venerdì 6 novembre 2015

Netanyahu e Al Baghdadi uniti nella lotta, di Stefano Zecchinelli

Il giorno 28 ottobre le operazioni aeree russe sul territorio siriano contano circa 1000 missioni contro centinaia di obiettivi dell’ISIS e del Fronte Al Nusra. Gran parte del territorio siriano, oramai, è sotto il controllo russo e del legittimo governo di Bashar Al Assad. Per l’imperialismo occidentale è una sconfitta su tutti i fronti: il 30 settembre, il governo di Damasco ha annunciato che 800.000 rifugiati siriani sono rientrati in patria.
Una disfatta che è facilmente leggibile nel rifiuto di Netanyahu, leader dell’estrema destra israeliana, di incontrare i mercenari jihadisti impegnati contro il Partito Ba’th. Le parole del capo likudista sono eloquenti “ora non è il momento migliore per far arrabbiare (Vladimir) Putin“ e a confermarle c’è anche l’agenzia di stampa libanese al-Ahd. Netanyahu inizia ad avere paura?
Di certo sono lontani i tempi in cui il novello negazionista della Shoah ( teniamo a mente le sue ultime, balorde, dichiarazioni sul genocidio ebraico ) si faceva fotografare sul Golan siriano in compagnia dei terroristi di Al Nusra. Molte cose da allora sono cambiate: gli Usa hanno riconosciuto il ruolo dell’Iran come potenza regionale; il Ba’th siriano ha resistito ad una aggressione neocoloniale vecchio stile; Erdogan, in Turchia, perde consenso popolare, nello Yemen, Casa Saud fa i conti con il movimento patriottico e antimperialista Ansarola. In poche parole, Israele vede la sua posizione egemonica indebolirsi. La reale proporzione di questi stravolgimenti dovremo valutarli con attenzione nei prossimi mesi: la forza israeliana – in quanto potenza militare e imperialistica di primo piano – ci è ben nota, inoltre Tel Aviv può contare sempre sull’appoggio della potente lobby sionista nord-americana. Non bisogna quindi farsi prendere da facili entusiasmi.
Ciò detto, i guai per il regime di Tel Aviv non sono finiti: il Dottor Haysam Bu ha confermato in esclusiva a VT che il generale Yussi Elon Israel Shahak, catturato dall’esercito del Popolo iracheno, ha ammesso durante l’inchiesta che: “Vi è una forte cooperazione tra il Mossad e alti comandanti militari dello SI… consiglieri israeliani aiutano l’organizzazione a sviluppare piani strategici e militari e a guidarli sul campo di battaglia“. ( Fonti: Sito Aurora; Reseau International ) 1
Una comunicazione interessante dato che – dalle confessioni – è emerso come molti jihadisti siano stati trasferiti in Ucraina proprio per combattere contro il governo di Putin. Non è una notizia da sottovalutare: Gordon Duff, di recente, ha rivelato che Al Nusra ha da tempo stretti rapporti col terrorismo ceceno ed il neonazismo ucraino. E’ solo un caso il fatto che la Russia abbia bombardato Al Nusra prima dell’ISIS ? Duff si spinge ben oltre con la sua analisi:
‘’L’interesse della Russia nel Fronte Al Nusra risiede nel paternariato che questo gruppo esercita su altri gruppi estremisti in Ucraina. Infatti jhadisti di Al Nusra, e sono più di 3000, servono attualmente il governo golpista ucraino e sono responsabili della maggior parte delle violazioni dell’accordo di Minsk. Il regime di Kiev si è volontariamente schierato dalla parte di Al Qaida ( Nr questo perché Al Qaida non è altri in realtà che Al CIAda e questo fin dall’inizio e cioè dagli anni 80… ) e facendolo, beneficia delle casse aperte e generose della CIA, di container di denaro liquido utilizzati per corrompere il regime di Kiev comprandosi in qua e la anche governi di paesi come la Romania, la Georgia, la Bulgaria, e l’Azerbaijan, i quali tutti hanno fornito agli USA delle basi per i terroristi di Al Qaida, gruppi di terroristi il cui bersaglio è l’Europa Occidentale’’ 2
Arrivati a questo punto una domanda sorge spontanea: come mai Tel Aviv intrattiene, certamente da diversi mesi ( se non anni ), un rapporto privilegiato con questi jihadisti ? Le foto del premier sionista con i militanti di Al Qaeda negli ospedali al confine sul Golan siriano sono prove inoppugnabili che hanno fortemente imbarazzato anche altri esponenti politici e militari israeliani. Altre agenzie di stampa – sia locali che internazionali – da tempo denunciano la collusione dell’IDF coi mercenari jihadisti nel massacro di civili drusi, i quali, come è ben noto, sono una minoranza di musulmani discriminata all’interno dello stesso Israele.
I rapporti di Israele con l’ISIS sono ancor più di vecchia data. Wayne Madsen ci ha già spiegato che “Quando il SIIL, alleato di Jabhat al-Nusra, occupò il valico di frontiera siriano-israeliano di Qunaytra nel Golan, l’esercito israeliano coordinò il suo tiro sulle posizioni del governo siriano in modo d’aiutare i radicali islamici’. Nello stesso modo l’estrema destra sionista si appoggiò all’ISIS nel tentativo di combattere il movimento popolare Hamas nella Striscia di Gaza. Purtroppo per i falchi israeliani, il popolo palestinese si è stretto attorno ai suoi legittimi rappresentanti non lasciando spazio ai terroristi jihadisti. Che interessi tengono uniti i likudisti ( ma potremmo anche dire il sionismo nel suo complesso ) e il terrorismo islamista ? La stessa idea teocratica e razzista di una ipotetica entità statuale?
E’ una vera e propria rete del terrore – continua Madsen – gli Usa ed Israele usano il terrorismo jihadista con la sola finalità di distruggere gli Stati laici ed indipendenti. Il giornalista statunitense ci offre una lista delle organizzazioni presenti e delle loro ramificazioni:
‘’Infatti, Mossad, Muqabarat saudita e in misura minore la CIA e il Secret Intelligence Service MI-5 inglese, sono collegati ai vari rami di al-Qaida in Medio Oriente e Nord Africa. Oltre a Jabhat al-Nusra e SIIL, vi sono Jabhat al-Islamiya fil-Muqawama al-Iraqiya (Fronte Islamico della Resistenza Irachena),Jaysh al-Islami fil-Iraq (Esercito islamico in Iraq), Haraqat al-Muqawama al-Islamiya fil-Iraq (Movimento di Resistenza Islamico in Iraq), Jaysh al-Iraq al-Islami (Esercito Islamico dell’Iraq), Jaysh al-Jihad al-Islami (Esercito della Jihad islamica), Jaysh al-Mujahidin (Esercito dei Mujahidin), Jaysh al-Taifa al-Mansura (Esercito del gruppo vittorioso), Jaysh Ansar al-Sunna (Esercito dei partigiani della Sunna), Tanzim al-Qaidah fi Jazirat al-Arab, (al-Qaida nella penisola araba) e Tandhim al-Qa’ida fi Bilad al-Rafidayn (Organizzazione di al-Qaida in Mesopotamia)’’ 3
L’ISIS ha conquistato molti territori in Irak e Siria a discapito delle organizzazioni rivali, gli altri territori sotto bersaglio sono la Palestina ( certamente con il supporto attivo del Mossad ), il Libano e la Giordania. La Clinton, in passato, fu esplicita: l’obiettivo ( obiettivo dei ‘’falchi democratici’’ ) è quello di creare un movimento islamico anti-sciita ostile all’Iran. Detto, fatto: ecco lo sceicco Al Bagdadi !
Israele e l’ISIS di certo hanno molti punti in comune: il talmudismo rabbinico ( da non confondere assolutamente con la Torah ! ) ben si sposa con gli sproloqui wahabiti; la violenza dei coloni nella Cisgiordania non è poi molto dissimile da quella dei tagliagole fedeli a Casa Saud; Israele si proclama “Stato per soli ebrei”, mentre l’ISIS dichiara guerra ai modernizzatori sciiti considerati “eretici” ed ‘infedeli’. Troppi, davvero troppi, punti in comune. Netanyahu e Al Bagdadi si somigliano più di quanto comunemente non si pensi e i fatti recenti sembrano proprio confermarlo.
https://aurorasito.wordpress.com/2015/10/27/un-generale-israeliano-catturato-in-iraq-ammette-la-collaborazione-tra-stato-islamico-ed-israele/


http://www.veteranstoday.com/2015/10/02/russias-secret-war-on-the-cia-in-syria/
http://www.morasta.it/hillary-clinton-e-la-nonna-del-califfato-islamico/

http://www.linterferenza.info/esteri/netanyahu-e-al-baghdadi-uniti-nella-lotta/

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