lunedì 28 agosto 2017

L’imperialismo israeliano insanguina il proletariato europeo, di Stefano Zecchinelli

Governi corrotti e ‘’giornalisti venduti’’ continuano la guerra contro i mulini a vento dell’islamismo



L’analisi degli attentati attribuiti al terrorismo wahhabita fanno a pezzi le versioni ufficiali le quali non reggono a nessuna confutazione scientifica. Il giornalista Gianluca Ferrara ha scritto, giustamente, che il fine dei commenti degli intellettuali è ‘’sempre lo stesso: dividere in modo ipocrita il mondo tra buoni e cattivi, in modo da permettere a coloro che esercitano il vero potere di raggiungere gli obiettivi prefissati. Obiettivi atti a giustificare nuove spese militari, ulteriori restrizioni delle libertà in Occidente e la possibilità di usare, ancora un volta, la religione come maschera per celare la vera posta in palio che è la razzia di petrolio, gas e stupefacenti. Negli ultimi anni pianificate guerre dirette e per procura hanno destabilizzato un’importante area geografica’’ 1. L’ottimo Ferrara pone un problema interessante: negli ultimi anni sono state ‘’pianificate guerre dirette e per procura hanno destabilizzato intere aree geografiche’’ gettando le popolazioni autoctone nel caos. Il problema adesso va rovesciato: questa strategia destabilizzatrice come si riproduce nel cuore d’Europa? Vale a dire, gli Usa come portano nel cuore dell’Impero metodi colonialistici basati sulle operazioni false flag? Gli intellettuali di regime a questa domanda preferiscono non rispondere ed il motivo lo comprendo perfettamente.

Un giornalista investigativo è, prima di tutto, un avversario dei governanti quindi quello che non deve fare è riportare, come un pappagallo senza cervello, le tesi ufficiali spacciandole per verità. Diceva bene lo scienziato marxista Emilio del Giudice: le informazioni ci arrivano, sempre, dal nemico di classe. Non sbaglia, dall’altra parte, Fulvio Grimaldi quando si spinge a dire che il nostro paese è pieno di ‘’Giornalisti addestrati e pagati dalla Cia’’ 2, la lezione del giornalista tedesco Udo Ulfkotte – che rivelò d’essere stato pagato dalla Cia per diffondere notizie false – sarà servita a qualcosa? Gli scettici ed i cacciatori di ‘’fake news’’ ( come se il ‘’sistema’’ volesse il monopolio delle bufale ), ancora una volta, preferiscono non entrare nel merito delle questioni. Purtroppo per loro i fatti hanno la testa dura.
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La domanda che sorge spontanea sui fatti di Barcellona è di tutt’altra natura: perché la Spagna s’è trasformata, negli ultimi anni, in un covo di spie del Mossad israeliano? Il fatto che il Mossos venga addestrato dal Mossad, per un giornalista dell’esperienza di Fulvio Grimaldi, ‘’ci rivela gli obiettivi strategici di questi mercenari di Stato: imparare dallo Stato illegale sionista,massimo esperto di pulizie etniche e di repressione della popolazione sul proprio territorio, le tecniche per reprimere la propria popolazione in caso di manifestazioni e di qualsiasi espressione di subordinazione sociale. E' probabile che quanto Israele insegna ai robocop iberici, lo faccia anche, nella solita discrezione degli Stati canaglia, con altri Stati i cui governi siano inseriti nel progetto della dittatura mondiale dei globalisti, vedi paesi Nato’’. L’imperialismo sionista, col suo agire stragista, pone problemi di tenuta democratica per i paesi capitalistici europei, del resto la penetrazione delle multinazionali israeliane è sottovalutata dalla maggioranza degli analisti. Disattenzioni che si pagano.

Grimaldi ha diffuso un interessante video pubblicitario di Guardian Spain ‘’una impresa specializzata in corsi di formazione in sicurezza. Non si tratta di una tipologia qualsiasi di sicurezza, ma di ciò che in inglese si chiama ‘’Homeland Security’’ un concetto che in alcuni ambiti istituzionali è molto di moda negli ultimi anni. ‘’Homelad Security’’ si può tradurre con ‘’Sicurezza Nazionale’’ però preferiamo la traduzione ‘’Sicurezza Cittadina’’’’ 3. La repressione può riguardare un nemico esterno ma anche un nemico interno quindi la finalità è sempre la stessa: aumentare il senso di insicurezza per spingere i cittadini a chiedere leggi più repressive. Guardian Spain ha una particolarità: si tratta di una multinazionale al 100% israeliana.
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Logo di Guardian Spain

L’esperienza sul campo ha permesso a Grimaldi di guardare lontano e di capire cose che, solitamente, sfuggono, agli analisti alle prime armi. Israele è un laboratorio di tecniche repressive avanzate per questo cerca di sfruttare il mercato capitalistico per vendere alle borghesie europee i suoi metodi del terrore. Si tratta d’un vero e proprio marketing sionista promosso dalla Israeli Innovation Center a Gerusalemme la quale ‘’attirerà centinaia di migliaia di  studenti, soldati, capi di Stato, turisti e delegazioni commerciali,  per assistere alla straordinaria storia di come Israele sia diventata  leader di avanguardia dell’innovazione nel mondo”, ed ancora “In collaborazione con gli Stati Uniti, Israele promuove una   start-up Nazione per la leadership mondiale della tecnologia”. Il giornalista tradizionalista Maurizio Blondet ha una formazione culturale contrapposta alla mia ma, su questi argomenti, è molto attento e preparato. La fonte è inoppugnabile:

“Israele investe oggi circa il 6 per  cento del Pil in sicurezza”, dice un esperto sionista, ma “buona parte della nostra spesa per la sicurezza torna sul mercato, perché va alle industrie israeliane  che operano in questo settore e finanzia così start-up e compagnie  capaci di sviluppare tecnologie innovative. … L’Europa, in media,  investe circa l’1,5% del suo Pil in sicurezza”.  Troppo poco, come badano a ripetere Boaz Ganor e   compari: vedete quanti terroristi islamici incontrollati girano tra voi….
Un altro esperto del settore cyber security, italiano e dunque opportunamente anonimo: “Di norma le persone che escono dal Mossad o che necessitano di copertura mentre lavorano all’estero, finiscono per lavorare nel settore della cybersecurity (programmi, programmatori, progettisti, sistemisti, impianti che utilizzano droni per difesa/sorveglianza, sistemi di sorveglianza attiva e passiva …). In Italia il mercato è praticamente vergine, un boccone goloso per Israele”. 4

Aldilà del’insopportabile tradizionalismo politico di Blondet si tratta d’una pagina giornalisticamente interessante perché ricollega gli attentati wahhabiti alla necessità dell’imperialismo israeliano di fare affari in Europa. Urge un attentato in Italia, il mercato è ancora vergine e la domanda di ‘’sicurezza’’ deve salire. Gli italiani non sono abbastanza frastornati.
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Israele vende i prodotti ma non i segreti militari ed inoltre coi suoi corsi – i quali comprendono anche le esercitazioni nel combattimento corpo a corpo – recluta agenti collaboratori che nel linguaggio sionista prendono il nome di sayanim. Si tratta d’una rete del terrore sionista che, mettendo le mani avanti, riguarda la borghesia nazionalistica dello Stato ‘’per soli ebrei’’ non il mondo ebraico vittima indiretta delle malefatte del Mossad. Chiarito questo devo dirvi che i profitti sono immensi e fanno d’Israele uno dei pilastri del capitalismo globale, come dice lo storico marxista Marco Sacchi: un ingranaggio della controrivoluzione mondiale. Finita l’epoca dei De Gaulle ed Olof Palme le borghesie europee sono troppo vili per prendere di petto la questione e gli Usa non rinunceranno mai al suo primo alleato nella regione. Un problema ed un pericolo per il mondo del lavoro. Norman Finkelstein lo ripete da anni: ‘’Israele è uno Stato pazzo’’. Domanda: la guerra in Europa ( terrorismo wahhabita e sionista insieme ) è una conseguenza dell’impazzimento israeliano?
Il giornalista, Eduardo Martín de Pozuelo, ha scritto per La Vanguardia, nel giugno 2011, un articolo dove denunciava l’infiltrazione sionista e statunitense degli apparati burocratici spagnoli. Leggiamolo:

‘’Entre los motivos para considerar Catalunya como “el foco de radicales islamistas más peligroso del Mediterráneo”, los servicios secretos de EE.UU. apuntan a la alta inmigración legal e ilegal desde el norte de África –Marruecos, Túnez y Argelia– así como de Pakistán y Bangladesh, lo que a su entender supone un “imán para reclutar terroristas”. La preocupación de las autoridades incluso ha provocado encuentros de expertos y miembros de diferentes servicios de inteligencia acreditados en España, como el celebrado hace unas semanas en Madrid. Una reunión sólo para hablar de Catalunya como “nuevo epicentro del yihadismo”.

Como consecuencia de la magnitud del fenómeno, se ha constatado la llegada a Barcelona de un flujo constante de agentes secretos de distintos países con la misión de vigilar e infiltrarse entre las comunidades musulmanas donde se sospecha que pudieran ocultarse extremistas, tanto los establecidos en el país como los que estarían de paso bajo el amparo y protección de residentes.’’ 5

Arrivati a questo punto le domande sono tante. Ne formulo qualcuna: chi manovra questi ‘’jihadisti’’ provenienti quasi sempre dal sottoproletariato? Perché le armi che si portano dietro sono, quasi sempre, fasulle e soprattutto per quale particolare motivo nessuno di loro viene mai catturato vivo?Le false flag potrebbero replicarsi anche in Italia?
La polizia italiana ha mutuato i metodi israeliani e si addestra in Israele. Dobbiamo preoccuparci? La polizia milanese segue ‘’Corsi mirabolanti che spaziano dalla guida veloce all’irruzione in ambienti con persone armate, tecniche notturne di avvicinamento in zona ostile utilizzando fumogeni al posto delle bombe, uso della corda con o senza discensore ecc. ecc sono le amenità che si trovano su Internet e nei programmi pubblicizzati’’ ( Fonte: https://www.asaitalia.org/index.php/item/176-tecniche-operative-per-la-polizia-locale ). Per non parlare dei corsi di Krav Maga che servono a reclutare sayanim alla luce del sole. Domanda: quanti neofascisti sono pronti a lavorare per Israele?

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Il sionismo è un pericolo reale ma il terrorismo islamista da dove proviene, chi sono i veri registi? Si tratta d’una prosecuzione del conflitto iniziato contro il mondo musulmano con altri mezzi, scendono in campo gli stragisti ed i ‘’giornalisti venduti’’ gli danno copertura mediatica. Una guerra psicologica difficile da decifrare almeno per ora. Non aspettiamoci nulla dai grandi giornali, sarebbe una ingenuità imperdonabile.
Il poliziotto romano ‘’spaccabraccia’’ ha mutuato, senza saperlo, una frase del generale sionista Rabin il quale ordinò ai suoi sicari di ‘’rompere le braccia dei bambini palestinesi’’ durante la prima Intifada. Si tratta d’una macabra coincidenza oppure è uno dei tanti sintomi della israelizzazione del nostro senso comune? La catastrofe è imminente ma il mondo del lavoro ha, nella sua storia passata, le armi teoriche e pratiche per fronteggiarla con successo. Non tutto è perduto.
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Stefano Zecchinelli


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