lunedì 9 novembre 2015

Quattro cose che bisogna sapere sul Muro di Berlino, di Giovanni Apostolou

Vi sono 4 cose che bisognerebbe sapere sul Muro di Berlino:
1) Il Muro circondava Berlino Ovest, non Berlino Est o la DDR.
È tanta la manipolazione storica che la maggioranza delle persone è convinta che il Muro circondasse la parte orientale di Berlino e impedisse l’uscita ai tedeschi della DDR.
Esso non separava nemmeno la Repubblica Federale Tedesca dalla DDR.
Il Muro circondava esclusivamente i territori della Berlino Occidentale occupati da USA, Francia e Inghilterra (potenze che fecero tutto il possibile per destabilizzare il paese socialista dopo la Seconda Guerra Mondiale): questa zona era localizzata all’interno della DDR, il che era molto negativo per il paese che aveva il nemico al’interno delle sue Frontiere.
La DDR, vedendo il pericolo che questo creava, invocava la riunificazione del paese e la demilitarizzazione (cosa che gli Stati Uniti negarono sempre).
2) La DDR fece tutto il possibile per evitare la costruzione del Muro.
Vi è la convinzione generalizzata che il governo della DDR si svegliò un bel giorno e decise di costruire il Muro per pura malvagità.
Il Muro venne alzato dopo anni di conflitti tra il blocco socialista e le potenze occidentali.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale queste potenze decisero di dividere la capitale tedesca contrariamente a quanto chiesto da Stalin a Yalta: una Germania unita e demilitarizzata.
Nel Maggio 1949 le potenze occidentali unirono i territori sotto il loro controllo fondando la Repubblica Federale Tedesca (con molti ex nazisti tra le file del governo, dei servizi segreti e dell’Amministrazione), venendo meno agli ACCORDI di Postdam e Yalta.
Un mese dopo, come risposta alla fondazione della Repubblica Federale, nasce la DDR (uno Stato antifascista con un obiettivo: il socialismo).
L’unificazione della Berlino Ovest creò un blocco terrestre per i sovietici creando grande tensione tra entrambe le parti.
D’altra parte, l’enorme crescita economica, che travolse la Repubblica Federale Tedesca negli anni 50, fu possibile solo grazie agli aiuti delle potenze capitaliste che aiutarono considerevolmente la ricostruzione del paese (includendo anche condoni di debiti accumulati precedentemente) il che provocò un enorme aumento del PIL.
Ciò avvenne per la necessità di mostrare una nazione ricca e prospera, per evitare che la classe operaia volgesse il suo sguardo verso il comunismo.
Queste enormi differenze economiche tra le due Germanie provocarono come effetto che migliaia di tedeschi orientali, tra cui operai qualificati, cercassero di emigrare a Berlino Ovest per le più alte condizioni di vita.
Questo fenomeno colpiva direttamente la DDR che per la formazione professionale di questi aveva investito grandi quantità di denaro.
Si stabilì anche un commercio trans-frontaliero con due diverse valute, il che colpì l’economia della Germania Orientale.
Per questi e molti altri fattori si iniziò a parlare di chiudere le Frontiere tra i due Stati.
Nel 1955 la DDR entrò a far parte del Patto di Varsavia, e come se non bastasse nel 1958 la Repubblica Federale iniziò la ricerca nel campo degli armamenti atomici.
La DDR auspicava in una Germania unita e senza la presenza di truppe straniere, cosa accettata unicamente dall’Unione Sovietica.
Le potenze occidentali negarono il ritiro delle loro truppe dalla Berlino Ovest per la sua posizione strategica al centro della DDR.
Le tensioni andarono aumentando.
La DDR propose decine di proposte per l’abbandono dei programmi nucleari, per la collaborazione e la riunificazione.
Le potenze capitaliste rifiutarono sempre i negoziati poiché essi andavano contro i loro interessi economici.
Fu nel 1961 che, per causa di questi problemi e altri derivati, le autorità della DDR decisero, come ultima soluzione, di alzare il Muro ed evitare il collasso economico del paese.
Forse questa non fu la migliore soluzione, ma non venne sicuramente attuata per separare il popolo dell’Est da quello dell’Ovest come viene sostenuto oggi.
3) Molti di coloro che attraversavano il Muro finivano per tornare indietro nella DDR.
È innegabile che molta gente rischiò la vita per attraversare il Muro e alcuni di loro morirono nell’intento.
Tutti abbiamo avuto modo di vederlo sui mezzi di comunicazione.
Quello che non si dice è che parte di coloro che attraversarono (molti in forma legale vista la possibilità di ottenere il VISTO, cosa ben poco detta) tornarono indietro nella DDR.
Un esempio è il caso eclatante avvenuto nel 1984 in cui 40.000 abitanti della Germania dell’Est emigrarono nella Repubblica Federale e chiesero di tornare indietro in 20.000 solo un anno dopo.
I motivi di ciò furono la mancanza di coperture sociali, il tasso di disoccupazione alle stelle (allora toccava già i 2,5 milioni) e l’assenza di solidarietà.
In definitiva avevano provato ciò che era realmente il capitalismo.
4) La caduta del Muro rappresentò un brutale saccheggio alla classe operaia della Germania dell’Est.
Quando cadde il Muro nel 1989 la DDR venne integrata nella Repubblica Federale Tedesca e gli oligarchi occidentali se ne divisero il patrimonio pubblico.
Questo patrimonio accumulato grazie alla socializzazione dei mezzi di produzione, aveva permesso progressi sociali inesistenti nella Repubblica Federale Tedesca (e nella maggioranza degli Stati attuali) come l’assicurazione medica e l’istruzione completamente gratuita, alloggi per tutti, un impiego sicuro, pensioni d’anzianità o infermità, congedo per maternità da 6 settimane prima del parto a 8 settimane dopo (con il 100 % del salario), pari opportunità tra uomini e donne (nel 1985 il 50,6 % degli studenti delle 54 facoltà della DDR erano donne e nel 1989 il 90 % delle donne in età lavorativa svolgeva una professione), aborto libero e gratuito già nel 1972 e prescrizioni di anticoncezionali liberi e gratuiti.
Nel 1990 l’Agenzia Privata “Treuhandanstalt” venne fondata per gestire la privatizzazione di tutte le imprese pubbliche della Germania dell’Est.
Si contarono 8.400 imprese, 25.000 attività commerciali, 7000 Hotel e ristoranti e 4 milioni di ettari in terre coltivabili e boschi.
Questa Agenzia amministrò anche le proprietà dei servizi segreti (la STASI) e dell’esercito della scomparsa DDR.
Questo patrimonio fu in gran parte diviso e privatizzato dal grande capitale o distrutto perché non potesse rappresentare un fattore di concorrenza per i padroni occidentali.
Il saccheggio del tessuto sociale costruito in decine d’anni dai lavoratori della DDR rappresentò il passaggio da un tasso di disoccupazione inesistente, a più del 14 % (aumentando negli anni fino a raddoppiare).
In pochi anni dei 4,5 milioni di lavoratori ne rimasero soltanto 1,5.
L’ 85 % delle imprese furono vendute a impresari privati occidentali o a capitalisti stranieri.
Arrivarono fenomeni quali la prostituzione, il traffico della droga, l’elemosina, l’alienazione e tutti quei fenomeni che fanno si che oggi a 25 anni dalla scomparsa della DDR molti tedeschi dell’Est guardino ancora con nostalgia tutti quei servizi di giustizia e sicurezza sociale garantiti nel paese socialista.

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