In difesa del marxismo antimperialista: Ideologia
e pratica della controrivoluzione capitalista.
‘’Coloro che sono contro il fascismo senza essere contro il
capitalismo, che si lamentano della barbarie che proviene dalla barbarie, sono
simili a gente che voglia mangiare la sua parte di vitello senza però che il
vitello venga scannato. Vogliono mangiare il vitello, ma il sangue non lo
vogliono vedere. Per soddisfarli basta che il macellaio si lavi le mani prima
di servire la carne in tavola. Non sono contro i rapporti di proprietà che
generano la barbarie, ma soltanto contro la barbarie. Alzano la voce contro la
barbarie e lo fanno in paesi in cui esistono bensì gli stessi rapporti di
proprietà, ma i macellai si lavano ancora le mani prima di servire la carne in
tavola’’ Bertolt Brecht
VS
Il leader socialdemocratico Melenchon – uomo politico
capace, non privo di contraddizioni alcune molto gravi – ha definito i Black bloc, protagonisti dei disordini durante la mobilitazione del
Primo Maggio, ‘’fascisti
infiltrati’’. Bisogna chiarire che la definizione ‘’fascisti infiltrati’’ ha
delle pecche politologiche, ma inquadra politicamente il ruolo reazionario di
questa organizzazione paramilitare al servizio della repressione neo-liberista.
Il socialista francese ha rovesciato, con grande esperienza, i termini della
questione spiazzando gli avversari del popolo
lavoratore; ben fatto, una mossa eccellente. Anarchici di formazione, i Black bloc, con la loro violenza
illogica, hanno dato un pretesto agli apparati dello Stato imperialista per
reprimere i movimenti contrari al neo-liberismo ed al militarismo. Non sono
esenti da infiltrazioni e con tutta probabilità rientrano in ciò che Daniele
Ganser ha definito ‘’gli eserciti segreti
della NATO’’. Seguirò alcune testimonianze autorevoli.
Il filosofo marxista Stefano Garroni riferì che durante
il G8 di Genova 2001 gruppi di
‘’paramilitari anarchici’’ uscirono dalle camionette della polizia scatenando,
con gesti degni delle pandillas
sudamericane, una feroce repressione rivolta contro i manifestanti
anti-globalizzazione. I risvolti drammatici, terminati col vile assassinio di
Carlo Giuliani e la repressione di migliaia d’attivisti, li conosciamo tutti.
Una simile mattanza venne pianificata? L’inchiesta del giornalista Franco
Fracassi dà una risposta affermativa.
‘’Violenze al G20 di Toronto del 2010: 'Black bloc' o agenti provocatori
infiltrati? La risposta nelle scarpe’’ (Fonte: http://ita.anarchopedia.org/Black_Bloc)
‘’In evidenza alcuni poliziotti in borghese: degna di nota la
"somiglianza" del primo sulla destra con il dimostrante che appare,
in primo piano, nella foto riportata sopra, segno di mimetismo effettuato con
particolare cura’’ (Ibidem)
La rete dei Black
bloc è internazionale. Thierry Meyssan sostiene che in Egitto, malgrado la
motivata mobilitazione di classe la quale rovesciò il dittatore Mubarak, gli
‘’anarchici’’ avessero al proprio interno agenti – in segreto? – del MOSSAD israeliano. Ogni governo
patriottico, nemico dell’imperialismo USA, venne preso d’assalto da questi
teppisti. Per i Black bloc
latino-americani, il governo antimperialista di Nicolas Maduro è una dittatura
‘’cubanoide’ 1, inutile dire come
quest’accusa potrebbe benissimo uscire da una centrale della CIA. Chi li manovra? Fulvio Grimaldi,
descrivendo la violenza paramilitare sopravvenuta il Primo Maggio 2015 a Milano, ci dà degli ulteriori elementi da cui
elaborare una analisi severa, ma articolata: ‘’L’altro 1 maggio: manifestazione
contro quanto sopra di decine di migliaia di oppositori consapevoli e
determinati, massa critica in progress, preoccupante per l’affermazione
degli assetti programmati e lacerazione netta dell’abito di gala a lustrini e
chiffon, con emersione di epidermidi putride e carni verminose. Esattamente
come le bande di ventura jihadiste contro le libere nazioni di Medioriente e
Nord Africa, o come i nazisti di Maidan, Odessa e Victoria Nuland contro la
stessa Ucraina, l’Europa, la Russia, entra in campo e a cannonate su tre quarti
degli spazi di stampa e televisione, il plotone dei cosiddetti Black Bloc’’ 2. Questi picchiatori si dicono ‘’anarchici’’ – molti
fascisti provenivano dall’anarchismo (es. Bottai e Pavolini), lo stesso
Mussolini era un ‘’socialista anarchico’’ – ma la loro prassi politica ricorda
quella dell’islamismo ‘’made in USA’’ e dei neonazisti ucraini. Melenchon ha
ragione: i Black bloc se non sono
propriamente fascisti, quanto meno somigliano molto ai bombaroli neofascisti
degli anni ’70. Quasi come Ordine Nuovo ed
Alba Dorata, il passo è breve.
Quando la violenza è legittima? Grimaldi
prosegue: ‘’Personalmente aborro le
vivandiere imperiali della non-violenza. Però distinguo. A Milano, un plotone
uniformemente vestito e attrezzato (casco, tuta, bambù, maschera anti-gas, da
magazzini di Stato), proprio come le ordinatissime orde dell’ISIS o del
battaglione Azov, sfascia negozi di barbiere, agenzie di viaggio e automobili
anonime’’. La violenza rivoluzionaria è stata legittima durante le
Resistenze antifasciste (Spagna, Italia, Jugoslavia, ecc …), in tutte le
Rivoluzioni anticoloniali – Cuba, Algeria, Vietnam, Iran – come nelle eroiche
Resistenze antimperialistiche – Palestina in testa, Colombia, Perù, Iraq,
Libia, Nepal, India, Filippine – disprezzate da una certa sinistra zombie. Chi scrive non demonizza le guerriglie urbane,
quindi rispetta il sacrificio dei comunisti della RAF tedesca, riconoscendo la necessità di passare dalla guerriglia
ad un Partito comunista caratterizzato dal ‘’centralismo democratico’’ (Lenin).
Dall’altra parte Grimaldi ha ragione: i Black
bloc hanno una prassi anti-proletaria, i loro cappucci neri ricordano i
neonazisti di Ordine Nuovo. Gli
anti-capitalisti combattono il Vero
Potere, non mettono a soqquadro interi quartieri in modo vile e sbirresco.
Gli ‘’antifa’’, arma della lobby pro-Israele
Un altro movimento apparentemente di
sinistra, ma nei fatti reazionario (per non dire di peggio) sono gli
‘’antifa’’. Figli dei cosiddetti ‘’anti-tedeschi’’, questi attivisti
riconducono la difesa dei diritti del popolo palestinese, spazzato via
dall’imperialismo israeliano, e la difesa degli Stati indipendenti ad una forma
‘’moderna’’ di fascismo. Di ‘’fascista’’ – seguendo Melenchon – c’è soltanto il
servilismo verso le principali potenze imperialistiche pan-planetarie. Il loro
‘’filo-sionismo’’ è documentato, come l’apologia ‘’libertaria’’ dei crimini USA in
Europa. Una pagina particolarmente infima sono i festeggiamenti d’una
ricorrenza nefasta: i bombardamenti nord-americani della città di Dresda, il 13
e 14 febbraio 1945. L’imperialismo USA colpì il popolo tedesco, salvando il
complesso militar-industriale nazista funzionale, dal ’48 in poi, nella lotta
contro l’Unione Sovietica polarità anticolonialista. Leggiamo un celebre
articolo di Ulrike Meinhof, fondatrice della RAF, la quale ci rivelò le vere intenzioni del gendarme
statunitense: ‘’Dresda era il punto
cruciale di questa politica. Dresda è stata rasa al suolo, due anni dopo che a
Stalingrado era stato deciso l’esito della Seconda Guerra Mondiale. Quando
Dresda fu bombardata le truppe sovietiche erano già arrivate ai fiumi Oder e
Neisse e il fronte occidentale aveva raggiunto il Reno. L’anno dopo, il 13
febbraio 1946, il comandante supremo della Royal Air Force, Sir Arthur Harris,
che aveva condotto l’attacco contro Dresda, si imbarcò a Southhampton per
lasciare il paese che non era più pronto a riconoscergli i suoi meriti. Quando
la popolazione tedesca scoprì la verità su Auschwitz la popolazione inglese
scoprì la verità su Dresda. Ai responsabili fu negata la fama che era stata
loro promessa dai loro governi. Sia di qua che di là’’ 3. La superiorità
morale della Meinhof si compendia nelle parole finali dell’articolo: ‘’Chi
non denuncia i responsabili però, denuncia i popoli’’. Il ricorso alla ‘’guerriglia urbana’’ nella Germania Ovest lasciò perplessi molti militanti; detto questo sarebbe
ingeneroso assimilare la RAF al
terrorismo ‘’made in USA’’ delle Brigate
Rosse, si tratterebbe d’una operazione intellettualmente disonesta. Lo sforzo eroico di Ulrike, Andress Baader ed altri rivoluzionari merita d'essere valorizzato.
Il sionismo – avvallato dagli ‘’antifa’’
– da oltre un secolo utilizza il ‘’popolo ebraico’’ in quanto piede di porco
per i suoi loschi interessi.
Manifestazione degli ‘’antifa’’ in difesa dello Stato ‘’per soli ebrei’’
Gli ‘’antifa’’ festeggiano una nefasta ricorrenza: i bombardamenti
alleati contro la città di Dresda, febbraio 1945.
Oggigiorno gli ‘’antifa’’ e gli
anarchici appoggiano il nazionalismo curdo, falsificando con parole di
‘’sinistra’’ il tentativo dell’imperialismo USA di balcanizzare la Siria. I terroristi
linciatori di arabi dell’YGP
affiancati dai killer della NATO
sono, da quello che leggiamo, i loro riferimenti ideali. Dall’estrema sinistra
all’estrema destra dell’imperialismo. La giornalista Diana Johnstone ha
descritto, con estrema precisione, la funzionalità degli ‘’antifa’’ e dei Black bloc ai progetti della lobby
pro-Israele: ‘’In Europa gli
Antifa prendono essenzialmente due forme. Gli attivisti Black Bloc invadono le manifestazioni di sinistra
per creare disordini. Questi esaltati sono una minoranza politica che non fa
altro che giustificare la presenza della polizia ed è spesso sospettata di
avere al proprio interno infiltrazioni dei servizi segreti. Per esempio, il 23
settembre diverse dozzine di Black Bloc hanno tentato di irrompere al convegno
del politico Jean-Luc Mélenchon,
capo del maggiore partito di sinistra in Francia. Il messaggio che volevano
lanciare era: “nessuno è abbastanza rivoluzionario per noi”. Si pongono come
una auto-conclamata inquisizione morale’’ 4. Il socialista Melenchon si è
schierato (per questo il popolo della sinistra ‘’lo ama’’) contro la NATO, ma gli anarchici lo attaccano a
testa bassa; gli ‘’antifa’’ sono un’arma della Fondazione Clinton? La deduzione è motivata, dirò di più:
conseguente. Questa prassi politica è degna delle intelligence atlantiche; la
mossa che serve – a ‘’sinistra’’ – per distrarre. Domanda: il neofascismo non
divenne, dal ’48 in poi, una bambola degli imperialismi occidentali contro il
costituzionalismo democratico? Essere antifascisti significa, senza indugiare,
combattere contro l’Alleanza Atlantica capeggiata
dal gendarme USA, la faccia più aggiornata del padronato internazionale. I
comunisti d’un tempo procedevano così, poche chiacchiere ‘’politicamente
corrette’’. La ‘’sinistra imperiale’’ sovverte il linguaggio giornalistico
trasformando gli aggrediti in aggressori, ‘’teppisti’’ senza scrupoli (come i
neofascisti venezuelani) diventano all’improvviso un ‘’popolo in rivolta’’. La
stessa critica va estesa, cestinando il ‘’politicamente corretto, ai
separatisti etnici curdi rappresentati dai mass media in quanto ‘’combattenti
per la libertà’’. Domanda: come mai il ‘’giornalismo di regime’’ non dice una
parola sui crimini commessi dall’YPG
contro i sostenitori della Siria socialista pan-araba? Il colonialismo scompare;
rimuovendo queste categorie – capitalismo, colonialismo ed imperialismo – si
perde il senso della storia.
I terroristi dell’YPG affiancati dai marines USA
Chi sono i nemici degli ‘’antifa’’? I sostenitori della Resistenza
palestinese, i socialisti non allineati e gli antimperialisti radicali. I loro
bersagli vanno da marxisti come James Petras e Michel Collon a scrittori
documentati come Jean Bricmont, Diana Johnstone e Gilad Atzmon; dal socialista
libertario Noam Chomsky a giornalisti del calibro di Thierry Meyssan ed Israel
Shamir. Il loro antifascismo è una sorta di neofascismo rovesciato. Censurando
qualsiasi dibattito sulla controinformazione con la scusa della ‘’teoria del
complotto ‘’ (il Potere è il primo a
complottare contro i popoli) questi teppisti finiscono per diffondere,
consapevolmente, le menzogne dei media di regime diventandone alfieri. Una
sorta di psico-polizia anarchica sodomizzata
dalla lobby sionista. Continua Diana Johnstone: ‘’L’uso facile del termine “fascista”
impedisce di identificare i veri nemici dell’umanità. Nel caos contemporaneo,
la più grande minaccia è l’imperialismo globale: il capitalismo finanziario, il
complesso industriale militare, le manie ideologiche degli Stati Uniti e la
megalomania dei leader occidentali. Si potrebbe chiamare imperialismo, se non
fosse che è molto più vasto e distruttismo dell’imperialismo storico
dei secoli passati’’. Chi disconosce
l’imperialismo in quanto nemico dell’umanità, imprescindibilmente, ne diventa
una quinta colonna. Gli ‘’antifa’’ sono il braccio armato di Tel Aviv e
Washington contro la classe operaia e le nazioni sovrane; chiunque ha a cuore
la lotta contro il capitalismo deve combatterli con tutti i mezzi di cui
dispone, il loro inganno – non per nulla – colpisce giovani attivisti digiuni
delle letture marxiste basiche. Un fenomeno in crescita, preoccupante ed in
alcuni paesi (come la Germania) inquietante.
Il socialdemocratico Melenchon ha sbagliato nel sostenere, seppur parzialmente, l’aggressione neocolonialistica contro la Libia popolare; da un punto di vista ‘’rivoluzionario’’ diverse sue posizioni andrebbero corrette, altre radicalizzate. I marxisti rivoluzionari hanno diversi disaccordi col suo moderatismo istituzionale. Ciononostante la vittoria di France insoumise potrebbe disintegrare il polo imperialistico europeo, dando un colpo decisivo agli equilibri del capitalismo occidentale. Washington entrerebbe in crisi, Israele, regime razzista ed anti-proletario, avrebbe qualche ‘’zerbino sodomita’’ in meno (il riferimento a Macron è puramente casuale) e la classe operaia potrà disfarsi – finalmente – degli Stati neoliberisti fallimentari. Gli ‘’antifa’’ perderebbero i loro datori di lavoro, i Padroni che, con spirito di ‘’benevolenza’’, gli consentono di trascorrere le mattinate al letto.
http://www.linterferenza.info/contributi/sessantotto-lungo-vita-fulvio-grimaldi/
Stefano Zecchinelli
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