giovedì 3 novembre 2011

La resistenza anti-NATO e popolare libica continua, la sinistra europea mangia letame, di Stefano Zecchinelli


‘’Colui che, potendolo fare, omette di denunciare un crimine, lo favorisce’’ Seneca

‘’Il disordine ha già salvato la vita a migliaia di individui. In guerra basta spesso la più piccola deviazione da un ordine per portare in salvo la pelle’’ Bertolt Brecht

‘’Così essi definiscono il carattere della guerra in base alla forma politica dello Stato, giudicando questa forma politica in una maniera assolutamente superficiale e descrittiva, senza prendere in considerazione le basi sociali di entrambe le dittature’’ Leon Trotsky (La guerra italo-etiopica, 22 aprile 1936)

1. Qualche giorno fa, nel tentativo di fare luce sulla guerra imperialistica in Libia, ho segnalato le sviste dello storico marxista Antonio Moscato, su questo argomento. Il nostro storico, bravissimo per ciò che riguarda altre questioni, oggi si è ripetuto pubblicando un vergognoso articolo dello scrittore di sinistra Robin Yassin-Kassab. Siccome penso che sia importante non fare nessuna concessione alla falsa propaganda occidentale, dirò qualcosa anche su questo testo.

2. Robin Yassin-Kassab dice:

Queste semplici ipotesi sul conto dei libici nascono dal razzismo, di solito inconscio, delle 'buone intenzioni'. Questo razzismo consiste, in primo luogo, nell'indifferenza nei confronti della sofferenza della gente sotto Gheddafi, o nella negazione della loro situazione. La visione rosea della vita sotto il dittatore ricorda i sionisti che assicurano che a Gaza ci siano piscine e centri commerciali e che i palestinesi in Israele vivono meglio di tutti gli altri arabi. La fretta nell'evidenziare i crimini dei rivoluzionari (a volte basandosi sulla propaganda del regime Gheddafi) è accompagnata dal silenzio sui crimini di gran lunga maggiore della tirannia pseudo-fascista’’.

‘’I crimini dei rivoluzionari’’, dice questo signore. Siccome Moscato e il nostro scrittore di sinistra, dicono che gli unici riferimenti usati attengono a fonti gheddaffiane, riporto l’opinione di James Petras, un signore che fu collaboratore del governo Allende in Cile.
Ecco chi sono i rivoluzionari:

‘’ Hanno annunciato oggi che nel Museo della Banca centrale, che è in possesso di una collezione di antichità della Grecia, monete romane e greche sono state rubate durante la presenza dei collaborazionisti degli Stati Uniti a Bengasi. Bengasi era l’epicentro della contro-rivoluzione contro Gheddafi e già a maggio presero semplicemente il controllo della banca e rubarono tutte le monete e gli oggetti d’antiquariato e li vendettero in Egitto. Questo è il tipo di persona. Ora a Misurata stanno uccidendo chiunque fosse associato con il governo di Gheddafi. E può essere un qualsiasi cittadino che semplicemente non è stato coinvolto con la teppa che era contro Gheddafi. Si sta in un regime di terrore’’.

Altro che rivoluzionari, questi sono briganti al pari dei narco-trafficanti colombiani. Incredibile che uno storico come Moscato, possa cadere così in basso e pubblicare una simile spazzatura.
Il loro ancora dice ‘’ Questo razzismo consiste, in primo luogo, nell'indifferenza nei confronti della sofferenza della gente sotto Gheddafi’’. Perfetto, in conclusione gli darò qualche dato sulla Libia di Gheddafi, così potrà riflettere questo miserabile scribacchino filo-NATO.
Il suo testo è sempre più deprimente:

‘’ I libici (e in un certo senso i siriani) sono visti come strumenti passivi nelle mani del “Diabolicamente Furbo Uomo Bianco”, come persone infantili che non conoscono i loro stessi interessi, come se la cosa migliore per la gente fosse tacere e godere nell'essere torturati per il bene della lotta 'anti-imperialista'. Il diritto dei libici alla vita, alla libertà e all'autodeterminazione, diventa meno importante del diritto alla presunzione di alcune persone’’.

Come mai le spie satellitari russe, almeno fino ai primi di ottobre, dimostrano che i lealisti controllano (o controllavano) l’80% del territorio libico? E cosa spinge i Tuareg, popolazione berbera del Mali a sostenere l’esercito regolare libico? Nelle parole di Robin Yassin-Kassab c’è una apologia strisciante del colonialismo: si accusa il dittatore sanguinario, a cui l’Occidente tira le bombe, e non si dice nulla sulle popolazioni del centro-Africa che scappano dalle borghesie compradore al soldo di Usa, Francia ed Inghilterra. Questa è la grande ipocrisia della cultura dominante americo-centrica.
Il loro dice ‘’ I libici (e in un certo senso i siriani) sono visti come strumenti passivi nelle mani del “Diabolicamente Furbo Uomo Bianco”, come persone infantili che non conoscono i loro stessi interessi, come se la cosa migliore per la gente fosse tacere e godere nell'essere torturati per il bene della lotta 'anti-imperialista’’. Fulvio Grimaldi nel suo documentario ‘’Maledetta primavera’’ ci ha fatto vedere che i libici fanno da scudo ai palazzi governativi. Forse, questi, vedendo quello che le amate democrazie occidentali hanno fatto all’Irak, hanno deciso che valeva la pena tenersi stretto il dittatore Gheddafi. Ma diamo qualche dato in più su questi ‘’ribelli’’.
Allora, senza volere fare in questa sede (non è proprio il caso) una analisi delle opposizioni libiche, segnalo ai lettori un gruppo politico alquanto rilevante: il ''Gruppo combattente islamico di Libia''.
Questo gruppo, legato ad Al-Qaeda, trova la sua origine nella resistenza dei Mujahideen al governo filo-sovietico in Afghanistan. Non è per nulla risaputo, purtroppo, che nel 1985 Ronald Reagan ha firmato la National Security Decision Directive 166, attraverso cui si dava sostegno militare (e finanziario) ai fondamentalisti islamici contro l'Urss. Per la Libia, l'Islamic Fighting Group (LIFG), l'Al-Jama’a al-Islamiyyah al-Muqatilah bi-Libya, vennero fondati in Afghanistan in quegli anni, per poi portare alla prima rivolta (popolare? ma dai, non scherziamo!) nel 1995. Il capo dei ribelli, Khalifa Belqasim Haftar, fuggì negli Usa nel 1980, e come è documentato nel 2001 dal libro ''Manipulation africaines'', pubblicato da ''Le monde diplomatique'', creò delle sue milizie finanziate dalla CIA.
Questo è solo un assaggino. Samir Amin, teorico marxista egiziano, ha evidenziato come un movimento popolare nel momento in cui nasce, in modo spontaneo (come è giusto che sia), inizia subito ad avanzare richieste democratiche, mentre in Libia abbiamo avuto dei gruppi armarti, e con armi nuove di zecca (da dove venivano?), che hanno preso di assalto le postazioni strategiche dell’esercito. Per dirla tutta, Grimaldi ha dimostrato che questo gli è stato possibile perché, il dittatore cattivo, aveva dato l’ordine, ai soldati, di non sparare.
Il loro scrittore dice ‘’ Il diritto dei libici alla vita, alla libertà e all'autodeterminazione, diventa meno importante del diritto alla presunzione di alcune persone’’; davvero molto gustoso. Vorrei ricordargli che se Gheddafi avesse voluto colpire la popolazione di Bengasi bastava che gli toglieva l’acqua, pubblica e gratuita (mentre nelle democrazie care al Manifesto e ai gruppetti tipo Sinistra Critica, si paga), grazie alla costruzione del Grande Fiume Artificiale. Davvero vergognoso l’articolo di questo signore.
E non si ferma qua:

‘’ Molti commentatori anti-libici si sono sentiti liberi di fare previsioni sulla Libia e sui libici senza però possedere alcuna conoscenza del popolo e del paese. Dove sono adesso quelli che poche settimane fa, predissero con certezza la divisione della Libia in due parti? O chi ci ha informati che la rivolta contro il dittatore era in realtà una guerra civile tribale? O che Tripoli non sarebbe mai caduta, perché Gheddafi aveva troppo sostegno popolare lì? In che modo queste persone ora spiegano la resa quasi immediata delle forze di sicurezza di Gheddafi non appena i rivoluzionari sono arrivati nella capitale, o il fatto che i rivoluzionari siano stati salutati come  fratelli che arrivano da fuori o i festeggiamenti di massa in quasi ogni quartiere?’’.

Un vero insieme di sciocchezze. Adesso decostruisco il suo discorso:

1) Dove sono adesso quelli che poche settimane fa, predissero con certezza la divisione della Libia in due parti? O chi ci ha informati che la rivolta contro il dittatore era in realtà una guerra civile tribale?

La Libia era un Paese che risentiva di una struttura sociale prevalentemente tribale. Le tribù sono circa 2.100 e, di queste, quasi 2.000 si trovano nella Tripolitania e nel Fazzer. Le tribù della integralista Cirenaica sono una minoranza.
Nella regolamentazione dei conflitti, ecco perché si profila uno situazione di ‘’caos permanente’’, vige il diritto consuetudinario e la regola del ‘’prezzo del sangue’’. Una specie di ‘’legge del taglione’’ Nord Africana. Il loro ha detto ‘’ O chi ci ha informati che la rivolta contro il dittatore era in realtà una guerra civile tribale?’’, sempre più disinformato. La Libia ha (anzi aveva) una composizione di classe molto diversa dai capitalismi occidentali. In estrema sintesi sottolineo l’assenza di un proletariato autoctono; i libici si occupavano della gestione del capitale nazionale ed internazionale, mentre la ‘’classe operaia’’ era composta da lavoratori che venivano dal centro-Africa. Insomma gli operai erano quelle persone che i media occidentali hanno fatto passare per mercenari e che, in seguito, sono stati linciati senza pietà dai ratti di Bengasi. Sono stati massacrati da delinquenti senza scrupoli, a cui possiamo, da antimperialisti, riservare solo in nostro odio e il nostro disprezzo.

2) O che Tripoli non sarebbe mai caduta, perché Gheddafi aveva troppo sostegno popolare lì?

Tripoli è caduta perché è stata assediata dalla NATO, coalizione delle potenze imperialistiche occidentali (che si muovono su procura degli Usa), e che nulla ha da invidiare ad Hitler. Come si possono dire simili infamie, onore ai combattenti di Tripoli, difensori della loro patria !!!

3) In che modo queste persone ora spiegano la resa quasi immediata delle forze di sicurezza di Gheddafi non appena i rivoluzionari sono arrivati nella capitale, o il fatto che i rivoluzionari siano stati salutati come  fratelli che arrivano da fuori o i festeggiamenti di massa in quasi ogni quartiere?’’

Caro scrittore, stimato dalla ‘’sinistra colta’’, gonfia di soldi e sporca di sangue, devi sapere che si combatte ancora a Bengasi. Inoltre tu che scrivi ‘’ O chi ci ha informati che la rivolta contro il dittatore era in realtà una guerra civile tribale?’’, sai che alcune tribù della Cirenaica hanno giurato vendetta eterna ai mercenari della NATO. La tua malafede è irritante.

3. Passo alla parte più interessante del suo discorso. Ecco il loro:

‘’ Al di là del razzismo, le esagerate generalizzazioni complottistiche sono un sintomo di impotenza percepita. Alcuni credono che la CIA (o chi per lei) stia dietro non solo alle rivoluzioni in Libia (anche se non so per quale motivo la CIA avrebbe dovuto complottare per sbarazzarsi di Gheddafi, quando Gheddafi ha sempre venduto petrolio a compagnie occidentali e si e' sempre prestato a torturare gli islamisti per conto degli Stati Uniti e a controllare l'immigrazione attraverso il Mediterraneo per conto dell'Unione Europea) e in Siria, ma anche in Tunisia e in Egitto. Teorici che credono, volenti o no, che il cambiamento attraverso l'azione politica non sia possibile, che le mobilitazioni di massa, e il coraggio di affrontare a mani nude sicari armati, non possa essere reale. La conseguenza logica di questa convinzione è che l'unico scopo della sinistra sia quello di lamentarsi della situazione nel mondo, ma mai quello di cambiare davvero qualcosa. All'inizio del 20° secolo la sinistra avrebbe potuto essere criticata per aver sottovalutato la difficoltà nell'instaurare una società più giusta, all'inizio del 21 ° secolo, molti settori della sinistra, in particolare della sinistra occidentale, dovrebbero essere criticate per il contrario’’.

Decostruisco anche questa parte del suo articolo.

1)     Alcuni credono che la CIA (o chi per lei) stia dietro non solo alle rivoluzioni in Libia (anche se non so per quale motivo la CIA avrebbe dovuto complottare per sbarazzarsi di Gheddafi, quando Gheddafi ha sempre venduto petrolio a compagnie occidentali e si e' sempre prestato a torturare gli islamisti per conto degli Stati Uniti e a controllare l'immigrazione attraverso il Mediterraneo per conto dell'Unione Europea) e in Siria, ma anche in Tunisia e in Egitto.

Proseguo con ordine:

1.1. Alcuni credono che la CIA (o chi per lei) stia dietro non solo alle rivoluzioni in Libia (anche se non so per quale motivo la CIA avrebbe dovuto complottare per sbarazzarsi di Gheddafi, quando Gheddafi ha sempre venduto petrolio a compagnie occidentali

Paesi come la Libia e la Siria sono da circa quarant’anni nel libro nero di Stati Uniti ed Istraele. Gheddafi, come tutte le persone per bene sanno ha nazionalizzato le risorse petrolifere, aprendo, con il passare del tempo, ad investitori stranieri, ma sulla base delle condizioni dettate dal Governo libico. Tutte cose che gli hanno consentito di mantenere uno Stato sociale effettivo.

1.2. e si e' sempre prestato a torturare gli islamisti per conto degli Stati Uniti

L’islamismo radicale è sempre stato una arma dell’imperialismo. Nasser mise fuori legge la Fratellanza Musulmana: in Siria i ‘’fratelli musulmani’’ sono fuori legge dal 1980 e la loro sede si trova ad El Cairo, sotto Mubarak (ora vedremo da chi sarà custodita); a Bengasi c’è una Scuola di fondamentalisti islamici, di cui dodici membri –i cui nomi sono segreti- fanno parte del CNT. Tutte cose che il loro occulta. Mi piacerebbe chiedergli se gli piace la bandiera di Al Qaeda a Bengasi? Risponda caro scribacchino sul libro paga della CIA, avanti, dimmi che ne pensi.

1.3 e a controllare l'immigrazione attraverso il Mediterraneo per conto dell'Unione Europea) e in Siria, ma anche in Tunisia e in Egitto.

E che dire dei 2 milioni di lavoratori immigrati che la Libia ha accolto ed integrato? Davvero vergognoso.

2) Teorici che credono, volenti o no, che il cambiamento attraverso l'azione politica non sia possibile, che le mobilitazioni di massa, e il coraggio di affrontare a mani nude sicari armati, non possa essere reale. La conseguenza logica di questa convinzione è che l'unico scopo della sinistra sia quello di lamentarsi della situazione nel mondo, ma mai quello di cambiare davvero qualcosa. All'inizio del 20° secolo la sinistra avrebbe potuto essere criticata per aver sottovalutato la difficoltà nell'instaurare una società più giusta, all'inizio del 21 ° secolo, molti settori della sinistra, in particolare della sinistra occidentale, dovrebbero essere criticate per il contrario’’.

Il livello non è proprio dei migliori.

4. Arriviamo alla parte conclusiva:

‘’ I libici certamente faranno affari con l'Occidente, proprio come Gheddafi aveva fatto prima. La Libia ha bisogno di vendere petrolio per far funzionare la sua economia e per costruire le infrastrutture che Gheddafi non è riuscito a costruire. (Ora se libici hanno bisogno di cure mediche avanzate devono andare in Tunisia - paese molto più povero). I libici senza dubbio preferiscono fare affari con i paesi occidentali che hanno dato il loro sostegno piuttosto che con potenze come la Russia, che ha dato soccorso ai loro oppressori. Se i libici saranno in grado di prendere le proprie decisioni, questo andrà bene’’.

Peccato che l’Unione Africa che Gheddafi da qualche decennio stava costruendo prevedeva l’uscita dal mondo uni-polare. L’Africa si sarebbe data una valuta autonoma (al pari dei Paesi dell’ALBA) che l’avrebbe sottratta alla dittatura del Fondo Monetario Internazionale. Come mai questo signore non parla dell’asse Castro-Gheddafi-Mandela? Opportunismo e malafede, tutto qui.

La conclusione è deprimente e mi meraviglio di Moscato che ha pubblicato questo schifo:

‘’ Molti dei primi segni dell'era post-Gheddafi in Libia sono positivi. Anche se il Consiglio di transizione non è riuscito a fare una dichiarazione decisa contro gli attacchi razzisti ai lavoratori migranti africani (da parte di chi accusa ogni singolo straniero di essere un mercenario), e anche se Mustafa Abdul-Jalil ha incautamente chiesto la prosecuzione dell'azione della NATO (fino alla cattura di Gheddafi e alla neutralizzazione delle sue forze rimanenti), i funzionari del CNT hanno chiarito che i cittadini libici (come Megrahi) non saranno consegnati all'Occidente. Più significativamente, le proteste sono scoppiate a Misurata contro la nomina da parte del Consiglio di transizione di un ex-ufficiale Gheddafi ad una posizione di sicurezza a Tripoli. Gran parte del Consiglio è composto da personalità del vecchio regime.
La sfida ora sarà quella di continuare la rivoluzione mantenendo unito il popolo il più possibile’’.
Ecco l’indifferenza è l’ignavia della sinistra europea, bene speriamo che muoia presto.
5. Pubblico, come promesso, alcuni dati sulla Libia di Gheddafi, poi ognuno tirerà le opportune conclusioni.
  1. There is no electricity bill in Libya; electricity is free for all its citizens.
  2. There is no interest on loans, banks in Libya are state-owned and loans given to all its citizens at zero percent interest by law.
  3. Having a home considered a human right in Libya.
  4. All newlyweds in Libya receive $60,000 dinar (U.S.$50,000) by the government to buy their first apartment so to help start up the family.
  5. Education and medical treatments are free in Libya. Before Gaddafi only 25 percent of Libyans were literate. Today, the figure is 83 percent.
  6. Should Libyans want to take up farming career, they would receive farming land, a farming house, equipments, seeds and livestock to kickstart their farms are all for free.
  7. If Libyans cannot find the education or medical facilities they need, the government funds them to go abroad, for it is not only paid for, but they get a U.S.$2,300/month for accommodation and car allowance.
  8. If a Libyan buys a car, the government subsidizes 50 percent of the price.
  9. The price of petrol in Libya is $0.14 per liter.
  10. Libya has no external debt and its reserves amounting to $150 billion are now frozen globally.
  11. If a Libyan is unable to get employment after graduation the state would pay the average salary of the profession, as if he or she is employed, until employment is found.
  12. A portion of every Libyan oil sale is credited directly to the bank accounts of all Libyan citizens.
  13. A mother who gives birth to a child receive U.S.$5,000.
  14. 40 loaves of bread in Libya costs $0.15.
  15. 25 percent of Libyans have a university degree.
  16. Gaddafi carried out the world’s largest irrigation project, known as the Great Manmade River project, to make water readily available throughout the desert country.
Che dire? La resistenza popolare libica continua, la sinistra europea affonda nel letame.

Siti consultati:


Stefano Zecchinelli

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