Poche decine di persone decidono la politica economica, monetaria, fiscale, i destini e gli stili di vita di centinaia di milioni di cittadini. E’ una rete «invisibile» formata da una cinquantina di gruppi che controlla il 40% del valore economico e finanziario di 43.060 società multinazionali. L’economia del mondo in mano a un pugno di illuminati.
In questi tempi di crisi si parla spesso del giudizio dei mercati finanziari, che sembrano essersi sostituiti ai parlamenti e soprattutto all’elettorato nel decretare la fine di un governo e nell’imporre importanti scelte politiche.
Ci si può dunque interrogare su chi siano effettivamente questi mercati e soprattutto ci si può chiedere: chi comanda veramente?
Negli ultimi decenni si è diffusa la convinzione che i mercati sono efficienti e in grado di autoregolarsi. In pratica le decisioni di milioni di investitori determinerebbero i prezzi di azioni, obbligazioni, materie prime e tassi di cambio delle valute in base alle informazioni disponibili. Questi milioni di scelte individuerebbero correttamente i prezzi che varierebbero in seguito solo in base ad informazioni nuove.Inoltre, queste scelte determinerebbero anche quella che gli economisti chiamano la migliore allocazione delle risorse, ossia premierebbero gli investimenti e le attività che hanno le migliori prospettive e non incorrerebbero in clamorosi sprechi, come invece accadrebbe alle scelte di investimento effettuate dai governi e quindi dalla politica. Queste teorie sono assurte a paradigma indiscusso ed indiscutibile. Il crollo della bolla dei titoli tecnologici nel 2000, la crisi dei mutui americani subprime nel 2007/2008, la crisi del sistema bancario del 2008 e l’attuale crisi dei debiti sovrani hanno rimesso in discussione queste convinzioni che di fatto giustificavano l’operato della grande speculazione finanziaria. Restano dunque aperte le domande fondamentali: come funzionano i mercati finanziari? Chi sono gli attori principali di questi mercati? La risposta non è assolutamente facile e scontata. Effettivamente ogni giorno sui mercati finanziari operano milioni di persone e, quindi, questa indiscutibile realtà serve da tuta mimetica che nasconde i veri e determinanti attori (oppure manipolatori) dei mercati. I mercati finanziari si comportano in realtà come greggi. Si tratta dunque di individuare i caproni che guidano il gregge. Questa teoria del gregge è addirittura formalizzata dalla scuola della cosiddetta finanza comportamentale che cerca di individuare i meccanismi psicologici che inducono milioni di attori a reagire e a comportarsi in modo uniforme. Questa uniformità di comportamenti è ulteriormente esaltata dai meccanismi di valutazione dei risultati della gestione degli investitori istituzionali, ossia dei gestori dei capitali delle casse pensioni, dei grandi fondi di investimento, ecc. Questi ultimi non vengono tanto valutati annualmente in base ai guadagni conseguiti, ma rispetto a parametri di confronto. Ad esempio, la gestione di un fondo azionario svizzero viene confrontata con l’andamento della Borsa svizzera. Quindi è importante non perdere molto più dell’indice della Borsa svizzera, quando quest’ultima chiude l’anno in ribasso, e non guadagnare molto meno dell’indice, quando chiude in rialzo. Ma chi determina il loro andamento? In realtà un pugno di uomini o meglio di grandi banche di investimento e di grandi società multinazionali. Questi istituti sono in realtà più organi di propaganda che vere e proprie banche. Infatti attraverso analisi, ricerche, studi e raccomandazioni di investimento riescono a determinare l’andamento dei mercati. Negli anni Novanta, ad esempio, hanno esaltato il fenomeno delle nuove tecnologie informatiche, creando una mania che ha spinto milioni di persone ad investire nelle azioni delle società di telecomunicazione e nelle cosiddette dot.com, creando una bolla che è poi scoppiata nel 2000. Queste analisi, che si fondano sempre su dati reali e soprattutto facilmente comprensibili, vengono diffuse in tutto il mondo e vengono sostenute da queste stesse banche con massicci acquisti da parte dei fondi che gestiscono direttamente e da parte delle loro sale di trading (sale di compravendita delle più diverse attività finanziarie). Infatti negli ultimi decenni il grosso degli utili delle grandi banche di investimento è generato dalla speculazione effettuata con il capitale proprio. La speculazione ha dunque un nome e un volto. Sono le grandi banche di investimento che si indebitano per moltiplicare le loro scommesse sui mercati (la cosiddetta leva), affiancate dai grandi Hedge Fund (che dipendono dalle banche per le linee di credito e per l’operatività) e dalle grandi società multinazionali, la cui attività sui mercati finanziari è spesso più redditizia e più importante di quella industriale. Molto probabilmente chi ha avuto l’ardire di giungere fino a questo punto nella lettura di questo articolo, potrebbe dire che queste affermazioni non sono suffragate da prove. Ebbene un recente studio dell’Università di Zurigo (leggi: La scienza scopre la rete capitalista che controlla l’economia globale *) mette in luce la concentrazione delle strutture proprietarie e delle strutture di controllo dell’attuale sistema economico. In pratica, esiste una rete, che si potrebbe definire «invisibile», formata da una cinquantina di società multinazionali (prevalentemente istituti finanziari), che attraverso un complicato meccanismo di relazioni di proprietà, controlla il 40% del valore economico e finanziario di 43.060 società multinazionali. Possiamo sostenere, senza timore di poter essere smentiti, che questo è il cuore dell’economia occidentale. Oggi è in crisi questo cuore del sistema: il giocattolo si è rotto e gli uomini della plancia di comando non sanno come uscire dall’attuale crisi. Sanno però che bisogna a tutti i costi tenere in piedi il castello di carte e di debiti costruito negli anni. Quindi, spingono i governi a salvare le banche, le banche centrali a rifornirle di liquidità a costo pressoché zero e la politica ad estrarre dall’economia reale le risorse ancora esistenti per tentare di rinviare il momento della verità. In conclusione, i mercati finanziari dove milioni di persone operano quotidianamente possono essere considerati una tuta mimetica, che serve a far credere a tutti di essere coinvolti e corresponsabili di quanto succede e che serve soprattutto a celare la plancia di comando, dalla quale uomini e società gestiscono il nostro mondo.
Copyright © Corriere del Ticino. All rights reserved
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Gli Illuminati : chi sono?
Gli Illuminati : chi sono?
“Sono illuminati tutti coloro che appartengono alle societa’ esoteriche che si ispirano alla luce. Gli illuminati rappresentano tutte le concezioni dell’uomo e della vita, da quelle religiose a quelle laiche. Massoni, preti, ebrei, e altri insigni uomini potranno coesistere e concepire insieme un progetto ideale capace di garantire la sopravvivenza e il benessere dell’uomo”.
Cosi’ parla Giuliano Di Bernardo, fondatore nel 2002 degli Illuminati in Italia, in una lunga intervista pubblicata nel libro di Ferruccio Pinotti Fratelli d’Italia , edizioni Bur. Gli Illuminati italiani si ispirano agli illuminati di Baviera e agli illuminati statunitensi. Negli Stati Uniti all’ordine degli illuminati appartengono le famiglie piu’ potenti al mondo, le famiglie che decidono i destini dell’economia mondiale come i Rockefeller e i Rothschild.
Di Bernardo racconta a Pinotti:
“I referenti sono negli Stati Uniti; sono le piu’ importanti famiglie, quelle che hanno sempre dettato la storia, la cultura e la politica negli Usa, che hanno sviluppato al loro interno una societa’ riservata che nasceva da una comunanza di intenti e di valori che poi si e’ manifestata anche nella finanza. Questo perche’ gli illuminati americani hanno sempre svolto un ruolo importante nella finanza internazionale”
Di Bernardo nel corso degli anni si e’ prodigato in Italia a riunire un’elite di persone di ogni credo e di ogni ideologia per guidare il popolo, per far uscire il popolo dalle tenebre e ritrovare la luce. C’e’ un forte consenso a questo progetto degli illuminati, ne fanno parte filosofi, scienziati, politici, dirigenti, ne fanno parte persone che possono influenzare l’economia, la politica e ogni campo della vita sociale.
Ai vertici della piramide non esiste discordia, non esiste destra o sinistra o rivalita’ religiosa; queste differenze avvengono ai livelli bassi ma ai vertici tutti sono concordi nel raggiungere un’unico obbiettivo. Il popolo e’ in continua discordia per ogni cosa mentre chi tira i fili e’ unito. Questa e’ la differenza.
All’Accademia degli illuminati farebbero parte dirigenti della Rai, dirigenti di Banca Intesa-San Paolo (il rumor e’ che il ministro dello Sviluppo Passera sia uno dei massimo gradi della gerarchia), di Deutsche Bank Italia, ex direttori del Sismi, membri dell’Opus Dei; sempre Di Bernardo spiega che il progetto e’ al di sopra dei partiti e dei governi e non c’e’ niente di eversivo. Gli illuminati sono raggruppabili in dodici categorie o aree disciplinari; ogni area ha un coordinatore che forma il consiglio supremo ed e’ presieduta dal Sovrano Grande Illuminato.
Insomma una stretta cerchia di persone super-selezionata si e’ assunta il compito, senza averlo chiesto, di guidarci verso la felicita’ e il benessere, quindi verso un Nuovo Ordine Mondiale.
“L’uomo si sente sempre più estraneo e preoccupato nel mondo in cui vive. I valori tradizionali diventano sempre più deboli ed egli perde a poco a poco le certezze che da secoli lo hanno sorretto. Si apre così una profonda contraddizione: da una parte, il dubbio nei confronti dei valori tradizionali e, dall’altra, l’anelito verso nuove certezze. La ricerca delle certezze lo porta a vedere, sotto una luce nuova non più negativa, i poteri forti che, in modo più o meno occulto, hanno guidato le sorti dell’umanità” (Fratelli d’Italia, pag. 465)
“Questi poteri secolari, presi singolarmente, non sono in grado di fronteggiare le sfide che vengono rivolte all’umanità.
Potrebbero vincere se si unissero realizzando un potere veramente mondiale” (pag. 466)
“Quando le istituzioni nazionali ed internazionali sono in crisi, quando la società è conflittuale e a tale conflittualità non esiste soluzione, allora è necessario ritornare all’uomo, al singolo uomo, all’uomo di qualità, all’uomo illuminato e porlo al centro dell’universo. Uomini illuminati, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione e cultura, si incontrano per creare una comunione universale il cui compito principale è quello di difendere i princìpi e i valori che possono dare all’uomo benessere e felicità. Saranno questi Illuminati – filosofi, scienziati, medici, matematici, artisti, giuristi, economisti, imprenditori, comunicatori, sportivi, musicisti – a costruire il faro che respingerà le tenebre che avvolgono l’umanità” (pag. 466)
“I referenti sono negli Stati Uniti, sono le più importanti famiglie, quelle che hanno da sempre dettato la storia, la cultura e la politica degli USA, che hanno sviluppato al loro interno una società riservata che nasceva da una comunanza di intenti e di valori, che poi si è manifestata anche nella finanza. Questo perchè gli Illuminati americani hanno sempre svolto un ruolo importante nella finanza internazionale. Quindi io mi sono ricollegato storicamente agli Illuminati di Baviera, di cui ho messo in evidenza i limiti e le differenze. Ma, nel presente, ho fatto riferimento agli Illuminati Americani” (pag. 475)
“La maggior parte delle grandi famiglie del potere americano ha sempre sviluppato questa modalità di essere, oltre a quella statuale (attraverso il Congresso). Accanto alla vita politica e sociale si è sempre sviluppato questo filone riservato agli Illuminati. In quella sede si analizzavano i problemi: c’è un filo sotterraneo che ha sempre caratterizzato la storia dell’uomo. Non dimentichiamo che a livello mondiale il Rito Scozzese – su cui si fondano gli Illuminati – ha epicentro a Washington. Il potere massonico negli ultimi tre secoli si è articolato su due pilastri: la Massoneria inglese e il Rito Scozzese di Washington. Con zone di influenza e metodologie diverse, ma sempre nel mondo anglosassone” (pag. 475)
da: WallStreetItalia
*Il link non fa parte dell’articolo originale
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