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Foto: iranmediaresearch.org
Per mantenere la loro egemonia su scala mondiale, l’imperialismo americano punta su una pluralità di mezzi: (a) la finanziarizzazione della economia capitalistica globale; (b) i finanziamenti, nemmeno tanto nascosti, ai movimenti reazionari, dalla riorganizzazione del dissenso tramite la “Sinistra Imperiale” alle squadracce neofasciste; (c) l’aggressione militare contro gli stati e le nazioni indipendenti e i movimenti di liberazione nazionale anticolonialisti e antimperialisti. L’egemonia informativa, di Usa, Gran Bretagna ed Israele, resta un problema estremamente complesso che non può essere eluso.
Lo scrittore Roberto Quaglia ha posto il problema della unipolarizzazione dell’informazione ( ovviamente a vantaggio degli Usa ) citando la testimonianza del giornalista tedesco Udo Ulkfotte ‘’ che ha lavorato per la Frankfurter Allgemeine Zeitung, uno dei principali quotidiani tedeschi, nel suo libro bestseller Gekaufte Journalisten [“Giornalisti venduti”] ha recentemente confessato di essere stato pagato per anni dalla CIA per manipolare le notizie, e che questo è del tutto normale nei media tedeschi’’ 1. Non dobbiamo avere timore nel dire che, tutto questo, avviene nella maggior parte dei paesi occidentali ( e non solo ). Continua Quaglia: ‘’Questo controllo globale sui mezzi d’informazione permette agli Stati Uniti di dominare la guerra della percezione in tale misura da rendergli possibile trasformare facilmente il bianco in nero agli occhi del pubblico. È incredibile come i media europei sotto il controllo americano abbiano potuto distorcere i fatti durante le recenti crisi in Ucraina: la giunta filonazista di Kiev, salita al potere con un colpo di Stato, è stata capace di bombardare e uccidere i propri cittadini per mesi, mentre i media occidentali la raffigurano sempre come la parte buona e Putin è descritto come il nuovo Hitler senza nessun motivo realmente fondato’’. Le rivelazioni di Ulkfotte sono un campanello d’allarme per la borghesia imperialista: gli Usa stanno perdendo l’egemonia informativa grazie ala lavoro di coraggiosi analisti – dal francese Thierry Meyssan ad Eva Golinger, dal russo Israel Shamir all’israeliano Gideon Levy – i quali, svolgendo il loro lavoro di giornalisti, mettono in risalto le grossolane menzogne dei – li chiama giustamente Quaglia – ‘’giornalisti venduti’’. La fine della unipolarizzazione dell’informazione è, almeno dal mio punto di vista, una garanzia democratica per il mondo del lavoro.
Una notizia importante è che il canale YouTube di Russia Today ha superato, nel numero delle visite, BBC e CNN surclassando anche l’ “imperialismo mediatico” britannico: ‘’Le visite che può vantare RT nel suo insieme sommano oltre 2.000 milioni di utenti, numero molto maggiore rispetto ai principali competitors televisivi. In concreto RT ha superato, di 3,1 volte la CNN ed in 3,6 volte Euronews e in 2,5 volte Al Jazeera’’ 2. Una versione alternativa dei fatti, per la prima volta dopo il 1991, viene resa non solo possibile ma doverosa. Si sta concretizzando sotto i nostri occhi.
La reazione della Triade Imperiale – Usa, Gran Bretagna e Israele – è scomposta: qualche settimana fa è stata oscurata la pagina facebook di HispanTV per avere pubblicato un documentario sulla condizione delle donne in Arabia Saudita. E’ di qualche ora fa la notizia della disabilitazione di alcune pubblicazioni online palestinesi. Apprendiamo dal sito InvictaPalestina che:
Gli amministratori delle pagine Facebook di Quds, con più di cinque milioni di “likes”, e Shehab News Agency, con più di sei milioni, venerdì si sono ritrovati a non poter accedere ai loro account.
Ezz al-Din al-Akhras, un supervisore di Quds, ha detto a The Electronic Intifada che verso le 14:00 tre degli editor della pubblicazione hanno trovato i loro account disabilitati.
La stessa cosa è successa a cinque editor della Shehab News Agency, ha riferito a The Electronic Intifada un editor di news della pubblicazione.
Entrambe le organizzazioni stanno ancora pubblicando su Facebook, così come alcuni editor possono ancora accedere ai loro account. 3
Israele alza il tiro contro i diritti del popolo palestinese – proprio oggi ( 25 settembre 2016 ) Netanyahu si è incontrato con Donald Trump – e, quasi per vergogna del suo Sion-Fascismo, censura i giornalisti palestinesi. Un regime razzista può essere rispettoso del diritto internazionale? Israele, anche in ciò, resta un buco della ‘’giustizia internazionale’’.
La Repubblica Islamica dell’Iran, nel 2013, grazie al presidente Ahmadinejad diede vita al canale HispanTV in lingua spagnola. Ahmadinejad pronunciò le parole “Viva la Spagna, Viva l’America Latina”, mettendosi al fianco degli analisti venezuelani di TeleSur; l’imperialismo si contrasta anche sul piano culturale ed informativo. Gli Usa considerano l’informazione un ramo dell’industria capitalista; Iran e Venezuela – nel caso specifico Ahmadinejad e Chavez ( ora Maduro ) – credono che i media debbano educare i popoli ad essere cittadinanza attiva spingendoli a prendere parte, in modo consapevole, ai processi democratici con una chiara prospettiva anticolonialista. Che cosa ha portato il colonialismo culturale nord-americano? Ci risponde il sociologo marxista James Petras: ‘’La cultura che glorifica il “provvisorio” riflette lo sradicamento del capitalismo nordamericano. Il suo potere di contrattare e licenziare, di muovere capitali senza considerazione alcuna per le comunità. Il mito della “libertà di movimento” riflette l’incapacità della popolazione di stabilire e consolidare le proprie radici comunitarie prima dei cambiamenti che esige il capitale. La cultura nordamericana glorifica le relazioni fugaci e impersonali come “libertà”, quando in realtà quelle condizioni riflettono l’anomia e la subordinazione di una massa di individui al potere del capitale transnazionale’’ 4. I disvalori della borghesia Usa hanno distrutto le comunità umane, i legami sociali da cui è necessario ripartire per opporsi alle ingiustizie delle classi dominanti, relegando masse di giovani nella solitudine, nell’apatia e nella ‘’non partecipazione’’, tipica delle metropoli occidentali.
L’Iran ha da poco lanciato la rete Pars Today per fronteggiare la guerra mediatica degli Stati Uniti e della lobby sionista. Il presidente dell’IRIB, Abdolali Ali Asgari, ha dichiarato che “Irán se enfrenta a una amplia guerra blanda de los medios y la IRIB está a la vanguardia de esta guerra” 5. Come dargli torto? Israele si allea con l’Arabia Saudita ed Al Qaeda contro il popolo palestinese; gli Usa sostengono i neonazisti di Pravy Sektor contro la Russia mentre in Venezuela appoggiano gruppi di narcotrafficanti. La controinformazione – iraniana e venezuelana – diventa un baluardo del libero dibattito. Una democrazia plurale necessita della ‘’multipolarizzazione dell’informazione’’ quindi Quaglia conclude il suo articolo esprimendo una posizione corretta: ‘’Non c’è e non ci sarà mai un mondo realmente multipolare senza una gamma veramente multipolare di punti di vista sulla scena. Un impero postmoderno è più che altro una condizione mentale: se questa condizione rimarrà unipolare, il mondo resterà tale’’.
Gli Usa, Israele e l’UE deridono i giornalisti che fanno il loro lavoro per passione civile, senza doppi fini ( in Francia è emblematica la sorte riservata al valido Thierry Meyssan con la sua Rete Voltaire ), dando ampio spazio a pennivendoli privi di ogni moralità e dignità professionale. Israele paga bene e si sa. La costruzione di una rete giornalistica antimperialista è un obiettivo da raggiungere quanto prima per rompere il muro di silenzio che le oligarchie al potere vorrebbero imporci. Un impegno civile che coinvolge ognuno di noi. Ben disse Michel Collon: siamo tutti pubblicisti ! Ciascuno di noi può, e deve fare, molto.


Note:

http://www.hispantv.com/noticias/cultura/280848/iran-agencia-noticias-pars-today

http://www.linterferenza.info/esteri/iran-venezuela-sfidano-cyber-imperialismo-occidentale/