1. Le funzioni storiche dello Stato nazionale poggiano su tre
pilastri: (1) formazione delle
istituzioni parlamentari di tipo democratico-borghese ( ossia – in termini
leninisti – flessibilità della soprastruttura ); (2) il primato del politico in rapporto alla ‘gestione’ del
conflitto di classe interno ( ossia dualismo
egemonia-consenso/forza-repressione ); (3)
estensione del conflitto capitale/lavoro sul piano internazione tramite
l’espansione di tipo coloniale ed imperialistico.
Queste caratteristiche, oggi, seppur in forma diversa
permangono delineando le conflittualità classistiche nel capitalismo
totalitario.
2. I teorici
post-modernisti parlano di ‘esaurimento dello Stato nazionale’ e di superamento
della categoria di ‘imperialismo’. Secondo le loro analisi siamo in una fase
dello sviluppo capitalistico caratterizzata dallo scontro fra l’ ‘Impero’ (
come dice il Signor Negri ) e le ‘moltitudini’.
Le argomentazioni del duo Negri-Hardt si dimostrano deboli è
fallaci. Cosa rimuovono questi due accademici: (1) egemonia militare su scala pan-planetaria dell’imperialismo
americano; (2) le strutture di
comando ( Commissione Trilaterale, AIPAC, Fondo Monetario Internazionale,
Unione Europea ) della ‘nuova’ classe capitalistica trasnazionale restano
delimitate al mondo occidentale oltre, ovviamente, Israele capo di ponte dei
nord-americani nel mondo arabo; (3)
concentrazione ( ed aumento ) delle funzioni burocratiche repressive degli
Stati nazionali.
3. L’espansione neo-coloniale, sicuramente, mette in crisi
alcuni assi portanti dei vecchi Stati borghesi-capitalistici.
Questo fenomeno comporta: (1) smantellamento dello Stato sociale e passaggio al militarismo
neo-liberista; (2)esaurimento della
democrazia borghese classica. I parlamenti borghesi che secondo i revisionisti
togliattiani doveva rispecchiare la volotà popolare, perdono la loro base
sociale; le classi dirigenti, per mantenere il loro dominio, danno inizio ad una
nuova fase dello sfruttamento classista chiamata di ‘guerra psicologica’ o di
‘guerra di IV generazione’.
I mass media, il sistema informativo ed educativo hanno una
funzione prevalentemente manipolativa. Come dicono gli strateghi della CIA: in
questo modo vengono fatti degli esperimenti di ‘comportamentalismo di massa’ (
sulla base del manuale ‘Colpisci e terrorizza’, poi esteso, dal piano militare
a quello mass mediatico ).
4. Gli Stati nazionali consolidano il militarismo attraverso (1)la militarizzazione interna delle
forze di polizia tradizionali; (2) il
ricorso sistematico al neo-fascismo inteso come strumento provocatorio e
stragista nelle mani dell’atlantismo e del sionismo; (3) l’abolizione delle Costituzioni antifasciste.
Diventa frequente l’utilizzo degli eseciti privati o di
gendarmerie composte da assassini di professione ( si veda la Gendarmeria
europea ) addestrati direttamente da militari statunitensi.
Gli eserciti, per capirci, tendono a diventare, data la
crescente partecipazione dei capitalisti privati con finanziamenti ed ausili di
vario tipo, delle grandi multinazionali armate.
5. Lenin rispondeva a Bukarin ed alle sue errate tesi
sull’imperialismo dicendo che ‘l’imperialismo è la soprastruttura del
capitalismo’. L’imperialismo, spiegava Lenin, non è una politica della
borghesia ma una fase ben precisa dello sviluppo capitalistico e, per la
precisione, ne segna anche la decadenza.
Lenin parlò di ‘imperialismo fase suprema del capitalismo’
intendendo per ‘suprema’ il massimo grado di svilippo del potere borghese fino
a quel momento raggiunto.
Il sistema di comando occidentale, tuttavia, ha una sua
gerarchia interna; gli Stati Uniti sono al vertice di questo sistema
gerarchico. La potenza militare Usa protegge le manovre delle grandi
multinazionali americane e, come se non bastasse, fa da scudo ai grandi
speculatori finanziari.
Il Tribunale internazionale degli speculatori ed investitori
( che fa capo a Soros ) insieme al Fondo Monetario Internazionale ed altre
organizzioni ( Banca Mondiale del Commercio, ecc … ) sono degli strumenti della
penetrazione imperialistica nord-americana, l’esercito Usa è la scorta dei
grandi capitalisti yankee.
Toni Negri con la sua teoria dell’Impero non fa altro che
rimuovere la pericolosità dell’imperialismo americano, diventando una ruota di
scorta per le classi dominanti Usa.
6. L’espansione neo-coloniale negli Usa ha spinto il complesso
militar-industriale a delegare la politica alle lobby prima di tutto di matrice
sionista.
Questo ha portato all’avvento di un militarismo neo-liberista
anti-costituzionale che fa riecheggiare le parole del grande scrittore marxista
Bertolt Brecht ‘semmai verrà il fascismo negli Usa avrà il volto della
democrazia’.
Negli Usa la burocrazia repressiva di cui si serve lo Stato
nazionale ( si pensi alla privatizzazione del sistema carcerario ) coincide con
l’ideologia di stato neoliberista, fa un tutt’uno con quest’ultima. Tutto ciò
porta all’avvento di una nuova forma di neo-fascismo, un neo-fascismo
americano, particolarmente abietto in cui ideologia e repressione coincidono.
Gli Usa sono una vera e propria ideocrazia.
7. L’imperialismo israeliano ha un ruolo fondamentale nella
catena di comando occidentale.
Più volte nella storia l’entità sionista è entrata in
contrasto con gli Usa contendendogli il ruolo di potenza imperialistica più forte:
(1) nel 1956 Israele si schierò con
gli anglo-francesi ( e contro gli Usa ) durante l’aggressione all’Egitto di
Nasser per il controllo del canale di Suez; (2)
nel 1967 gli Usa erano contrari alla vile aggressione imperialistica sionista
verso l’Egitto; (3) dal 1967 la
borghesia imperialistica sionista sistematizzò la ‘religione olocaustica’
strumento di strozzinaggio verso i paesi europei e nei confronti, addirittura, di
una potenza imperialistica come la Germania. Questo dà l’idea di quanto
pericolosa sia l’entità sionista.
Israele è un laboratorio in cui vengono sperimentati
strumenti di repressione di matrice classista e razzista, oltre la terrificante
pulizia etnica della Palestina. Comerivelano molti storici l’entità sionista,
insieme alla Rhodesia bianca e la Germania nazista, è l’unico Stato etnico
della storia.
Intellettuali sionisti liberali come Noam Chomsky
considerano ‘Israele la portaerei degli Stati Uniti’; nulla di più errato.
Israele è una potenza imperialistica autonoma, dispone dalle 200 alle 400 bombe
atomiche, la penetrazione dei capitali ebraici condiziona le politiche dei
governi occidentali ed il suo militarismo è crescente oltre ad essere sostenuto
da molti Stati vassallo e fantoccio.
Il socialismo e la liberazione nazionale nel mondo arabo ha
una priorità: la distruzione dell’entità sionista. Chiunque ponga fine al
dominio neo-coloniale sionista non può che fare un’opera grata all’umanità.
Possiamo ben dire che Israele è un ingranaggio fondamentale
della controrivoluzione mondiale.
8. Il conflitto in corso è contrassegnato, attraverso lo
strumento della diplomazia, uno scontro inter-imperialistico fra Usa ed
Israele.
La Geo-politica sionista poggia sulla pulizia etnica della
Palestina e la militarizzazione del mondo arabo, quindi, per l’imperialismo
israeliano, è necessaria una aggressione neo-coloniale alla Siria baathista ed
all’Iran.
Israele per destabilizzare paesi come, ora Iran e Siria, e
fino a poco tempo fa la Libia si serve di (1)
oppositori reclutati nei ceti medi filo-occidentali quindi, nella forma soft,
utilizza il metodo di Soros delle ‘rivoluzioni colorate’, oppure come è
accaduto in Libia ed in Siria (2) fa
ricorso agli eserciti privati e a bande armate di mercenari islamisti
neo-liberisti.
Gli Usa, invece, seguendo la linea Obama-Brzezinski
avrebbero usato ciò che gli strateghi chiamano strategia dell’ ‘imperialismo
intelligente’.
Israele, seguendo la strategia imperialistica tracciata da
Hitler, punta sulle aggressioni dirette, mentre Brzezinski, in questa fase, vuole
fare ricorso alla diplomazia come mezzo di destabilizzazione imperialistica.
Stati Uniti ed Israele attraverso la ‘guerra occulta’ dei
servizi segreti e repressivi ( FBI contro Mossad ) si contendono il ruolo di
principale potenza imperialistica, tutto questo macchiandosi di crimini
mostruosi che restano impuniti.
9. Lo scoppio di una Quarta Guerra Mondiale ( la terza possiamo
dire che è stata la ‘guerra fredda’ ) è, in buona parte, determinato da quale
fazione della borghesia imperialistica Usa prenderà il potere.
Brzezinski ed Obama sanno che ‘chi controlla l’Eurasia
controlla il mondo’ ma vorrebbero rimandare lo scontro con la Russia aumentando
la loro pressione sui paesi europei. La destra nazistoride americana, al
contrario, vuole assecondare il potente alleato sionista.
In questa fase la penetrazione diplomatica è uno strumento
fondamentale del potere borghese in tutte le sue forme.
10. Le classi dirigenti europee possono riconquistare dei
margini di manovra in una prospettiva imperialistica solo se l’imperialismo
tedesco riuscirà a svincolarsi dagli Usa alleandosi con la Russia.
In questo modo (1)
o vedremo la nascita di un polo imperialistico europeo e quindi l’avvento di un
ordine multipolare, (2) oppure le
contraddizione all’interno dell’Europa esploderenno definitivamente quindi sarà
un conflitto europeo fra Stati vassallo degli Usa ( Italia e Francia ) e Stati
alleati della Russia ( Germania e Ungheria ) a caratterizzare il passaggio al
multipolarismo.
Gli Stati nazionali si trasformano sempre di più in un campo
minato dove le classi dominanti giocano la loro partita usando i servizi
segreti, gli apparati repressivi ( es. la magistratura che in Italia è
diventata un partito integrale di alcune fazioni borghesi ), i mass media e
parte dei gruppi sociali dominanti più manipolabili. Il conflitto si classe si
stende e si articola in modo molto colplesso.
Quindi penso che sono due i conflitti inter-imperialistici
che determineranno le dinamiche del neo-imperialismo: (1) Usa contro Israele; (2)
Usa contro Germania. Davanti la ridefinizione di questi rapporti di forza i
conflitti Usa-Russia ed Usa-Cina vengono, momentaneamente, sospesi.
11. L’attuale sistema, come disse Ulrike Meinhof, è
post-nazista ed ha una soprastruttura pseudo-parlamentare. Le classi
lavoratrici devono lottare per un obiettivo che non si ferma alla liberazione
nazionale ed al socialismo in un paese solo.
Stefano Zecchinelli
Salve. Scusi, so che prima di commentare bisognerebbe aver letto l'articolo e ammetto di non averlo ancora fatto: ho letto solo la qualifica di «intellettuale sionista liberale» attribuita a Chomsky.
RispondiEliminaChomsky sionista non l'avevo mai sentita. Mi sembra quantomeno un lapsus calami (anzi, un "lapsus tastierae") da correggere.
Ciao, penso che possiamo darci del 'tu', che ne dici ?
RispondiEliminaComunque, sì, Chomsky è un 'sionista liberale'. Gilad Atzmon o, se vuoi, Ilan Pappe hanno spiegato bene cosa significa: i sionisti liberali fanno risalire il problema della Palestina al 1967, anno in cui furono occupati i territori della Cisgiordania, e non al 1948 hanno in cui fu fondato lo Stato di Israele. Chomsky, da ragazzo, prese parte anche ad un kibbutz, quindi, questi personaggi, parlano di episodi di convivenza INTERNI AL SIONISMO fra arabi ed ebrei. Ora, è chiaro, che gli arabi sono semiti e, che prima dello nascita di Israele, palestinesi ed ebrei vivessero in pace, ma, fondata l'entità sionista, ha preso piede il progetto paranoico di queste oligarchie coloniali di militarizzare il mondo arabo. Insomma, la soluzione è UNO STATO ( PALESTINESE ) PER DUE POPOLI, e non due stati etnici, come, invece, dice Chomsky. Mi scuso se non sono stato eloquente nella risposta ma penso che tornerò sull'argomento con un articolo. Ciao !