martedì 12 maggio 2015

Squadroni segreti fascisti a spasso per il mondo, di Marco Sacchi

Il 27.11.2008, in Gran Bretagna fu arrestato dalle unità dell’antiterrorismo, il deputato Damian Green “ministro ombra dell’immigrazione” del Partito Conservatore.[1]  L’operazione era guidata da Bob Quick capo di tutte le operazioni dell’antiterrorismo in Gran Bretagna.[2]
   Damian Green era accusato di avere rivelato ai mass media delle informazioni che il governo e il Ministero dell’Interno avevano mantenuto segrete. Queste informazioni le aveva avute grazie a una talpa al ministero dell’interno. L’arresto e la perquisizione furono autorizzati da Sir Paul Stephenson[3] che era all’epoca il capo di Scotland Yard.
   Inizialmente Sir Paul Stephenson non voleva compiere l’arresto del deputato ma Bob Quick gli aveva garantito che questo era l’unico modo di procedere.
   L’arresto di Damian Green durò poche ore, dopo avere perquisito le sue case e sequestrato i suoi computer e il suo cellulare, fu rilasciato all’alba.[4]
   Sir Paul Stephenson nel 1998 era all’epoca il capo di una squadra anticrimine. In un’indagine scoprì che Nicholas Griffin del British National Party (un partito fascista inglese) era uno dei responsabili di Terza Posizione internazionale assieme a Roberto Fiore che nel 1980 aveva trovato rifugio in Gran Bretagna dopo la strage di Bologna. Inviò queste informazioni a Jacqui Smith, che in quel periodo era il ministro degli interni. Qualche mese più tardi Bob Quick dopo una “fuga di notizie” riguardanti una delicata operazione di polizia, che portò all’arresto di diverse persone, si dimise.[5] Era successo che il responsabile dell’unità dell’antiterrorismo era stato fotografato il giorno 9 aprile 2008 a Downing Street, in un incontro con il primo ministro Gordon Brown. Nella foto i documenti erano leggibili i particolari di un’operazione. I media diffusero nella serata la foto, oscurando il contenuto dei documenti, che menzionavano luoghi e particolari della natura della minaccia presentata dai sospetti.
   Il documento immortalato dai fotografi rivelava informazioni top secret sull’operazione in cui nome in codice era Pathway, tra cui la strategia su come smantellare una cellula di presunti terroristi legati ad Al Qaeda, le modalità d’intervento e i nomi della squadra di poliziotti e la strategia da adottare con i media, una volta effettuati gli arresti. La diffusione delle informazioni portò a un’immediata accelerazione delle operazioni.
   Facciamo un passo indietro. Nel 1991 in un documentario di World in Action[6] si parlava di Gladio.[7] In questo documentario s’intervistò il capo di questa struttura. L’intervistatore fece la seguente domanda: “chi si trova dietro l’organizzazione in Italia e quali sono le sue attività”. La risposta fu: ”siamo stati formati segretamente dal governo italiano per eliminare il KGB russo, ma in realtà non l’abbiamo mai fatto. Nessuno sapeva della nostra esistenza, nemmeno la polizia. Tre agenti di polizia si erano accorti dell’esistenza della nostra organizzazione, e li abbiamo attratti verso ciò che credevano di essere un deposito di auto rubate. Abbiamo poi fatto esplodere Abbiamo poi fatto esplodere le bombe attivate a distanza e collocate all’interno delle presunte macchine rubate e sono stati uccisi. Abbiamo preso di mira chiunque parlasse contro l’estrema destra. Li abbiamo assassinati ma nessuno noi è stato arrestato.[8]
   L’intervistatore rispose allora “mascalzoni, posso capire delle atrocità siano commesse quando una nazione è in guerra con un’altra, ma, fare questo al tuo popolo, mascalzoni!”. Il capo di Gladio rispose, “non ci chiamate mascalzoni, le dirò qualcosa, invieremo i ragazzi di Gladio per formarli. Questa nazione è così grande e così bene organizzata che li inviamo nel vostro paese per formarli e addestrarli. Dopodiché ritenteranno in Italia per mettere in pratica ciò che si è insegnato loro”. L’intervistatore chiese, “dove sono formati in Gran Bretagna?”. Il capo di Gladio disse, “non posso dirvelo, è un affare che riguarda il vostro popolo e lei stesso. Ciò che posso dire è che i massoni e l’estrema destra sono all’origine di tutto ciò”.
   Il 14 marzo 1991 apparve un articolo nel giornale The Citizen (un giornale gratuito distribuito nel Lancashire), che trattava di un comunicato stampa della polizia che aveva un titolo esemplificativo “Fine della linea del crimine”. In quest’articolo si parlava di un piano pilota, finanziato dal ministero dell’interno, che prevedeva la collaborazione tra polizia e conducenti volontari.
   Nella stessa data della pubblicazione di quest’articolo, un opuscolo da parte di Terza Posizione, fu distribuito nelle caselle delle lettere di Preston (città del Lancashire). Quest’organizzazione diceva essere contro il capitalismo e contro il comunismo.
   Nel 1998 il Guardian pubblica un articolo, dove si dice che Fiore e Morsello condannati per associazione sovversiva nel 1985 per associazione sovversiva per l’attentato alla stazione di Bologna in cui persero la vita 85 persone, sono agenti del servizio segreto britannico MI6.[9]Secondo il Guardian, Fiore e Morsello arrivarono in Gran Bretagna dal Libano, dove erano stati reclutati dal MI6. I britannici in quei momenti di guerra civile avevano bisogno di informatori nelle file dei vari gruppi mediorientali. Il quotidiano britannico in conformità a nuove informazioni di un ex agente della CIA in Europa, ha scritto a che in Libano fu promesso a Fiore e ai suoi seguaci il trasferimento in Gran Bretagna in cambio della collaborazione con l’MI6.
   Non è un caso che il governo inglese non ha mai esaudito le richieste da parte italiana di estradizione nei confronti dei due.
   Fiore e Morsello a Londra si legarono con un gruppo di giovani intellettuali del Fronte Nazionale (Nf) britannico, e crearono a Terza Posizione Internazionale nella quale Fiore è coinvolto.
   Secondo inchiesta condotta sa Searchlight (mensile dell’antifascismo militante) e ripresa in parte dal Guardian, Fiore sarebbe il capo di “Nazi Hammerskins”[10] un movimento presente in vari paesi d’Europa che egli usa per controllare l’andamento degli affari messi in piedi nel frattempo.
   Nel 1989 le interrogazioni parlamentari dei deputati laburisti David Winnick e Greville Jenner, in merito a questo argomento, furono respinte dal governo britannico con la spiegazione che “le rilevazioni non sarebbero state nell’interesse pubblico
   La denuncia che Fiore è un agente del MI6, fu fatta anche da una Commissione d’inchiesta del Parlamento Europeo su razzismo e xenofobia. Questa denuncia in seguito fu riportata anche nella Commissione stragi nel 2001 dal deputato di AN Fragalà.[11]
   Secondo Fragalà: “Ci sono informazioni provenienti dalla Gran Bretagna e dall’Irlanda, che allego in fotocopia, in cui si sostiene non solo che i due soggetti (Fiore e Morsello) continuano ad essere in forza ad un settore del Secret Intelligence service inglese, ma addirittura che l’avventura politica rappresentata dal movimento Forza Nuova abbia quale referenti occulti gruppi nazionalcomunisti attivi prevalentemente all’estero, in paesi come la Russia, la Bulgaria, la Romania e la Serbia. Hanno fondato un villaggio nazionalcomunitarista c’è un documento qui che lo dimostra – nella Penisola iberica e altre strutture similari stanno nascendo con il loro supporto e finanziamento nell’Europa dell’ex blocco sovietico in appoggio alle formazioni nazionalcomuniste. L’attività politica di Roberto Fiore e Massimo Morsello può ragionevolmente rappresentare per la comunità di intelligence d’oltre manica una sorta di cavallo di Troia negli ambienti più prossimi degli apparati di sicurezza dell’ex Patto di Varsavia”.
   Fragalà era un avvocato penalista e anche un politico di navigata esperienza, prima nelle file del MSI, di Alleanza Nazionale e infine nel PDL, aveva dedicato gran parte della sua attività parlamentare e forense ai “processi politici”, in primo luogo a quelli che approdano alle condanne di Fioravanti e Mambro.
   Come avvocato difese sempre i fasci finiti nelle maglie della giustizia per le stragi e gli attentati del periodo della strategia della tensione, tra i quali Carlo Ciccutini, condannato per la strage di Peteano. Ma soprattutto concentrò la sua politica-forense nel dimostrare l’innocenza dell coppia nera in merito alla strage di Bologna. E noto che attorno alla strage di Bologna (come nelle altre stragi del periodo della strategia della tensione) c’è stato un continuo depistaggio. Fragalà nell’ambito della commissione Mitrokhin e nella Camera dei deputati con numerose interpellanze chiese la riapertura del processo per i due terroristi neri. Il tutto si chiude nel nulla, Mambro e Fioravanti torneranno liberi, ma da colpevoli.[12] Fragalà lascerà Montecitorio per la sala consiliare di Palermo.
   Che Fragalà era dell’ambiente lo dimostra che nel 1999 era assieme ai deputati di AN Francesco Storace, Alberto Simeone, a Carlo Taormina ed Ernesto Caccavalle di Forza Italia, accoglieva il duetto nero Massimo Morsello e Roberto Fiore quando rientrarono in Italia.
   Il 26 febbraio 2010 fu aggredito all’uscita del suo studio e gravemente ferito a bastonate. Morì dopo tre giorni di coma. Non rispettò il mandato?
   Torniamo in Gran Bretagna, in un articolo sulla stampa risultava che tra i 3500 volontari del piano pilota erano degli informatori sponsorizzati dal BNF (British Nuclear Fuels Limited),[13] dal BS al Group Total Security. Queste sono le diversità entità che hanno presso il cambio del piano pilota per due anni.
   Il fatto che tra questi “volontari” possa esserci una squadra di assassini è stato denunciato in un articolo di Gary Murray un ex operatore del MI5.[14] dove denuncia un certo numero di assassini clandestini e di decessi misteriosi. Murray dice che nei 7 anni in cui fece ricerche per il libro, lui venne a sapere di una squadra Q in Gran Bretagna. Questa squadra è una componente dei servizi segreti che assassinava[15] qualsiasi persona che poteva causare degli intralci al programma nucleare.[16] Molti crimini commessi da questa squadra furono attribuiti alla malavita.
   A rafforzare questa tesi è stato lo stesso BNP che dichiarò che molti agenti di polizia, erano fra loro,[17] questa dichiarazione la fece in seguito a un documentario che parlava delle operazioni coperte della polizia.[18]
   Appena prima delle elezioni generali del maggio 2005, Nicholas Griffin, il capo del BNP fu intervistato, in un programma . Egli disse che l’organizzazione accusata per crimini violenti non era la sua, ma quelle create dalla polizia e dai servizi segreti. Il nome di queste organizzazioni sono Red Watch.[19] e Combat 18.[20]
   Queste squadre impiegano le armi definite “non letali”. L’impiego di questo tipo di armi fu discusso da un sottocomitato del Parlamento Europeo. I servizi segreti, la polizia e settore dell’esercito impiegano da tempo dispositivi per scompigliare e disturbare gli avversari. In Gran Bretagna il Sunday Telegraph DEL 27.09.1992 riporta la notizia dello sviluppo di una “bomba a microonde”.
IL LEGAME TRA GRAN BRETAGNA E FASCISTI

   I legami tra Gran Bretagna e destra internazionale sono molto saldi; ma la connessione con l’Italia è sicuramente tra le più forti; sono italiani, infatti, i referenti dell’organizzazione meglio conosciuta come International Third Position e sempre degli italiani che sono riusciti a costruire, con l’appoggio di varie strutture locali, un enorme apparato finanziario capace di sostenere economicamente (in maniera più o mena nascosta) molte organizzazioni fasciste in Europa ma, come ovvio, concentrando i maggiori sforzi e le maggiori sovvenzioni in Italia dove il referente politico si chiama Forza Nuova.[21]
   Abbiamo parlato prima della società Meeting Point creata da Fiore e Morsello. Essa è una finanziaria che ha come maggior patrimonio una vastissima proprietà immobiliare (1.300 appartamenti) abitati esclusivamente da giovani che, per svariati motivi hanno deciso di andare in Gran Bretagna a lavorare, studiare o più semplicemente per imparare la lingua. La struttura che in Europa si occupa di reclutare i giovani che dovranno poi lavorare tramite società di collocamento direttamente collegate a Meeting Point, si chiama Easy London (15 sedi in Italia). Easy London propone a coloro che, ignari, vi si rivolgono chiedendo possibilità di lavorare e mantenersi a Londra, un pacchetto pronto che offre viaggio, lavoro e alloggio a un prezzo “interessante”. Non è detto ai malaugurati che al loro arrivo in Gran Bretagna il lavoro, che li aspetta è nelle cucine di West End dove parte delle già magre risorse, andrà ingrassare le casse di Fiore e soci, non è detto che le confortevoli camere illustrate nei depliant non esistono e al loro posto ci sono micro-alloggi super affollati, letti nei corridoi e bagni in comune per 15, il tutto gestito (in clima militaresco) da decine di naziskin non solo italiani, infatti, nel quotidiano Mail c’è la notizia che Fiore avrebbe fatto arrivare dalla Polonia dei naziskin per meglio gestire i quasi seimila giovani europei che annualmente entrano in contatto con la società. Moti sono i racconti che parlano di pestaggi notturni ad affittuari in ritardo o semplicemente non in linea con la gestione.
   Altra fonte di guadagno per il Meeting Point è il possesso di una catena di ristoranti, di negozi alimentari di prodotti italiani, di una casa discografica e alcune scuole di lingua, come quella di Westminster Bridge Road dove secondo la magistratura italiana si tengono periodicamente congressi di organizzazioni fasciste di tutta Europa e il cui contratto d’affitto era intestata direttamente a nome di Morsello.
   Trai i maggiori sostenitori del duetto ci sono due organizzazioni ultra cattoliche che fin dagli inizi della latitanza hanno offerto a Fiore e Morsello protezione ma soprattutto danaro, si chiamano St. George’s Educationals Trusts e St. Michael’s the Arcangel Trust.
   Della prima, Fiore è l’amministratore ed è direttamente collegata alla St. George League, una piccola quanto ricchissimo gruppo nazista in contatto con personaggi e i fondi delle ex SS; la seconda, al pari della prima in quanto a rochezza prende il nome dall’Arcangelo Michele santo patrono dei miliziani della guardia di ferro del leader fascista rumeno Corneliu Codreanu. Le due organizzazioni sono proprietarie di una fitta rete di charity shop (negozi della carità), la cui funzione principale è quella di fornire la migliore copertura possibile a I.T.P. (Terza Posizione Internazionale) contribuendo in maniera determinante a riempirne le tasse.
   Lo scopo ufficiale delle charity è di promuovere la diffusione della religione cattolica in un paese a maggioranza protestante (anche se il Vaticano ha sempre negato il proprio appoggio a questo tipo di forme caritatevoli). Migliaia di cattolici inglesi, per lo più ignaro riguardo alla reale attività, frequentano le charity dove tra immagini di madonne, abiti usati e dischi si trovano pubblicazioni fasciste.
   Non c’è stupirsi se proprio la St. Michael’s the Arcangel Trust nel 1997 ha deciso di “donare” 21 milioni di lire per la costruzione di una chiesa che sarebbe dovuto sorgere in Spagna.
   In un articolo del Corriere della Sera del 24.11.1997 di Guido Olimpo dal titolo Stop al villaggio dei neofascisti, Fiore sarebbe uno dei coordinatori del coordinamento della rete nera che converge intorno a un misterioso “Gruppo dei quaranta”: una sorte di “soccorso nero” che raccoglie i resti di formazioni come i Nar, Ordine Nuovo, Terza Posizione. Scrive Olimpio: “I neofascisti putano all’ampliamento di una rete europea di sostegno all’eversione di destra con agganci nel mondo dei Servizi Segreti occidentali, quello tenebroso dei mercenari e delle formazioni paramilitari”. Sempre secondo Olimpo il gruppo ha operato in scenari di guerra come quello dell’ex Repubblica Federale Jugoslava.
   Una delle attività della Meeting Point ha finanziato i “fasci in difficoltà”. Avrebbe elargito 3000 sterline a Franco Freda, per le spese processuali.[22]Altri soldi sarebbero finisti nelle tasche di leader del movimento degli skinhead, Fabrizio Croce e Duilio Canu (quest’ultimo divenne dirigente di Forza Nuova a Milano) e di Andrea Insabato il maldestro autore della tentata strage al Manifesto.
RAPPORTI TRA SERVIZI SEGRETI E FASCISTI: AGINTER PRESS

   L’Aginter Press era ufficialmente un’agenzia di stampa di Lisbona operante tra il 1966 al 1974. In realtà era principalmente un centro di reclutamento e addestramento di mercenari, terroristi la cui specializzazione erano le operazioni False Flag.[23].
   Quest’organizzazione agiva in Portogallo governato all’epoca dalla dittatura di Salazar, era diretta dal Capitano Yves  Guillou già Guérin Serac.[24]
   Le operazioni svolte dall’Aginter Press erano finalizzate a:
–         Diffondere idee e programmi nazisti nel mondo, in particolare in Europa e in Africa. Lo faceva attraverso un’organizzazione fascista internazionale denominata Ordre et Tradition e il suo braccio militare O.A.C.I. (Organization d’Action Contre le Communisme International).
–         Reclutare e addestrare mercenari terroristi e sabotatori per portare “disordine e caos ovunque”, allo scopo di destabilizzare la situazione politica nei vari paesi allo scopo di stabilizzarla verso soluzioni reazionarie.
–         Azioni di spionaggio, per contro dei servizi segreti portoghesi e ad altri servizi segreti occidentali quali la C.I.A. e la rete tedesco-occidentale Gehlen.
   Inizialmente il principale campo d’interesse dell’Aginter Press, nei primi anni di vita, erano stati i paesi africani, soprattutto quelli ove vi era ancora una presenza europea (Angola, Mozambico, Rhodesia) minacciati dai movimenti rivoluzionari, anticolonialisti (era questo il periodo della Tricontinental lo sforzo del Che di creare un fronte antimperialista a livello internazionale, del Vietnam e della Rivoluzione Culturale in Cina) e dove quindi era necessario inviare mercenari esperti. L’Aginter Press, inoltre, svolgeva un’azione più raffinata, caratterizzata dall’infiltrazione (e quindi dalla disgregazione dall’interno) nei movimenti di liberazione e dalla creazione di falsi movimenti di liberazione con lo scopo specifico di screditare quelli veri. A tal fine, R. Leroy, braccio destro di Guérin Serac, si era recato in Tanzania, tra il 1968 e il 1969, sotto la falsa veste di “militante marxista-leninista”, in tale veste incontrò i principali leaders del FRELIMO (il movimento di liberazione del Mozambico), svolgendo un’opera di disinformazione e intossicazione mettendo l’una contro l’altra le varie tendenze del movimento. Leroy sicuramente ebbe un ruolo nell’assassinio di uno dei più importanti dirigenti del FRELIMO, Eduardo Mondlane, ucciso da un sofisticato congegno esplosivo nascosto all’interno di un libro, tecnica (si noti) nel quale Guérin Serac aveva istruito i suoi adepti. Ben presto l’Aginter Press aveva comunque cominciato a rivolgere la sua attenzione alla situazione dei paesi europei, soprattutto quelli come l’Italia più degli altri, che sull’onda delle agitazioni studentesche e operaie del 1968/69, erano “minacciati” dalla crescita delle forze di sinistra.
   Nel maggio del 1974, un gruppo di militanti appartenenti al nuovo governo portoghese, nato dalla Rivoluzione dei Garofani dell’aprile dello stesso anno, faceva irruzione nei locali di un’agenzia di stampa al civico 13 di Rua des Pracas, a Lisbona, perquisì i locali dell’Aginter Press. Nei locali semiabbandonati dell’agenzia, oltre a un enorme archivio con documenti e microfilm ogni Continente e Paese del mondo, un’officina per la fabbricazione di documenti falsi, comprese tessere di giornalisti e di poliziotti, visti e timbri concernenti le principali frontiere europee. Furono rinvenuti documenti commerciali concernenti transazioni di notevole entità e libri contabili riguardanti i pagamenti di singoli militanti indicati con sigle e nomi cifrati. Tra le certa c’era un documento nel quale si tracciava una strategia politica: “Noi pensiamo che la prima parte della nostra azione politica debba essere di favorire l’installazione del caos in tutte le strategie del regime. E’ necessario cominciare a minare l’economia dello Stato per giungere a creare confusione in tutto l’apparato legale (…). Questo porterà a una situazione di forte tensione politica, di paura del mondo industriale, di antipatia verso il governo e verso tutti i partiti: in questa prospettiva deve essere pronto un organismo efficace capace di riunire attorno a sé gli scontenti di ogni classe sociale: una vasta massa per fare la nostra rivoluzione (…). A nostro avviso la prima azione che dobbiamo lanciare è la distruzione delle strutture dello Stato sotto la copertura dell’azione dei comunisti e dei filo-cinesi.[25] Noi, d’altronde, abbiamo già elementi infiltrati in tutti questi gruppi; su di loro dovremo evidentemente adattare la nostra azione: propaganda ed azioni di forza che sembrerebbero fatte dai nostri avversari comunisti e pressioni sugli individui che centralizzano il potere ad ogni grado. Ciò creerà un sentimento di antipatia verso coloro che minacciano la pace di ciascuno e della nazione; d’altra parte ciò peserà sull’economia nazionale”.
   Dopo la rivoluzione dei garofani dell’aprile 1974, Guérin Serac e i suoi seguaci si trasferirono in Spagna che era allora ancora governata da Franco. Lì progettò azioni terroriste contro il Portogallo,[26] la tentata secessione delle isole Azzorre e in collaborazione con fuorusciti fascisti italiani come Stefano Delle Chiaie, partecipò alle azioni anti-ETA nei Paesi Baschi.
   Queste operazioni consisterono nell’assassinio dei dirigenti dell’ETA e in provocazioni (Augusto Cauchi[27] si rese tra l’altro protagonista del rapimento e dell’omicidio di un industriale cercando di far ricadere le colpe sui nazionalisti baschi). Stefano delle Chiaie, Augusto Cauchi, Piero Carmassi, Mario Ricci, Giuseppe Calzona e Carlo Cicuttini il 9 maggio parteciparono in Spagna, assieme ad altri fascisti, all’assassinio a colpi di pistola di due giovani democratici a Montejurra nel corso di una manifestazione organizzata dal partito carlista.[28]
   Caduto anche il bastone spagnolo dopo la morte di Franco, nell’autunno del 1975, molti elementi del gruppo si trasferirono proprio in Sud America, mettendo le loro capacità operative al servizio soprattutto delle forze speciali boliviane, cilene e argentine.
I FASCISTI ITALIANI KILLER PER CONTO DELLE DITTATURE LATINOMARICANE

   L’America Latina, negli anni settanta e ottanta, ha fatto da scenario alla guerra sporca che i regimi militari al governo fecero contro le opposizioni di sinistra. La scoperta, alla fine del 1992, di due tonnellate di documenti segreti della dittatura di Stroessner in un commissariato di Lambarè, alla periferia di Assunciòn (Paraguay) e la fine del segreto di Stato sui documenti della Cia sul Cile, il 13 novembre 2000 ha permesso di ricostruire le attività criminali di quelle che fu definita Operaciòn Condor.
   Quest’operazione, basata essenzialmente su accordi bilaterali, era un piano di repressione continentale che con l’avallo dei SUA, permise ai militari di Cile, Argentina, Uruguay, Paraguay e Brasile di commettere un genocidio indiscriminato, in nome della lotta al comunismo.[29]
   Questa globalizzazione del crimine ha causato che da un paese all’altro si sequestrava, torturava e ammazzava nella più totale impunità.
   Fu introdotta la teoria della Counterinsurgency raccolta nelle direttive Westmorelard, dal nome dal capo delle forze armate americane nel Vietnam; il motto era che per sconfiggere i guerriglieri bisognava trasformarsi in tali. Nel 1960, su invito del comandante dell’Esercito Sud degli Stati Uniti, Theodore F. Bogart, tutti i generali latino-americani s’incontrarono a Panama, creando alle Conferenze degli Eserciti Americani (CEA), consistente in riunioni biennali, utili per lo scambio d’informazioni tra i vari servizi segreti riguardo alle attività dei movimenti e dei partiti si sinistra (sia riformisti sia rivoluzionari). Seguirono numerose riunioni che intensificavano la rete detta Agremil (degli addetti militari) attraverso la quale si scambiavano le schede informative redatte dai servizi segreti. L’Argentina che viveva una fase di transizione tra il ritorno al potere di Peròn nel 1973 al colpo di stato nel 1976, rimase il solo paese in cui potevano trovare asilo politico migliaia di rifugiati, vittime della persecuzione politica e di classe. Intanto, in Cile i confini stavano stretti al colonnello Manuel Contreras capo della DINA (il servizio segreto cileno), che nel 1975 compì una serie di viaggi per convincere i servizi segreti di tutta l’America Latina a creare una rete anti-esiliati. Il colonnello della DINA si adoperò per l’organizzazione di una riunione, con carattere altamente segreto, a Santiago, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre del 1975 che riguardava la creazione di uno schedario continentale.[30] S’intendeva creare una “zona franca” in cui i militari avrebbero potuto spostarsi liberamente per cercare i propri oppositori politici, e le forze di polizia locali avrebbero fornito il loro appoggio nella ricerca, nel sequestro nella tortura e nell’eliminazione silenziosa degli oppositori. L’opposizione Còndor aveva inizio: l’America Latina diventava lo scenario di un frenetico viavai di esuli e rifugiati.
   Nel 1976 sotto la presidenza Carter, l’imperialismo SUA imprimeva una svolta alla politica estera esercitando numerosi controlli sulla politica della CIA.[31] La politica degli omicidi mirati del colonnello Contreras, mette fine alla gestione cilena dell’operazione e sposta il baricentro delle operazioni in Argentina, dove la dittatura affidava il coordinamento della repressione agli squadroni della morte. L’operazione Condor non si limitava alle sole frontiere dell’America Latina, anzi, si adoperava per soffocare le voci di dissenso messe in atto dai tanti latinoamericani all’esilio.
   Per questo motivo si getarono le basi per organizzare una rete in Europa che lottasse contro il “marxismo”;[32] questa ruotava attorno essenzialmente intorno ai terroristi fascisti italiani di Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo. In Italia tentarono di assassinare Bernardo Leigthon, fondatore della Democrazia Cristiana cilena, ex ministro dell’interno e vicepresidente della Repubblica all’epoca del governo di Eduardo Frey. Leigthon era favorevole a un accordo con Allende, fu estromesso dai vertici del partito a favore della copia Patricio Aylwin-Eduardo Frey, che era per uno scontro frontale con il governo di Unidad Popular. Due giorni dopo il golpe Leigthon e altre dodici personalità politiche sottoscrissero un documento che condannava l’abbattimento del governo Allende, mentre il presidente della DC Aylwin, si mostrava a favore delle forze armate golpiste. Rifugiatosi in Italia, Leigthon aveva scritto un articolo pubblicato sul primo numero d Chile-América, la rivista curata a Roma da José Antonio Veria-Gallo. Il titolo dell’articolo era molto esplicito: “Come comportarsi di fronte alla dittatura”. Lo scopo di quest’articolo era di avviare un confronto tra la sua Democrazia Cristiana e la sinistra dell’ex Unidad Popular, ciò preoccupò Pinochet. Il 6 ottobre 1975, agenti della DINA, aiutati dai fascisti italiani, Pierluigi Concutelli e Salvatore Falabella, cercarono di ucciderlo assieme alla moglie Anita Fresno, nei pressi del loro appartamento romano. Entrambi sopravvissero all’attentato.
   Nel 1976, veniva ordito all’attentato contro il socialista Letelier.
   A ordinare l’attentato fu il colonnello della DINA Pedro Espinoza, che diresse l’operazione, che si servì della collaborazione di Townley,[33] dell’organizzazione di estrema destra Milicia di Buenos Aires, del Servicio de Intelligencia Paraguayano, e di tre terroristi cubani. La politica degli omicidi mirati porterà alla sostituzione del generale Contreras e nell’agosto del 1977, la DINA sarà sostituita con la Central Nacional de Inteligencia (CNI), a capo della quale sarà nominato il generale Odlanier Mena.
   Nel 1974 il principe Junio Valerio Borghese si recò in Cile e s’incontrò Pinochet per la formulare una comune strategia anticomunista. Townley che in quel periodo fungeva come agente di collegamento tra la DINA e i fascisti italiani Stefano delle Chiaie e Pierluigi Concutelli, con il terrorista Virgilio Paz del Movimento Nazionalista Cubano e con Vlado uno dei principali del movimento degli Ustascia.
   Uno dei contatti dei fascisti italiani era il colonnello Chiminelli, responsabile dell’ufficio guerra psicologica, che si faceva carico delle spese logistiche degli esuli italiani. Uno di questi Augusto Cauchi fu impiegato nella brigata informatica, mentre Vincenzo Vinciguerra aveva il compito di mantenere i contatti e svolgere l’azione politica.
   Numerose furono le operazioni che videro i fascisti italiani nella veste di killer per conto delle dittature sudamericane.
   Oltre a quella già citata prima contro Leigthon, nel 1974 Stefano Delle Chiaie andò in Costa Rica dove operò assieme ad altri fascisti contro la guerriglia locale.
   Stefano Delle Chiaie andò in Bolivia, dove collaborò al colpo di Stato del 1980 del gen. Garcia Meza e ne divenne collaboratore assieme a Klaus Barbie, l’ex capo della Gestapo di Lione (non a caso fu definito il “boia di Lione”).
   Le connessioni tra fascisti italiani e la Bolivia sono venute fuori di recente in occasione dei violenti pogrom contro gli indios governativi a Santa Cruz, definito “il cuore nero della Bolivia”.[34]
   Diverse testimonianze affermano di aver visto tra i killer che ammazzarono nel settembre 2008 un gruppo indios nella località di El Porvenir, Marco Diodato, un noto fascista italiano rifugiatosi in Bolivia negli anni ’80.
… Diodato in Bolivia si è sposato con una nipote del generale golpista Hugo Banzer, che nel frattempo era diventato un uomo di affari. Nel 1994/95 mise in piedi un’organizzazione paramilitare, la FRIE (Forza di Reazione Rapida dell’Esercito).
   Nel 1999 fu arrestato per una serie di truffe e condannato a dieci anni, ma nel 2004 riuscì a “fuggire” dalla clinica Bilbao di Santa Cruz dove era riuscito a farsi ricoverare. È segnalato come consigliere di Leopoldo Fernanez, governatore di Pando (una regione secessionista che si oppone al governo boliviano di Evo Morales) arrestato con l’accusa di essere il mandante del massacro degli indios di El Porvenir.
   Ma il vero crocevia di questa rete sembra essere la Croazia e la comune esperienza accumulata nella guerra contro la Jugoslavia negli anni ’90. In quel conflitto, fascisti italiani, slavi, francesi, tedeschi (e altri) si ritrovarono assieme nelle milizie del Partito del Diritto Croato (HOS).
   La Commissione Parlamentare di inchiesta sulle stragi, a cavallo tra il 2000 e il 2001, chiese al Ministero degli Interni e al ROS dei Carabinieri l’acquisizione dei “Dossier balcanici” contenenti una ventina di nomi di fascisti che avevano combatutto in Croazia e in Bosnia durante la guerra imperialista di aggressione alla Repubblica Federale jugoslava da parte dell’imperialismo SUA e di quello europeo (tedesco in particolare) con il supporto dei fascisti croati e degli islamici bosniaci e kosovari, negli anni ’90.[35]
   In quelle settimane si stava indagando sull’attentato dinamitardo contro Il Manifesto che portò al ferimento e all’arresto dell’attentatore – il noto fascista Andrea Insabato. Quest’ultimo, nel 1991 aveva promosso l’arruolamento in Italia di mercenari disposti ad andare a combattere per “la sorella Croazia che ha ora ha un nemico più grande. Si deve difendere dai serbi e dai comunisti”. Nelle indagini che di furono dopo l’attentato emerse che erano stati arruolati una trentina di fascisti esperti di esplosivi e che una ventina di loro aveva combattuto in Jugoslavia.[36]
   Il sito antifascista francese Reflex riferisce che fascisti italiani, francesi e tedeschi, furono integrati nella Legione Nera, derivazione balcanica messa in piedi dall’organizzazione fascista “Nuova Resistenza”[37] nell’estate del 1991, ossia nello stesso periodo dell’arruolamento avviato da Andrea Insabato e dal suo gruppo Rinascita Nazionale. Ma se il progetto di Insabato si arenò – il suo progetto era una sorte di linkare con la destra croata che l’aiuto militare italiano in cambio delle zone croate rivendicate dall’Italia – i fascisti italiani rimasero lo stesso a combattere nelle milizie paramilitari in Croazia e in Bosnia contro i serbi.[38]
   In quel contesto si ritrovarono insieme un vasto raggruppamento di uomini neri[39] non solo dell’Europa occidentale, ma anche ungheresi, rumeni, personaggi del tutto simili a quelli che abbiamo trovato nelle vicende latinoamericane.
    
Un ruolo centrale nel finanziamento dei gruppi fascisti nei Balcani, risulta essere l’impero finanziario messo in piedi in Gran Bretagna da Fiore e Morsello.
              CONCLUSIONI PROVVISORIE                          
  
Connettendo insieme questi pezzi, emerge un quadro che in Italia e non solo in America Latina o nei Balcani, nessuno farebbe bene a sottovalutare. La rete internazionale che ha combatutto tutte le guerre sporche della “lotta la comunismo”, è attiva, ben finanziata e organizzata. Le relazioni tra i fascisti in America Latina, Croazia, Italia ecc. sono molto strette tra loro e ancora attrezzate per intervenire lì dove nuove campagne li chiamino in attività i loro servigi: ieri in Jugoslavia oggi in Bolivia,[40] magari sotto il volto rassicurante di Ong o di una organizzazione religiosa europea.
   E’ significativa la similitudine tra gli obiettivi della FRIE costituita dal fascista Diodato in Bolivia (“proteggere i cittadini dai narcotrafficanti”)[41] con la Loggia Secuiesti di Arpad Magyrarosi in Romania (“La LS è una organizzazione sovrana destinata a formare milizie per difendere i cittadini e non per servire propositi politici che si finanzia con risorse private”  e il progetto elaborato in Gran Bretagna dai leader di Forza Nuova. In Italia uno degli obiettivi è quello di “dar corso ad azioni di contrasto alla micro e macrocriminalità e allo spaccio di stupefacenti, mediante la formazione di gruppi di tipo paramilitare non armati che dovrebbero operare dopo aver acquisito il necessario consenso della cittadinanza”. Obiettivi così e parole del tutto simili si possono verificare nell’agenda politica italiana con la costituzione delle ronde.
   L’altro aspetto da rilevare è la partecipazione dei fascisti negli eserciti segreti della NATO.
   La NATO, durante la cosiddetta guerra fredda, in coordinamento con i servizi segreti dei paesi imperialisti dell’Europa Occidentale e il Pentagono, si è servito di eserciti segreti, ha reclutato spie negli ambienti fascisti e nazisti, ed ha organizzato atti terroristici, con lo scopo di causare la paura in seno alla popolazione e in seguito accusare le sinistre (in particolare i comunisti)[42]. La strategia della tensione serviva a screditare il Movimento Comunista (e tutta la sinistra che si pone in senso antagonista) per indebolirlo e impedirgli qualsiasi accesso al potere.
   L’origine della rete Stay Behind nasce dai nazisti. Le SS di Himmler avevano preparato una struttura di agenti segreti in vista del dopoguerra.[43]I nazisti chiamarono la creazione di questa struttura Operazione dente di drago, ritirandosi dai vari paesi europei, i nazisti lasciarono dietro di sé – dalla Romania alla Francia fino alla Norvegia – gruppi di combattenti, agenti segreti e depositi di armi e munizioni per scatenare la loro vendetta.[44] Nell’aprile del 1945 lo spionaggio SUA scoprì il piano, la cui attuazione era stata affidata a Otto Scorzerny, il liberatore di Mussolini dal gran Sasso nel 1943.
   La CIA riprese questo piano e riciclò i membri di questa struttura.
   Il riciclo di questa struttura nasce dagli accordi con R. Gehlen che era il capo dei servizi di  spionaggio dell’esercito tedesco sul fronte orientale.
   Quest’accordo prevedeva che a canalizzare le informazioni riguardanti l’URSS e gli altri paesi dell’est europeo, fosse la struttura creata da Gehlen L’altro obiettivo prioritario era quello di svolgere compiti di infiltrazione nei paesi del campo socialista, al fine di fomentare e sostenere i movimenti di rivolta di chi si opponeva al sistema socialista (in altre parole fomentare la controrivoluzione). Questi compiti sarebbero stati svolti in stretta collaborazione con i servizi segreti americani; Gehlen avrebbe fornito il personale e gli americani si sarebbero occupati dei fondi, dei mezzi, delle dotazioni e dei macchinari. Una delle operazioni più fortunate fu l’Operazione Sunrise, quando riuscì a infiltrare circa 5000 agenti anticomunisti di discendenza esteuropea.[45]
   Il reparto Gehlen divenne ben presto un rifugio sicuro per centinaia di ex criminali di guerra nazisti, mantenendo un ruolo di primo piano nella fuga di molti altri criminali alla volta del Sud America e tirando le fila della famigerata organizzazione ODESSA[46] (Organizzazione degli ex membri delle SS).
   Il gruppo Gehlen era una parte dell’accordo tra gerarchi nazisti e il Servizio Segreto SUA. In cambio dell’immunità per i gerarchi furono promessi ai SUA un sommergibile pieno di materiali che potevano essere utili nel campo nucleare, collaborazione di scienziati. E in questo quadro di collaborazione fra nazisti e americani che s’inquadra l’operazione paperclip.[47] Quest’operazione consisteva nel favorire i SUA nella ricerca di nuove armi e nuove tecnologie in generale, portando nel suolo americano progetti, materiali e “cervelli”, in modo di avvantaggiare i SUA nella contrapposizione con l’URSS. Il caso di più famoso di “cervello” nazista portato nei SUA e senza dubbio quello di Werhner Von Braun, lo scienziato tedesco padre delle V2 e in seguito attivo collaboratore nella ricerca spaziale.
   La NATO era il cuore di questa rete di eserciti segreti: il Clandestine Planning Committe (CCP) e l’Allied Clandestine Commitee (ACC) erano sottostrutture clandestine dell’Alleanza atlantica. All’interno di queste strutture clandestine, è ormai certo che elementi che hanno utilizzato la strategia della tensione. I terroristi fascisti hanno spiegato nelle loro deposizioni che erano i servizi segreti e la NATO che li avevano sostenuti in questa guerra clandestina. Ma quando si chiedono spiegazioni ai membri della CIA o della NATO si limitano a dire che potrebbero esserci stati alcuni elementi criminali sfuggiti al loro controllo.
   Questi eserciti segreti sono esisti non solo in Italia, ma in tutta Europa dell’Ovest: in Francia, Belgio, Olanda, Norvegia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Turchia, Spagna, Portogallo, Austria, Svizzera, Grecia, Lussemburgo, Germania. Il vero obiettivo di questi eserciti non è stato quello di creare una rete di guerriglia a un’improbabile invasione da parte dell’URSS ma orientare e influenzare la vita politica dei paesi dell’Europa Occidentale.
Gladio non è stato solo per l’Italia il più grande dei segreti, ma per tutta l’Europa Occidentale, perché è difficile ammettere che in tutti i paesi che si definiscono “democratici”, si è convissuto (e si convive anche ora) con una struttura occulta assolutamente anticostituzione che aveva le mani libere (come c’è le ha tuttora) per qualunque tipo di azione.
   Questo discorso è più che mai attuale, dopo l’11 settembre con la scusa del “terrorismo” si cerca di creare nei vari paesi imperialisti occidentali, un’atmosfera di dove i crimini e la corruzione delle classi dirigenti rimangono impuniti e le libertà civili e democratiche sono calpestate.






[8] Si parla della strage di Peteano del 1972. I carabinieri in seguito depistavano prima verso Lotta Continua e dopo verso dei malavitosi. A contribuire al depistaggio non furono solo i carabinieri ma tutti gli apparati dello Stato, la struttura Gladio non doveva emergere.
[12] C’è un’anomalia, è difficile (se non impossibile) che detenuti abbiano dei benefici, (come ne hanno avuto il duetto nero) se non accettano la condanna passata in giudicato. Normalmente il tribunale di sorveglianza nega i benefici se la persona non dimostra il ravvedimento. L’anomalia nasce dal fatto che il duetto si è sempre proclamato innocente, sostenuto da uno schieramento giornalistico – politico trasversale. Non è stato solamente il Movimento Sociale prima e Alleanza nazionale, ma uno schieramento più vasto. Pensiamo solamente i rapporti con i radicali. Non un caso che il duetto faceva parte del comitato elettorale della Bonino per lezioni regionali del Lazio del 2010 (http://www.senzasoste.it/politica/chi-lavora-alla-campagna-elettorale-della-bonino-ma. ). Così la Federazione della Sinistra (formata dai residuati della cosiddetta sinistra “radicale”) nel Lazio ha appoggiato un candidato ultraliberita che aveva nel suo staff gentaglia del genere. Tutto questo è saltato fuori da un’intercettazione telefonica a rilevare il rapporto tra Gennaro Mokbel, fascista implicato nel caso Fastweb‘ndrangheta, e il duetto. Mokbel al telefono affermava, infatti, di aver dovuto tirar fuori “un milione e quattrocento mila euro” per la libertà di Francesca Mambro. Fioravanti (ovviamente) in un’intervista al Manifesto nega di conoscere Mokbel ma riconosce di lavorare per la campagna elettorale della Bonino.
[23] Le operazioni False Flag, o operazioni sotto falsa bandiera, sono operazioni segrete condotte da governi o dalle grosse compagnie multinazionali, esse sono progettate per apparire come condotte da altri enti e organizzazioni. Il nome deriva da “false” e “flag”, ossia bandiera falsa. L’idea è di firmare una certa operazione per così dire “issando” la bandiera di un altro Stato o di un’altra organizzazione. Un’operazione “False Flag” può vedersi come la versione in grande, strategico – politico di un falso d’autore. Le operazioni False Flag non si limitano alle operazioni belliche e di contro-insorgenza, esse sono state utilizzate in tempo di pace, per esempio in Italia nel periodo che va dalla fine degli anni sessanta e quello degli anni settanta che fu definita “strategia della tensione”.
[24] Guérin Serac, di origine bretone, già combattente con il grado di capitano in Corea, Indocina e Algeria, specializzato in guerra psicologica. Dopo la sconfitta algerina, con altri reduci dell’O.A.S., era riparato in Portogallo per sfuggire alla condanna per diserzione e tradimento e qui aveva preso corpo l’idea di creare a un’organizzazione anticomunista internazionale formata da specialisti nella lotta contro la “sovversione” e caratterizzata non solo, o non tanto, da un’ideologia fascista (Guérin Serac personalmente, era di orientamento cattolico-tradizionalista e molti reduci dell’O.A.S. avevano addirittura partecipato, durante la seconda guerra mondiale, alla resistenza contro i tedeschi), quanto una scelta di campo in favore dei “valori occidentali” ovunque fossero minacciati dai comunisti e dai loro alleati.
[25] Questo è una classica operazione False Flag.
[26] Si trattò dell’appoggio dato all’attività in favore dell’Esercito di Liberazione Portoghese, organizzazione che, mediante azioni terroristiche e attività d’infiltrazione e di guerra psicologica. Dove secondo gli intendimenti di Guérin Serac, contribuire alla caduta del governo che si era insediato in Portogallo dopo la Rivoluzione del 1974. Ci furono trasferimento di armi all’ELP e trasmissioni radiofoniche che partivano dal territorio spagnolo. Per tali trasmissioni Guérin Serac aveva libero accesso alle strutture della radio spagnola a Madrid e le stesse autorità spagnole avevano in qualche modo messo a disposizione dei camion, con relativo personale, che servivano in forma mobile per trasmettere comunicazioni e messaggi.
[27] Augusto Cauchi, fascista, ritenuto un bombardiere nero protagonista degli attentati ai treni ai treni in Toscana. Nel 1985  l’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi pose il segreto di Stato sulle vicende riguardanti  Augusto Cauchi che era stato espatriare nel 1974 dal SID, durante l’istruttoria sulla strage dell’Italicus.
[29] Secondo gli studi riportati dalla giornalista e studiosa argentina Stella Colloni, le vittime dell’Operazione Condor sarebbero state più di 400.000 persone. Vedere il libro OPERAZIONE CONDOR Un patto criminale di Stella Colloni, Zambon Editore.
[31] A metà degli anni ’70, con la sconfitta in Vietnam, la politica statunitense era entrata in crisi. Tra le masse popolari statunitensi c’era un rifiuto generalizzato della politica di aggressione portata avanti, dal governo SUA. Nel frattempo erano state varate una serie di misure che restringevano il potere decisionale del Presidente sugli interventi militari, che ponevano limiti alle operazioni segrete della CIA.  E in questo quadro che il Senato americano avviò un’indagine sulle attività della CIA. La commissione d’inchiesta fu presieduta dal senatore Frank Church. Il rapporto finale fu pubblicato nel 1975. E da questa commissione che fu portato all’attenzione del grande pubblico del progetto MK-ULTRA. Gli sforzi investigativi furono su questo progetto furono intralciati dal direttore della CIA R. Helms che ordinò la distruzione di tutti i documenti riguardanti MK-ULTRA.
[32] Mette tra virgolette marxismo perché nella concezione dei gorilla latinoamericani tutte le forme di opposizioni ai loro regimi sono marxisti  (dai cristiani della teologia della liberazione ai democratici conseguenti).
[33] Michael Vernon Townley (Iowa, 1942) è un ex agente segreto amerikano. Nel 1961 sposò Mariana Callejas infiltrata nel Partito Socialista Cileno per conto dei servizi segreti di quel paese. Presto Michael Townley entrò nel libro paga della CIA, collaborando con i servizi segreti cileni e con un’organizzazione anticastrista chiamata Chicago Junta. Negli anni settanta partecipò attivamente all’Operazione Condor come agente della CIA e fu, secondo molti, la chiave di volta di tutte le operazioni in America Latina. Collaborò con Manuel Contreras capo della DINA e con il terrorista italiano Stefano Delle Chiaie soprattutto per quanto riguarda gli attentati ai dissidenti rifugiati all’estero. Attualmente vive in una località segreta nei SUA, sotto falso nome, poiché incluso nel programma federale di protezione testimoni.
[34] Maurizio Chierici, Il nodo Bolivia, L’Unità 14 maggio 2008.
[35] La Repubblica del 19 settembre 2008. Vedere anche l’inchiesta di www.selvas.org Il caso Diodato, e l’inchiesta di Wilson Garcia Merida tradotta e pubblicata su http://www.tlaxcala.asp/pp?reference=6084&lg=it .
[36] Gianni Cipriani, Il Nuovo 23 dicembre 2000.
[37] Metto tra virgolette la parola resistenza, perché i fascisti con questi nomi mescolano nel torbido, si mascherano.
[38] Atti della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle Stragi, seduta di martedì’ 9 gennaio 2001.
[39] Neri ideologicamente e nell’animo.
[40] Nel 2008 le forze di sicurezza boliviane smantellarono una rete terroristica che intendeva uccidere il presidente Evo Morales e il vice presidente Garcia Linera. A questa rete, partecipavano mercenari e fascisti europei e boliviani di origine croata.
[41] Roba da ridere, per non piangere. Quando si sa l’implicazione dei fascisti con il traffico di droga. In un’inchiesta nel 2008 risultò che Domenico De Falco, che in passato aveva militato nel Fuan e in Ordine Nuovo, faceva parte di una rete di narcotrafficanti che inondò di cocaina la Campania. Ebbene, sempre in questa inchiesta emerse che De Falco aveva mantenuto i rapporti con Delle Chiaie. http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2948&Class_ID=1001
[42] Da notare che adesso quando si parla di terrorismo, si parla solamente della lotta armata condotta dalle organizzazioni comuniste combattenti (in particolare delle Brigate Rosse) e si rimuove completamente lo stragismo fascista e di Stato.
[44] Gruppi armati di nazisti furono creati anche in paesi che non erano, entrati formalmente nel conflitto mondiale come la Turchia.
[46] All’interno dell’organizzazione creata da Gehlen trovarono rifugio personaggi come Alois Brunner, superiore di Alois Eichmann, il maggiore delle SS Emil Augusburg e il capitano della Gestapo Klaus Barbie.
[47] Circa 20.000 tedeschi grazie a questa operazione ripararono negli SUA dopo la seconda guerra mondiale.

 https://marcos61.wordpress.com/2012/05/30/545/

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