lunedì 31 dicembre 2018

Trump, ovvero il nuovo inganno globale, di Giorgio Bianchi

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La mia riflessione su Trump nasce da una ricerca commissionata al sempre ottimo Paddy Petrovic in merito al fenomeno QAnon.
Secondo le informazioni fornitemi da Patrick, QAnon è una delle innumerevoli teorie della cospirazione che, come nella migliore tradizione, si articola in un complesso gioco di specchi dal quale è difficile districare il soggetto riflesso.
Ecco, un gioco di specchi, teniamolo a mente.
I Think Tank (pensatoi in italico idioma) per chi non lo sapesse sono camere di compensazione all’interno delle quali i gruppi di potere stipano quante più teste d’uovo riescono a concentrare, affinché da quella spremitura dei cervelli escano quelle famigerate analisi che dovrebbero essere utilizzate per governare i processi.
Nei paesi normali a sovranità limitata (scegliete a caso un qualsiasi paese europeo) queste analisi partono dallo studio della situazione presente e passata per generare ipotesi per il futuro.
Negli Stati Uniti, abituati a Hollywood ma soprattutto al controllo di tutti i parametri che possono innescare o disinnescare eventi, queste analisi si tramutano in sceneggiature.
In sostanza i pensatoi USA scrivono sotto forma di vero e proprio soggetto il mondo che verrà.
La bozza, redatta sotto l’attenta guida dei cosiddetti gruppi di potere, una volta realizzata viene sottoposta all’assemblea dei soci e quindi distribuita ai quadri intermedi per l’attuazione.
Gli USA se lo possono permettere (a differenza di noi poveri animali da cortile europei) in quanto hanno la possibilità di governare le più importanti variabili che determinano la verificabilità degli eventi.
IN SOSTANZA E’ COME DIRE CHE PUR NON POSSEDENDO L’INTERA RETE FERROVIARIA, HANNO Il CONTROLLO DI TUTTI GLI "SCAMBI" E QUESTO GLI CONSENTE DI GOVERNARE AGEVOLMENTE IL "TRAFFICO FERROVIARIO".
Faccio un esempio per chiarirmi.
Molti anni prima che scoppiasse lo scandalo Calciopoli una mia carissima amica aveva la sciagurata abitudine di rivelarmi in anticipo chi sarebbe stato il vincitore del campionato di calcio italiano.
Per almeno sei anni ho saputo immancabilmente il nome della squadra vincitrice della massima serie italiana ALLA PRIMA GIORNATA DEL CAMPIONATO.
L’informazione arrivava da un suo parente chirurgo di fama internazionale introdotto in uno di questi gruppi di potere.
Lo so direte voi, perché allora non ci scommettevi sopra?
Perché, come voi starete pensando ora, credevo fossero tutte balle.
Il gioco purtroppo per me è durato solo sei anni perché poi la nostra deepthroat è morta di infarto.
Dopo qualche anno scoppiò lo scandalo Calciopoli.
In pratica si scoprì che esistevano nel mondo del calcio figure in grado di controllare molte delle variabili che possono determinare il risultato di una partita: arbitri, guardalinee, designatori, procuratori, giocatori (che facevano capo a determinati procuratori) e via discorrendo.
Non è un caso che uno di loro, Luciano Moggi, in passato fosse stato un ferroviere.
In pratica Moggi da buon casellante poteva controllare la quasi totalità degli scambi della rete ferroviaria del campionato di calcio.
Immaginiamo soltanto di avere la possibilità di manovrare un difensore (che fa capo ad un procuratore amico) e di sapere che in caso di necessità mi può procurare in qualsiasi momento un rigore al 90°( o in qualsiasi altro minuto di gioco)
Poi magari l’anno successivo quel giocatore fa uno straordinario balzo in carriera e finisce nella rosa di una buona società con un ottimo stipendio.
Tornando ai pensatoi di cui sopra immagino il panico nel momento in cui gli è stata commissionata una versione alternativa al mondialismo petaloso (che sempre in quei luoghi aveva avuto origine)
Come può il mondo anglo-sionista del capitale rifarsi una verginità difronte al disastro generato dalla crisi finanziaria del 2008 e rimanere in sella?
Come riciclarsi agli occhi di una opinione pubblica che oramai comincia ad intravedere la ferocia del capitalismo finanziario e del mercato, come unico parametro regolatore delle società?
Il popolo non teme i fenomeni in sé, ma i trend prolungati; dopo 10 anni di recessione e fenomeni connessi, la misura era colma e la società iniziava a ribollire.
Il pensatoio ragionò così.
- Gli USA sono un paese fallito e hanno bisogno di mantenere il pallino del gioco per non andare incontro al default e al crack sociale interno.
- Il nemico pubblico numero 1 è la Cina che nel giro di una decina di anni sarà la prima potenza economica e militare mondiale.
- l’Europa è in rotta di avvicinamento con l’Asia e mira ad entrare nel colossale piano di keynesiano di investimento della BRI e nei mercati emergenti.
- L’Europa Unita poterbbe liberarsi tutta assieme dell’occupazione straniera sul proprio territorio, secondo il progetto Franco-Tedesco (nessuno stato singolo avrà mai la forza di farlo), e poi sciogliersi per consentire ai singoli paesi di collocarsi nei mercati emergenti secondo le proprie possibilità e aspirazioni (Il progetto europeo è irrealizzabile e anch’esso frutto dei pensatoi di cui sopra per ingabbiare i paesi europei).
- i popoli hanno bisogno di un falso bersaglio per distogliere lo sguardo dal vero nemico.
- L’OGGETTO DELLA NUOVA NARRAZIONE E’ SEMPRE L’EUROPA, VERO AGO DELLA BILANCIA NEL DETERMINARE LA SOPRAVVIVENZA DELL’IMPERO (I PAESI NON ALLINEATI MO’ CE LI FREGHI, L’AMERICANO MEDIO E’ COMPLETAMENTE LOBOTOMIZZATO).
Questa in sintesi è l’analisi dei problemi, vediamo ora il plot che ne deriva.
Per uscire da questo mare di melma i pensatoi hanno ipotizzato la più classica delle narrazioni Hollywoodiane DA SPACCIARE AL CITTADINO MEDIO EUROPEO INFEROCITO.
Abbiamo il cattivo ragazzo del bronx (Trump) che si redime e sfida il deep state americano che tante sofferenze ha generato al popolo con il mondialismo petaloso e la turbofinanza (lui è un semplice miliardario amante del popolo).
Il nostro eroe ha come missione quella di liberare i popoli dall’oppressione della finanza (ogni miliardario ha a cuore questo tipo di battaglie).
Tra gli oppressi che vuole liberare ci sono i popoli europei schiacciati dall’EU che impedisce ai paesi membri di crescere: l’Europa è la cattiva ovviamente, non gli USA che quel progetto europeo hanno architettato (come un marchingegno truccato) e che hanno rinchiuso in una gabbia per tenerlo lontano dai mercati emergenti asiatici.
In questa battaglia per la salvezza del mondo Trump deve lottare contro il vecchio sistema che cerca di sopravvivere.
Per riuscire nella sua missione il Nostro cerca aiuto nella Russia ma il deep state lo ostacola in quanto ritiene la Russia un pericolo per la sua propria sopravvivenza.
Cosa si cela in realtà dietro a questa narrazione?
Trump e il complesso militare-industriale USA (IMC) giocano al poliziotto buono e al poliziotto cattivo.
Facendo un perfetto gioco di squadra stanno tentando in tutti i modi di ottenere la neutralità (o la complicità) della Russia prima di sferrare il decisivo attacco alla Cina (prima che sia troppo tardi).
La Russia viene affrontata con la carota (le manine tese di Trump) e con il bastone (sanzioni, provocazioni, obbligo alla corsa agli armamenti).
Il bastone lo agita il deep state, la carota la maneggia Trump.
Il russiagate è stato letteralmente inventato per connotare Trump come ben disposto verso la Russia, ma nello stesso tempo serve a giustificare la mancanza di risoluzione di Trump nel stringere legami con la Russia (il più classico gioco delle parti).
Tutte i passi indietro di Trump sono indicati come tattica per fregare il deep state ma in realtà rientrano in un teatrino prestabilito
Putin dal suo canto finge ogni tanto di accettare gli ammiccamenti di Trump (anche se ovviamente non ci pensa nemmeno a mollare la Cina in quanto caduta lei la Russia sarebbe la prossima), per guadagnare potere contrattuale con la Cina.
Nel frattempo Bannon è impegnato nel tentativo di impedire qualsiasi coalizione dei paesi europei contro il loro unico vero grande nemico e di fatto occupante.
La proposta di Macron dell’esercito unico europeo era una chiamata in codice per invitare i paesi europei a unirsi per liberare l’Europa dal dominio militare USA.
Questa chiamata gli è costata la rivoluzione colorata dei gilet gialli, che altri non è se non un messaggio altrettanto in codice per dire agli europei “non ci provate nemmeno”.
Nella migliore tradizione mafiosa dopo la prima grande manifestazione dei gilet gialli arriva il tweet di Trump che in pratica lascia l’impronta digitale sulla rivolta e rivela la sua collusione con il deep state
“Le vaste e violente proteste in Francia non tengono minimamente conto con quanta ingratitudine gli USA siano stati trattati dall’EU sul giusto e ragionevole pagamento (chiesto) per la nostra grande protezione militare.
Entrambi questi argomenti andranno rimediati al più presto”.
Tradotto:
questo è un assaggio. Tenete le basi dove sono e continuate a pagare il pizzo altrimenti vi scateniamo l’inferno in casa.
Ricordate sempre una delle più belle massime mai scritte nella storia del cinema Hollywoodiano:
[Nel poker] Se non riesci a individuare il pollo nella prima mezz'ora di gioco, allora il pollo sei tu. (Mike McDermott in "Rounders")

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