martedì 15 ottobre 2013

11 tesi sull'imperialismo attuale, di Stefano Zecchinelli



1. Le funzioni storiche dello Stato nazionale poggiano su tre pilastri: (1) formazione delle istituzioni parlamentari di tipo democratico-borghese ( ossia – in termini leninisti – flessibilità della soprastruttura ); (2) il primato del politico in rapporto alla ‘gestione’ del conflitto di classe interno ( ossia dualismo egemonia-consenso/forza-repressione ); (3) estensione del conflitto capitale/lavoro sul piano internazione tramite l’espansione di tipo coloniale ed imperialistico.

Queste caratteristiche, oggi, seppur in forma diversa permangono delineando le conflittualità classistiche nel capitalismo totalitario.

2.  I teorici post-modernisti parlano di ‘esaurimento dello Stato nazionale’ e di superamento della categoria di ‘imperialismo’. Secondo le loro analisi siamo in una fase dello sviluppo capitalistico caratterizzata dallo scontro fra l’ ‘Impero’ ( come dice il Signor Negri ) e le ‘moltitudini’.

Le argomentazioni del duo Negri-Hardt si dimostrano deboli è fallaci. Cosa rimuovono questi due accademici: (1) egemonia militare su scala pan-planetaria dell’imperialismo americano; (2) le strutture di comando ( Commissione Trilaterale, AIPAC, Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea ) della ‘nuova’ classe capitalistica trasnazionale restano delimitate al mondo occidentale oltre, ovviamente, Israele capo di ponte dei nord-americani nel mondo arabo; (3) concentrazione ( ed aumento ) delle funzioni burocratiche repressive degli Stati nazionali.

3. L’espansione neo-coloniale, sicuramente, mette in crisi alcuni assi portanti dei vecchi Stati borghesi-capitalistici.

Questo fenomeno comporta: (1) smantellamento dello Stato sociale e passaggio al militarismo neo-liberista; (2)esaurimento della democrazia borghese classica. I parlamenti borghesi che secondo i revisionisti togliattiani doveva rispecchiare la volotà popolare, perdono la loro base sociale; le classi dirigenti, per mantenere il loro dominio, danno inizio ad una nuova fase dello sfruttamento classista chiamata di ‘guerra psicologica’ o di ‘guerra di IV generazione’.

I mass media, il sistema informativo ed educativo hanno una funzione prevalentemente manipolativa. Come dicono gli strateghi della CIA: in questo modo vengono fatti degli esperimenti di ‘comportamentalismo di massa’ ( sulla base del manuale ‘Colpisci e terrorizza’, poi esteso, dal piano militare a quello mass mediatico ).

4. Gli Stati nazionali consolidano il militarismo attraverso (1)la militarizzazione interna delle forze di polizia tradizionali; (2) il ricorso sistematico al neo-fascismo inteso come strumento provocatorio e stragista nelle mani dell’atlantismo e del sionismo; (3) l’abolizione delle Costituzioni antifasciste.

Diventa frequente l’utilizzo degli eseciti privati o di gendarmerie composte da assassini di professione ( si veda la Gendarmeria europea ) addestrati direttamente da militari statunitensi.

Gli eserciti, per capirci, tendono a diventare, data la crescente partecipazione dei capitalisti privati con finanziamenti ed ausili di vario tipo, delle grandi multinazionali armate.

5. Lenin rispondeva a Bukarin ed alle sue errate tesi sull’imperialismo dicendo che ‘l’imperialismo è la soprastruttura del capitalismo’. L’imperialismo, spiegava Lenin, non è una politica della borghesia ma una fase ben precisa dello sviluppo capitalistico e, per la precisione, ne segna anche la decadenza.

Lenin parlò di ‘imperialismo fase suprema del capitalismo’ intendendo per ‘suprema’ il massimo grado di svilippo del potere borghese fino a quel momento raggiunto.

Il sistema di comando occidentale, tuttavia, ha una sua gerarchia interna; gli Stati Uniti sono al vertice di questo sistema gerarchico. La potenza militare Usa protegge le manovre delle grandi multinazionali americane e, come se non bastasse, fa da scudo ai grandi speculatori finanziari.

Il Tribunale internazionale degli speculatori ed investitori ( che fa capo a Soros ) insieme al Fondo Monetario Internazionale ed altre organizzioni ( Banca Mondiale del Commercio, ecc … ) sono degli strumenti della penetrazione imperialistica nord-americana, l’esercito Usa è la scorta dei grandi capitalisti yankee.

Toni Negri con la sua teoria dell’Impero non fa altro che rimuovere la pericolosità dell’imperialismo americano, diventando una ruota di scorta per le classi dominanti Usa.

6. L’espansione neo-coloniale negli Usa ha spinto il complesso militar-industriale a delegare la politica alle lobby prima di tutto di matrice sionista.

Questo ha portato all’avvento di un militarismo neo-liberista anti-costituzionale che fa riecheggiare le parole del grande scrittore marxista Bertolt Brecht ‘semmai verrà il fascismo negli Usa avrà il volto della democrazia’.

Negli Usa la burocrazia repressiva di cui si serve lo Stato nazionale ( si pensi alla privatizzazione del sistema carcerario ) coincide con l’ideologia di stato neoliberista, fa un tutt’uno con quest’ultima. Tutto ciò porta all’avvento di una nuova forma di neo-fascismo, un neo-fascismo americano, particolarmente abietto in cui ideologia e repressione coincidono. Gli Usa sono una vera e propria ideocrazia.

7. L’imperialismo israeliano ha un ruolo fondamentale nella catena di comando occidentale.

Più volte nella storia l’entità sionista è entrata in contrasto con gli Usa contendendogli il ruolo di potenza imperialistica più forte: (1) nel 1956 Israele si schierò con gli anglo-francesi ( e contro gli Usa ) durante l’aggressione all’Egitto di Nasser per il controllo del canale di Suez; (2) nel 1967 gli Usa erano contrari alla vile aggressione imperialistica sionista verso l’Egitto; (3) dal 1967 la borghesia imperialistica sionista sistematizzò la ‘religione olocaustica’ strumento di strozzinaggio verso i paesi europei e nei confronti, addirittura, di una potenza imperialistica come la Germania. Questo dà l’idea di quanto pericolosa sia l’entità sionista.

Israele è un laboratorio in cui vengono sperimentati strumenti di repressione di matrice classista e razzista, oltre la terrificante pulizia etnica della Palestina. Comerivelano molti storici l’entità sionista, insieme alla Rhodesia bianca e la Germania nazista, è l’unico Stato etnico della storia.

Intellettuali sionisti liberali come Noam Chomsky considerano ‘Israele la portaerei degli Stati Uniti’; nulla di più errato. Israele è una potenza imperialistica autonoma, dispone dalle 200 alle 400 bombe atomiche, la penetrazione dei capitali ebraici condiziona le politiche dei governi occidentali ed il suo militarismo è crescente oltre ad essere sostenuto da molti Stati vassallo e fantoccio.

Il socialismo e la liberazione nazionale nel mondo arabo ha una priorità: la distruzione dell’entità sionista. Chiunque ponga fine al dominio neo-coloniale sionista non può che fare un’opera grata all’umanità.

Possiamo ben dire che Israele è un ingranaggio fondamentale della controrivoluzione mondiale.

8. Il conflitto in corso è contrassegnato, attraverso lo strumento della diplomazia, uno scontro inter-imperialistico fra Usa ed Israele.

La Geo-politica sionista poggia sulla pulizia etnica della Palestina e la militarizzazione del mondo arabo, quindi, per l’imperialismo israeliano, è necessaria una aggressione neo-coloniale alla Siria baathista ed all’Iran.

Israele per destabilizzare paesi come, ora Iran e Siria, e fino a poco tempo fa la Libia si serve di (1) oppositori reclutati nei ceti medi filo-occidentali quindi, nella forma soft, utilizza il metodo di Soros delle ‘rivoluzioni colorate’, oppure come è accaduto in Libia ed in Siria (2) fa ricorso agli eserciti privati e a bande armate di mercenari islamisti neo-liberisti.

Gli Usa, invece, seguendo la linea Obama-Brzezinski avrebbero usato ciò che gli strateghi chiamano strategia dell’ ‘imperialismo intelligente’.

Israele, seguendo la strategia imperialistica tracciata da Hitler, punta sulle aggressioni dirette, mentre Brzezinski, in questa fase, vuole fare ricorso alla diplomazia come mezzo di destabilizzazione imperialistica.
Stati Uniti ed Israele attraverso la ‘guerra occulta’ dei servizi segreti e repressivi ( FBI contro Mossad ) si contendono il ruolo di principale potenza imperialistica, tutto questo macchiandosi di crimini mostruosi che restano impuniti.

9. Lo scoppio di una Quarta Guerra Mondiale ( la terza possiamo dire che è stata la ‘guerra fredda’ ) è, in buona parte, determinato da quale fazione della borghesia imperialistica Usa prenderà il potere.
Brzezinski ed Obama sanno che ‘chi controlla l’Eurasia controlla il mondo’ ma vorrebbero rimandare lo scontro con la Russia aumentando la loro pressione sui paesi europei. La destra nazistoride americana, al contrario, vuole assecondare il potente alleato sionista.

In questa fase la penetrazione diplomatica è uno strumento fondamentale del potere borghese in tutte le sue forme.

10. Le classi dirigenti europee possono riconquistare dei margini di manovra in una prospettiva imperialistica solo se l’imperialismo tedesco riuscirà a svincolarsi dagli Usa alleandosi con la Russia.

In questo modo (1) o vedremo la nascita di un polo imperialistico europeo e quindi l’avvento di un ordine multipolare, (2) oppure le contraddizione all’interno dell’Europa esploderenno definitivamente quindi sarà un conflitto europeo fra Stati vassallo degli Usa ( Italia e Francia ) e Stati alleati della Russia ( Germania e Ungheria ) a caratterizzare il passaggio al multipolarismo. 

Gli Stati nazionali si trasformano sempre di più in un campo minato dove le classi dominanti giocano la loro partita usando i servizi segreti, gli apparati repressivi ( es. la magistratura che in Italia è diventata un partito integrale di alcune fazioni borghesi ), i mass media e parte dei gruppi sociali dominanti più manipolabili. Il conflitto si classe si stende e si articola in modo molto colplesso.

Quindi penso che sono due i conflitti inter-imperialistici che determineranno le dinamiche del neo-imperialismo: (1) Usa contro Israele; (2) Usa contro Germania. Davanti la ridefinizione di questi rapporti di forza i conflitti Usa-Russia ed Usa-Cina vengono, momentaneamente, sospesi.

11. L’attuale sistema, come disse Ulrike Meinhof, è post-nazista ed ha una soprastruttura pseudo-parlamentare. Le classi lavoratrici devono lottare per un obiettivo che non si ferma alla liberazione nazionale ed al socialismo in un paese solo.

Stefano Zecchinelli








2 commenti:

  1. Salve. Scusi, so che prima di commentare bisognerebbe aver letto l'articolo e ammetto di non averlo ancora fatto: ho letto solo la qualifica di «intellettuale sionista liberale» attribuita a Chomsky.
    Chomsky sionista non l'avevo mai sentita. Mi sembra quantomeno un lapsus calami (anzi, un "lapsus tastierae") da correggere.

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  2. Ciao, penso che possiamo darci del 'tu', che ne dici ?

    Comunque, sì, Chomsky è un 'sionista liberale'. Gilad Atzmon o, se vuoi, Ilan Pappe hanno spiegato bene cosa significa: i sionisti liberali fanno risalire il problema della Palestina al 1967, anno in cui furono occupati i territori della Cisgiordania, e non al 1948 hanno in cui fu fondato lo Stato di Israele. Chomsky, da ragazzo, prese parte anche ad un kibbutz, quindi, questi personaggi, parlano di episodi di convivenza INTERNI AL SIONISMO fra arabi ed ebrei. Ora, è chiaro, che gli arabi sono semiti e, che prima dello nascita di Israele, palestinesi ed ebrei vivessero in pace, ma, fondata l'entità sionista, ha preso piede il progetto paranoico di queste oligarchie coloniali di militarizzare il mondo arabo. Insomma, la soluzione è UNO STATO ( PALESTINESE ) PER DUE POPOLI, e non due stati etnici, come, invece, dice Chomsky. Mi scuso se non sono stato eloquente nella risposta ma penso che tornerò sull'argomento con un articolo. Ciao !

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