sabato 26 novembre 2011

La Friends of Israel Initiative e la Destra “giudeocristiana”, di Miguel Martinez


L’ultima novità in fatto di Hasbarà – cioè della vendita dell’immagine di Israele al mondo – consiste in un’organizzazione denominata Friends of Israel Initiative.
“Lo scopo principale consiste nel contrastare i crescenti sforzi per delegittimare lo Stato d’Israele e il suo diritto di vivere in pace entro frontiere sicure e difendibili”.
Che suona molto bene finché qualcuno non chiede “frontiere sicure e difendibili” anche per i nativi palestinesi.
Non so quanto sia importante in sé l’iniziativa: credo che le decisioni che veramente contano si prendano con telefonate informali tra i potenti, non in attività pubbliche; ma laFriends of Israel Initiative è di grande interesse sia per le personalità coinvolte, sia per la visione del mondo che presenta:
“Israele è una parte inestricabile dell’Occidente. Stiamo in piedi o cadiamo insieme”.
“Non dobbiamo  mai dimenticare che Israele è dalla nostra parte nella battaglia contro l’islamismo e il terrore. Israel si trova in prima linea in quel conflitto come baluardo dei valori giudeocristiani.”
Diamo un’occhiata prima ai promotori, poi al senso ideologico dell’iniziativa.
I promotori dell’iniziativa sono José María AznarDavid Trimble, John R. Bolton, Alejandro Toledo, Marcello Pera, Andrew Roberts, Fiamma Nirenstein, George Weigel, Robert F. Agostinelli e Carlos Bustelo.
  • José María Aznar López è l’ex-primo ministro spagnolo, cresciuto in un’eminente famiglia franchista spagnola ed entrato in Alianza Popular (AP) poco dopo la morte del dittatore; lo conosciamo tutti per aver trascinato la Spagna nella guerra in Iraq, rifiutata, secondo i sondaggi, dal 92% della popolazione. Attualmente, Jose Maria Aznar è uno dei direttori della News Corporation di Rupert Murdoch ed è membro di vari think tank di destra, tra cui il Committee on the Present Danger, ricostituito alcuni anni fa dall’ex-direttore della CIA, James Woolsey e dal tremendo Joseph Lieberman.
  • Il barone William David Trimble è noto per aver contribuito con notevole abilità al processo di pace in Irlanda del Nord; ma è un contributo che ha potuto dare proprio in quanto parte in causa. Proveniente dal gruppo paramilitare unionista, Vanguard, è passato poi a dirigere il partito unionista dell’Ulster, dirigendo anche le provocatorie marce degli Orangemen attraverso i quartieri cattolici. Alcune settimane fa, David Trimble fu uno dei due non israeliani scelti dal governo d’Israele come “osservatori” nella commissione che doveva valutare l’assalto alla Gaza Freedom Flotilla. La sua adesione alla Friends of Israel Initiative ci dà un’idea del grado di obiettività. Trimble riprende un elemento decisivo nell’immaginario degli ulsteriani: l’idea di essere Israele in terra pagana.
uda-israeli-flag
Il gruppo paramilitare UDA fa sventolare insieme la bandiera israeliana, quella dell'Ulster e quella britannica
  • John Bolton, che nel 2006 ha vinto il premio “Defender of Israel” della Zionist  Organization of America, è stato ambasciatore all’ONU degli Stati Uniti e sottosegretario per la sicurezza internazionale sotto Bush. E’ presente in tutti i think tank della destra, a partire dal Project for the New American Century (PNAC) che una decina di anni fa scrisse un famoso documento che promuoveva il dominio mondiale da parte degli Stati Uniti; nonché nella National Rifle Association, che difende il diritto di ogni statunitense di girare armato come vuole.
  • Alejandro Toledo, un indio povero diventato presidente del Perù, rappresenta il trionfo retorico del mito statunitense, promosso da mezzo secolo in America Latina attraverso schiere di sociologi che rimuovono le cause sociali e internazionali del sottosviluppo, affermando il potere miracoloso della “democrazia e del libero mercato“. Inevitabilmente, la sua presidenza è stata fallimentare, corrotta e repressiva quanto le altre. Ma la sua immagine risulta utile oggi per contrastare quella, ad esempio, di Hugo Chávez.
  • Marcello Pera… lo conoscete. Ma vale la pena rileggere le parole, di insuperabile cinismo, con cui questo ateo ha teorizzato l’utilizzo del cristianesimo per creare un Occidente forte.
  • Andrew Roberts è un giornalista inglese – figlio di un concessionario della Kentucky Fried Chicken – che ha scritto una serie di libri di storia, dedicati ad esaltare la missione imperiale dei popoli anglosassoni e il ruolo della cosiddetta “Anglosphere” – l’insieme dei paesi di lingua inglese – nella diffusione della civiltà. Il suo libro, A History of the English-Speaking Peoples Since 1900, gli ha guadagnato l’amicizia personale del presidente Bush. R.J. Stove lo definisce così:
“non uno storico, ma un agente pubblicitario, il cui account è l’Anglosfera e le cui moralizzazioni sono cacofonicamente semplicistiche quanto quelle di Brecht”.
Andrew Roberts ovviamente esalta il trionfo britannico sul nazismo, ma il mito dell’Anglosfera è stato uno dei modelli ideologici del nazismo e la matrice delle simpatie per l’Asse nei paesi anglofoni: se leggete gli scritti di David Irving, accantonando per un momento i riferimenti specifici di quest’ultimo alla Germania, troverete molte affinità.
  • Della deputata berlusconiana Fiamma Nirenstein e del suo tentativo di introdurre anche in Italia un sistema di censura planetaria di Internet, abbiamo già parlato più volte.
è membro del think tank Ethics and Public Policy Center di Washington, che lavora sulla diffusione dell’ideologia neoconservatrice, contemporaneamente tra cattolici, protestanti, ebrei e musulmani; ha scritto una ben pubblicizzata biografia del Papa, e ha fondato – assieme a Novak, Neuhaus e Marcel Zemba – una sorta di sotto-think tank, denominato Tertium Millennium Adveniente Institute a Cracovia (Il Foglio, 20.11.03).”
Weigel, impegnato anche con i creazionisti diplomatici del Discovery Institute, è autore di un profluvio di cavilli teologici che miravano a dichiarare l’invasione statunitense dell’Iraq una “guerra giusta”; mentre più recentemente è passato a dimostrare perché la moderatissima riforma sanitaria di Obama dovrebbe essere “inaccettabile ai cattolici“: contro l’assistenza sanitaria, Weigel invita a “chiamare il vostro senatore. Pregare. Digiunare“.
  • Robert F. Agostinelli è un finanziere americano – passato dalla Goldman alla Lazard – che ogni tanto scrive sul Wall Street Journal, per dire, ad esempio, che la magistratura italiana è “un cancro che va estirpato”. Tempo fa, pagò il viaggio del suo amico Sarkozy negli Stati Uniti, e ha contribuito finanziariamente alle campagne del Partito repubblicano negli Stati Uniti. Agostinelli è
“Un mellifluo, sofisticato ed energico finanziere internazionale dai gusti stravaganti dai capelli nerissimi e lisci, che fa finta di parlare l’italiano senza riuscirci”.
Oggi Agostinelli dirige la finanziaria Rhone Group, nota perché starebbe attualmente cercando di acquistare la squadra inglese, Liverpool.
  • Carlos Bustelo García del Real è stato brevemente direttore del Fondo Monetario Internazionale e ministro dell’industria in Spagna: altro non sappiamo dire, almeno per ora.
Il quadro è abbastanza chiaro: la  Friends of Israel Initiative è un evidente segno del ritorno in campo dei neocon. Troviamo infatti tutti i punti fondamentali: la retorica della “libertà” che si coniuga alla censura planetaria; l’apologia della guerra; l’utilizzo della religione a fini politici; e il concetto dell’Anglosfera, cioè l’imposizione al mondo delle forme di capitalismo e di politica sviluppati nei paesi anglosassoni. La Destra che conta, distinta dalle varie ingenue forme folcloristiche che assume di qua e di là.
La Destra si raccoglie sotto l’insegna del “giudeocristianesimo” che avrebbe formato i “valori occidentali”, intesi come il modo di pensare dei ceti medi dei paesi dominanti ai nostri tempi.
Difficile immaginare un’impostura maggiore, come ben documenta Yitzchak Laor nel suo libro,
Filosemitismo. Il nuovo filosemitismo europeo e il «campo della pace» in Israele.
Se duemila anni fa, la Chiesa si è appropriata del libro sacro degli ebrei, è evidente a chiunque che le rispettive letture di quel libro sono inconciliabili.
Certo, ci sono state commistioni affascinanti. Luoghi sacri cari a musulmani, ebrei e cristiani in Medio Oriente; maghi e medici ebrei (sefarditi, cioè orientali) alle corti pontificie; la devozione alla Madonna che, secondo Raphael Patai, avrebbe influenzato l’immaginario cabalistico ebraico; gli influssi del sistema giuridico ebraico su quello islamico; la cultura magica ebraico-islamica del Marocco… solo che tutto ciò non ha alcun rapporto con la Civiltà Occidentale.

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