Iran sul fatto che il paese si facesse accerchiare dall'imperialismo statunitense. Questo costituisce parte del contesto in cui l'Iran è passato dai "riformisti" ad Ahmadinejad. Ed è per questo che nelle ultime elezioni gli USA hanno sostenuto Musavi contro quest'ultimo.
Il loro obbiettivo era quello di ristabilire delle relazioni "pragmatiche" con l'Iran.

Quali sarebbero state le conseguenze se il movimento di opposizione avesse avuto successo?
Prima di tutto, uno Stato sottomesso a una potenza straniera, sarebbe stato restautrato in Iran e le ricchezze del paese sarebbero state saccheggiate, come era il caso sotto lo Scià. Secondariamente, non bisogna dimenticare il fatto che due paesi vicini, l'Iraq e l'Afghanistan, sono in guerra. Se le forze contro-rivoluzionarie prendono il potere in Iran, gli USA avranno un vantaggio considerevole per controllare l'Asia, dominando così sia l'Iraq che l'Afghanistan. Saranno pure in grado di indebolire i loro avversari strategici - Russia, India e Cina - controllando le più importanti risorse della regione.
Inoltre, la resistenza palestinese verrà isolata e il governo siriano probabilmente rovesciato.

Ahmadinejad continua a non essere visto come un progressista. Non soprendente il fatto che lei lo sostenga?
Non sostengo Ahmadinejad in tutto quello che fa. Naturalmente, preferiamo che l'indipendenza iraniana sia sostenuta dal movimento più progressista possibile. Ma gli avvenimenti che accadono nel mondo non ci si presentano sempre come vorremmo. È dunque importante guardare, dietro al colore dell'imballaggio, quali sono le reali contraddizioni e quali i differenti aspetti del problema. Da un lato Ahmadinejad difende l'Iran dall'imperialismo: è quello che mi interessa ed è per questo che lo sostengo. Dall'altro, Ahmadinejad è un nazionalista alla testa del suo paese, ma non ho la pretesa di risolvere i problemi in seno alla società iraniana: questo spetta al popolo iraniano. 




http://amedeosartorio.blogspot.ch/2015/07/mohamed-hassan-ci-parla-di-ahmadinejad.html

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