La corruzione è uno dei lubrificanti del sistema capitalistico, senza il sistema crollerebbe: corrotti e corruttori mettono i soldi nelle stesse banche e negli stessi paradisi fiscali.
Nelle aree forti del capitalismo, come i Paesi del Nord del mondo, la corruzione del sistema politico è molto contenuta per ragioni di pace sociale. Ma appena si varcano i confini quelle regole vengono disattese e il capitalismo mostra tutta la sua ferocia, come hanno sperimentato sulla loro pelle i lavoratori italiani della Thyssen Krupp e della Eternit. O i lavoratori dell’Africa e del resto del mondo che sanno bene come i loro dittatori siano foraggiati dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale.
Tra le strutture sorte grazie al FMI e alla Banca Mondiale c’è Transparency International (TI). Una struttura operativa della P1, una “cupola” gestita da banchieri, finanzieri, aristocratici e imprenditori che prepara i piani operativi ad alto contenuto criminale per la più conosciuta P2. Le due P lavorano in sinergia come il poliziotto buono e quello cattivo ma, di fatto, tutte e due vogliono la stessa cosa: la diffusione di Costituzioni e regole dove la proprietà privata e l’impresa siano l’elemento motore dei processi politici e sociali. In altre parole l’uomo asservito all’economia.
Il piano di Rinascita… mondiale
Jeremy Pope è stato executive director di Transparency International dal 1997 al 2003. Molto amato da Antonio Di Pietro, Pope nel suo National Integrity System, the T.I. Source Book - 1996 racconta che questa organizzazione è sorta da una serie di incontri promossi dal principe Filippo di Edimburgo nel 1984 sotto gli auspici della St. Gorge House, i Windsor, la Al Albait Foundation e il Forum per il pensiero Arabo ad Amman. Con la supervisione di sir Evelyn de Rothschild. Lo scopo di questi incontri era strutturare un codice etico per l’International Business, basato sui valori comuni riscontrabili nelle tre religioni monoteiste.
Transparency International si sviluppa in tre fasi: quella dell’elaborazione, che va dal 1984 al 1989 con riunioni a Eschborn in Germania e Kampala in Uganda; quella organizzativa, dal 1989 al 1993 a Londra e Washington; la terza, in cui “scende in campo” nel 1993, quando viene costituita legalmente all’Aja, la capitale olandese, e registrata a Berlino.
La formazione di Transparency coincide con un periodo di profondi cambiamenti geopolitici:
11/6/1984 in Italia muore Enrico Berlinguer, segretario del più grande Partito comunista dell’Occidente.
9/11/1989 cade il Muro di Berlino e inizia il crollo dell’impero russo.
22/11/1989 nascita della Lega Nord.
1992 nasce la Rete movimento antipartiti con alla testa Leoluca Orlando oggi nel vertice internazionale di Transparency International e uomo dell’Italia dei Valori.
1993Silvio Berlusconi, prepara la sua discesa in campo che avviene il 26 gennaio 1994.
Gli incubatoi del pensiero reazionario
Tra gli ideologi di Transparency International troviamo Hans Helmut Hoeppe, dell’università del Nevada, collaboratore del Ludwig von Mises Institute, un pensatoio “libertario” statunitense che propone - tra le opzioni per combattere lo stato sociale - l’uso dell’autoritarismo, la privatizzazione e la decentralizzazione di quasi tutte le istituzioni: dalla polizia, alla magistratura, alle forze armate. Tra gli sponsor di queste culture ci sono le fondazioni legate alla regina Elisabetta: la Crown Agents, la British Overseas Development Administration, la Bhp Minerale of Australia, la società Rio Tinto, la Tate & Lile, la Nuffield Foundation, il Rownee Trust. Poi troviamo anche la casa madre del liberismo economico, cioè la società Mont Pelerin, fondata da Friedrich von Hayek nel 1947, di cui Hoeppe è membro.
Il tedesco Peter Eigen, fondatore e attuale presidente del Consiglio consultivo di Transparency International, in passato ha avuto la competenza per il settore dell’industria mineraria di TI, ed è stato responsabile per i progetti di sviluppo di Banca Mondiale per l’Africa dell’Est. Attualmente è ai vertici dell’African Progress Panel con Tony Blair (quello che ad aprile per due conferenze di mezzora l’una a Manila, nel Terzo mondo, si è fatto dare 440mila euro).
Predicar bene e razzolare male
Se l’Africa versa nelle condizioni che ben conosciamo, gran parte del merito va a questi signori della Banca Mondiale, di Transparency e di esosi conferenzieri che da una parte parlano di corruzione e dall’altra la alimentano per poter depredare quei Paesi, ricchi di materie prime, fondamentali per mantenere in piedi il sistema capitalistico e la sua filosofia razzista e mercantile.
Peter Eigen sostiene che per battere la corruzione occorre sradicare la sovranità nazionale e che solo grazie all’«adozione di una legge completa contro la corruzione e la sua applicazione da parte di un ente forte e indipendente, di integrità manifesta» si può vincere questa battaglia, arrivando sino a stravolgere se necessario gli ordinamenti democratici degli Stati. Infatti Eigen prosegue nelle sue lugubri affermazioni: «Lo scopo ultimo è il cambiamento pratico delle leggi, delle istituzioni e delle politiche».
Con la scusa della corruzione, i beneficiari della stessa, il vertice del capitalismo di cui T.I. è un braccio operativo, tenta di svuotare le politiche sociali degli Stati nazionali facendo saltare i meccanismi giuridici egualitari nelle varie Costituzioni, con un particolare accanimento verso la nostra (fortemente sociale e antifascista) per giungere alla costruzione di un nuovo ordine mondiale, classista e razzista, gestito dalle banche e dalle multinazionali.
Se non ci fosse una filosofia eversiva, autoritaria e razzista dietro al sistema capitalista non si capirebbe la ragione che ha mosso i vertici di Transparency International nel dare la presidenza della sezione italiana alla leghista Maria Teresa Brassiolo. Come si fa a sostenere la lotta alla corruzione stando nel governo con Silvio Berlusconi, definito dagli epigoni di TI come il vertice della corruzione pubblica e privata nel nostro Paese? Gli attuali partiti in Parlamento, tutti nati contestualmente a TI, vogliono applicare la Costituzione o vogliono cambiarla? Non stanno instillando nella popolazione subculture razziste grazie ai loro media? Non stanno alimentando una politica di indebitamento forsennato del nostro Paese per creare le condizioni economiche e politiche per due possibili opzioni: una per l’arrivo dell’uomo della provvidenza, l’altra per la frantumazione secessionista del nostro Paese?
Come è pensabile una “lotta” alla corruzione da parte di Transparency International con uomini della Lega come Mario Borghezio, ex militante di Ordine Nuovo, che venne arrestato nel 1976 insieme ad un altro estremista nero. Nella loro auto furono trovati volantini inneggianti all’omicidio, appena avvenuto e rivendicato da Ordine Nuovo, del giudice Vittorio Occorsio: “10, 100, 1000 Occorsio”. Questo magistrato fu il primo, nel 1976, ad occuparsi della loggia massonica P2 di Licio Gelli. E Transparency International con simili militanti e alleanze viene a spiegarci come si combatte la corruzione e la criminalità?
Diceva Antonio De Curtis, in arte Totò: “Ma mi faccia il piacere…”.
http://iskra.myblog.it/archive/2011/06/10/transparency-international-combatte-la-corruzione-come-le-ba.html
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