(apparso su Socialist Appeal, 5 novembre 1938). Traduzione dal russo di Yurii Colombo (copyright per la traduzione)
Una intervista con Mateo Fossa
23 settembre 1938
Fossa: Secondo lei, come si svilupperà la situazione in Europa?
Trotsky: È possibile che questa volta la diplomazia possa giungere a uno corrotto compromesso. Ma non durerà molto. La guerra è inevitabile e per giunta nel futuro più prossimo. Le crisi si succedono. Queste convulsioni sono i dolori del parto della prossima guerra. Ogni nuovo spasmo sarà sempre più acuto e minaccioso. Attualmente non esiste al mondo nessuna forza che possa controllare questo processo e decidere quando scoppierà la guerra. Inevitabilmente un nuovo massacro colpirà l’umanità.
Certamente una tempestiva azione rivoluzionaria del proletariato internazionale potrebbe paralizzare l’opera rapace degli imperialisti. Però dobbiamo essere realisti. L’immensa maggioranza della massa dei lavoratori europei seguono le direzioni della Seconda e Terza Internazionale. I dirigenti dell’Internazionale Sindacale di Amsterdam appoggiano completamente la politica della Seconda e della Terza e partecipano con esse ai cosiddetti «fronti popolari».
La politica dei «fronti popolari» come dimostrano gli esempi della Spagna, della Francia e di altri paesi, consiste nel subordinare il proletariato all’ala sinistra della borghesia. Però tutta la borghesia dei paesi capitalisti, tanto quella di destra che quella di «sinistra» è impregnata di sciovinismo ed imperialismo. Il «fronte popolare» serve solo per trasformare gli operai in carne da cannone della propria borghesia imperialista. E null’altro..
Attualmente l’Internazionale di Amsterdam, la Seconda e la Terza sono organizzazioni controrivoluzionarie il cui obiettivo è paralizzare e frenare lotta rivoluzionaria del proletariato contro l’imperialismo «democratico». Fintanto che non verrà eliminata la direzione criminale di queste internazionali gli operai saranno impotenti nell’opporsi alla guerra. Questa è l’amara e ineludibile verità. Dobbiamo saperla affrontare e non consolarci con le illusioni e i balbettamenti pacifisti. La guerra è inevitabile!
Fossa: Quali saranno le conseguenze sulla lotta in Spagna e sul movimento operaio internazionale?
Trotsky: Per comprendere correttamente il carattere dei prossimi avvenimenti prima di tutto dobbiamo mettere da parte la falsa teoria, completamente errata, che l’imminente guerra sarà tra fascismo e «democrazia». Non c’è nulla di più falso. Le «democrazie» imperialiste sono divise da interessi contraddittori in tutto il mondo. Non sarà difficile ritrovare l’Italia fascista nello stesso campo della Gran Bretagna o della Francia, se la smetterà di credere nel trionfo di Hitler. La semifascista Polonia può legarsi agli uni come agli altri, a seconda dei benefici che le si proporranno. Nel corso della guerra la borghesia francese per tenere sottomessi i suoi operai e obbligarli a combattere «fino in fondo», potrebbe sostituire la democrazia con il fascismo. La Francia fascista, proprio come quella «democratica» difenderebbe le sue colonie armi alla mano. Il carattere rapace della nuova guerra imperialista si è dimostrato assai evidentemente nel 1914-1918. Gli imperialisti non lottano per affermare dei principi politici ma per i mercati, le colonie, per le materie prime, l’egemonia sul mondo e sulle sue ricchezze.
Il trionfo di una qualche banda di imperialisti significherebbe la schiavitù definitiva di tutta l’umanità e l’incatenamento delle attuali colonie e di tutti i popoli deboli e arretrati, tra cui i popoli dell’America Latina. Il trionfo di una qualunque delle bande imperialiste significherà schiavitù, disgrazie, miseria e decadenza della cultura umana. Quale sarebbe la via d’uscita mi si potrebbe chiedere? Personalmente, non ho dubbio alcuno che la nuova guerra provocherà la rivoluzione internazionale contro il dominio dell’umanità da parte delle rapaci camarille dell’imperialismo. Durante la guerra scompariranno tutte le differenze tra «democrazia» imperialista e fascismo. In tutti i paesi si imporrà una spietata dittatura militare. Gli operai ei i contadini tedeschi moriranno proprio come quelli francesi e inglesi. I moderni strumenti di distruzione sono così mostruosi che probabilmente l’umanità potrà sopportare la guerra solo per pochi mesi. La disperazione, l’indignazione, l’odio, imporranno alle masse di tutti i paesi belligeranti di sollevarsi, armi alla mano. Il trionfo del proletariato mondiale, porrà fine alla guerra e risolverà la questione spagnola e tutte le altre questioni importanti in Europa e nel resto del mondo.
Quei «dirigenti» operai che vogliono attaccare il proletariato al carro della guerra dell’imperialismo che si copre con la maschera della «democrazia» sono oggi i peggiori nemici e traditori dei lavoratori. Dobbiamo insegnare gli operai a disprezzare e odiare gli agenti dell’imperialismo, perchè questi avvelenano la coscienza dei lavoratori. Dobbiamo spiegare che il fascismo è solo una forma dell’imperialismo, che non dobbiamo combattere i sintomi del male ma le sue cause organiche, ovvero il capitalismo.
Fossa: Qual è la prospettiva della rivoluzione messicana? Come vede la svalutazione della moneta in relazione all’espropriazione delle terre e del petrolio?
Trotsky: Non posso trattare dettagliatamente queste questioni. L’espropriazione della terra e delle ricchezze naturali costituisce per il Messico una misura di autodifesa nazionale assolutamente indispensabile. Nessuno dei paesi latinoamericani potrà conservare la sua indipendenza se non soddisferà le necessità quotidiane dei contadini. La riduzione del potere d’acquisto è solo una conseguenza del blocco imperialista che sta iniziando, contro il Messico. La salvezza è impossibile senza sacrifici. Capitolare di fronte agli imperialisti significherebbe la spoliazione di tutte le ricchezze del paese e condannerebbe il popolo alla decadenza e alla estinzione. Ben inteso, le organizzazioni operaie devono controllare l’aumento del costo della vita, perché esso non ricada essenzialmente sulle spalle dei lavoratori.
Fossa: Che cosa può dire sulla lotta di liberazione dei popoli latinoamericani e dei problemi del futuro? Qual’è la sua opinione sull’aprismo?
Trotsky: Non conosco sufficientemente la situazione di ognuno dei paesi latinoamericani per poter dare una risposta concreta alle domande che mi ha formulato. Tuttavia mi pare chiaro che i problemi interni di questi paesi non si possano risolvere se non con una lotta rivoluzionaria simultanea contro l’imperialismo. Gli agenti degli Stati Uniti, dell’Inghilterra, della Francia (Lewis, Jouhaux, Toledano, gli stalinisti) tentano di sostituire la lotta contro l’imperialismo con la lotta contro il fascismo. Durante l’ultimo congresso contro la guerra e il fascismo siamo stati testimoni dei suoi sforzi criminali in questo senso. Nei paesi latinoamericani, gli agenti dell’imperialismo democratico sono particolarmente pericolosi perché hanno più possibilità di ingannare le masse che gli agenti dichiarati dei banditi fascisti.
Ne abbiamo un esempio semplice ed evidente. Il Brasile regna oggi un regime semifascista che qualunque rivoluzionario può solo odiare. Supponiamo, però che domani l’Inghilterra entri in conflitto militare con il Brasile. Da che parte si schiererà la classe operaia in questo conflitto? In tal caso, io personalmente, starei con il Brasile “fascista” contro la “democratica” Gran Bretagna. Perché? Perché non si tratterebbe di un conflitto tra democrazia e fascismo. Se l’Inghilterra vincesse si installerebbe un altro fascista a Rio de Janeiro che incatenerebbe doppiamente il Brasile. Se al contrario trionfasse il Brasile, la coscienza nazionale e democratica di questo paese e condurre al rovesciamento della dittatura di Vargas. Allo stesso tempo, la sconfitta dell’Inghilterra assesterebbe un colpo all’imperialismo britannico e darebbe impulso al movimento rivoluzionario del proletariato inglese. Bisogna proprio aver la testa vuota per ridurre gli antagonismi e i conflitti militari mondiali alla lotta tra fascismo e democrazia. Bisogna imparare a saper distinguere sotto tutte le loro maschere gli sfruttatori, gli schiavisti e i ladroni!
In tutti i paesi latino americani i problemi della rivoluzione agraria sono indissolubilmente legati alla lotta antimperialista. Gli stalinisti, i traditori, paralizzano entrambe.
E nei negoziati con gli imperialisti, il Cremlino usa i paesi latinoamericani solo come merce di scambio. A Washington, a Londra e Parigi Stalin dice: “Riconoscetemi la pari dignità e io vi aiuterò ad abbattere il movimento rivoluzionario delle colonie e delle semicolonie visto che, a tal fine, ho al mio servizio centinaia di agenti come Lombardo Toledano”. Lo stalinismo si è trasformato nella lebbra del movimento di liberazione.
Non conosco a sufficienza l’aprismo per poter esprimere un giudizio definitivo. In Perù la sua attività è illegale e per tanto è difficile da osservare. Durante il congresso di settembre contro la guerra e il fascismo l’APRA, come del resto i delegati di Porto Rico, ha adottato una posizione per quanto posso giudicare, valida e corretta. C’è solo da sperare che l’APRA non diventi una preda degli stalinisti, perché ciò paralizzerebbe la lotta di liberazione in Perù. Credo che sia possibile e desiderabile concludere degli accordi con gli apristi al fine di raggiungere degli scopi ben definiti però a condizione di mantenere una totale indipendenza organizzativa.
Fossa: Quali saranno le conseguenze della guerra nei paesi latinoamericani?
Trotsky: I due campi imperialisti si sforzeranno di attrarre i paesi dell’America Latina nella spirale della guerra al fine di ridurla completamente in schiavitù. Per prepararsi alla guerra mondiale i partiti rivoluzionari dell’America Latina devono assumere immediatamente un atteggiamento irriconciliabile nei confronti di tutti i gruppi imperialisti. I popoli latinoamericani sulla base della lotta per la propria sopravvivenza , i popoli dell’America Latina devono appoggiarsi l’uno all’altro. Nel primo periodo della guerra, la posizione dei paesi deboli può rivelarsi molto difficile. Però con il passare dei mesi gli imperialisti saranno sempre di più deboli. La lotta mortale che condurranno gli uni contro gli altri permetterai paesi coloniali e semi coloniali di alzare la testa. Ciò varrà anche per i paesi latinoamericani. Saranno capaci di realizzare la propria completa liberazione se alla testa delle masse si porranno partiti antimperialisti e sindacati veramente rivoluzionari. Non si può sfuggire dalle tragiche situazioni storiche con degli stratagemmi, frasi vuote o piccole menzogne. Dobbiamo dire alle masse la verità, tutta la verità null’altro che la verità.
Fossa: Secondo lei,quali devono essere i compiti e i metodi che i sindacati devono utilizzare?
Trotsky: Affinché i sindacati siano in grado di enucleare, educare e mobilitare il proletariato per lottare per la sua liberazione, deve liberarsi dei metodi totalitari dello stalinismo. I sindacati devono aprire le loro porte agli operai di tutte le tendenze politiche a condizione che si sottomettano alla disciplina dell’azione. Chiunque utilizzi i sindacati per obbiettivi che gli sono estranei (specialmente come arma della burocrazia stalinista e dell’imperialismo “democratico”) – inevitabilmente divide la classe operaia, la indebolisce e apre le porte alla reazione. Una democrazia onesta e totale nei sindacati è la condizione più importante della democrazia di un paese.
Per concludere, la prego di trasmettere i miei saluti fraterni agli operai argentini. Non dubito che non crederanno a nessuna delle calunnie ripugnanti che le agenzie staliniste hanno diffuso contro di me e contro i miei amici. La lotta che conduce la Quarta Internazionale contro la burocrazia staliniana è la continuazione della grande lotta storica degli oppressi contro gli oppressori, degli sfruttati contro gli sfruttatori. La rivoluzione internazionale libererà tutti gli oppressi, inclusi gli operai dell’URSS.
Tratto da Lev Trotsky archive
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