giovedì 17 gennaio 2019

Giù le mani da Evo Morales: la sinistra post-marxista si allinea alla propaganda imperialista, di Stefano Zecchinelli

‘’Commemoriamo la nascita di Hugo Chavez, compagno di lotta, militare patriota e statista che ha concepito la rivoluzione del XXI secolo. La tua voce vibrante ha respinto l’imperialismo e ora torna in vita attraverso la lotta rivoluzionaria dei popoli’’ Evo Morales

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La sinistra post-marxista non ha risparmiato ingiuste accuse di tradimento al presidente boliviano Evo Morales, causa l’estradizione dell’ex terrorista Cesare Battisti. L’accaduto deve essere contestualizzato – e spiegato in termini (geo)politici – partendo da una triplice prospettiva, ignorata da quasi tutti gli analisti alternativi.

Guerriglia o terrorismo?

Nel 2007, Morales concesse asilo politico a Walter Sanchez vicino alla guerriglia castrista del MRTA. Il socialista boliviano ha cambiato rotta? La risposta è no. Gli antimperialisti sudamericani hanno da sempre rifiutato l’assimilazione delle guerriglie filo-cubane col militarismo europeo assolutamente alieno alla (reale) conflittualità sociale. Le stesse Brigate Rosse, ripiegando sulla teoria del SIM (Stato Imperialistico delle Multinazionali), rimossero la centralità dell’imperialismo USA – messo sullo stesso piano d’un inesistente social-imperialismo sovietico – scontando le pesanti responsabilità di Washington. L’eurocentrismo connotò organizzazioni le quali, alla prova dei fatti, devo ritenerle metodicamente anti-marxiste.
Un importante riferimento teorico è la posizione di James Petras sugli scritti militari di Ernesto Guevara: ‘’In primo luogo il Che ha descritto dettagliatamente le condizioni in cui la lotta armata è necessaria: la dittatura (la Cuba di Batista, la Bolivia di Barrientos), le invasioni imperialiste (Vietnam, Guatemala), dittatori coloniali/neocoloniali (Congo, Zaire). Qualcuna di queste condizioni è presente oggi in alcuni paesi dell'America Latina (Perù, Colombia, Messico)’’ 1. Nessuna delle condizioni indicate da Petras e Guevara trovarono riscontro nei contesti italiano, francese oppure tedesco degli anni ’70 e ‘80, quindi chi trasse vantaggio dalla sovrapposizione dello spontaneismo (terroristico) alla lotta di classe? La risposta mi sembra ovvia: il centrismo atlantico, demolitore dello statalismo sociale.
Prosegue Petras: ‘’il Che concettualizza l'imperialismo come un fenomeno storico contraddittorio, la cui espansione produce conflitti nazionali/di classe che portano al suo declino. I globalisti invece hanno una concezione lineare dell'espansione capitalista, che nel suo consolidamento produce un nuovo ordine mondiale. Nella sua forma estrema (e reazionaria) i globalisti concepiscono il divenire del capitalismo come un "sistema capitalistico mondiale" autoperpetuantesi, in cui gli unici cambiamenti avvengono in diversi luoghi all'interno del sistema’’. L’impostazione teorica dei terroristi di ‘’sinistra’’, influenzata dagli scritti di Toni Negri (oramai del tutto organico al neoliberismo), elimina la centralità dello stato, il cuore pulsante del potere imperialista statunitense. In questa prospettiva, la (falsa)guerriglia urbana occidentale entrò in rotta di collisione coi lavori teorici di Lenin, Guevara e Fidel Castro mettendo a punto una periodizzazione del capitalismo indulgente verso l’americanismo. Passiamo adesso al ‘’caso Battisti’’ (irrilevante) e alla denigrazione del governo boliviano (inaccettabile).

Cesare Battisti e i neoconservatori francesi in Siria

La Bolivia è una nazione antimperialista alleata della Repubblica Islamica dell’Iran e della Siria panaraba. Evo Morales ha salutato la sconfitta di Washington contro il governo nazionalista di Damasco: ‘’Trump canta vittoria nel momento del ritiro delle sue truppe che hanno invaso la Siria senza autorizzazione del suo Congresso né del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Ma la vera vittoria è del popolo siriano, degno e sovrano. Gli Stati Uniti devo imparare a rispettare la legge e ritirasi da Iraq e Afghanistan’’ 2. Dall’altra parte, Battisti, in linea col pensiero di Bernard Henry Levy, non ha perso l'occasione per solidarizzare coi ribelli islamisti della CIA, snocciolando una ideologia politica anarcoide tipica della tradizione anglosassone. Perché la Bolivia avrebbe dovuto ignorare l’amicizia di Battisti con Levy, promotore delle sovversioni islamista e neofascista in Siria e Venezuela? L’ex terrorista, non ha nessuna affinità politica col governo antimperialista di La Paz, la sinistra post-marxista deve convincersi di questo.

Cesare Battisti mostra la bandiera del mandato coloniale francese in Siria

Il socialista Evo Morales non ha tradito nessuno, mancano i presupposti per parlare di ciò; semplicemente, l’ex militante dei PAC è vicino ad un mondo ostile al nazionalismo antimperialista ed al populismo indios rivoluzionario. In conclusione, Cesare Battisti è un reazionario.

Bolivia: una nazione antimperialista e sovrana

La Paz sta affrontando una battaglia importante: ‘’il ritorno dell’ex presidente Gonzalo Sanchez de Lozada, rifugiato negli Stati Uniti, perché sia giudicato nelle patrie aule di giustizia’’ 3. Chi è questo losco figuro? Leggiamo: ‘’ Gonzalo Sanchez de Lozada, detto Goni, ha governato per la prima volta la Bolivia dal 1993 al 1997. Nel 2002 rivinse le elezioni, e nel 2003 ebbe una bella gatta da pelare: lo scoppio della cosiddetta Guerra del Gas. Il popolo boliviano chiedeva a gran voce che i proventi della vendita del gas dei giacimenti boliviani restassero nel Paese. Lo stesso Goni, durante il primo mandato, aveva però promosso una legge che ne destinava invece la maggior parte alle compagnie estere che arrivavano per estrarlo. I moti popolari furono violentissimi. Così forti che Goni ritenne fosse necessario dispiegare persino l’esercito a La Paz e nella vicina El Alto. Il risultato fu il cosiddetto Massacro di Ottobre, che fece 60 morti e 200 feriti. Odiatissimo dai boliviani, Goni fu costretto a fuggire dal Paese nello stesso anno 2003 con destinazione Miami, Florida’’. Perché mandare tutto all’aria nella difesa d’un uomo (Battisti) ostile alla prospettiva d’un mondo multipolare? La sinistra zombie non ha il senso delle relazioni internazionali soprattutto quando si tratta di spezzare l’unilateralismo nord-americano, il grande burattinaio.
Nel 2018, il blocco sociale indios s’è rafforzato mettendo la destra golpista con le spalle al muro. Dall’altra parte, la cooperazione militare Bolivia – Iran ha ridotto ai minimi termini i sogni di conquista di Trump, ponendo fine all’infiltrazione di bande armate filo-statunitensi nella regione. La speranza d’indipendenza latino-americana rimane aggrappata a pochi stati (Cuba, Messico, Nicaragua, Venezuela e Bolivia) per un orizzonte strategico condiviso.

Stefano Zecchinelli

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