lunedì 17 agosto 2015

L’America di Obama fra razzismo, neonazismo e ingiustizie sociali, di Stefano Zecchinelli

Il primo anniversario della strage razzista di Ferguson, negli Usa, è stato caratterizzato da una grande manifestazione antirazzista da parte dei giovani lavoratori afroamericani.
L’assassinio rimasto impunito di Michael Brown ha suscitato lo sdegno delle comunità nere che, nonostante le intimidazioni delle autorità, continuano la loro lotta anti apartheid. Anche questa volta la repressione non è mancata: più di 60 persone sono state arrestate e Tyrone Harris Jr. – un giovane di appena 18 anni – è rimasto ferito. I mass media nostrani, come al solito, hanno preferito tacere.
La situazione negli Usa sta progressivamente degenerando ed è la stessa democrazia nord-americana ad essere gravemente compromessa. L’avvocato Richard Cohen (una fonte certamente non imputabile di antiamericanismo) ha denunciato che sono ben 26 mila i crimini compiuti ogni anno negli Usa imputabili a fenomeni di razzismo e xenofobia. L’ultimo rapporto dell’ FBI (altra fonte al di fuori di ogni sospetto…) afferma che nel 2013 questi crimini sono stati 5.928 nell’intero paese, e solo 51 in South Carolina, lo stato a cui appartiene Charleston, dove è stato perpetrato il massacro (1)
Spesso le vittime della violenza razzista e di estrema destra non sono solo appartenenti alle comunità afroamericane e latinos ma anche attivisti di sinistra ed omosessuali. Una bella contraddizione per chi, come gli USA, ha scelto di vestire i panni del difensore della causa dei diritti umani nel mondo…

Il neonazismo esplode negli Usa

Il National socialist movement è il principale gruppo neonazista nord-americano: presente in 32 stati, il movimento è un prodotto della scissione, nel 1994, dell’Aryan nation. La situazione è particolarmente grave anche perché questa organizzazione criminale dispone addirittura di una struttura giovanile: il Viking youth corps.
Su cosa fanno leva i neonazisti ? Molto semplice. Sull’ ideologia del White Power (Potere Bianco). Negli Usa esistono dei veri e propri “gruppi di odio” nei confronti di tutte le etnie non WASP (White Anglo saxon Protestant) e in una certa misura anche questi gruppi sono funzionali alla politica imperialistica nord-americana, perché contribuiscono a creare un clima e un contesto che supporta ideologicamente quella stessa politica (il famoso scontro di civiltà…).
I gruppi neonazi nel 2008 erano 159 e in soli tre anni sono saliti a 1274. Questi i nomi delle organizzazioni più famose: American front, American guard, Hammerskins, National alliance, National socialist american labor party, National socialist vanguard, Nsdap/Ao, White aryan resistance. (2)
Il fascismo ed il nazismo sono state due brutali dittature capitalistiche. Poco studiato è il razzismo antiafricano del regime mussoliniano la cui ideologia, specie dopo il 1945, è stata in una qualche misura assimilata dall’imperialismo nord-americano. Anche il massacro di Ferguson affonda le sue radici in un determinato brodo di coltura (appunto il razzismo molto diffuso negli USA) e sarebbe errato pensare che questo fenomeno non abbia nessun legame con l’ideologia che sta alle spalle della politica imperialistica nordamericana.
Stesso discorso per il massacro di Charleston. Mumia Jamal, il giornalista delle Pantere Nere, ha definito questo come un crimine “negrofobo”. Quello che a me preme sottolineare è il legame ideologico di Dylan Roof Storm – l’autore del massacro – con regimi razzisti quali il vecchio Sudafrica e la ex Rhodesia bianca (di cui il balordo aveva bandiere e simboli vari nella sua stanza), cioè dittature coloniali e neocoloniali al servizio degli Usa, della Gran Bretagna e ovviamente anche di Israele.
Che dire? A parte la pochezza del personaggio (Dylan Roof Storm), è importante notare come il neonazismo si collochi in perfetta continuità con la tradizione colonialistica ed imperialistica occidentale. Anche l’immaginario collettivo dei nazisti medi – prendiamo solo come esempio quegli antisemiti che elogiano l’ultranazionalismo israeliano – deve, a mio avviso, essere indagato con attenzione.
Mumia Jamal in una recente intervista ha dichiarato che gli afroamericani non hanno uguali diritti rispetto alla maggioranza bianca. Queste le parole di Mumia “Dopo la guerra civile, quando i “repubblicani neri” hanno modificato la Costituzione per tutelare i diritti della cittadinanza nera (ad esempio, il diritto al voto, ecc.), la nazione ha letteralmente ignorato le garanzie della Costituzione per un secolo, fino a quando la resistenza nera del Sud lo ha reso impossibile (ma la discriminazione è continuata con altri mezzi…)” (3)
Mi sembra legittimo a questo punto chiedersi se quella americana possa essere considerata una democrazia nel senso pieno e compiuto del termine.
Con Obama la situazione, nonostante le apparenze, è peggiorata ulteriormente: “Lo sapevate che negli ultimi otto anni o giù di lì, i neri americani (e gli ispanici) hanno perso la quota maggiore di ricchezza personale, soprattutto in relazione ai mutui, rispetto a qualsiasi altro momento della storia americana?”, domanda in modo ironico Mumia.
Non possiamo nasconderci la grande preoccupazione per le sorti dei lavoratori immigrati, degli afroamericani e dei latinos che vivono in America. Il gran jurì Darren Wilson ha assolto l’assassino di Michael Brown: negli Usa la giustizia esiste solo per gli ultramiliardari? Quello Usa è infatti un sistema giudiziario di casta dove, il più delle volte, i giurati agiscono sotto falsi nomi e con grossi compensi. Nessun analista serio può negare il conflitto d’interessi abnorme che regola la (in)giustizia statunitense.
Come mai i magistrati Usa hanno riempito le carceri di afroamericani e di appartenenti ad altre minoranze etniche? Forse perché il sistema giudiziario è in mano alle lobby private e quindi gli stessi giudici agiscono come dei manager che devono delocalizzare capitali. Un sistema “aziendalizzato” non può garantire la giustizia e il diritto.
Continua Mumia: “Ferguson ci dice tutto: per i neri poveri la vita è un inferno, in quanto lo Stato sfrutta i poveri per spremere i loro soldi, utilizzando a tal fine anche il sistema carcerario”. Quello americano si rivela dunque essere un sistema profondamente ingiusto, regolato da logiche profondamente razziste. Il normale funzionamento del diritto “borghese” ci dà, in modo implicito, la spiegazione circa la crescita delle bande armate neonaziste.
“L’oppressione all’estero dà luogo all’oppressione interna” spiega sempre Mumia. Gli Usa appoggiano forze come Pravy Sektor in Ucraina e la JAVU in Venezuela, entrambe organizzazioni di estrema destra e antidemocratiche. Tutto ciò non è un eccesso in nome degli “interessi nazionali” (di certo non gli interessi dei lavoratori e dei ceti popolari) ma la logica conseguenza del sistema economico, sociale e politico americano.
…….
(2)  Estrema destra e neonazi crescono negli Usa di Obama

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