venerdì 2 settembre 2016

Crimini degli Angloamericani in Sicilia e la loro acclarata intrinsecità con la mafia, di Stefano Zecchinelli

La militarizzazione della Sicilia e la conversione dell’isola in un avamposto strategico dell’imperialismo nord-americano fonda – a dispetto di un certo ‘’antifascismo antisovietico’’ – le sue radici nell’Operazione Husky Colosso ) iniziata fra il 9 ed il 10 luglio 1943: il Popolo Siciliano si trovò, faccia a faccia, con una occupazione militare – Alleata – complementare a quella nazifascista nel nord d’Italia.
Il ‘ventre molle dell’Asse’ andava piegato e, se da un lato il premier britannico Churchill premeva per l’occupazione integrale della penisola, il presidente statunitense Roosvelt respinse l’ambiziosa tabella di marcia: la Sicilia divenne una ‘’base Usa’’ nel mediterraneo ma il complesso militar-industriale dell’imperialismo italiano non venne intaccato in modo decisivo. Tutto ciò non toglie che le forze militari impiegate, in un territorio comunque ristretto, furono consistenti ( cui prodest ? ) con una attenzione eccessiva rivolta alla repressione dei civili: ‘’ 2500 navi e mezzi da sbarco, ottanta battaglioni di fanteria, 400 carri armati, 14 mila veicoli e 1.800 pezzi d’artiglieria. Sette le divisioni di fanteria, tre britanniche, una canadese e tre statunitensi, una divisione corazzata Usa, due brigate corazzate britanniche e una canadese, più truppe aerotrasportate e forze speciali, più ingenti forze aeree e navali’’ 1.
I soldati nord-americani, al pari dei nazifascisti nell’Italia settentrionale, si macchiarono di numerosi crimini. Domanda: le stragi a stelle e strisce sono meno importanti di quelle – ovviamente vili ed ampiamente documentate – con svastica e fascio littorio ?
La Sicilia fu l’unica regione italiana ad essere totalmente occupata da un esercito straniero definito impunemente ‘’alleato’’ – una sorte simile è toccata al Nord Italia in balia dello stragismo nazifascista – e gli abitanti del posto trattati da nemici. I soldati statunitensi indicavano la popolazione siciliana col nome in codice Horrified ovvero atterrita, sconvolta. L’occupazione yankee dell’estremo sud è una pagina atroce della storia di questo paese, celata con un certo imbarazzo dalla storiografia liberale eppure, paradossalmente, proprio negli Stati Uniti, alcuni studiosi ne hanno fatto oggetto di discussione.
Il ricercatore Giovanni Bartolone ci tiene a ricordare come: ‘’Nelle università nordamericane ci sono corsi dedicati a queste stragi, come quello tenuto a Montreal sul tema “Dal massacro di Biscari a Guantanamo" 2. Ma non è tutto oro ciò che luccica ( e continua Bartolone ): ‘’ Negli USA anni fa gli esperti di diritto militare hanno valutato le responsabilità dei carcerieri di Abu Ghraib anche sulla base delle precedenti decisioni emesse delle corti marziali che giudicarono i “fucilatori d’italiani”. Perché – com’è agli atti di quei processi – i militari americani si difesero sostenendo di avere soltanto ubbidito agli ordini del generale Patton. “Ci era stato detto – dissero – che il generale non voleva prigionieri”’’.
Domanda: Erik Pribke, il boia del Massacro delle Fosse Ardeatine, si difese dai suoi accusatori nello stesso modo – ho solamento ubbidito a degli ordini – qual è la differenza fra lui ( un criminale nazista ) e i militari americani ? Bisogna essere onesti e dire, con decisione, nessuna.
Dalla Strage di Canicattì a quella di Vittoria, gli eccidi commessi dai ‘’liberatori’’ hanno lasciato delle ferite profonde nell’animo dei siciliani, popolo orgoglioso e poco incline a farsi mettere i piedi in testa: prima i fascisti, poi i ‘liberal-imperialisti’ ma chi si cura dei mali delle classi lavoratrici ? La domanda, che allude ad una bella poesia di Bertolt Brecht, resta, tutt’ora, attuale.
L’alleanza Usa – mafia: quello che gli storici non dicono…
 I rapporti fra la dittatura fascista e la mafia furono basati sull’affarismo,  si trattava, in poche parole, d’alleanze ‘’momentanee’’ intessute da uomini politici – quelli del regime – senza scrupoli.
La mafia, nella figura del boss Vito Genovese, ha eliminato per conto di Mussolini giornalisti e militanti politici rifugiati – leggi qui– negli Usa, agendo, fra le tante cose, col plauso delle autorità statunitensi. Un esempio più che eloquente: l’anarchico Carlo Tresca perse la vita per mano di Vito Genovese, Carmine Galante e Frank Garofalo, tutti mafiosi italo-americani in combutta con la borghesia italiana. Sullo stesso ‘’caso Tresca’’ si prospetta l’ipotesi del tradimento della Mazzini Society, organizzazione tanto antifascista quanto anticomunista, legata all’amministrazione Roosvelt. Tresca, antifascista e militante anti-mafia anarchico ( fu perfino amico personale di Leon Trotsky ), era una spina nel fianco del potere liberal-imperialistico il quale, dal ’45, si sarebbe imposto nell’isola. Porgo una domanda ai benpensanti: dobbiamo considerare questo il reale motivo del suo assassinio a più mandanti ?
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Vito Genovese in divisa americana con Salvatore Giuliano. Genovese fu l'autista e l'interprete di Charles Poletti. Foto ilportaledelsud.org
Un’altra figura centrale è il contrabbandiere Lucky Luciano, il ruolo che svolge ebbe,‘’drammatica rilevanza’’:LUCKY LUCIANO 2
‘’Lucky Luciano, in foto da italiamistero.blogspot.com, il noto boss rinchiuso nelle carceri americane, passò i nomi di 850 persone su cui contare" e gli ufficiali dell'OSS, che dirigeranno sul campo "l'operazione sbarco", saranno Max CorvoVictor Anfuso e Vincent Scamporino. Il loro gruppo sarà  conosciuto come il "cerchio della mafia". Tra gli americani, in divisa dell'esercito, c'erano Albert Anastasia sotto in foto da Wikipedia (ucciso nel dopoguerra in un negozio di barbiere)
e don Vito Genovese, (il don Vito Corleone del film "Il padrino"), stretti collaboratori di Charles_Poletti. Scrivono Roberto Faenza e Marco Fini : Gli americani in Italia: "cosa che quando nel 1943 gli americani sbarcheranno in Sicilia, la prima azione dell'OSS sarà  [...] restituire la libertà  ai mafiosi imprigionati dal regime fascista’’ 
Vito Genovese, Lucky Luciano ed ovviamente il bandito Salvatore Giuliano erano l’anello di congiunzione fra gli Usa, le componenti più filo-monarchiche del fascismo ed il banditismo ‘’anti-sociale’’: la mafia. Ogni milite riceveva una ‘’ricca’’ somma per i suoi servigi: 50.000 lire all’ingaggio e 6.000 lire di salario al mese. Questi erano i ‘’prezzi’’ dei nuovi lanzichenecchi dell’imperialismo Usa, oggigiorno cos’è realmente cambiato ?
Il capomafia Vito Genovese, in divisa regolare da ufficiale americano, con accanto Salvatore Giuliano, il futuro responsabile della strage di Portella della Ginestra ( Foto tratta dal sito Anarchopedia )

La mafia per l’imperialismo di Washington – ed ora anche quello di Tel Aviv –  leggi qui - è una sorta di cane da guardia: quanti pensano che gli uomini di Riina – fra l’altro feroce anticomunista – abbiano preso parte al ‘’golpe Borghese’’ senza aver ricevuto, con largo anticipo, promesse di un certo rilievo ? Solo uno sciocco potrebbe commettere una simile ingenuità.
Domanda conclusiva: come mai la ‘’sinistra’’ italiana ( nel ’48 era il PCI togliattiano ) è stata così clemente verso lo stragismo ‘’made in Washington’’ ? Un errore che, col senno di poi, s’è pagato a caro, anzi oserei dire carissimo, prezzo.
http://laspiapress.com/crimini-degli-angloamericani-in-sicilia-e-la-loro-acclarata-intrinsecita-con-la-mafia/

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