Governi corrotti e ‘’giornalisti
venduti’’ continuano la guerra contro i mulini a vento dell’islamismo
L’analisi
degli attentati attribuiti al terrorismo wahhabita fanno a pezzi le versioni
ufficiali le quali non reggono a nessuna confutazione scientifica. Il
giornalista Gianluca Ferrara ha scritto, giustamente, che il fine dei commenti
degli intellettuali è ‘’sempre lo stesso: dividere in modo
ipocrita il mondo
tra buoni e cattivi, in modo da permettere a coloro che
esercitano il vero potere di raggiungere gli obiettivi prefissati. Obiettivi
atti a giustificare nuove spese militari, ulteriori restrizioni delle libertà
in Occidente e la possibilità di usare, ancora un volta, la religione come maschera per
celare la vera posta in palio che è la
razzia di petrolio, gas e stupefacenti. Negli ultimi anni
pianificate guerre dirette e per procura hanno destabilizzato un’importante
area geografica’’ 1. L’ottimo
Ferrara pone un problema interessante: negli ultimi anni sono state ‘’pianificate guerre dirette e per procura
hanno destabilizzato intere aree geografiche’’ gettando le popolazioni
autoctone nel caos. Il problema adesso va rovesciato: questa strategia
destabilizzatrice come si riproduce nel cuore d’Europa? Vale a dire, gli Usa
come portano nel cuore dell’Impero metodi colonialistici basati sulle
operazioni false flag? Gli intellettuali di regime a questa domanda preferiscono
non rispondere ed il motivo lo comprendo perfettamente.
Un giornalista investigativo è, prima di tutto, un avversario
dei governanti quindi quello che non deve fare è riportare, come un pappagallo
senza cervello, le tesi ufficiali spacciandole per verità. Diceva bene lo
scienziato marxista Emilio del Giudice: le informazioni ci arrivano, sempre,
dal nemico di classe. Non sbaglia, dall’altra parte, Fulvio Grimaldi quando si
spinge a dire che il nostro paese è pieno di ‘’Giornalisti
addestrati e pagati dalla Cia’’ 2, la lezione del giornalista tedesco Udo Ulfkotte
– che rivelò d’essere stato pagato dalla Cia
per diffondere notizie false – sarà servita a qualcosa? Gli scettici ed i
cacciatori di ‘’fake news’’ ( come se il ‘’sistema’’ volesse il monopolio delle
bufale ), ancora una volta, preferiscono non entrare nel merito delle questioni.
Purtroppo per loro i fatti hanno la testa dura.
La domanda che sorge spontanea sui fatti di Barcellona è di
tutt’altra natura: perché la Spagna s’è trasformata, negli ultimi anni, in un
covo di spie del Mossad israeliano?
Il fatto che il Mossos venga
addestrato dal Mossad, per un
giornalista dell’esperienza di Fulvio Grimaldi, ‘’ci rivela gli obiettivi strategici di questi mercenari di Stato:
imparare dallo Stato illegale sionista,massimo esperto di pulizie etniche e di
repressione della popolazione sul proprio territorio, le tecniche per reprimere
la propria popolazione in caso di manifestazioni e di qualsiasi espressione di
subordinazione sociale. E' probabile che quanto Israele insegna ai robocop
iberici, lo faccia anche, nella solita discrezione degli Stati canaglia, con
altri Stati i cui governi siano inseriti nel progetto della dittatura mondiale
dei globalisti, vedi paesi Nato’’. L’imperialismo sionista, col suo agire stragista,
pone problemi di tenuta democratica per i paesi capitalistici europei, del
resto la penetrazione delle multinazionali israeliane è sottovalutata dalla
maggioranza degli analisti. Disattenzioni che si pagano.
Grimaldi ha diffuso un interessante video pubblicitario di Guardian Spain ‘’una impresa specializzata in corsi di formazione in sicurezza. Non si
tratta di una tipologia qualsiasi di sicurezza, ma di ciò che in inglese si
chiama ‘’Homeland Security’’ un concetto che in alcuni ambiti istituzionali è
molto di moda negli ultimi anni. ‘’Homelad Security’’ si può tradurre con ‘’Sicurezza
Nazionale’’ però preferiamo la traduzione ‘’Sicurezza Cittadina’’’’ 3. La
repressione può riguardare un nemico esterno ma anche un nemico interno quindi
la finalità è sempre la stessa: aumentare il senso di insicurezza per spingere
i cittadini a chiedere leggi più repressive. Guardian Spain ha una particolarità: si tratta di una
multinazionale al 100% israeliana.
Logo di Guardian Spain
L’esperienza sul campo ha permesso a Grimaldi di guardare
lontano e di capire cose che, solitamente, sfuggono, agli analisti alle prime
armi. Israele è un laboratorio di tecniche repressive avanzate per questo cerca
di sfruttare il mercato capitalistico per vendere alle borghesie europee i suoi
metodi del terrore. Si tratta d’un vero e proprio marketing sionista promosso
dalla Israeli Innovation Center
a Gerusalemme la quale ‘’attirerà
centinaia di migliaia di studenti, soldati, capi di Stato, turisti e
delegazioni commerciali, per assistere alla straordinaria storia di come
Israele sia diventata leader di avanguardia dell’innovazione nel mondo”,
ed ancora “In collaborazione con gli Stati
Uniti, Israele promuove una start-up Nazione per la leadership
mondiale della tecnologia”. Il giornalista tradizionalista Maurizio Blondet
ha una formazione culturale contrapposta alla mia ma, su questi argomenti, è
molto attento e preparato. La fonte è inoppugnabile:
“Israele investe oggi
circa il 6 per cento del Pil in sicurezza”, dice un esperto sionista, ma
“buona parte della nostra spesa per la sicurezza torna sul mercato, perché va
alle industrie israeliane che operano in questo settore e finanzia così
start-up e compagnie capaci di sviluppare tecnologie innovative. …
L’Europa, in media, investe circa l’1,5% del suo Pil in sicurezza”.
Troppo poco, come badano a ripetere Boaz Ganor e compari: vedete
quanti terroristi islamici incontrollati girano tra voi….
Un altro esperto del settore
cyber security, italiano e dunque opportunamente anonimo: “Di norma le persone
che escono dal Mossad o che necessitano di copertura mentre lavorano
all’estero, finiscono per lavorare nel settore della cybersecurity (programmi,
programmatori, progettisti, sistemisti, impianti che utilizzano droni per
difesa/sorveglianza, sistemi di sorveglianza attiva e passiva …). In Italia il
mercato è praticamente vergine, un boccone goloso per Israele”. 4
Aldilà del’insopportabile tradizionalismo politico di Blondet si
tratta d’una pagina giornalisticamente interessante perché ricollega gli
attentati wahhabiti alla necessità dell’imperialismo israeliano di fare affari
in Europa. Urge un attentato in Italia, il mercato è ancora vergine e la
domanda di ‘’sicurezza’’ deve salire. Gli italiani non sono abbastanza
frastornati.
Israele vende i prodotti ma non i segreti militari ed inoltre
coi suoi corsi – i quali comprendono anche le esercitazioni nel combattimento
corpo a corpo – recluta agenti collaboratori che nel linguaggio sionista
prendono il nome di sayanim. Si
tratta d’una rete del terrore sionista che, mettendo le mani avanti, riguarda
la borghesia nazionalistica dello Stato ‘’per soli ebrei’’ non il mondo ebraico
vittima indiretta delle malefatte del Mossad.
Chiarito questo devo dirvi che i profitti sono immensi e fanno d’Israele uno
dei pilastri del capitalismo globale, come dice lo storico marxista Marco
Sacchi: un ingranaggio della
controrivoluzione mondiale. Finita l’epoca dei De Gaulle ed Olof Palme le
borghesie europee sono troppo vili per prendere di petto la questione e gli Usa
non rinunceranno mai al suo primo alleato nella regione. Un problema ed un
pericolo per il mondo del lavoro. Norman Finkelstein lo ripete da anni: ‘’Israele
è uno Stato pazzo’’. Domanda: la guerra in Europa ( terrorismo wahhabita e
sionista insieme ) è una conseguenza dell’impazzimento israeliano?
Il giornalista, Eduardo Martín de Pozuelo, ha scritto per La
Vanguardia, nel giugno 2011, un articolo dove denunciava l’infiltrazione
sionista e statunitense degli apparati burocratici spagnoli. Leggiamolo:
‘’Entre
los motivos para considerar Catalunya como “el foco de radicales islamistas más peligroso del Mediterráneo”, los servicios
secretos de EE.UU. apuntan a la alta inmigración legal e ilegal desde el norte
de África –Marruecos, Túnez y Argelia– así como de Pakistán y Bangladesh, lo
que a su entender supone un “imán
para reclutar terroristas”. La preocupación de las autoridades incluso ha provocado
encuentros de expertos y miembros de diferentes servicios de inteligencia
acreditados en España, como el celebrado hace unas semanas en Madrid. Una
reunión sólo para hablar de Catalunya como “nuevo epicentro del yihadismo”.
Como consecuencia de la magnitud del fenómeno, se ha constatado la llegada a Barcelona de un flujo constante de agentes secretos de distintos países con la misión de vigilar e infiltrarse entre las comunidades musulmanas donde se sospecha que pudieran ocultarse extremistas, tanto los establecidos en el país como los que estarían de paso bajo el amparo y protección de residentes.’’ 5
Como consecuencia de la magnitud del fenómeno, se ha constatado la llegada a Barcelona de un flujo constante de agentes secretos de distintos países con la misión de vigilar e infiltrarse entre las comunidades musulmanas donde se sospecha que pudieran ocultarse extremistas, tanto los establecidos en el país como los que estarían de paso bajo el amparo y protección de residentes.’’ 5
Arrivati a questo punto le domande sono tante.
Ne formulo qualcuna: chi manovra questi ‘’jihadisti’’ provenienti quasi sempre
dal sottoproletariato? Perché le armi che si portano dietro sono, quasi sempre,
fasulle e soprattutto per quale particolare motivo nessuno di loro viene mai catturato
vivo?Le false flag potrebbero replicarsi anche in
Italia?
La polizia italiana ha mutuato i metodi
israeliani e si addestra in Israele. Dobbiamo preoccuparci? La polizia milanese
segue ‘’Corsi mirabolanti che spaziano dalla guida
veloce all’irruzione in ambienti con persone armate, tecniche notturne di
avvicinamento in zona ostile utilizzando fumogeni al posto delle bombe, uso
della corda con o senza discensore ecc. ecc sono le amenità che si trovano su
Internet e nei programmi pubblicizzati’’ ( Fonte: https://www.asaitalia.org/index.php/item/176-tecniche-operative-per-la-polizia-locale
). Per non parlare dei corsi di Krav Maga che servono a reclutare sayanim alla luce del sole. Domanda:
quanti neofascisti sono pronti a lavorare per Israele?
Il
sionismo è un pericolo reale ma il terrorismo islamista da dove proviene, chi
sono i veri registi? Si tratta d’una prosecuzione del conflitto iniziato contro
il mondo musulmano con altri mezzi, scendono in campo gli stragisti ed i ‘’giornalisti
venduti’’ gli danno copertura mediatica. Una guerra psicologica difficile da
decifrare almeno per ora. Non aspettiamoci nulla dai grandi giornali, sarebbe
una ingenuità imperdonabile.
Il
poliziotto romano ‘’spaccabraccia’’ ha mutuato, senza saperlo, una frase del
generale sionista Rabin il quale ordinò ai suoi sicari di ‘’rompere le braccia
dei bambini palestinesi’’ durante la prima Intifada. Si tratta d’una macabra coincidenza
oppure è uno dei tanti sintomi della israelizzazione del nostro senso comune?
La catastrofe è imminente ma il mondo del lavoro ha, nella sua storia passata,
le armi teoriche e pratiche per fronteggiarla con successo. Non tutto è
perduto.
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Stefano
Zecchinelli
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