lunedì 13 aprile 2015

Il moderno antifascismo ebraico ed i suoi equivoci, di Stefano Zecchinelli



«Ciò che il borghese molto cristiano del ventesimo secolo
non perdona a Hitler,
non è il crimine in sé, è il crimine contro l’uomo bianco.
Di avere applicato all’Europa metodi colonialisti
fino ad ora subiti solo dagli arabi, dai lavoratori indiani e dai negri d’Africa».
Aimé Cèsaire

La Rete degli ebrei contro l’occupazione ha pubblicato un breve comunicato in cui prende le distanze dai dettati – in pieno stile neocoloniale – di Riccardo Pacifici il leader della Comunità ebraica romana, penso da tutti conosciuto per le sue vergognose esternazioni di chiaro stampo razzista ed islamofobo. Come è risaputo – e non è il caso che mi dilunghi – le Comunità ebraiche non svolgono più nessun ruolo di mediazione culturale ma sono diventate un covo di spie, ovvero di sayanim usando un termine per gli addetti ai lavori, gente pronta a fornire informazione e schedare dissidenti per conto di una delle più brutali dittature capitalistiche moderne: la dittatura sionista.

La presa di distanza della Rete degli ebrei contro l’occupazione è coraggiosa quindi merita il mio elogio, però, detto questo, l’onestà intellettuale mi impone di chiarire alcuni problemi emersi da quel comunicato, problemi che non possono restare irrisolti.

Andiamo per ordine: l’elogio della Brigata Ebraica

La Brigata Ebraica era inquadrata nell’esercito – parolina magica che nessuno ha avuto il coraggio di pronunciare – imperialista britannico, il corpo venne ‘ufficialmente’ costituito nel ’44 ed in coda alla guerra contro il nazifascismo fu inquadrato nel Gruppo di combattimento Friuli. Finito il conflitto ( leggasi: scontro inter-imperialistico ) molti reduci entrarono nell’esercito israeliano. Una presentazione che è perfetta per un democratico radicale ma chi ha i suoi riferimenti teorici nel marxismo rivoluzionario non può cedere a queste sirene ed ora argomenterò bene per evitare equivoci.

Leon Trotsky in modo estremamente lucido aveva compreso le intenzioni di Hitler fin dal 1934, infatti, non a caso, scriveva: Una guerra moderna tra le grandi potenze significa non un conflitto tra la democrazia e fascismo, bensì una lotta tra due imperialismi per una nuova spartizione del mondo. La guerra, inoltre, deve inevitabilmente assumere un carattere internazionale, e nell’uno e nell’altro campo si troveranno tanto gli stati fascisti (semifascisti, bonapartisti, ecc.) quanto quelli “democratici”’. La pagina di Trotsky è interessante, leggiamo ancora ‘La borghesia di un gran numero di paesi civilizzati ha già dimostrato e continua a dimostrare che, in caso di pericolo interno, essa sostituirà senza troppo esitare la forma parlamentare del suo dominio con una forma autoritaria, dittatoriale, bonapartista o fascista. Essa realizzerà un tale cambiamento tanto più rapidamente e risolutamente in tempo di guerra, allorché dei pericoli sia interni che esterni minacceranno i suoi interessi di classe fondamentali con forza decuplicata. In queste condizioni, il sostegno offerto da un partito operaio al “suo” imperialismo nazionale nell’interesse di un fragile guscio democratico significherebbe la rinuncia ad una politica indipendente e la demoralizzazione sciovinista dei lavoratori, vale a dire la distruzione dell’unica forza che possa salvare l’umanità dalla catastrofe’. Il conflitto che sconvolse l’Europa dai primi anni ’30 fino al 1948 ( prendo come data indicativa quella della nascita di Israele ) fu una guerra pan-imperialistica contro il primo Stato rivoluzionario della storia: l’Unione Sovietica. Il bottino di guerra qual era per le grandi potenze capitalistiche ? Certamente il controllo delle colonie essendo l’Urss – seppur governata dal ’27 in poi da una burocrazia revisionista – un bastione delle lotte di indipendenza nazionale. Non per niente Hitler cercò fino all’ultimo l’alleanza con Churchill contro i sovietici, e gli Usa – fino a quando non entrano in contrasto con l’imperialismo giapponese – si tennero fuori dalla guerra, almeno nelle importantissime fasi iniziali.

E la Gran Bretagna ? La Gran Bretagna era la potenza imperialistica uscente rea di aver messo a ferro e fuoco i paesi arabi, africani ed asiatici, insomma una democrazia borghese con alle spalle molti più fiumi di sangue del nazismo. Torniamo, allora, a ciò che viene chiamata guerra di liberazione nazionale: chi crede, per davvero, che gli anglo statunitensi ci abbiano liberato da qualcosa o da qualcuno ?

Qualcuno crede che la Strage di Canicattì, il massacro di Biscari o i bombardamenti di Milano – la Dresda italiana – furono atti misericordiosi ? Ovviamente, gli anglo statunitensi hanno imposto la loro egemonia in Italia creando – già nel biennio  1943-1945 – le centrali di spionaggio funzionali pochi anni dopo all’Operazione Gladio, si studi a riguardo il ruolo della Pro Deo, i servizi di spionaggio del Vaticano, ed il ruolo del massone Montini ( poi Papa Paolo VI ) in quanto informatore dell’OSS ( gli antesignani della CIA ). Scusate ma di cosa stiamo parlando se non di un progetto imperialistico a cui questa tanto celebrata Brigata Ebraica prese parte ?

La Brigata Ebraica si integrò nell’IDF al pari di altre organizzazioni militariste che collaborarono con Hitler – come il Lehi o l’Irgun – eppure nessuno si è chiesto quale ruolo attivo possono aver avuto i membri più esperti di questo gruppo militare nella Nakba. Una cosa è certa, dal ’48 in poi, sono corresponsabili di un crimine neocoloniale: la pulizia etnica della Palestina.

Gli smemorati – ed i disonesti che citano l’irrilevante Gran Muftì ( carica imposta nei primi anni ’20 dai britannici al popolo della Palestina ! ) – farebbero bene a studiare i testi di Mauro Manno che ha dimostrato, con documenti alla mano, come i più grandi alleati dei sionisti siano stati proprio gli antisemiti: vale a dire i nazisti. Ipocrisia delle ipocrisie: il nazista Begin capo di Stato in Israele nel 1977. Il cerchio del nuovo nazismo ebraico si è chiuso da almeno 40 anni, i democratici radicali sono in ritardo.

L’antifascismo è antimperialismo – altrimenti non avrebbe senso – quindi per quale motivo commemorare da sinistra una organizzazione filo britannica e poi organica al sionismo israeliano ?

Domanda ulteriore: da un punto di vista antimperialista possiamo finalmente dire che la linea del PCI togliattiano in quegli anni era errata ( poi sarà ancora peggio, ma lasciamo stare ) ? Credo che il dibattito debba essere seriamente riaperto, non dobbiamo avere paura a dire che la lotta contro il nazifascismo nel Nord Italia doveva essere completata con l’opposizione all’illegittima invasione anglo statunitense delle regioni meridionali. In nome dell’antifascismo vogliamo chiedere agli Usa un risarcimento per i crimini di guerra commessi nel nostro territorio ?

La seconda questione riguarda i continui richiami al destino storico del popolo ebraico.

Affronto questo problema perché il comunicato è stato diffuso il giorno 12 aprile dai giornalisti marxisti di Contropiano, giornale che molte volte ha fatto un ottimo lavoro di controinformazione militante quindi gode di una certa stima. Dunque è bene chiarire che i marxisti non hanno mai considerato gli ebrei (1) né un popolo, (2) né una nazione e (3) né, tanto meno, una nazionalità.

Per ciò che riguarda l’invenzione del popolo ebraico già lo storico israeliano Shlomo Sand ha spiegato come gli ebrei non fossero altro che contadini arabi, in seguito, convertiti al giudaismo. Sarebbe bene, una buona volta, dire che è sciocco parlare di pericolo antisemita riferendosi agli israeliti: gli ebrei semiti sono rimasti in pochissimi ( e non rischiano proprio nulla in nessuna parte del mondo, anzi … ) mentre tutti gli arabi, prima di tutto i palestinesi, sono semiti.

Devo essere sincero: la così detta unicità ebraica – propagandata anche da Moni Ovadia – è per me un concetto razzista e sciovinista, infatti, per rincarare la dose, rammento anche come Israel Shahak rinvenne nel Talmud di Babilonia i germi del peggiore sionismo di destra. E’ incredibile come a sinistra siano state rimosse queste parole di Marx: il giudaismo è la chimerica nazionalità dell’ebreo. Non si deve al caso il fatto che Karl Marx abbia sempre consigliato agli israeliti di diventare assimilazioni combattendo nel movimento operaio e socialista dei rispettivi paesi.

Storicamente gli ebrei hanno sempre costituito un particolare gruppo sociale che il marxista Abram Leon chiamò popolo classe. Gli ebrei hanno preservato alcune caratteristiche etniche, religiose e linguistiche solo perché si sono conservati, per l’appunto, come tale. Di certo gli elementi diversificanti sono più di quelli unificanti – ecco il motivo per cui non possiamo parlare nemmeno di una nazionalità ebraica – quindi Re Agrippa disse ‘Non esiste popolo nel mondo abitato che non abbia una parte di voi nel suo seno’.

La stessa cultura ebraica è, a mio avviso ambigua, perché sovrappone la religione all’arte, la letteratura, la filosofia quindi risolvendo il dibattito in una prospettiva ‘teocentrica’. Il parricidio ideologico di Spinoza sta lì a rafforzare la mia tesi.

Il genocidio ebraico – che non fu solo ebraico ma anzi il primo obiettivo di Hitler erano proprio i comunisti – riguardò lo spappolamento di una anacronistica mezza classe in un triangolo concentrato fra Germania, Austria ed Ungheria. Leggo molte imprecisioni da parte di questi ossessivi ed ipocriti amici del regime sionista: come mai nessuno ricorda i 150.000 ebrei fatti germanizzare dall’Immondo Imbianchino ? Forse perché uscirebbe fuori che il problema dei nazisti con gli israeliti non era razziale ma politico facendo saltare il ‘mito sionista’ ( davvero balordo e razzista ) dell’eterno antisemitismo.

C’è una ragione per cui gli antimperialisti definiscono Israele una entità e non uno Stato nazionale. Uno Stato nazionale, infatti, è il prodotto di lotte e sconvolgimenti sociali atti a forgiare le classi e la loro coscienza. La definizione di entità, al contrario, si addice ad una burocrazia amorfa piantata su territorio come mere finalità di controllo. Chiamiamo le cose col loro nome, una buona volta, per favore. Ribadisco: Israele è una entità e nessun democratico può, nemmeno formalmente, riconoscerla.

La Rete degli ebrei contro l’occupazione ricorda gli antifascisti tedeschi della Rosa Bianca, un gruppo cristiano sociale. Io mi chiedo questo: perché non ricordare gli eroici combattenti dell’Orchestra Rossa ?

I sionisti hanno sempre occultato l’eroica resistenza comunista al nazismo, presentando le opposizioni alla dittatura hitleriana come ristretti gruppi di aristocratici illuminati ( si pensi all’Operazione Valchiria nel 1944 ). Come spiegare ciò ? Semplice, si trattò della delegittimazione, pianificata a tavolino, del popolo tedesco vergognosamente ridotto al ruolo nefasto di ‘carnefice’.  Una operazione falsa e menzognera che fece da protesi ideologica ai vili bombardamenti statunitensi della città di Dresda, massacro che colpì direttamente il cuore della – questa sì: grandiosa – cultura tedesca. Una cosa sola interessava ( ed interessa ) all’imperialismo statunitense: umiliare le classi lavoratici tedesche motore – a detta di Lenin – della rivoluzione socialista internazionale.

Israele è – insieme agli Usa – la maggiore potenza imperialista mondiale e deve la sua forza al peso delle svariate lobby sioniste interne alle strutture di comando del capitalismo transazionale. Una vera e propria macchina da guerra che unisce (1) potere economico e (2) religione. Tutte cose che spinsero la marxista ucraina Nina Andreva a definire il sionismo l’ideologia della borghesia imperialistica statunitense. Se oggi ha senso l’antifascismo non può che essere antisionismo radicale senza perdite di tempo inutili verso soggetti irrilevanti ( quanti neofascisti sono diventati zerbini della CIA e del Mossad ? ) o scrupoli di linguaggio in rapporto alle analisi.

La Rete degli ebrei contro l’occupazione è democratico radicale e progressista, esprime una posizione coraggiosa ed ammirabile, ma, purtroppo, il problema ha una genesi molto più antica di quella fino a qui proposta. Abbiamo bisogno di ben altro antimperialismo, i tempi, purtroppo, non ci consentono di essere gentili.

Nota:

L’articolo della Rete degli ebrei contro l’occupazione potete leggerlo qui http://contropiano.org/interventi/item/30173-ebrei-contro-l-oocupazione-25-aprile-anche-con-i-palestinesi

Stefano Zecchinelli

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