1. Come ebbe ad osservare J.C. Mariategui, Trotsky a differenza di Lenin, si è interessato degli effetti della rivoluzione, su tutti gli aspetti della vita quotidiana dei singoli uomini; quando Ilic scriveva si occupava prevalentemente di politica ed economia, mentre Lev Davidovic ha preso in considerazione, tutto ciò che poteva interessare la creazione di nuovi legami sociali, dalla scienza alla letteratura, dalla filosofia, fino ai grandi temi dell’etica e della morale.
Per Trotsky la morale comunista è stata una scelta di vita, il punto di arrivo della teoria e della prassi rivoluzionaria, fino a quella che Roberto Massari ha definito una autodifesa 1, contro ‘’lo spettacolo degradante fornito dal dilagare del cinismo staliniano’’.
Gli scritti sulla rivoluzione e la vita quotidiana, oltre a classici come ‘’La loro morale e la nostra’’ o ‘’In difesa del marxismo’’, appaiono ancora oggi di grande attualità, e soprattutto tracciano un mondo diverso, dalla società dello spettacolo che ha totalmente globalizzato le menti di moltissime persone.
2. L'uomo che seppe comandare l’Armata Rossa concorda con Lenin nel dare alla politica un significato ampio: quindi per politica si intende, in primo luogo, secondo il materialistico dialettico ,la vita sociale e la nascita di una comunità umana forte ed unita, e in secondo luogo la lotta per la cultura.
Il Partito Comunista deve essere,i n senso storico, un Partito ampio o - dice Trotsky - si potrebbe anche dire filosofico, che assume la guida della lotta culturale, ottenendo all’interno una sicurezza che lo proietta verso l’esterno.
Il Partito quindi deve educare le nuove generazioni, basandosi non solo sulle necessità politiche ma, prima di tutto, su quelle economiche e culturali; cosa da cui non può tirarsi indietro, almeno fino a quando non ha realizzato la sua ‘’missione’’ storica, e può sciogliersi nella comunità sociale.
Le riflessioni di Trotsky sono un prodotto, prima di tutto del contesto in cui si trovava la Russia: in un paese arretrato il proletariato di certo, viveva una situazione di grave debolezza culturale, mentre nell’Europa centrale la presenza di operai specializzati, ha da una parte favorito le loro rivendicazioni sociali, e dall’altra li ha spinti ad accettare il capitalismo.
‘’La storia non dà nulla gratis’’ e se dal lato politico ha messo i bolscevichi nelle condizioni di poter radicalizzare la loro classe di riferimento, da un punto di vista culturale gli ha dato una bella prova da affrontare; insomma una questione non di poco conto.
Prima di andare avanti con l’esposizione, voglio osservare sulla scia (oltre che di Trotsky) di Lenin e Gramsci, che una classe vincitrice socialmente può venire sconfitta culturalmente, se le sue avanguardie non hanno, condotto una ‘’guerra di posizione’’ (Gramsci), contro l’ideologia borghese, forte perché radicata nei ceti subalterni da molto più tempo, rispetto alla cultura marxista.
La lotta dei bolscevichi, è stata una lotta contro il carattere conservativo della vita; l’abitudine a servire,ad essere sfruttati, l’imbruttimento e la corruzione morale, dovevano essere estirpati con un programma rieducativo,configurante una vera e propria rivoluzione antropologica.
Trotsky dirà a riguardo:
‘’ Per elevare il livello culturale della classe operaia, la sua avanguardia deve innanzi tutto studiarne la vita. Per far ciò deve sapere come vive. La classe borghese, soprattutto tramite i suoi intellettuali, ha già risolto questo problema in larga misura anche prima di conquistare il potere; anche quando era all'opposizione era una classe ricca con artisti, poeti e pubblicisti al suo servizio, che l'aiutavano a pensare o che pensavano per lei’’. 2
In effetti la borghesia quando doveva distruggere i vecchi Stati Assoluti, e sconfiggere l’aristocrazia il suo nemico storico, ha conquistato le masse dandosi una cultura critica;i l filosofo, e basta pensare ai grandi filosofi illuministi, si muoveva in tutti i campi del sapere, in modo indipendente rispetto la sua classe di riferimento.
Una volta che la società liberistica è entrata in crisi, gli studiosi hanno formato una burocrazia lontana dalle classi subalterne; la cultura ha iniziato a piovere dall’alto delle aule universitarie, dei salotti, e dei caffè, facendosi, per dirla con Lukacs,’’guardia frontiera della reazione’’.
Lev Davidovic sapeva che il proletariato doveva essere educato, e cercò nuovi modi per renderlo consapevole.
Subito dopo la rivoluzione in Russia, furono istituite per legge le otto ore di lavoro, e vennero proibite le sostanze alcoliche; la lotta all’alcolismo ha un immenso significato storico e sociale.
Un vecchio slogan del movimento operaio diceva ‘’otto ore per lavorare ,otto per svagarsi, e otto per dormire’’, quindi la liberazione di ore di vita, rappresentava un risultato importante per istruire le masse, dopo secoli di torpore intellettuale sotto la dittatura degli Zar.
Il grande utopista Fourier, ammirato da Trotsky, costruì la sua comunità attraverso, la fusione razionale di istinti e passioni, da ciò la primizia degli svaghi, desideri legittimi insiti nella natura di ogni uomo.
Lev cercò di conferire un valore sociale agli svaghi, e per fare ciò individuò nel cinema una potente arma, contro l’egemonia culturale borghese.
Cediamogli la parola:
‘’ Il fatto che siano trascorsi sei anni senza che abbiamo preso possesso del cinema, mostra che siamo lenti e incapaci di comprendere, per non dire francamente che siamo inetti. Questa arma che non chiede altro che di essere adoperata, costituisce il migliore strumento di propaganda, di una propaganda tecnica, educativa ed industriale, di una propaganda contro l'alcoolismo, di una propaganda igienica, di una propaganda politica, di qualsiasi tipo di propaganda vogliate fare, accessibile a tutti e attraente per tutti, che penetra nella memoria e può anche divenire fonte di entrate per lo Stato’’. 3
E’ proprio così; l’importanza dei mezzi di comunicazione era stata pienamente compreso da ‘’il nostro’’ (Trotsky), peccato che, una volta tradita la rivoluzione, questi mezzi sono diventati una delle più efficaci armi, del nemico di classe, nella spettacolarizzazione della politica, e di tutta la sfera dei rapporti umani.
Attraverso la televisione, solo per fare un esempio diverso dal cinema, si possono benissimo (e qui mi metto nella prospettiva dei dominanti) far passare contenuti reazionari, dandogli una forma progressista, traendo così in inganno ampi strati sociali labili alle novità.
Insomma la lotta di classe, e ora è abbastanza chiaro, spesso presenta simmetria di mezzi, peccato che molti presunti neo-marxisti, non l’abbiano capito.
Un altro argomento trattato in ‘’Rivoluzione e vita quotidiana’’ è la famiglia.
3.La nascita dello Stato Operaio, ha decretato l’uguaglianza politica fra l’uomo e la donna, mentre era impresa assai più ardua introdurre l’uguaglianza in campo industriale, e l’uguaglianza reale all’interno della famiglia.
La rivoluzione rappresenta un rovesciamento sociale, e quindi i nuovi gruppi sociali che prendono il potere,devono - continua il nostro marxista classico - rompere con le forme di vita tradizionali, e passare a legami umani superiori.
Mi soffermo un attimo sulla situazione attuale; quando noi parliamo di crisi sistemica, parliamo di un mondo intero che perde le sue vecchie certezze, e sprofonda, utilizzo una metafora, nell'abisso.
La sovrastruttura, con tutti i sistemi socio-culturali come la religione e la letteratura, e le sue formazioni sociali come la famiglia, crolla nel fango dell’economia capitalistica.
La dissoluzione della morale familiare è stata decretata dall’attuale sistema di sfruttamento, che con un involucro politico adeguato, ha sancito la fine della vecchia famiglia allargata, e dei vecchi rapporti di subordinazione; di male in peggio ,giusto per intenderci su dove stiamo andando a schiantarci.
Gli scritti del ‘’nostro’’ assumono valore pedagogico, e ogni marxista deve prenderli in considerazione per provare ad invertire la rotta, tracciata da dominanti ormai, come irrideva Bordiga, dediti alle orge.
Impossibile negare l’attualità di queste parole, potevano essere state scritte in mattinata:
‘’ . Tutto il nostro lavoro culturale, sia quello che facciamo sia quello che dovremmo fare, sotto questo aspetto diventa una preparazione per nuovi rapporti e per una nuova famiglia. Senza un elevamento del livello culturale dell'operaio e dell'operaia presi individualmente; non può esistere un tipo nuovo e più elevato di famiglia, perché in questo campo non possiamo che ovviamente parlare di disciplina interna e non di costrizione esterna. La forza della disciplina dell'individuo nell'ambito della famiglia viene condizionata dalla vita interna, dall'ampiezza e dal valore dei legami che uniscono marito e moglie’’. 4
Il socialismo entrerà fin dentro i focolai domestici: il bucato deve essere fatto nelle lavanderie pubbliche, i pasti devono essere consumati in mense pubbliche, i figli devono essere educati da insegnati che abbiano la vocazione ad insegnare; solo così il rapporto sarà retto dall'amore, e non dal bisogno, acquistando stabilità.
L’ultima parte del nostro discorso, riguarda ‘’la battaglia per un linguaggio colto’’.
4.In una fabbrica russa - osservava ‘’il nostro’’ - fu approvata una ordinanza, subito dopo la rivoluzione, che sanzionava le bestemmie, e il linguaggio volgare.
Le volgarità verbali erano, e sono (ovviamente!),un prodotto dell’oppressione di classe; da una parte gli operai accettano lo stato di cose presente, del resto la schiavitù (e bravo Gian Giacomo Rousseau!) nasce dall'inerzia, d’altra i signori che stanno dalla parte opposta della trincea rivendicano la loro primizia.
Trotsky sarà durissimo:
‘’ Ma la rivoluzione è in primo luogo il ridestarsi della personalità umana delle masse, che si consideravano prive di personalità. Malgrado l'occasionale crudeltà e l'implacabilità sanguinosa dei suoi metodi, la rivoluzione è prima di tutto e soprattutto un risveglio dell'umanità, una sua marcia in avanti, ed è caratterizzata da un crescente rispetto per la dignità personale di ogni individuo, da una sempre maggiore sollecitudine per i deboli. Una rivoluzione non è degna di questo nome se, con tutta la sua potenza e con tutti i mezzi di cui dispone, non aiuta la donna - due, tre volte schiava nel passato - a imboccare la strada del progresso personale e sociale. Una rivoluzione non è degna di questo nome se non si prende la massima cura dei bambini - le generazioni future nel cui interesse è stata fatta. E come si può creare, giorno per giorno, sia pure poco a poco, una nuova vita basata sul rispetto reciproco, sul rispetto di sé, sull’eguaglianza effettiva della donna considerata come collaboratrice, su una cura efficace dei bambini, in un’atmosfera avvelenata dal rumoreggiare, .dal. rotolare, dallo squillare e dal risuonare delle imprecazioni dei padroni e degli schiavi che non risparmiano nessuno e non si arrestano di fronte a nulla? La lotta contro le «brutte parole» è una condizione di igiene intellettuale, come la lotta contro la sporcizia e i vermi è una condizione dell'igiene fisica’’. 5
La rivoluzione è prima di tutto una rivoluzione umana, un cambiamento esistenziale che travolge i singoli individui, decretando il passaggio dall’in-sé all’in-noi.
Accomunati dall’interesse per il ‘’potere della cultura’’, Lev Davidovic si troverà, in questa battaglia in sintonia con Antonio Gramsci.
Ecco cosa dice ‘’il grande sardo:
‘’ Non vi sono due verità, né due diversi modi di discutere. Non vi e nessun motivo per cui un lavoratore debba essere incapace di giungere a gustare un canto di Leopardi più di una chitarrata, una sinfonia di Beethoven più di una canzone di Piedigrotta. E non vi nessun motivo per. cui. rivolgendosi a operai e contadini, trattando i problemi che li riguardano così da vicino, come quelli dell’organizzazione della loro comunità si debba usare un tono minore, diverso da quello che a siffatti problemi si conviene. Volete che chi è stato fino a ieri uno schiavo diventi uomo? Incominciate a trattarlo, sempre, come uomo e il più grande passo in avanti sarà già fatto’’. 6
La borghesia,al contrario, impone le regole classiste della selezione, degradando la cultura a competenza; competenza riservata a pochi tecnici che, secondo le teorie di Max Weber, avrebbero fatto della politica una professione, distruggendo i sistemi di valori.
5.Concludo facendo un cenno, ad un argomento che ho trattato in modo più approfondito altrove 7,e cioè al rapporto fra marxismo e tecnica.
Prima di tutto è bene prendere le distanze, da propensioni luddiste:
‘’ Non dobbiamo distruggere la tecnica. Il proletariato si è impadronito delle fabbriche attrezzate dalla borghesia nelle condizioni in cui la rivoluzione le ha trovate. Le vecchie attrezzature ci servono ancor oggi. Questo fatto dimostra nella maniera più eloquente e più diretta che non rinunciamo all'«eredità». Come potrebbe essere altrimenti? Dopo tutto, la rivoluzione è stata intrapresa soprattutto per prendere possesso dell'«eredità». Ma la vecchia tecnica, nella forma in cui l'abbiamo conquistata, è del tutto inadatta al socialismo. E' una cristallizzazione dell'anarchia dell'economia capitalista. La concorrenza tra aziende diverse alla caccia di profitti, lo sviluppo ineguale dei diversi settori dell'economia, la parcellizzazione dell'agricoltura, il saccheggio delle energie umane, tutto questo, nella tecnica, si esprime in ferro e in bronzo. Ma, mentre la macchina dell'oppressione di classe può essere spezzata da un colpo rivoluzionario, la macchina produttiva dell'anarchia capitalistica può essere ricostruita solo gradualmente. Il chiudersi della fase di restauro, sulla base delle vecchie attrezzature, ci ha portati solo alle soglie di questo compito terribile. Dobbiamo assolverlo a tutti i costi’’. 8
Mi sembra che qui abbiamo una critica preventiva alle teorie sulla decrescita, infatti il problema viene focalizzato, sul conflitto capitale lavoro, e sulla necessità del controllo di classe della tecnica.
Solo la concentrazione delle forze produttive, nelle mani di chi (in effetti) gestisce il processo produttivo stesso, può decretare il passaggio dal socialismo al comunismo puro, dal regno delle necessità e quello delle possibilità.
E continua:
‘’ L'elemento fondamentale della cultura della vecchia società era la religione. Aveva una enorme importanza come forma di conoscenza e di unità umana: ma in questa forma si rifletteva soprattutto la debolezza dell'uomo di fronte alla natura e la sua impotenza nella società. Noi respingiamo completamente la religione, con tutti i suoi surrogati.
Le cose stanno diversamente per quanto riguarda la filosofia. Dobbiamo prendere dalla filosofia creata dalla società di classe due elementi inestimabili: il materialismo e la dialettica. In realtà, proprio dalla combinazione del materialismo con la dialettica è nato il metodo di Marx e ha tratto origine il suo sistema. Questo metodo è alla base del leninismo’’. 9
Nel mio precedente intervento sul marxismo di Trotsky e la scienza, ho illustrato, seppur brevemente, come non c’è nulla di più dialettico delle scienze naturali; Hegel e Darwin possono benissimo camminare a braccetto, disquisendo sui destini storici dell’umanità.
6.’’Il nostro’’ nei suoi scritti fa una fusione di etica e politica, che secondo uno studioso della preparazione di Roberto Massari, si ritroverà, in tempi più recenti, soltanto negli scritti di Ernesto Guevara.
Lev Davidovic concorderà con Guevara nel mettere in rapporto l’uomo nuovo con scienza e progresso, non da ‘’buon selvaggio’’, ma in modo razionale e cosciente, scacciando via la rassegnazione per le cose immutabili, e accogliendo l’unica utopia realizzabile: il socialismo.
Discorso da riprendere.
Note:
1)Roberto Massari ‘’Trotsky e la ragione rivoluzionaria’’ Ed. Massari 2004 pag.345
2)Leon Trotsky ‘’Usi,costumi,abitudini’’ da ‘’Rivoluzione e vita quotidiana’’
3)Leon Trotsky ‘’Vodka,chiesa e cinema’’ da ‘’Rivoluzione e vita quotidiana’’
4)Leon Trotsky ‘’Dalla vecchia alla nuova famiglia’’ da ‘’Rivoluzione e vita quotidiana’’
5)Leon Trotsky ‘’La battaglia per un linguaggio colto’’ da ‘’Rivoluzione e vita quotidiana’’
6)Antonio Gramsci ‘’Rispettare significa scrivere articoli lunghi e difficili’’
7)Stefano Zecchinelli ‘’Il marxismo di Trotsky fra scienza e dialettica della natura’’,pubblicato sul blog marxismo libertario,e sul blog Bentornata Bandiera Rossa
8)Leon Trotsky ‘’Cultura e socialismo’’ da ‘’Rivoluzione e vita quotidiana’’
9)Ibidem
Stefano Zecchinelli
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