Lo spagnolo Josè Delgado rivestì molte cariche mediche importanti, specialmente all’università di Yale dove era direttore della Clinica Neuropsichiatrica, presso di cui era professore di neurofisiologia. Oggi si sa che Delgado un ruolo primario nel progetto MKULTRA. La sua sperimentazione durò anni, scrisse dei libri dei quali uno tradotto in Italiano nel 1973 con il titolo Genesi e libertà della mente, dalla casa editrice Bollati Boringhieri, (fuori catalogo) 1°.
Dopo aver studiato come controllare la mente umana attraverso sonde nel cervello, dirottò la sua attenzione sulla stimolazione elettrica cerebrale. In un brano tratto da un suo libro Controllo fisico della mente – Verso una società Psicocivilizzata edito nel 1969 diceva: “Ora si sta colmando la lacuna, è già possibile equipaggiare animali od esser umani con dispositivi chiamati stimocevitori, programmati per la trasmissione e la ricezione di comunicazione elettriche da e per il cervello nei soggetti attivi. La micro miniaturizzazione di alcuni componenti elettronici, ci permetterà di costruire uno strumento più efficace nel controllo dei parametri eccitativi tramite un’accurata telemetria cerebrale, attuata con tre sensori installati in tre punti diversi del cervello, stimolando all’uopo precise aree, in seguito a determinati segnali elettrici di attività cerebrale. E’ ragionevole speculare che in un futuro ormai prossimo, gli stimoricevitori possano provvedere ad un controllo pressoché totale dell’individuo, interfacciando il proprio sistema neuro-fisiologico con un computer remoto, causando peraltro un’azione reazione tra neuroni e strumenti, la quale rappresenterebbe una nuova tendenza nel campo del controllo medico delle funzioni neuro-fisiologiche”. 2°
Delgado fece crudeli esperimenti sugli animali, sia in Spagna che negli U.S.A.
Impiantò circuiti elettronici nel cervello a scimmie e gatti per poterne manipolare il comportamento. Diede pure una dimostrazione pubblica delle sue scoperte, improvvisandosi torero in un'arena (17 maggio 1965) al toro aveva innestato un microchip nel cervello, e quando il toro prese a caricare, Degrado lo bloccò con il suo telecomando 3°.
Già nel 1969 era disponibile la tecnologia per poter controllare a distanza gli esseri umani ridotti a schiavi tramite l’impianto di microschip nel cervello. Tra i tipi di controlli possibili vi era la possibilità di inviare stimolazioni elettriche radiocomandate che inducessero impulsi omicidi, o che paralizassero la persona.
Esperimenti scandinavi e americani.
Rauni Leena Kilde, del Former Chief Medical Officer della Finlandia, nel 1999 pubblica un articolo sul giornale Specula della Oulu University Olk, poi inviato nel 2000 via email a 6500 studenti di medicina e medici del nord Finlandia, in cui segnala il pericolo dell’uso dei microchip.
Ella afferma che nel 1946 furono impiantati elettrodi nel cranio di neonati all’insaputa dei genitori, che negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso furono impiantati nel cervello degli esseri umani specialmente in America per sperimentare le possibilità di controllo mentale 4°. Sarebbero stati iniettati microchip nel corpo dei carcerati dello Stato dello Utah, dei soldati nel Vietnam ed in Iraq e perfino nel corpo degli astronauti. Questa tecnologia è stata usata dai militari in alcuni paesi della NATO, sin dal 1980, all’insaputa della popolazione e del mondo accademico.
Riferisce che in Svezia, il primo ministro Olof Palme, nel 1973, autorizzò questi impianti nei prigionieri, che Jan Frese ha riscontrato questa pratica nei pazienti delle case di cura nella metà degli anni ’80, che The Washington Post del maggio 1995 riporta che al William della Gran Bretagna ne fu impiantato uno all’età di 12 anni.
Questi microchip della dimensione di 5 micromillimetri (un capello è 50 micromillimetri) possono essere posti in qualunque parte del corpo, è molto difficile scoprirli e toglierli. Le persone possono essere monitorate (anche via satellite) 24 ore su 24 ore per tutta la vita, ovunque si trovino, influenzando le loro emozioni, pensieri e comportamenti.
Posti nel nervo ottico possono alterale in modo programmato la percezione della realtà, degli odori, della vista e della voce. Si possono indurre le persone ad avere allucinazioni, a sentire le voci, a rivivere le esperienze passate rinviando i tracciati neurofisiologici registrati dal suo corpo, e potenzialmente a commettere omicidi senza che ne abbiano memoria (i famosi candidati manciuriani). La stimolazione elettromagnetica può modifica le onde cerebrali e causare crampi muscolari come forma di punizione.
Marcello Panio, autore del sito www.disinformazione.it afferma anche che la NSA, agenzia di controspionaggio USA, avrebbe delle attrezzature in grado di controllare le emissioni bio-elettriche del cervello.
Non è da escludere che nel famigerato Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – DSM (testo base per gli psichiatri) siano state inserite false categorie diagnostiche come copertura per gli effetti che la tecnologia delle microonde ha sulle persone. Il DSM (tradotto in 18 lingue) è realizzato dall’Associazione Americana degli Psichiatri, la quale annovera tra i suoi membri anche psichiatri che lavorano anche psichiatri che lavorano per i servizi segreti e che hanno certamente contributo alla sua stesura.
In un altro articolo, Microwave mind control: modern torture and control machanism eliminating human rights and privacy ( www.raven1.net/kildel 5°) il Dr. Rauni Kilde ritiene che non solo i microchip impiantati nel corpo sono strumento di controllo della mente, ma anche la tecnologia delle microonde. I telefoni cellulari non solo permettono di monitorare dove le persone si trovano, ma potrebbero consentire in persone sane l’allucinazione del sentire le voci nella testa, modificando il loro pensiero con microonde 6°.
La psichiatria arriva in soccorso ai torturatori.
Se una vittima scopre o sospetta di essere sotto controlla tramite la tecnologia moderna, la psichiatria corre subito ai ripari vendendo in soccorso ai torturatori vendendo ed offrendo loro copertura. Ogni scuola di medicina insegna ai suoi studenti che una tale persona è paranoica, specialmente se ritiene che dietro a tutto questo ci siano servizi segreti o qualche apparto statale.
Ai medici non è detto che queste sono azioni abituali dei servizi segreti e degli apparati statali in genere. Le vittime del controllo mentale sono falsamente considerate malati di mente e non avranno attendibilità e aiuto finché la loro sofferenza è messa in dubbio dagli “operatori della salute”.
Ora, anche su siti “ufficiali” che si occupano del campo medico ammettono l’utilizzo di microchip: “Un gruppo di ricercatori americani, guidati dal prof Theodore Berger della California, ha sviluppato un rivoluzionario dispositivo in grado di far le veci di una essenziale parte del cervello umano, l’ippocampo” (Un Microchip al posto dell’Area Cerebrale della Memoria di Aldo Franco De Rose 7°). Come in USA si sono trovati le formule che permettono di “recuperare” il linguaggio e trasmetterlo ad un computer, inserendo un chip nel cervello a “rivitalizzare” chi è protetto. Il microchip sarebbe in grado di captare i segnali provenienti e trasmetterli ai computer che trasformano che trasformano i segnali in azioni. Ma non basta: alcuni ricercatori della State University of New York hanno sviluppato un’interfaccia non invasiva fra cervello e computer che consente ad una persona di spostare un cursore sullo schermo soltanto con il pensiero (Sarà uno chip inserito nel cervello a “rivitalizzare” chi è paralizzato, Laura Kiss Repubblica 9 maggio 2005 8°).
La scienza non è neutrale.
Come mai siamo giunti a questo livello di aberrazione, nell’attività scientifica?
In una società divisa in classi sociali, ove l’accentuazione della divisione sociale del lavoro ha portato ad affidare a singole persone specializzate l’attività scientifica, la scienza è diventata per tale ragione una professione retribuita, un modo per raggiungere una certa posizione asociale, per fare carriera.
Questa tendenza, si è sviluppata, dal XVIII° secolo, durante la rivoluzione industriale, lo sviluppo tecnico fornirà un valido supporto alla mecanizzazione dell’industria 9°.
La scienza, legandosi alla produzione, si legava anche ad una classe sociale, portando dei mutamenti nell’agire e nel pensare il proprio ruolo degli scienziati, poiché non solo offriva a loro la possibilità di trarre parecchi profitti dalle proprie invenzioni e scoperte, ma faceva trarre la conclusione di trovare nella borghesia la propria naturale alleata.
Come conseguenza di quest’alleanza si crearono delle distorsioni nelle qualità dello scienziato, a partire da una delle condizioni essenziali della ricerca scientifica che è quella di voler fermamente giungere ad accertare la verità delle cose.
Ma, la ricerca della verità, giacché tale, non reca allo scienziato né onori, né facilitazioni sociali, ma spesso può provocare problemi, incomprensioni, se non addirittura persecuzioni di vario genere. Il dramma di Galileo, fatto rivivere da B. Brecht, è il simbolo stesso della minaccia che in tutti i tempi, l’ordine costituito ha fatto pesare sugli scienziati 10°.
Una scienza disinteressata, slegata dalle classi dominanti, che ricerca la verità, che tende a rompere situazioni cristallizzate a sfatare pregiudizi. diventerebbe un fattore rivoluzionario, per questi motivi Gramsci diceva: “Dire la verità è rivoluzionaria” (Manchete del primo numero dell’Ordine Nuovo).
Il capitalismo ha separato la scienza dal sapere comune, vivo che scaturisce dal lavoro produttivo e dagli uomini delle classi subalterne che creano la ricchezza sociale. L’ha trasformata in potenza estranea, indipendentemente da tutti ma non chi possiede le condizioni materiali dell’esistenza attraverso i mezzi di produzione. L’individuo, vede nella scienza qualcosa che gli è incomprensibile perché non esiste nella sua coscienza come sapere concreto e pratica reale, ma agisce – nelle macchine, con la tecnologia, come un potere ulteriore di chi lo opprime e lo sfrutta.
Per questi motivi, bisogna denunciare alla classe cosa comporta la scienza asservita al capitale 11°. In sostanza contro la scienza asservita al capitale bisogna sviluppare una lotta ideologica e demistificarne i contenuti 12°.
Perciò, bisogna sviluppare una pratica sociale per l’appropriazione da parte del proletariato delle capacità di controllo del rapporto uomo-natura nell’ambito di finalità sociali alternative e riprendere la lotta perché sia la classe operaia a decidere cosa produrre, come produrre e per chi produrre.
Note
1° Rintracciabile nel sito www.libreriauniversitaria.it/BIT/8833900940/Genesi_e_liberta’_della_mente
2: Tratto da: www.disinformazione.it
3° Questo fatto fu descritto nel fumetto Dylan Dog Il progetto (l’indagine dell’incubo) n. 176 maggio 2001 tratto dal sito www.aisjca-mft.org/Del-Skin
http://www.paolodorigo.it/DELGADOOVVEROLASCIENZACOMENAZISMO.htm
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