sabato 2 giugno 2012

La repubblica è marcia, di Michele Basso


L’Italia ufficiale marcia nella parata romana. In testa il presidente Napolitano, che ha preferito la parata “sobria” alla devoluzione delle somme  ai terremotati, decisione che si sta dimostrando un boomerang. E nei programmi televisivi e sui giornali, spesso il concorrente Benedetto XVI gli porta via la scena, e RAI 3, un tempo Tele Kabul, ora sembra una succursale di Radio Maria. In questo momento difficile, forse, Napolitano pensa con nostalgia ai momenti della sua facile carriera. Quando inneggiava a Stalin, o scriveva sulla rivolta d’Ungheria: “l’intervento sovietico ha evitato che nel cuore d’Europa si creasse un focolaio di provocazioni e ha impedito che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, contribuendo in maniera decisiva a salvare la pace nel mondo”.(1) O, in anni più maturi, quando salutava festante i carri armati russi in Cecoslovacchia, o quando, nel 1991, prendendo le distanze da un PCI ancora formalmente pacifista, si dichiarava per il bombardamento di Bagdad. Seguì la guerra contro Belgrado, accanto al re Bomba D’Alema, per arrivare poi a quello della Libia, dove fece pressioni su un incerto Berlusconi. Non è un elenco completo (abbiamo perso il conto!), ma dimostra la sua presenza sempre dalla parte dell’ordine, della repressione, dell’intervento militare, prima con la Mosca di Stalin ed eredi, poi con gli USA, sempre in nome della Costituzione e dell’Art. 11.
Accanto a lui marciano i rappresentanti del governo (brutta copia di Equitalia), l’ “antifascista” Fini, e il nemico giurato della Mafia Schifani.
La retorica ufficiale parla di Repubblica nata dalla Resistenza. Le illusioni dell’epoca erano sintetizzate dai documenti del Partito d’Azione, che scriveva: “Nell’Italia del Nord il vecchio stato italiano se n’è andato a pezzi quasi completamente. Esso non dovrà più risorgere... I CLN dovranno costituire la pietra angolare della nuova democrazia italiana...” (2) Ma lo stato venne ricostruito quasi identico, con l’epurazione dei soli fascisti più compromessi. I prefetti, strumenti introdotti da Napoleone per imbrigliare le libertà locali, vennero rimessi in auge, riconfermati i codici  e le leggi del periodo fascista, con qualche piccola correzione.
La repubblica borghese, quindi, nacque come clonazione dello stato monarchico, e ancor oggi abbiamo codici e leggi che portano la firma di Mussolini e di Vittorio Emanuele III.
Il colpo di grazia venne da Togliatti, con l’amnistia per i criminali fascisti: Un provvedimento di condono delle pene per i fascisti proposto dall'allora Ministro di Grazia e Giustizia Palmiro Togliatti, approvato dal governo, promulgato con D.P.R. 22 giugno 1946, n.4. Forti le proteste dei partigiani. “Le reazioni maggiori avvennero in Piemonte: nella provincia di Asti, dal 9 luglio al28 agosto diversi ex partigiani provenienti anche da regioni circostanti si arroccarono nel paese di Santa Libera presso Santo Stefano Belbo, protestando contro l'amnistia e avanzando altre richieste: il governo De Gasperi riuscì ad evitare lo scontro facendo alcune concessioni . ACasale Monferrato la popolazione promulgò lo sciopero generale in protesta per la revisione della sentenza di condanna a morte nei confronti di sei fascisti tra cui Giuseppe Sardi, segretario del fascio repubblicano cittadino. La città venne presidiata da formazioni di polizia e di carabinieri a cui si aggiunsero anche dodici carri armati dell'esercito.”(3)
Roberto Bassi, padre di un partigiano caduto, scrisse a Togliatti: “... sono un vecchio comunista... Lei mi crederà settario perché così sono chiamati quelli che hanno la propria fede e sono disposti a qualunque sacrificio. Intendo parlare dell’amnistia. So già che lei mi dirà che si tratta di una mossa politica indispensabile e strategica. I lavoratori, anche se ignoranti, sono in grado di capire certe necessità date le condizioni in cui ci troviamo, gli alleati ecc. Ma i lavoratori capiscono anche che c’è un limite a tutto, specie se hanno sofferto. I migliori compagni pensano che lei ha passato ogni limite e non conosce i fascisti se pensa che questi si ammansiranno di fronte al generoso gesto dell’amnistia generale. Perché di questo si tratta non si è ridotta la pena di cinque o dieci anni. No signori.
Si sono mandati addirittura a casa uomini che avevano meritato l’ergastolo o trent’anni di galera, che sono fra i maggiori responsabili della rovina del popolo.
Si è dato ragione in questo modo alle canaglie fasciste che si atteggiavano a martiri e che chiamano delinquenti i valorosi partigiani che hanno combattuto contro tedeschi e fascisti.
Io che le parlo sono il padre di Sergio Bassi. A 19 anni si è battuto come un leone in difesa della libertà e ha compiuto circa venti azioni pericolose. Anche lui è morto abbattuto alla mitraglia insieme ad altri cinque giovani generosi come lui all’idroscalo di Milano.
Ma il compagno Togliatti queste cose riesce a comprenderle? Mio figlio non può avere pace se io tengo ancora la tessera del Partito per il quale egli è morto, di quel Partito che trascura i migliori che favorisce i profittatori, di quel partito che non rispetta più nemmeno i suoi morti perché manda in libertà i loro assassini. Lei mi dirà che è stato obbligato a questo da altri componenti del governo, ma piuttosto che commettere una cosa simile era molto meglio dimettersi.”(4)
Basterebbe questa lettera a dimostrare l’abisso tra le aspirazioni democratiche, e in molti casi socialiste, che avevano caratterizzato quel periodo, e la politica di restaurazione capitalistica che caratterizzava il governo, col pieno consenso del “Migliore”. La guerra fredda, e il conseguente calcio nel deretano che De Gasperi gli darà, darà a Togliatti e agli altri dirigenti del “Partito Nuovo” la possibilità di rifarsi una verginità all’opposizione.
La repubblica nasce tarata, con i difetti del vecchio stato sabaudo, con una piena continuità legislativa e amministrativa, che a stento la costituzione “bella” riuscirà a mascherare.
Dopo 66 anni, il processo di sclerosi è già molto avanzato. Gli stati non portano la data di scadenza, e hanno processi di invecchiamento diversi. La repubblica di Weimar, pochi anni dopo la sua nascita, covava in seno la serpe nazista. Altre sono più longeve. Le “nobili origini” non significano molto. La repubblica francese nacque dalla più classica delle rivoluzioni borghesi,  ma sotto Sarkozy si è ridotta a fare la guardiana carceraria dell’Africa, e Hollande si appresta alla guerra contro la Siria. La repubblica stellata di Washington, essa pure sorta da una rivoluzione, è giunta ad abolire l’Habeas Corpus. Obama stabilisce quali sono i presunti terroristi da uccidere, senza alcun processo. “...la Kill list è la lista degli esseri umani da uccidere che Obama personalmente redige ogni settimana. In quello che il New York Times definisce «il più strano dei rituali burocratici», «ogni settimana circa, più di 100 membri del sempre più elefantiaco apparato di sicurezza nazionale si riuniscono in videoconferenza segreta, per esaminare le biografie dei sospetti terroristi e raccomandare al presidente quale dovrà essere il prossimo a morire»... . Letteralmente, il presidente degli Stati uniti si arroga l'insindacabile diritto di vita o di morte su qualunque essere umano di questo pianeta. Già, perché una volta emanata, questa «strana» sentenza è inappellabile, né criticabile (visto che è segreta).”(5) Praticamente, si è assunto il compito di decidere della vita di chiunque, neanche fosse dio. Per molto meno Totò Riina e Provenzano sono all’ergastolo.
Il fascismo e il nazismo hanno perso sul piano militare, ma vinto su quello sociale e politico.
Le democrazie blindate d’occidente sono ormai antisociali e oppressive, e non differiscono molto dall’incubo di Orwell. Non possono essere più riformate. La società nuova potrà affermarsi solo con una rivoluzione.
Michele Basso
2 giugno 2012
 
Note
1) Giorgio Napolitano: “Una cariatide yankee e guerrafondaia al Quirinale”, La voce del corsaro.
2) Giorgio Galli, Storia del PCI.
4) Antonio Masi e Michele Michelino , “Dall’Internazionale a fischia il vento a Niguarda”, pag. 100.
5) Marco d'Eramo, “Giustizia assoluta. La «kill list» di Obama”, il manifesto 2012.06.01
NOTIZIE DA ROMA , STANNO PORTANDO VIA IN QUESTURA CRISTINA MAZZOCCOLI PER 2 CARTELLI ESPOSTI A FAVORE DEI TERREMOTATI .... HANNO STRAPPATO I CARTELLI E STANNO PORTANDO VIA I MANIFESTANTI.

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