Fonte:
Come Don Chisciotte [scheda fonte]
È abbastanza impossibile intuire l’enormità dei delitti compiuti contro l’umanità dallo stato ebraico in nome del popolo ebraico se non si approfondisce la conoscenza della cultura ebraica alla luce dell’insegnamento giudaico.
Il sionismo fu fondato come movimento secolare. Nacque per dare al popolo ebraico, ormai disperso in una diaspora avanzata, una “terra madre nazionale” tutta per sé. Ciononostante, esso contribuì particolarmente nel trasformare il Vecchio Testamento da un libro sacro a un registro secolare e terreno. Via via che si disvelano le barbarie commesse dallo Stato d'Israele, un continuum schiacciante viene stabilito tra le sue politiche assassine e l'odio giudaico per i goy- non ebrei.
Sarebbe giusto obiettare che l'insegnamento giudaico non è un qualcosa di monolitico. Come è noto, uno dei pochi collettivi ebrei che prendono le parti della Palestina si chiama “Torah Jews”, una setta di ebrei ortodossi. In altre parole, la Torah deve contenere al proprio interno un lato umanista e secolare.
Quanto segue è una recensione di Torat-ha Melekh, un “tipo di guida per tutti quelli che si chiedono se e e in quali casi è possibile togliere la vita a un non-ebreo”. È stata pubblicata da Ma'ariv, secondo giornale nazionale di Israele. È una lettura obbligata. Direi addirittura che tutti quei politici corrotti americani e inglesi che sono felici di prendere fondi da magnati israeliani e da altri “amici di Israele” farebbero meglio ad iniziare a capire con quale tipo di ideologia si stanno schierando. Ecco una traduzione completa di un articolo pubblicato al riguardo sul Ma'ariv di Israele:
Ma'ariv 09-11-09, p.2, di Roy Sharon
Quando è permesso uccidere non-ebrei? Il libro Torat-ha Melekh (L'insegnamento del Re), pubblicato di recente, è stato scritto dal rabbino Ytzahk Shapira, il rettore della yashivà – centro di studi dei testi sacri ebraici – Od Yosef Hai nella comunità di Ytzahr vicino Nablus, insieme ad un altro rabbino della yashivà, Yossi Elitzur. Il libro contiene non meno di 230 pagine sulle leggi riguardo l'uccisione dei non-ebrei, per tutti coloro che si chiedono se e in quali casi è possibile togliere la vita a un non-ebreo. Anche se le principali case editrici hanno deciso di non pubblicarlo, il libro è stato già caldamente raccomandato da alcuni esponenti di destra nonché da diversi rabbini quali Yitzhak Ginsburg, Dov Lior e Yaakov Yosef, raccomandazioni inserite all'inizio del libro stesso. Inoltre, viene distribuito via Internet e attraverso la yeshivà e ad oggi il prezzo iniziale è di 30 NIS- moneta israeliana – per copia. Alcune copie sono state vendute anche durante la cerimonia di commemorazione la scorsa settimana per il rabbino Meir Kahane, ucciso 19 anni fa. Nel libro, gli autori trattano approfonditamente di questioni teoretico-filosofico riguardo le leggi che regolano l'uccisione dei non-ebrei. Le parole “arabi” e “palestinesi” non sono riportate neanche indirettamente e gli autori evitano accuratamente di fare affermazioni in favore dell'utilizzo individuale della legge da parte dei lettori. Il libro include centinaia di fonti riprese dalla Bibbia e dalla legge religiosa e contiene numerose citazioni del rabbino I Abraham Isaac Kook, uno dei padri del sionismo religioso, e del rabbino Shaul Yisraeli, uno dei rettori della yeshivà Mercaz Harav, roccaforte del sionismo religioso nazionale, situata a Gerualemme.
Il libro si apre con un divieto ad uccidere non-ebrei per prevenire, fra le altre cose, le ostilità e una qualsiasi dissacrazione del nome di Dio. Ma molto velocemente gli autori si spostano dal sostenere una posizione di vero e proprio divieto ad una di permesso, fino ad arrivare ad una serie di indulgenze per chi colpisce non-ebrei, secondo la principale argomentazione di sostenere le 7 leggi della Noahide, che tutti gli esseri umani devono seguire. Tra queste leggi ci sono il divieto di rubare, di commettere spargimenti di sangue e di praticare l'idolatria.
[Le 7 leggi della Noahide proibiscono l'idolatria, l'omicidio, il furto, rapporti sessuali illeciti, la blasfemia e mangiare la carne di animali vivi, e obbliga tutte le società di istituire leggi e tribunali.] “Quando incontriamo un non-ebreo che ha violato una delle 7 leggi della Noahide e lo uccidiamo per la loro difesa, non abbiamo violato nessun veto”, afferma il libro, che sottolinea che uccidere è proibito soltanto se non viene fatto in nome di una norma vigente. Ma più avanti gli autori limitano il divieto, notando che è riferito soltanto a “un sistema specifico che ha a che fare con non-ebrei che violano le 7 leggi della Noahide.”
Un'altra conclusione spiega perché un non-ebreo può essere ucciso anche se non è un nemico dichiarato degli ebrei: “In ogni situazione in cui la presenza di un non-ebreo mette in pericolo un ebreo, il non- ebreo può essere ucciso anche se è un buon Gentile (non-ebreo) niente affatto colpevole per la situazione che si è creata”, affermano gli autori. “Quando un non-ebreo assiste all'omicidio di un ebreo o ne causa la morte, egli può essere ucciso, e in ogni caso quando la presenza di un non-ebreo mette in pericolo gli ebrei, il non-ebreo può essere ucciso.”
Una delle deroghe per l’uccisione di non-ebrei, secondo la legge religiosa, rientra nel caso del “din rodef” [la legge dell’ “inseguitore”, secondo la quale colui che sta inseguendo un altro con l’intento di ucciderlo può essere ucciso al di fuori della legge giuridica], anche quando l’inseguitore è un civile. “La deroga vige anche quando l’inseguitore non manifesta esplicitamente l’intento di uccidere, ma lo mostra anche solo implicitamente”, afferma il libro “Anche un civile che assiste a un combattimento tra altri può essere considerato un inseguitore e può essere ucciso. Chiunque faccia parte dell’esercito dei malvagi sta incoraggiando omicidi ed è considerabile un inseguitore. Un civile che appoggia la guerra dà al re e ai soldati la forza di continuarla. Perciò, ogni cittadino dello stato che si oppone a noi e incoraggia i soldati o esprime soddisfazione riguardo le loro azioni è da considerarsi un inseguitore e può essere ucciso. Inoltre, chiunque indebolisca il nostro stato con le parole o con azioni di qualsiasi tipo è da considerarsi un inseguitore.”
I rabbini Shapira e Elitzur stabiliscono che anche i bambini possono essere colpiti perché sono “d’intralcio”. I rabbini scrivono quanto segue: “Intralci- e i bambini si trovano spesso in questa condizione. Bloccano la strada per la salvezza con la loro presenza e lo fanno assolutamente al di là della loro volontà. Ciononostante, possono essere uccisi perché la loro presenza agevola gli omicidi. C’è piena giustificazione per uccidere bambini quando è chiaro che essi cresceranno per farci del male, e questa è una condizione tale da richiedere che essi siano uccisi deliberatamente, anche al di fuori di scontri tra adulti.”
Inoltre, i figli di un capo possono essere uccisi per mettergli pressione. Se colpire i figli di un componente dell’esercito dei malvagi può servire a non farlo agire più malvagiamente, allora essi possono essere uccisi. “è meglio uccidere un inseguitore che uccidere chiunque altro”, affermano gli autori.
In un capitolo intitolato “Colpire deliberatamente gli innocenti” si afferma che la battaglia è diretta principalmente verso gli inseguitori, ma coloro che appartengono a una nazione nemica sono da considerarsi nemici perché giustificano omicidi.
In una delle note a piè pagina gli autori sembrano affermare che i singoli individui possono agire di loro spontanea volontà, senza la legittimazione né dello stato né dell’esercito. “Una decisione da parte della nazione non è necessaria per giustificare lo spargimento di sangue dei sostenitori del regno del male”, scrivono i rabbini, “persino i singoli individui della nazione che viene attaccata possono far loro del male.”
A differenza dei libri che vengono normalmente pubblicati dalle yeshivà, in questo libro i rabbini aggiungono una conclusione. Ognuno dei 6 capitoli è riassunto in punti principali in alcune righe, le quali affermano, fra le altre cose, : “Dalla legge religiosa abbiamo appreso che i non-ebrei sono generalmente sospettati di spargere il sangue degli ebrei, e in guerra questo sospetto si rafforza ulteriormente. Si deve considerare la possibilità di uccidere i bambini, anche se non hanno violato le 7 leggi della Noahide, in nome del pericolo futuro che essi potrebbero costituire se li si lascia liberi di crescere malvagi come i loro genitori.”
Anche se, come si è detto, gli autori fanno bene attenzione ad usare termini poco specifici come “non-ebrei”, si può intuire quale sia la nazionalità dei “non-ebrei” che potrebbe essere arrecare danno agli ebrei. Questo concetto è ben sottolineato dal volantino “La voce giudaica”, pubblicata su Internet da Yitzahr, il quale commenta sul libro: “è superfluo notare che da nessuna parte nel libro è dichiarato che ci si sta riferendo soltanto agli antichi non-ebrei”. Gli editori del volantino non hanno tralasciato una nota pungente diretta al GSS [General Security Service, anche noto come “Shabak” o “Shin Bet”: il controspionaggio israeliano N.d.r.], che sicuramente si prenderà il disturbo di procurarsi una copia: “Gli editori suggeriscono al GSS di procurare agli autori del libro una premio per la sicurezza nazionale di Israele”, afferma il volantino, “perché hanno dato ai detective la possibilità di consultare il riassunto dei punti essenziali del libro nella conclusione, senza che sia necessario leggere tutto il libro.”
Uno degli studenti della yeshivà Od Yosef Hai ha spiegato, secondo il proprio punto di vista, da dove i rabbini Shapira e Elitzur hanno preso il coraggio di parlare così liberamente su un argomento come l’uccisione di non-ebrei: “I rabbini non temono persecuzioni perché in tal caso, Maimonides [Rabbi Moses ben Maimon, 1135–1204] e Nahmanides [Rabbi Moses ben Nahman, 1194–1270], dovrebbero essere processati essi stessi, e in ogni caso si tratta di ricerca sulla legge sacra”, afferma lo studente, “e in uno stato ebraico nessuno viene processato perché studia la Torah.”
Rabbino iraniano sottolinea la necessità che gli ebrei brucino il libro controverso
tratto da Press TV
Martedì 17 novembre 2009
Uno dei più importanti rabbini della comunità iraniano-ebraica ha esortato la sua congregazione a bruciare La Torah del Re, un libro controverso che supporta l’omicidio dei non-ebrei. Nel suo libro pubblicato di recente, il rabbino Yitzhak Shapiro, rettore della yeshivà Od Yosef Chai (scuola religiosa) negli edifici occupati della West Bank, sostiene l’assassinio di non-ebrei, anche neonati e bambini, se essi costituiscono una minaccia, reale o potenziale, per Israele.
Il libro, scritto in collaborazione con Yossi Elitzur, afferma che gli ebrei sono autorizzati ad uccidere “coloro che, anche solo con le parole, indeboliscono la nostra sovranità”, aggiungendo che è permesso “uccidere i Giusti tra le Nazioni, anche se non sono responsabili per la situazione di minaccia.”
Tale decreto è appoggiato da molti rabbini israeliani, inclusi Yitzhak Ginsburg e Yaakov Yosef.
Shapiro dichiara che la Torah e il Talmud giustificano in pieno questo editto.
Il rabbino iraniano, d’altro canto, ha dichiarato lo scorso lunedì che il messaggio del libro contraddice chiaramente gli insegnamenti di Mosè. Il rabbino Golestaninejad ha dichiarato che il libro non è basato sui principi della fede ebraica.
Uno dei dieci comandamenti afferma nell’Esodo: “Tu non commetterai omicidio”. Anche nel libro della Genesi l’omicidio è vietato ed è concordato che chiunque versi del sangue, deve pagare per il proprio atto attraverso lo spargimento del suo stesso sangue, ha dichiarato il rabbino, che ha definito l’editto una sfacciata distorsione degli insegnamenti religiosi.
Golestaninejad ha ricordato che la parola “rabbino” significa “saggio”, ed è molto improbabile che una persona saggia, che è responsabile per l’insegnamento della religione, avalli l’assassinio di persone di altre credenze.
Chiunque affermi cose in netta opposizione alla religione, e proceda alla loro attribuzione a Torah, Mishnah, Talmud o Halakha, merita punizione e castigo, ha detto, aggiungendo che l’idea dietro il verdetto è assolutamente falsa.
Gli ebrei sono seguaci di Mosè. Qundi, non aderiscono al sionismo e alle idee di Theodore Herzl, padre del sionismo moderno politico, ha detto il rabbino.
Il rabbino Golestaninejad ha condannato la pubblicazione di La Torah del Re, e ha invitato tutti gli ebrei a bruciare il libro che, ha detto, propaganda idee non religiose.
Titolo originale: "The Complete Guide to Killing Non-Jews"
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info
Link
18.11.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di VIOLA CAON
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=29431
È abbastanza impossibile intuire l’enormità dei delitti compiuti contro l’umanità dallo stato ebraico in nome del popolo ebraico se non si approfondisce la conoscenza della cultura ebraica alla luce dell’insegnamento giudaico.
Il sionismo fu fondato come movimento secolare. Nacque per dare al popolo ebraico, ormai disperso in una diaspora avanzata, una “terra madre nazionale” tutta per sé. Ciononostante, esso contribuì particolarmente nel trasformare il Vecchio Testamento da un libro sacro a un registro secolare e terreno. Via via che si disvelano le barbarie commesse dallo Stato d'Israele, un continuum schiacciante viene stabilito tra le sue politiche assassine e l'odio giudaico per i goy- non ebrei.
Sarebbe giusto obiettare che l'insegnamento giudaico non è un qualcosa di monolitico. Come è noto, uno dei pochi collettivi ebrei che prendono le parti della Palestina si chiama “Torah Jews”, una setta di ebrei ortodossi. In altre parole, la Torah deve contenere al proprio interno un lato umanista e secolare.
Quanto segue è una recensione di Torat-ha Melekh, un “tipo di guida per tutti quelli che si chiedono se e e in quali casi è possibile togliere la vita a un non-ebreo”. È stata pubblicata da Ma'ariv, secondo giornale nazionale di Israele. È una lettura obbligata. Direi addirittura che tutti quei politici corrotti americani e inglesi che sono felici di prendere fondi da magnati israeliani e da altri “amici di Israele” farebbero meglio ad iniziare a capire con quale tipo di ideologia si stanno schierando. Ecco una traduzione completa di un articolo pubblicato al riguardo sul Ma'ariv di Israele:
Ma'ariv 09-11-09, p.2, di Roy Sharon
Quando è permesso uccidere non-ebrei? Il libro Torat-ha Melekh (L'insegnamento del Re), pubblicato di recente, è stato scritto dal rabbino Ytzahk Shapira, il rettore della yashivà – centro di studi dei testi sacri ebraici – Od Yosef Hai nella comunità di Ytzahr vicino Nablus, insieme ad un altro rabbino della yashivà, Yossi Elitzur. Il libro contiene non meno di 230 pagine sulle leggi riguardo l'uccisione dei non-ebrei, per tutti coloro che si chiedono se e in quali casi è possibile togliere la vita a un non-ebreo. Anche se le principali case editrici hanno deciso di non pubblicarlo, il libro è stato già caldamente raccomandato da alcuni esponenti di destra nonché da diversi rabbini quali Yitzhak Ginsburg, Dov Lior e Yaakov Yosef, raccomandazioni inserite all'inizio del libro stesso. Inoltre, viene distribuito via Internet e attraverso la yeshivà e ad oggi il prezzo iniziale è di 30 NIS- moneta israeliana – per copia. Alcune copie sono state vendute anche durante la cerimonia di commemorazione la scorsa settimana per il rabbino Meir Kahane, ucciso 19 anni fa. Nel libro, gli autori trattano approfonditamente di questioni teoretico-filosofico riguardo le leggi che regolano l'uccisione dei non-ebrei. Le parole “arabi” e “palestinesi” non sono riportate neanche indirettamente e gli autori evitano accuratamente di fare affermazioni in favore dell'utilizzo individuale della legge da parte dei lettori. Il libro include centinaia di fonti riprese dalla Bibbia e dalla legge religiosa e contiene numerose citazioni del rabbino I Abraham Isaac Kook, uno dei padri del sionismo religioso, e del rabbino Shaul Yisraeli, uno dei rettori della yeshivà Mercaz Harav, roccaforte del sionismo religioso nazionale, situata a Gerualemme.
Il libro si apre con un divieto ad uccidere non-ebrei per prevenire, fra le altre cose, le ostilità e una qualsiasi dissacrazione del nome di Dio. Ma molto velocemente gli autori si spostano dal sostenere una posizione di vero e proprio divieto ad una di permesso, fino ad arrivare ad una serie di indulgenze per chi colpisce non-ebrei, secondo la principale argomentazione di sostenere le 7 leggi della Noahide, che tutti gli esseri umani devono seguire. Tra queste leggi ci sono il divieto di rubare, di commettere spargimenti di sangue e di praticare l'idolatria.
[Le 7 leggi della Noahide proibiscono l'idolatria, l'omicidio, il furto, rapporti sessuali illeciti, la blasfemia e mangiare la carne di animali vivi, e obbliga tutte le società di istituire leggi e tribunali.] “Quando incontriamo un non-ebreo che ha violato una delle 7 leggi della Noahide e lo uccidiamo per la loro difesa, non abbiamo violato nessun veto”, afferma il libro, che sottolinea che uccidere è proibito soltanto se non viene fatto in nome di una norma vigente. Ma più avanti gli autori limitano il divieto, notando che è riferito soltanto a “un sistema specifico che ha a che fare con non-ebrei che violano le 7 leggi della Noahide.”
Un'altra conclusione spiega perché un non-ebreo può essere ucciso anche se non è un nemico dichiarato degli ebrei: “In ogni situazione in cui la presenza di un non-ebreo mette in pericolo un ebreo, il non- ebreo può essere ucciso anche se è un buon Gentile (non-ebreo) niente affatto colpevole per la situazione che si è creata”, affermano gli autori. “Quando un non-ebreo assiste all'omicidio di un ebreo o ne causa la morte, egli può essere ucciso, e in ogni caso quando la presenza di un non-ebreo mette in pericolo gli ebrei, il non-ebreo può essere ucciso.”
Una delle deroghe per l’uccisione di non-ebrei, secondo la legge religiosa, rientra nel caso del “din rodef” [la legge dell’ “inseguitore”, secondo la quale colui che sta inseguendo un altro con l’intento di ucciderlo può essere ucciso al di fuori della legge giuridica], anche quando l’inseguitore è un civile. “La deroga vige anche quando l’inseguitore non manifesta esplicitamente l’intento di uccidere, ma lo mostra anche solo implicitamente”, afferma il libro “Anche un civile che assiste a un combattimento tra altri può essere considerato un inseguitore e può essere ucciso. Chiunque faccia parte dell’esercito dei malvagi sta incoraggiando omicidi ed è considerabile un inseguitore. Un civile che appoggia la guerra dà al re e ai soldati la forza di continuarla. Perciò, ogni cittadino dello stato che si oppone a noi e incoraggia i soldati o esprime soddisfazione riguardo le loro azioni è da considerarsi un inseguitore e può essere ucciso. Inoltre, chiunque indebolisca il nostro stato con le parole o con azioni di qualsiasi tipo è da considerarsi un inseguitore.”
I rabbini Shapira e Elitzur stabiliscono che anche i bambini possono essere colpiti perché sono “d’intralcio”. I rabbini scrivono quanto segue: “Intralci- e i bambini si trovano spesso in questa condizione. Bloccano la strada per la salvezza con la loro presenza e lo fanno assolutamente al di là della loro volontà. Ciononostante, possono essere uccisi perché la loro presenza agevola gli omicidi. C’è piena giustificazione per uccidere bambini quando è chiaro che essi cresceranno per farci del male, e questa è una condizione tale da richiedere che essi siano uccisi deliberatamente, anche al di fuori di scontri tra adulti.”
Inoltre, i figli di un capo possono essere uccisi per mettergli pressione. Se colpire i figli di un componente dell’esercito dei malvagi può servire a non farlo agire più malvagiamente, allora essi possono essere uccisi. “è meglio uccidere un inseguitore che uccidere chiunque altro”, affermano gli autori.
In un capitolo intitolato “Colpire deliberatamente gli innocenti” si afferma che la battaglia è diretta principalmente verso gli inseguitori, ma coloro che appartengono a una nazione nemica sono da considerarsi nemici perché giustificano omicidi.
In una delle note a piè pagina gli autori sembrano affermare che i singoli individui possono agire di loro spontanea volontà, senza la legittimazione né dello stato né dell’esercito. “Una decisione da parte della nazione non è necessaria per giustificare lo spargimento di sangue dei sostenitori del regno del male”, scrivono i rabbini, “persino i singoli individui della nazione che viene attaccata possono far loro del male.”
A differenza dei libri che vengono normalmente pubblicati dalle yeshivà, in questo libro i rabbini aggiungono una conclusione. Ognuno dei 6 capitoli è riassunto in punti principali in alcune righe, le quali affermano, fra le altre cose, : “Dalla legge religiosa abbiamo appreso che i non-ebrei sono generalmente sospettati di spargere il sangue degli ebrei, e in guerra questo sospetto si rafforza ulteriormente. Si deve considerare la possibilità di uccidere i bambini, anche se non hanno violato le 7 leggi della Noahide, in nome del pericolo futuro che essi potrebbero costituire se li si lascia liberi di crescere malvagi come i loro genitori.”
Anche se, come si è detto, gli autori fanno bene attenzione ad usare termini poco specifici come “non-ebrei”, si può intuire quale sia la nazionalità dei “non-ebrei” che potrebbe essere arrecare danno agli ebrei. Questo concetto è ben sottolineato dal volantino “La voce giudaica”, pubblicata su Internet da Yitzahr, il quale commenta sul libro: “è superfluo notare che da nessuna parte nel libro è dichiarato che ci si sta riferendo soltanto agli antichi non-ebrei”. Gli editori del volantino non hanno tralasciato una nota pungente diretta al GSS [General Security Service, anche noto come “Shabak” o “Shin Bet”: il controspionaggio israeliano N.d.r.], che sicuramente si prenderà il disturbo di procurarsi una copia: “Gli editori suggeriscono al GSS di procurare agli autori del libro una premio per la sicurezza nazionale di Israele”, afferma il volantino, “perché hanno dato ai detective la possibilità di consultare il riassunto dei punti essenziali del libro nella conclusione, senza che sia necessario leggere tutto il libro.”
Uno degli studenti della yeshivà Od Yosef Hai ha spiegato, secondo il proprio punto di vista, da dove i rabbini Shapira e Elitzur hanno preso il coraggio di parlare così liberamente su un argomento come l’uccisione di non-ebrei: “I rabbini non temono persecuzioni perché in tal caso, Maimonides [Rabbi Moses ben Maimon, 1135–1204] e Nahmanides [Rabbi Moses ben Nahman, 1194–1270], dovrebbero essere processati essi stessi, e in ogni caso si tratta di ricerca sulla legge sacra”, afferma lo studente, “e in uno stato ebraico nessuno viene processato perché studia la Torah.”
Rabbino iraniano sottolinea la necessità che gli ebrei brucino il libro controverso
tratto da Press TV
Martedì 17 novembre 2009
Uno dei più importanti rabbini della comunità iraniano-ebraica ha esortato la sua congregazione a bruciare La Torah del Re, un libro controverso che supporta l’omicidio dei non-ebrei. Nel suo libro pubblicato di recente, il rabbino Yitzhak Shapiro, rettore della yeshivà Od Yosef Chai (scuola religiosa) negli edifici occupati della West Bank, sostiene l’assassinio di non-ebrei, anche neonati e bambini, se essi costituiscono una minaccia, reale o potenziale, per Israele.
Il libro, scritto in collaborazione con Yossi Elitzur, afferma che gli ebrei sono autorizzati ad uccidere “coloro che, anche solo con le parole, indeboliscono la nostra sovranità”, aggiungendo che è permesso “uccidere i Giusti tra le Nazioni, anche se non sono responsabili per la situazione di minaccia.”
Tale decreto è appoggiato da molti rabbini israeliani, inclusi Yitzhak Ginsburg e Yaakov Yosef.
Shapiro dichiara che la Torah e il Talmud giustificano in pieno questo editto.
Il rabbino iraniano, d’altro canto, ha dichiarato lo scorso lunedì che il messaggio del libro contraddice chiaramente gli insegnamenti di Mosè. Il rabbino Golestaninejad ha dichiarato che il libro non è basato sui principi della fede ebraica.
Uno dei dieci comandamenti afferma nell’Esodo: “Tu non commetterai omicidio”. Anche nel libro della Genesi l’omicidio è vietato ed è concordato che chiunque versi del sangue, deve pagare per il proprio atto attraverso lo spargimento del suo stesso sangue, ha dichiarato il rabbino, che ha definito l’editto una sfacciata distorsione degli insegnamenti religiosi.
Golestaninejad ha ricordato che la parola “rabbino” significa “saggio”, ed è molto improbabile che una persona saggia, che è responsabile per l’insegnamento della religione, avalli l’assassinio di persone di altre credenze.
Chiunque affermi cose in netta opposizione alla religione, e proceda alla loro attribuzione a Torah, Mishnah, Talmud o Halakha, merita punizione e castigo, ha detto, aggiungendo che l’idea dietro il verdetto è assolutamente falsa.
Gli ebrei sono seguaci di Mosè. Qundi, non aderiscono al sionismo e alle idee di Theodore Herzl, padre del sionismo moderno politico, ha detto il rabbino.
Il rabbino Golestaninejad ha condannato la pubblicazione di La Torah del Re, e ha invitato tutti gli ebrei a bruciare il libro che, ha detto, propaganda idee non religiose.
Titolo originale: "The Complete Guide to Killing Non-Jews"
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info
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18.11.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di VIOLA CAON
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=29431
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